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Title Tesina
Author Chiara Gasparetto
Course Storia della Psicologia
Institution Istituto Universitario Salesiano Venezia
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GASPARETTO CHIARA

MATRICOLA: 9431

Anima e Animus nell’antichità e nei nostri giorni

Tesina Storia della Psicologia Prof.ssa Angela Schinella A.A. 2018-2019

ANIMA E ANIMUS

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GASPARETTO CHIARA

MATRICOLA: 9431

Indice 1. 2. 3. 4. 5.

Prefazione Capitolo primo Capitolo secondo Conclusioni Bibliografia/Sitografia

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pag.3 pag.4 pag.6 pag11 pag.

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Prefazione Per questo lavoro ho scelto di parlare del concetto di “Anima e Animus” dopo aver letto di esso nel libro di C.G. Jung “L’Io e L’inconscio” e di come un concetto con origini così antiche e religiose, possa essere applicato nei nostri giorni e di come Jung grazie ad esso, si collocasse avanti anni luce dalla mentalità maschilista dei propri anni. Ciò che mi ha motivato a scegliere questo tema è stata la voglia di approfondire un argomento che nonostante abbia delle basi religiose è allo stesso tempo moderno e soprattutto rivelatore perché ci fa capire che dentro ognuno di noi c’è una parte dell’altro sesso e quindi anche l’uomo più virile dentro di se ha una parte femminile. Inoltre ci dice anche che ci innamoriamo del nostro partner perché rispecchia questa nostra parte e quindi la completa e credo che questo sia un punto che cambia completamente la visione delle relazioni. Partirò parlando delle origini dell’archetipo Anima e Animus, spiegherò cos’è e come si differenzia. Poi spiegherò il pensiero di Jung e come lo applica alla vita psichica. Successivamente dimostrerò come questo archetipo si sia adattato al mondo moderno e alla società di oggi, nonostante Jung lo vedesse con un occhio lievemente sessista ma consono al suo tempo. Infine definirò l’Anima e l’Animus nel contesto delle relazioni sentimentali ed esporrò come esso dimostri cosa si intende con la frase “trovare l’anima gemella”.

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Capitolo primo L’Io e l’Inconscio L’io e l’inconscio è il primo tentativo compiuto da C.G. Jung di esporre in modo sistematico l’insieme di ipotesi sulla natura, struttura e dinamica della vita cui aveva dato il nome di “psicologia analitica”. Tappa fondamentale nel suo percorso di avanzamento teorico, è qui che Jung articola definitivamente i concetti di inconscio “personale” e “collettivo”, in questo libro sono anche introdotti i concetti chiave di Animus e Anima e prendono forma le definizioni di archetipo e Ombra. Con questo libro Jung avvia il lungo dibattimento speculativo sull’individuazione che avrà come approdo finale la rivelazione dell’inconscio. Inizialmente Jung fu un grande sostenitore di Freud, infatti concordava sull’esistenza di una parte di noi chiamata Inconscio della quale noi non siamo a conoscenza però Freud pensava che l’inconscio fosse solo la sede di pulsioni sessuali e di desideri repressi, invece Jung pensava che all’interno dell’Inconscio ci fosse molto di più, e fu questo uno dei motivi che spinse Jung a distaccarsi da questo movimento. Dopo questo distacco Jung definì con una sua opera la struttura della psiche, la quale è formata da quattro funzioni (pensiero, sensazione, sentimento e intuizione) e da due atteggiamenti fondamentali ossia l’introversione e l’estroversione. In ogni persona, secondo Jung, domina un atteggiamento sull’altro e una funzione sulle altre, anche se ovviamente le altre rimangono comunque attive a livello inconscio. Jung esporrà il suo pensiero in due libri ossia “Psicologia dell’Inconscio” e “L’Io e l’Inconscio” dove approfondì vari temi della psicologia analitica i quali si basavano soprattutto sulla storia delle religioni, la cultura orientale, la mitologia e la storia dell’alchimia.

