Tesina sulle fattorie-didattiche PDF

Title Tesina sulle fattorie-didattiche
Author Maria Giannini
Course Diritto Agrario E Agroalimentare
Institution Università degli Studi di Teramo
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Tesina fattorie didattiche corso di diritto agrario e agroalimentare...


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fattorie didattiche Diritto Dell'economia Università degli studi dell'Aquila 8 pag.

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FATTORIE DIDATTICHE IN ABRUZZO INTRODUZIONE Il settore primario è soggetto, rispetto agli altri settori dell’economia, ad una minore stabilità, ad una elevata variabilità e ad una tendenziale riduzione dei redditi agricoli. Da sempre le istituzioni comunitarie dell’Unione Europea hanno studiato politiche agricole volte a contrastare queste problematiche, attraverso interventi di sostegno e di protezione dei redditi agricoli; negli anni si è cercato di perseguire tali obiettivi adottando o combinando tra loro in maniera differente le modalità con cui si sono attuati questi interventi. A partire dal secondo dopoguerra le politiche agricole sono state state orientate verso un’agricoltura intensiva che tendeva alla massimizzazione produttiva per soddisfare la sempre maggiore richiesta ma generando nel contempo un grande degrado di tipo ecologico e ambientale dovuto al massiccio uso di pesticidi e alle grandi necessità idriche di queste tecniche di coltivazione. Queste problematiche hanno portato alla crisi del modello produttivista: negli anni ’80 si avvertì la necessità di spostare attenzione e risorse verso un’agricoltura sostenibile, orientata alla qualità e rispettosa dell’ecosistema ambientale. In questo periodo vengono attuate le prime politiche di sviluppo rurale all’interno della Politica Agricola Comunitaria (Pac) dell’Unione Europea e sarà nel 1999, con l’approvazione di Agenda 2000 che viene riconosciuto all’agricoltura, oltre alla funzione produttiva, il contributo nella conservazione del paesaggio, nella protezione dell’ambientale, della qualità e della sicurezza dei prodotti alimentari e del benessere degli animali, gettando le basi per lo sviluppo di un'agricoltura sostenibile e concorrenziale. Agenda 2000 è un pacchetto di riforme della Pac approvate nel 1999 e relative al periodo 2000 – 2006 all’interno del quale sono state introdotte diverse novità in materia agro–ambientale ed in cui viene meglio definita una politica relativa allo sviluppo rurale (Reg. 1257/99). Le aziende possono così adottare strategie di diversificazione che estendono le loro attività lungo la filiera alimentare e verso altre funzioni del settore primario. Si sviluppa perciò la coltivazione di prodotti agricoli che rispondono in misura maggiore alle esigenze di salubrità e qualità degli alimenti (agricoltura biologica e prodotti a denominazione di origine), che vengono veicolati in maniera diretta per soddisfare la richiesta di una maggior conoscenza dei prodotti, della loro provenienza e del metodo di coltivazione (filiera corta, vendita diretta), la produzione si estende anche a prodotti non agricoli (energia elettrica, biogas, ...), e vengono offerti servizi extra-agricoli: turismo rurale e agriturismo, fattorie didattiche e sociali. La diversificazione in attività connesse a quella agricola principale, è divenuta per le imprese agricole un’importante strategia economica, rappresentando un mezzo per l’incremento dei redditi agricoli e per la loro stabilizzazione, consentendo una minore esposizione al rischio grazie alla scarsa correlazione tra attività. L’obiettivo dell’analisi realizzata è quello di approfondire la conoscenza di una di queste attività connesse che negli ultimi anni ha avuto un notevole successo e un rapido sviluppo. Si tratta della realtà delle fattorie didattiche

