Time in Tale of Tales PDF

Title Time in Tale of Tales
Author MariaStella Lomi
Course Sociologia dei media e della comunicazione
Institution Università degli Studi di Torino
Pages 11
File Size 85.3 KB
File Type PDF
Total Downloads 4
Total Views 152

Summary

analisi del tempo nel film Tale of Tales di Matteo Garrone...


Description

THE TALE OF TALES

Maria Stella Lomi

“Tale of Tales” il primo film in inglese di Matteo Garrone, regista di “Gomorra” e di “Reality”. E’ un film fantastico-drammatico, a episodi, della durata di 134 minuti. Uscito nel maggio del 2015, è stato presentato al Festival Di Cannes dello stesso anno e si è aggiudicato ben sette David di Donatello (miglior regista, fotografo, scenografo, costumista, truccatore e acconciatore).

In questo film vediamo recitare attori molto noti come Salma Hayek, nelle vesti della regina di Selvascura, Toby Jones, nelle vesti del re di Altomonte e Vincent Cassel, nelle vesti de re di Roccaforte

Oltre all’aspetto tecnico però, a rendere questa pellicola memorabile è il suo valore narrativo e simbolico: Garrone fa immergere lo spettatore in una realtà fantastica, che lo riporta ai tempi dell’infanzia, ma che allo stesso tempo riesce a fargli percepire come reale ed autentica grazie alla scelta dei costumi, delle location e delle scenografie. “E’ un tentativo di partire dal fantastico per arrivare al contemporaneo, a differenza degl altri, in cui partivo dal contemporaneo per arrivare al fantastico.” (Matteo Garrone)

Si tratta di un adattamento cinematografico basato su una collezione di 50 racconti de poeta e cortigiano italiano Giambattista Basile: “Lo cunto de li cunti”, che contiene le prime versioni di fiabe famose come Raperonzolo, La bella addormentata e Cenerentola. I tre racconti scelti per essere rappresentati cinematograficamente sono “La Cerva Fatata”, “La Pulce”, “La Vecchia Scorticata”. Questi sono stati liberamente adattati con elementi di altr racconti di Giambattista Basile, e un tocco di licenza poetica.

TRAMA Prima fiaba: “La cerva Fatata”

Nel regno di Selvascura il re e la regina non riescono a concepire un figlio poiché la regina è sterile. Un negromante suggerisce che se la regina mangia il cuore di un drago d’acqua cucinato da una vergine, diventerà sicuramente incinta all’istante. Questa nuova nascita costerà una vita (si pensa all’inizio che sia la vita del drago acquatico). Il Re quindi uccide il mostro, ma dopo aver riportato il cuore in superficie, muore sulla riva del lago dove si era immerso a causa delle gravi ferite riportate nella lotta.

La regina assiste alla morte del marito, ma il fatto non sembra minimamente intaccare i suo stato d’animo: raccoglie il cuore e determinata si dirige verso il castello per portare a termine il rituale. Il cuore viene consegnato ad una serva, vergine, per essere cucinato. La regina mangia il cuore e il giorno dopo porta alla luce un figlio, Elia, con i capelli bianch come il drago. Anche la cuoca però dà alla luce un maschio, Giona, poiché era anch’essa rimasta incinta dopo aver inalato i fumi del cuore in cottura.

Poco dopo la nascita dei due bambini si celebra il funerale del re a cui partecipano sia il re di Altamente con la moglie e la figlia Viola che il re di Roccaforte, insieme ad alcune

amanti.

1

I ragazzi, Elias e Giona, crescono come due gemelli pur avendo due madri diverse diventano amici identici e inseparabili. Questo loro attaccamento reciproco tormenta la regina che tenta addirittura di uccidere Giona.

Giona decide quindi di lasciare il regno, prima di andarsene però va da Elias e affondando un coltello nella radice di un albero fa sgorgare la linfa creando una piccola sorgente e gli spiega che finché questa sarà limpida significherà che sta bene, se sarà torbida significherà che è in pericolo. Da quel giorno Elias sorveglia sempre quel luogo a cui non fa avvicinare nessuno.

Un giorno però trova acqua intorbidita di sangue. Elias va dunque alla ricerca di Giona. La Regina a sua volta, dopo essersi resa conto che suo figlio era sparito, manda alcuni suo sudditi alla ricerca di Elias senza risultati. Fa quindi chiamare il negromante che la incolpa dell’accaduto e afferma che i giovani sono veramente inseparabili e che il suo desiderio violento di separarli può essere raggiunto solamente attraverso la violenza.