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Rielaborò il concetto di inconscio che suddivise in “inconscio individuale” e “inconscio collettivo”. Il primo contiene i materiali individuali, mentre il secondo contiene le immagini primordiali o “archetipi”, ossia immagini che carattere arcaico, proprie di un’epoca o di tutta l’umanità, che si manifestano, a livello individuale, nei sogni, nell’immaginazione provocata o nei disegni liberi e che diventano concreti nei miti, nelle fiabe e nelle opere d’arte. La psiche inoltre, secondo Jung, è composta anche dall’Io, che ne rappresenta la parte cosciente, e dalle organizzazioni archetipiche (inconsce) della personalità, che sono: la Persona, ovvero la personalità pubblica, come un individuo appare in società nel rispetto delle convenzioni e delle tradizioni, l’Ombra ovvero i comportamenti negativi istintuali che ‘individuo rifiuta e nasconde, l’Anima e l’Animus, rispettivamente la personificazione della natura maschile nella donna e della natura femminile nell’uomo. Nella relazione dinamica tra l’Io e l’inconscio, personale e collettivo, si attua il processo di “individuazione”, di differenziazione della personalità individuale, di realizzazione della propria personalità in una compiuta totalità-unità, denominata Sé. Il Sé è l’archetipo fondamentale della psiche; è la meta, non sempre raggiunta, cui aspira la psiche individuale. Ciò che voglio approfondire di questo libro, come già citato prima, è l’archetipo dell’Anima e dell’Animus perché leggendo l’opera si ritiene rilevante questo aspetto in quanto attraverso esso l’autore dimostra come nonostante questi archetipi siano nell’ombra, non accettarli renderebbe instabile l’individuo, e che essi quindi sono parti di noi invisibili ma di importanza elevata che non devono essere repressi in quanto ci rendono ciò che siamo.

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Capitolo secondo Anima e Animus • Cosa sono l’Anima e l’Animus secondo Jung? L'anima e l'Animus sono descritti nella scuola di psicologia analitica di Jung come parte della sua teoria dell'inconscio collettivo. Jung descrisse l'Animus come il lato maschile inconscio di una donna, e l'Anima come l'inconscio lato femminile di un uomo, con ciascuno che trascende la psiche personale. La teoria di Jung afferma che l'Anima e l'Animus sono i due archetipi primari della mente inconscia. Jung credeva che fossero gli insiemi di simboli astratti che formulano l'archetipo del Sé. Nella teoria di Jung, l'Anima e l'Animus costituiscono la totalità delle qualità psicologiche femminili inconsce che un uomo possiede e rispettivamente quelle maschili possedute da una donna. Non credeva che fossero un aggregato di padre o madre, fratelli, sorelle, zie, zii o insegnanti, sebbene questi aspetti dell'inconscio personale possano influenzare l'Anima o l'Animus di una persona. Jung riteneva che la sensibilità di un maschio fosse spesso la minore o la più repressa, e quindi considerava l'Anima uno dei complessi autonomi più significativi. Credeva che l'Anima e l'Animus si manifestassero apparendo nei sogni e influenzando gli atteggiamenti e le interazioni di una persona con il sesso opposto. E considerava il processo dell'Anima una delle fonti dell'abilità creativa.

• Anima e Animus nelle relazioni Se la Persona rappresenta l’immagine ideale dell’uomo come dovrebbe essere, l’Anima è ciò che si contrappone alla Persona. Essa però resta del tutto fuori dalla coscienza, soprattutto tanto più l’uomo ANIMA E ANIMUS

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si identifica alla propria Persona. Agisce dunque come qualcosa di intimo e di oscuro, che tende in prima battuta a non essere riconosciuto e quindi a venir proiettato fuori. Tale proiezione dell’Anima in quanto luogo della capacità di intuizione, del sentimento, delle tendenze “femminili” rimosse, la si vede bene nel campo delle scelte amorose. L’uomo è infatti attratto senza saper bene perché da quella donna che meglio risponde al particolare carattere della sua femminilità inconscia. Ma anche da quella che, lungi da rappresentare l’ideale, incarna le sue debolezze, con il risultato di andare incontro a delusioni ed equivoci. Dal momento che la prima portatrice dell’immagine dell’Anima è sempre la madre (intesa come protezione dai pericoli che dal buio minacciano l’essere indifeso del bambino ), per l’uomo moderno (a cui vengono meno le solenni consacrazioni alla virilità tipiche delle società primitive che lo rendevano in grado di fare a meno della tutela della madre) l’Anima è proiettata sulla donna in forma di immagine materna. “L’uomo nella sua scelta amorosa soggiace spesso alla tentazione di conquistare quella donna che meglio risponde al particolare carattere della sua propria femminilità inconscia; una donna ,dunque, che possa accogliere senza difficoltà la proiezione della sua anima[…] Colei che in tal modo l’uomo visibilmente sposa può anche essere la sua peggior debolezza”1 È così che Jung descrive la scelta del partner nel suo libro, l’uomo (ma il concetto si può estendere anche alla donna) sceglie quella persona che riesce a completare la sua parte più repressa, quella che lo completa ma è allo stesso tempo la sua più grande debolezza, e per questo credo che il suo concetto di Anima ed Animus, e di come si completano a vicenda, sia la perfetta spiegazione di quello che in gergo si definisce “ trovare l’anima gemella”, quella persona che si