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NORMATIVA In Italia, per molti anni, l'unica normativa di riferimento per le aziende agricole che intendevano svolgere l’attività didattica è stata la legge n. 730/1985, con cui si esplicitava come rientranti tra le attività dell'agriturismo, quelle ricreative e culturali. La legge quadro poi rimandava alle singole leggi regionali di attuazione. Il primo intervento specifico è avvenuto attraverso l’emanazione della legge 388/2000. La norma prevede che le attività di ricezione e di ospitalità, degustazione di prodotti aziendali e organizzazione di attività ricreative, culturali e didattiche svolte da aziende agricole nell'ambito della diffusione di prodotti biologici o di qualità possono essere equiparate alle attività agrituristiche. Un ulteriore e importante passo in avanti è rappresentato dal Decreto Legislativo n. 228/2001, denominato “Orientamento e modernizzazione del settore agricolo", che attribuisce ai servizi didattici la qualifica di attività connessa. In particolare, il decreto dà una nuova configurazione dell’impresa agricola, sotto l’aspetto giuridico e funzionale e permette di espandere anche ad altre attività connesse la definizione di attività agricole. A livello nazionale la normativa non definisce e non regola specificatamente la materia, sono le singole amministrazioni regionali a definire i criteri per i quali un’azienda agricola può diventare "fattoria didattica". La materia delle Fattorie Didattiche in Regione Abruzzo è normata dalla Legge Regionale n. 48 del 18.12.2013 recante la “ Disciplina delle fattorie didattiche, agri nido, agri asilo e agri tata” e dal successivo Regolamento di attuazione del 12 novembre 2015 . DEFINIZIONE DI FATTORIA DIDATTICA La fattoria didattica è un’attività integrativa svolta dalle aziende agricole o agrituristiche, in ragione della quale gli imprenditori agricoli si dedicano all’accoglienza di bambini e ragazzi che sotto la guida di operatori qualificati imparano a conoscere meglio l’ambiente rurale, le piante, gli animali e i prodotti della terra, fanno esperienza di attività agricole tipiche e di antichi mestieri. Le fattorie didattiche sono quindi il collegamento ideale tra il mondo urbano e quello rurale. La genesi delle Fattorie Didattiche parte dall'inizio del ventesimo secolo. Fu nei paesi scandinavi quali Norvegia, Svezia e Danimarca che si videro le prime fattorie didattiche europee; in questi, infatti, era già usanza insegnare a chi viveva in città la vita di campagna. L’idea ispiratrice di questo fenomeno deriva da un movimento giovanile statunitense : il club 4H. Le quattro “H” stanno ad indicare altrettante parole inglesi: head-testa, health-salute, heart-cuore e hand-mani; la mission di questo club era ed è la promozione dello sviluppo armonico dell’individuo moderno, secondo un modello di insegnamento che si riassume nello slogan “learn to do by doing”(imparare a fare facendo). In Italia già a partire degli anni Sessanta le associazioni di categoria promossero le

