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Title Tesina
Course tesina
Institution Liceo (Italia)
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Tesina di maturità sull'immagine della figura femminile proposta dai cartoni della Disney ...


Description

ANNO SCOLASTICO 2017/2018, liceo classico

TESINA DI MATURITÀ: Emancipazione della donna: le principesse di Walt Disney e la loro evoluzione nel corso del tempo Parlando di Walt Disney pensiamo ad un uomo geniale ed intuitivo, un uomo che ha dimostrato forza di volontà e impegno insieme a passione e dedizione che è riuscito così a rivoluzionare il mondo del cinema. La figura di Walt Disney è il marchio delle storie che hanno sempre appassionato i bambini e che li hanno accompagnati nella crescita. Ma sotto il sorriso contornato dai famosi baffi, si nascondeva una personalità molto più complessa e controversa di quella che tutti credono. Walt Disney non è mai stato descritto come un capo piacevole e comprensivo, anzi, non ha mai riconosciuto lʼoperato dei suoi disegnatori, prendendosi la paternità di tutti i personaggi. Inoltre i suoi dipendenti lavoravano in condizioni PESSIME, sottopagati e costretti a lavorare secondo orari impossibili; per questo motivo, il forte malcontento generale suscitò unʼinevitabile lotta operaia, che il signor Disney cercò di reprimere creando un sindacato aziendale, manipolato dai vertici della criminalità organizzata, che aveva il compito di sopprimere qualsiasi protesta, ma che ben presto fu giudicato illegale. In più nel periodo precedente alla seconda guerra mondiale, Disney prese parte ai comizi del partito nazista e successivamente collaborò con lʼFBI nella lotta anticomunista, denunciando molti dei suoi dipendenti in cambio dellʼincarico di girare dei documentari didattici. Lʼaccusa che gli è stata rivolta più frequentemente è stata quella di essere sessista e di non dare il giusto valore alla figura della donna anche quando ormai questa aveva ottenuto un certo riscatto di se stessa. Lʼobbiettivo di questo lavoro non è sicuramente quello di screditare la figura di Walt Disney, bensì è quello di fare unʼanalisi delle protagoniste più celebri dei suoi cartoni animati in relazione al contesto storico-sociale in cui sono usciti. Nel corso della storia la figura della donna ha dovuto combattere dure battaglie per ottenere lʼindipendenza che detiene al giorno dʼoggi. Ogni contesto sociale vede e trasmette al mondo le novità del tempo mediante ogni metodo di comunicazione e attraverso la produzione di Walt Disney possiamo capire come, in relazione alle conquiste effettuate dalle donne nel corso degli anni, anche la rappresentazione di queste dovesse cambiare e facendo unʼanalisi dettagliata il cambiamento risulta evidente.

Infatti nei film prodotti dalla Walt Disney vediamo che le donne, come nella vita reale, si evolvono, e si fanno portavoce dellʼemancipazione femminile;