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cfr. Carl Jung, L’Io e l’Inconscio, Zurigo, 1928, Bollati Boringhieri editore, pag. 103

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addice perfettamente al tuo lato opposto, a quello che sei ma che hai paura di essere.

• Gli archetipi nei miti e nelle religioni Jung osservò che miti e religioni, nelle varie culture, contengono temi ed entità comuni: per esempio immagini della madre, del padre, della moglie, del marito, dell’amante, del matto, del diavolo, dell’ombra, dell’eroe, del salvatore e molti altri. Le storie che contengono questi personaggi, che possono essere dei, dee, semi-mortali, eroi e demoni,!costituiscono i miti e le storie religiose dell’umanità. E ha postulato che questi miti su tali entità archetipiche costituiscono i “sogni” delle culture e che le storie e gli archetipi hanno origine nei sogni e nelle fantasie degli individui. L’anima e la madre sono due energie femminili molto diverse che si manifestino e interagiscono in varie mitologie. A volte le loro qualità co-esistono nello stesso essere mitologico; altre volte, un’entità è chiaramente o l’una o l’altra. Di solito gli esseri mitologici manifestati da questi archetipi femminili prendono una di queste tre forme: una dea degli inferi, una dea della terra o una dea celeste. Di nuovo, a volte una dea specifica mostrerà qualità di più di un regno, e si comporterà in modo diverso a seconda di quale aspetto viene esplorato in un dato mito. L’Animus nei sogni sembra essere una creatura indistinta, che spesso appare “come un pittore o un operatore cinematografico o un proprietario di una galleria di quadri” (Jung, 1951). L’anima, tuttavia, che è la controparte simile negli uomini, ma è femminile, sembra avere sempre una proiezione molto più elevata,!manifestandosi in forma di dea, demone femminile o potenti donne mitologiche, come Eva e Afrodite. Se confrontiamo i personaggi maschili mitologici o religiosi come Apollo, Gesù, Zeus, e tanti altri, ci rendiamo conto che questi sembrano più rappresentazioni dell’archetipo dell’eroe, più che ANIMA E ANIMUS

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dell’Animus. Mentre invece nei personaggi mitologici femminili come Afrodite, Athena, Artemis, ecc. l’Anima è ovunque. E anche la storia dell’arte, con le sue infinite rappresentazioni femminili create da artisti maschi, ci attesta l’importanza dell’Anima nelle proiezioni maschili. Quando gli uomini sono il soggetto, con poche eccezioni, come per il David di Michelangelo, di solito si tratta di ritratti, non rappresentazioni di qualcosa di essenzialmente maschile, e anche nel caso di David, osserviamo un personaggio presumibilmente storico, l’archetipo dell’eroe. Quando sono ritratte le immagini femminili esse sono spesso elevate alla quasi divinità, come nella Monna Lisa o nella ragazza con l’orecchino di Perla di! Vermeer. Ora che anche!le donne sono libere di fare arte “seria”, le immagini che producono sono raramente maschili. Le immagini dell’animus maschile non sembrano uscire dalle proiezioni creative delle donne come ci si aspetterebbe, secondo la teoria junghiana.