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prime iniziative di apertura delle aziende agricole ai visitatori, furono quindi organizzate le giornate "Cancelli Aperti", "Giornate in Fattoria" ed altre, volte a favorire il contatto tra città e campagna. Nel 1997 le fattorie didattiche diventano in Italia delle realtà. La prima regione attiva in tal senso è stata l’Emilia Romagna che in quell’anno ha organizzato il primo gruppo permanente di fattorie didattiche grazie alla collaborazione di vari imprenditori agricoli della provincia di Forlì-Cesena, che costituirono la rete delle fattorie didattiche romagnole. Nell’anno seguente la regione avviò il progetto “fattorie aperte e fattorie didattiche”; quest’iniziativa prevedeva per gli imprenditori agricoli che vogliono entrare a farvi parte una procedura di accreditamento che include l’obbligo di sottoscrizione della carta della qualità e la frequentazione a corsi di formazione specialistici. Altre regioni, come Lombardia e Veneto, hanno col tempo preso spunto dall’EmiliaRomagna e oggi adottano analoghe carte dei principi. In Abruzzo nel 2003 la Regione attiva mediante l'ARSSA (Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo Abruzzo, organo tecnico regionale soppresso nel 2011) in collaborazione con gli Assessorati all'Agricoltura, all'Urbanistica, alla Sanità ed alle organizzazioni professionali agricole un progetto “Fattorie Didattiche” con la finalità di attivare sul territorio abruzzese una rete di aziende agricole denominate Fattorie Didattiche che possa rapportarsi in maniera stabile e continuativa con il mondo della scuola e la società tutta per finalità didattiche legate alla conoscenza del mondo rurale e del territorio. L’obiettivo della fattoria didattica è proprio quello di diffondere la conoscenza sulle attività svolte in fattoria poiché spesso, a causa dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione, è stata tralasciata l’attenzione alle attività primarie e ai prodotti locali. Con questa attività integrativa le aziende agricole mirano alla loro riqualificazione e valorizzazione: durante l’esperienza ai visitatori viene dapprima offerta una spiegazione teorica e poi, nella gran parte dei casi, vengono anche coinvolti in maniera attiva, offrendo loro la possibilità di realizzare con mano dei prodotti, come ad esempio pane o formaggi.

OBIETTIVI Legge Regionale 18 dicembre 2013 n. 48 Disciplina delle fattorie didattiche, agrinido, agriasilo e agritata La Regione Abruzzo, in armonia con la legislazione europea e nazionale, al fine di valorizzare il patrimonio economico, socio-culturale ed ambientale del proprio territorio attraverso le attività multifunzionali ed ecosostenibili del settore agricolo, promuove la realizzazione di fattorie didattiche, agrinido, agriasilo, e agritata, per favorire nelle nuove generazioni: a) la conoscenza del mondo agricolo abruzzese, dei prodotti tipici e biologici regionali;

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b) la conoscenza dei metodi di coltivazione ed allevamento impiegati; c) l’interesse per l’ambiente rurale e i suoi valori culturali; d) un più corretto stile alimentare e di vita. REQUISITI SOGGETIVI (Art. 4 LR 48/2013) l’attività è svolta dall’imprenditore agricolo (articolo 2135 del codice civile) che conduce un’azienda in proprietà o in affitto e che può avvalersi nella gestione dei suoi familiari o di lavoratori dipendenti. L’imprenditore o rappresentante legale o dipendente deve aver frequentato un corso presso la Regione o Ente accreditato di almeno 70 ore comprensive delle verifiche finali. REQUISITI STRUTTURALI (Art. 5 LR 48/2013) Per le attività didattiche possono essere utilizzati laboratori/locali appositi arredati, laboratori multifunzionali, locali per la preparazione o somministrazione di cibo, laboratori di trasformazione e vendita prodotti agroalimentari, abitazione del titolare o strutture come gazebi e simili. L’utilizzo degli edifici non comporta cambio di destinazione d’uso o concessioni, è sufficiente solo il requisito dell’agibilità. Le strutture devono rispettare le normative in tema di superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche. L’azienda può accogliere un numero di partecipanti adeguato agli spazi aziendali e comunque non superiore a 30 utenti per operatore. LA QUALIFICA Requisiti fondamentali perché un'azienda venga considerata “didattica” sono: • Produzione biologica, integrata o tipica di qualità • Disponibilità e adeguatezza di luoghi da dedicare all'attività didattica • Partecipazione dell'agricoltore a dei corsi di formazione specifici • Attività didattica organizzata • Sicurezza sanitaria e fisica Viene istituito un documento denominato “carta della qualità” che definisce le regole e una serie di parametri che le aziende devono rispettare per poter essere riconosciute come fattorie didattiche entro la regione di appartenenza. In Italia a rilasciare la qualifica sono le singole amministrazioni regionali, pertanto la Carta della qualità delle fattorie didattiche è un documento che riassume i requisiti e gli impegni che sono tenuti a rispettare le aziende aderenti sulla base di un disciplinare che viene accettato e sottoscritto dalle aziende stesse.