in particolar modo, con la rappresentazione delle Principesse e delle loro caratteristiche, la Walt Disney Company mostra il cambiamento psicologico nel corso del tempo e della conseguente differenza nel modo di agire e di comportarsi della figura femminile. La prima fascia di lettura della rappresentazione della donna si colloca dal 1937, con lʼuscita di Biancaneve e i sette nani, primo vero e proprio film della Disney, al 1959 e vi troviamo i personaggi di Biancaneve, Cenerentola (1950) e la principessa Aurora. Questo è un periodo molto difficile, in cui le donne hanno ancora molte difficoltà a far valere i proprio diritti, a decidere per se stesse, a far sentire la propria voce e soprattutto ad introdursi nel mondo del lavoro, dunque avere un ruolo nella società che la circonda. Come accennato, Walt Disney era un uomo dalla discutibile moralità ed essendo un americano dalle idee fortemente radicali purtroppo condivideva il pensiero che le donne non dovessero godere di alcun diritto e ciò influenzò molto la rappresentazione della figura femminile nella sua produzione; queste donne infatti nonostante appaiano buone e dolci sono soprattutto estremamente PASSIVE: non si ribellano, non agiscono per cambiare la loro condizione, non hanno la capacità di lottare per il proprio “lieto fine” ma attendono che il “principe azzurro”, rappresentato come un uomo forte, valoroso e coraggioso, arrivi per salvarle e cambiare la loro situazione. Era proprio questa lʼidea diffusa fino agli anni ʼ50: che la donna fosse totalmente DIPENDENTE dallʼuomo, dalla sua forza, dal suo coraggio e dal suo potere. Dopo la morte di Walt Disney, avvenuta nel 1966, lʼimpero da lui costruito dal niente grazie a tanta passione e dedizione, continuò a crescere e soprattutto ad evolversi secondo la situazione sociale in continuo mutamento; dopo un decennio nel quale i protagonisti e le protagoniste della produzione erano solamente di specie animale (vedi aristogatti, la carica dei 101,…) la Walt Disney, visti i cambiamenti della condizione sociale della figura femminile, decise di cambiare lʼimmagine delle donne data dal fondatore poiché era troppo distante dalla realtà del tempo, dunque in tre anni produssero tre nuovi cartoni animati: La Sirenetta (1989), La Bella e la Bestia (1991) e Alladin (1992); le donne protagoniste di questi nuovi …….. rispecchiano perfettamente la voglia di ribellione e trasgressione di quellʼepoca; infatti nonostante le donne non siano ancora in grado di decidere da sole del proprio destino, iniziano a liberarsi dalla catene imposte dalla società, in particolare dal padre, che rappresentava una figura autoritaria e incontestabile nella società di qualche decennio prima per lasciare poi il posto al marito; queste giovani donne dunque sono in cerca di avventura, sono curiose, intelligenti e vogliono cambiare il proprio destino, uscire dagli schemi, nonostante questo comporti lʼessere incompresa, isolata dalla società. Anche la raffigurazione di queste principesse cambia radicalmente, da Jasmine che tenta di evadere dalla sua vita indossando vesti povere, a Belle, il personaggio più rivoluzionario di tutti poiché rappresenta il primo esempio disneyano della donna associata alla cultura, alla voglia di

sapere. Contemporaneamente a questa crescita per le donne, assistiamo ad uno sviluppo speculare della figura maschile: dal “principe azzurro”, uomo ideale, perfetto e leggendario si passa alla descrizione di una figura imperfetta e reale: il principe di Ariel è un sognatore che insegue una donna sulla quale non ha alcuna certezza concreta dellʼesistenza, ma solo un miraggio confuso; la Bestia soffre di una crisi esistenziale che cerca in tutti i modi di reprimere, e a causa della quale alterna eccessi di ira e pianti di un uomo che non può scappare dal suo triste destino; infine, Alladin è addirittura un ladro. In questi cartoni animati inoltre troviamo un ribaltamento colossale della figura più forte: infatti è la donna a salvare lʼuomo da una situazione dalla quale non sarebbe mai uscito da solo: Ariel salva il principe Eric quando cade dalla sua nave, Belle salva la bestia dal suo destino con il suo amore, e Jasmine salva Alladin da una punizione che inevitabilmente sarebbe arrivata se non avesse smesso di fare il ladro. In questa seconda fascia di lettura dunque lʼuomo e la donna iniziano ad acquisire caratteristiche che prima appartenevano solo al sesso opposto. Le principesse degli ultimi anni del ‘900 incarnano la continuazione e lo sviluppo delle eroine precedenti, rispecchiando fedelmente, anche se in chiave fantastica, il cammino effettuato dalle donne reali nella società. Lʼincarnazione di questo importantissimo momento di evoluzione sono Pochaontas (1995) e Mulan (1998): attraverso queste due figure in particolare, la donna abbandona le spoglie della principessa irrealisticamente bella per diventare una vera e propria guerriera: Pochaontas, pur essendo lʼunico personaggio della Disney fino a questo momento a non avere un lieto fine, riesce a salvare il proprio popolo dallʼinvasione degli Inglesi, mentre Mulan si traveste da uomo per salvare la vita del padre e prende il suo posto in battaglia poichè andando in guerra egli sarebbe morto. Queste due figure importantissime dal punto di vista psico-sociale, sono la dimostrazione per la società che lʼuomo non ha nessuna capacità innata che la donna non ha e che la donna può prendere il posto dellʼuomo in qualsiasi sfida, in qualsiasi ruolo e uscirne da vincente. Questa interessante e importantissima rivoluzione creò un grande scalpore in America, dove lʼuomo, spaventato dallʼindipendenza che la donna piano piano stava ottenendo, capì che ormai sarebbe stato impossibile tornare alla situazione degli anni ʼ30.