• Anima e Animus nella società odierna Secondo Jung, gli uomini e le donne sono essenzialmente diversi e contrari e nutriva un particolare disprezzo per ciò che considerava donne mascoline, cioè donne intellettuali, indipendenti, vestite di pantaloni o donne laureate. Era convinto che le donne non dovessero svolgere professioni “maschili” e che “un uomo dovrebbe vivere come un uomo e una donna come una donna”: queste idee tradiscono un profondo sessismo, se non misoginia. Jung sembra non essere particolarmente interessato neanche all’Animus infatti lo presenta molto meno dell’’Anima. Però nonostante questa sua apparente misoginia, Jung esprime un concetto che nei giorni odierni sta avendo sempre più popolarità ossia quello dell’uguaglianza dei sessi. Questo perché, se ogni uomo dentro di sé ha una parte debole e femminile e allo stesso tempo la donna ha una parte forte e mascolina, ANIMA E ANIMUS

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ciò non ci rende tanto diversi l’uno dall’altro. Ogni uomo può concedersi di essere più debole e ogni donna può scegliere di essere indipendente perché sono delle parti di noi. Ai tempi di Jung nessun uomo si sarebbe tolto la sua maschera virile per mostrare la sua parte più debole che invece, secondo Jung, esprimeva solamente dopo il matrimonio diventando dipendente dalla sua coniuge, mentre ora anche gli uomini, che si sono sempre presentati quasi come delle divinità possenti e indistruttibili, possono concedersi di esprimere anche le loro emozioni più nascoste. E lo stesso vale per le donne, che sono sempre state viste come delle creature fragili da proteggere da qualunque cosa, ora possono essere indipendenti e forti, addirittura senza avere un uomo al loro fianco (cosa impensabile solamente qualche decennio fa!). E tutto questo rimanda al concetto di Anima e Animus, tutti siamo sia femminili e deboli, portatori di creatività, sia maschili e virili, portatori di opinioni, giudizi e critiche e tutti dobbiamo essere ciò che vogliamo, senza reprimere sentimenti o volontà.

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Conclusioni Ho iniziato questo lavoro parlando delle mie motivazioni sulla scelta di questo tema, ossia che secondo la mia opinione, Jung, nonostante il suo maschilismo (consono ai tempi in cui è vissuto), ha gettato le basi per il tema l’uguaglianza dei sessi che nei nostri anni è molto sentito da alcuni movimenti come il femminismo. Poi ho parlato brevemente dell’opera che ho letto ossia L’Io e l’Inconscio di Jung e di quello che è il suo pensiero. Successivamente ho esposto ciò che lui descrive come Anima e Animus, di come si manifestano nell’uomo e nella donna. Poi ho parlato del concetto di Anima e di Animus applicato alle relazioni tra uomo e donna, di come si sceglie il proprio partner perché completa la nostra parte femminile (nel caso degli uomini) e macchine (nel caso delle donne). Sono passata poi a parlare di questo archetipo ma applicato alla mitologia e alla religione, e quindi al passato, a come venivano raffigurate le donne, ossia come dee, e come venivano invece raffigurati gli uomini ossia come archetipi dell’eroe delle fiabe. Tutto questo, per arrivare alla mia tesi, ossia a come secondo me questo archetipo, che ha basi quasi religiose e mitologiche, si possa applicare ad argomenti moderni quali l’uguaglianza dei sessi, il femminismo e la continua crescita di donne che preferiscono fare carriera piuttosto che fare esclusivamente la vita da mogli come succedeva molto spesso all’epoca. In conclusione, secondo me, L’Io e l’Inconscio è un libro molto interessante anche se non di facile lettura soprattutto perché Jung ha la tendenza ad iniziare un discorso e per poi finire per parlare di altro senza concludere il discorso iniziale. Però se lo si riesce a capire tratta di temi appassionanti, che arricchisce anche con esempi di casi di ANIMA E ANIMUS

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pazienti con i quali ha avuto a che fare, come succede, ad esempio nel primo capitolo del libro dove, mentre stava parlando dell’inconscio collettivo ed individuale, porta l’esempio di una sua paziente affetta da nevrosi isterica dovuta principalmente da un complesso paterno, infatti la paziente era ostacolata da una particolare relazione con il padre. Inoltre mi ha suscitato particolare interesse fare ricerche sull’Anima e l’Animus soprattutto nelle relazioni perché mi ha fatto capire che neanche in esse le nostre scelte sono casuali o consce, ma sono dettate dal bisogno primitivo di cercare una persona che ci completi.

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Bibliografia/ Sitografia • www.vivalascuola.studenti.it / 17-01-2019 • www.wikipedia.org / 17-01-2019 • www.lacooltura.com / 16-01-2019 • www.studiobumbaca.it / 16-01-2019 • Carl Jung, L’Io e l’Inconscio, Zurigo, 1928, Bollati Boringhieri editore • Carl Jung, Psicologia dell’Inconscio, 1912, Newton Compton editore

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