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PERCORSO INIZIO ATTIVITA' (Art. 6 LR 48/2013) Gli imprenditori con requisiti soggettivi e strutturali devono iscriversi previa domanda presentata presso le STA (Servizio Territoriale per l'Agricoltura) che provvederanno ad accertare l’ammissibilità e comunicare all’Assessorato il nominativo. Successivamente le aziende iscritte devono presentare inizio attività SCIA presso lo Sportello Unico per le attività produttive (SUAP) OBBLIGHI ED IMPEGNI DELL'OPERATORE DI FATTORIA DIDATTICA • Presentare la SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività) prima di esercitare • Esporre copia della SCIA che deve specificare l’attività didattica espletata • Esporre il simbolo con dicitura Fattoria Didattica • Comunicare alla regione ogni variazione • Tenere un elenco degli utenti in visita • I prodotti manipolati direttamente dai partecipanti non possono essere venduti • Possono somministrare ai partecipanti solo spuntini o merende legate all’offerta formativa, non primi piatti, secondi o contorni • Evitare situazioni di pericolo derivanti da animali, attrezzature, macchine o sostanze pericolose. • Durante le visite formative i partecipanti devono essere coperti da assicurazione di responsabilità civile • La fattoria dovrà essere accessibile da autobus o auto o con un sevizio di navetta aziendale. PSR REGIONE ABRUZZO (Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020)

Il programma di sviluppo rurale (PSR) per la Regione Abruzzo, che è stato formalmente adottato dalla Commissione europea il 13 novembre 2015, delinea le priorità dell’Abruzzo per l’utilizzo di circa 432 milioni di euro di finanziamento pubblico, disponibile per il periodo di 7 anni 2014-2020 (207 milioni di euro dal bilancio dell’UE e 225 milioni di euro di cofinanziamento nazionale). Nella “valutazione delle esigenze” che vengono analizzate nel PSR, le Fattorie Didattiche rientrano nei fabbisogni • F06: Favorire la diversificazione del reddito e lo sviluppo delle attività connesse nelle imprese agricole • F20: accrescere la capacità dei territori di proporre un'offerta turistica integrata

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Dalla lettura del testo del PSR emerge infatti l'esigenza di • “ promuovere ed incentivare forme di diversificazione ,allo scopo di innestare nel tessuto aziendale attività e servizi innovativi, capaci di interfacciare una domanda di servizi turistici e bisogni multispecifici della persona sempre più segmentati e complessi. Accanto alla diversificazione a livello micro, va promossa, per la maggiore efficacia dell’intervento, una offerta reticolare a livello territoriale, con il concorso anche deisettori extra-agricoli, in modo da far fronte ad una domanda espressa non solo dal mercato locale, ma anche da una platea più globale di potenziali fruitori (F6)” • che “le aziende agricole abruzzesi mostrano un ridotto impegno in attività di diversificazione del reddito,come si evince anche dalla quota di utili derivante dalle attività connesse più bassa rispetto alla media nazionale. La diversificazione verso attività ricreative, didattico-educative e sociali che possano adeguatamente integrare l’offerta agrituristica che si è sviluppata nell’ultimo decennio, è infatti ancora limitata (F20)” Sulla base di queste necessità c'è la possibilità di accedere a specifici finanziamenti a sostegno di tali attività. MODALITÀ DI ACCESSO AGLI AIUTI L’attuazione dei singoli interventi previsti nelle misure selezionate del PSR Abruzzo avverrà mediante procedure di evidenza pubblica volte a selezionare le domande presentate tramite il sistema informativo. Con l’ausilio dei criteri di ammissibilità e di selezione verranno predisposte le relative graduatorie. La definizione dei criteri di selezione per le singole misure e sottomisure e tipologia di interventi saranno definiti dall’Autorità di Gestione, sentito il parere del Comitato di Sorveglianza, con l’obiettivo di garantire la parità di trattamento dei richiedenti ed ottimizzare l’impiego delle risorse in relazione agli obiettivi strategici del Programma. Tutti i beneficiari del programma dovranno essere iscritti all’Anagrafe delle Aziende agricole (D.P.R. 503/1999). per le Fattorie didattiche i finanziamenti rientrano nella Sottomisura:  6.4 - sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extraagricole Descrizione del tipo di intervento La presente tipologia di intervento ha l’obiettivo di concorrere allo sviluppo socioeconomico delle aree rurali favorendo i processi di diversificazione delle attività volte ad incrementare il reddito delle imprese agricole nonché le performance ambientali. In particolare verranno sostenuti interventi che mirano all’ampliamento della gamma di servizi offerti al territorio in termini di servizi alle persone ed alle famiglie delle aree rurali e/o rivolti all’attrattività turistica. Sono altresì sostenuti interventi che promuovono la produzione di energia da fonti rinnovabili al fine di migliorare la sostenibilità ambientale e l’innovazione nel sistema di produzione delle aziende