Al giorno dʼoggi le principesse tradizionali sono sparite lasciando spazio ad una concezione totalmente nuova della donna, quella attuale, completamente indipendente e autonoma, che non deve agire entro nessun limite. È questo il modello di donna che adesso la Walt Disney intende comunicare alle bambine come modello da seguire, una donna LIBERA e artefice del proprio destino. Le scelte compiute da queste figure femminili non sono state imposte da nessuno, ma è la donna ha decidere le proprie sorti secondo i proprio interessi.

La rivoluzione compiuta dalla Walt Disney Pictures è impressionante: nel 2009 uscì il cartone “La Principessa e il Ranocchio” in cui per la prima volta la protagonista è una principessa di colore; questo fatto azzardatissimo suscitò lʼentusiasmo delle bambine di colore, le quali finalmente ebbero un riferimento concreto con cui confrontarsi in tutto e per tutto, ma anche un enorme scalpore tra gli Americani razzisti che non riuscivano ad accettare un oltraggio del genere alla tradizione, tanto che ci furono diverse denunce alla Walt Disney, che sono però decadute. Totalmente diversa dalle storie precendenti è anche la vicenda di Rapunzel (2010), ispirato alla fiaba di Raperonzolo; Rapunzel infatti rappresenta la nuova generazione femminile, capace sia di agire, sia di riflettere sulle proprie azioni. Rapunzel è uno dei film più innovativi della Disney per vari aspetti: innanzitutto, la Disney ha adattato il principe azzurro della tradizione alla realtà contemporanea, mettendo al tempo stesso in evidenza il cambiamento psicologico femminile per quanto riguarda la scelta dellʼuomo. Attualmente, infatti, la persona ideale che ogni donna sogna nella sua vita non è più il ragazzo perfetto e coraggioso (il "principe azzurro", che compariva anche nella fiaba originale dei fratelli Grimm), bensì il ribelle. Flynn Rider, il brigante ribelle che si innamora della giovane ragazza, alla fine sarà salvato proprio dalla dolcezza della donna. Tale aspetto, nel mondo dei cartoni animati, è uno dei più grandi cambiamenti che la Disney ha attuato per rappresentare l'evoluzione della figura maschile, che non viene più raffigurata in maniera idealizzata, ma assume un carattere proprio. Frozen (2013) The brave-Ribelle (2012)

Un altro aspetto interessante che sicuramente avranno notato in molti a proposito della figura femminile nella produzione della Disney è la totale assenza della figura materna in ogni suo lungometraggio; basti pensare a Biancaneve, a Cenerentola, ad Ariel, a Belle, a Pochaontas, a Jasmine che sono tutte figure femminili che devono affrontare la crescita senza un modello di donna da seguire; la spiegazione di questa scelta anomala è da ricercarsi nella biografia di Walt Disney: suo padre infatti era molto duro e severo e Walt Disney avrebbe voluto trovare nella madre un luogo dove rifugiarsi , ma purtroppo anche sua madre era molto assente e poco interessata; nel suo primo lungometraggio egli vuole rappresentare proprio la situazione che ha vissuto e per questo motivo in Biancaneve e i sette nani la madre biologica di Biancaneve è morta, per far sì che la giovane trovasse una via di fuga da sola, affrontasse la crescita in modo senza lʼaiuto della madre proprio come era successo a Walt, anche se la Biancaneve essendo una donna non può riuscirci da sola, ma ha bisogno del principe azzurro; dopo Biancaneve un episodio tragico segnò per

sempre la produzione della Disney: per festeggiare il successo del primo lungometraggio, Walt e suo fratello Roy regalarono ai genitori una bellissima casa vicino agli Studios; passati tre mesi dal trasferimento dei genitori nella nuova dimora, a causa di una tremenda fuga di gas la madre dei fratelli Disney morì e loro si sentirono responsabili per tutta la vita di questo tragico evento; da questo momento in poi, Walt Disney bandì quasi completamente la figura materna dalle vicende vissute dai suoi personaggi cercando di rimuovere tutto ciò che riguardava sua madre....


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