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agricole. Sono previsti due interventi: Intervento 1 – Diversificazione di attività agricole con funzione sociale, didattica e agrituristica In particolare gli investimenti sono rivolti a:  migliorare l'attrattività dell'area attraverso un’offerta turistica variegata e qualificata;  favorire la trasformazione e commercializzazione di prodotti non compresi nell’Allegato I del Trattato, compresa la realizzazione di punti vendita;  favorire la conoscenza e la valorizzazione delle risorse eno-gastronomiche del territorio;  favorire il recupero e la valorizzazione di attività artigianali legate alla cultura e alla tradizione rurale e contadina;  sviluppare servizi terapeutico-riabilitativi destinati a soggetti con disabilità nella sfera psichica o motoria, persone dipendenti da alcool stupefacenti, soggetti deboli come anziani o ex-detenuti, sia attraverso l’uso di terapie assistite con gli animali , che attraverso attività di coltivazione e trasformazione ;  sviluppare servizi occupazionali-formativi su attività agricole, destinati a soggetti svantaggiati e in condizioni di disagio;  agriasilo, agrinido, agritata ai sensi delle vigenti leggi regionali;  favorire la realizzazione di altre attività connesse all’agricoltura, purché presentino chiari elementi di innovatività. Intervento 2 – Diversificazione di attività agricole per la produzione di energia da fonti rinnovabili Si sostengono gli investimenti per la realizzazione di impianti per la produzione, trasporto e vendita

COSTI AMMISSIBILI Per l’intervento 1 sono ammissibili a finanziamento le spese relative a:  Costruzione, ristrutturazione e ammodernamento dei beni immobili e delle loro aree pertinenziali;  Acquisto di nuovi macchinari, attrezzature per lo svolgimento delle attività;  Acquisto di hardware e software inerenti o necessari alle attività;  Realizzazione di siti internet e applicazioni per la commercializzazione online con l’esclusione dei costi di manutenzione e gestione;  Spese generali e di progettazione collegate alle spese di cui ai punti precedenti nel limite massimo del 10% della spesa ammissibile. Non sono comunque ammissibili costi per opere e attrezzature relative allo svolgimento di attività agricole

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TIPO DI SOSTEGNO Il sostegno è un contributo in conto capitale computato come % della spesa massima ammissibile nei limiti stabiliti nel successivo paragrafo “Importi e aliquote di sostegno”. Il beneficiario può richiedere un anticipo pari al 50% del contributo Il sostegno è concesso in regime “de minimis” (Reg. UE n. 1407/2013 del 18 dicembre 2013) ed è pari al 50% del costo dell’investimento ammissibile; la percentuale si eleva al 60% per gli interventi localizzati in aree D (area rurale con problemi di sviluppo)

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