Elias infine trova Giona ferito in una grotta, dove è minacciato da un mostro. Il mostro ferisce Giona, ma è esitante nell’attaccare Elias. Elias approfitta di questaa esitazione ed uccide il mostro restituendo Giona a sua madre.

Nel frattempo nella caverna, il cadavere del mostro si dissolve trasformandosi in quello della Regina. Seconda fiaba: “La vecchietta scorticata”

Un giorno, il lussurioso re di Roccaforte, mentre passa davanti alla casa del tintore, è incuriosito dal suono del canto celeste di una donna. Va quindi davanti all’abitazione per corteggiare questa creatura, pensando di rivolgere le sue lusinghe ad una giovane fanciulla e non a una delle due sorelle anziane, Imma e Dora, che vi risiedevano.

Dora non perde l'occasione e, comunicando col re da dietro la porta, stringe un patto con lui: questo dovrà tornare dopo una settimana e lei gli concederà di vedere un dito della sua mano. In quella settimana tenta invano di ringiovanire il suo indice per renderlo più presentabile.

Il re si presenta dopo una settimana, ma Dora non è pronta. Decide allora di usare il dito della sorella Imma, che era più levigato del suo vista l’abitudine di Imma di succhiarlo, e lo mostra al re attraverso una piccola fessura della porta, mandandolo in estasi. Dora infine accetta di passare la notte con lui a patto che fosse completamente al buio.

La mattina però il re decide di vedere alla luce di una candela con chi aveva passato la notte. Rimane inorridito quando vede che al posto di una giovane ragazza c’era una vecchia raggrinzita. Chiama immediatamente le sue guardie e la fa gettare fuori dalla finestra.

Dora però sopravvive, essendosi la coperta in cui era avvolta impigliata tra i rami di un albero. Viene salvata da una strega che la accarezza e la allatta al seno. Dora s addormenta nel bosco. Si risveglia non più ricoperta di rughe, ma come una giovane e bella fanciulla.

Il Re la scorge mentre è a caccia e decide di farla diventare la sua Regina. Dora invita Imma al matrimonio e le promette di prendersi cura di lei, ma a distanza, poiché Imma non 2

può rimanere nel castello. Imma rifiuta di andarsene, chiede a sua sorella il segreto della giovinezza e della bellezza ritrovate. Con irritazione, Dora dice di essersi scorticata.

Alla fine, dopo aver violato la privacy della coppia reale nella loro camera da letto, Imma viene buttata fuori dal castello e va alla ricerca di qualcuno che la potesse aiutare a ritrovare anch’essa una rinnovata giovinezza.

Dopo aver promesso ricchezza e prestigio ad un ferramenta, che però rifiuta l’offerta, trova un pellicciaio che la porta nel bosco e tra le sue urla, scuoia la vecchia. Imma vaga quind verso il castello della sorella, sfigurata e sanguinante. Terza fiaba: “ La pulce”

Nel regno di Altomonte Viola, la figlia del re, incarna il ruolo della figlia perfetta essendo dedita agli studi, alla musica e alla lettura. La ragazza sogna un futuro accanto ad un principe bello e valoroso.

Nel frattempo, durante un concerto della figlia, il re di Altomonte rimane affascinato da una pulce. La nasconde nella sua stanza come un animale domestico e la nutre inizialmente col suo sangue ed in seguito con carne fresca. Il parassita cresce e diventa gigantesco sotto la cura del re. Una sera la pulce ha una crisi respiratoria e infine muore. Il Re decide di farla scuoiare.

Sua figlia Viola gli ribadisce il desiderio di volersi sposare. Il re quindi decide di indire un torneo mettendo in palio la mano della principessa a chiunque fosse in grado di dire a quale animale appartenesse la pelle dell’insetto.Credendo che nessuno potesse farlo era convinto che la figlia sarebbe rimasta per sempre con lui e la moglie.

Dopo aver visto molti pretendenti fallire miseramente, si presenta al suo cospetto un orco che dopo aver annusato e analizzato la pelle, la identifica correttamente. Viola inorridita s rifiuta di prendere l’orco come marito. Suo padre però rifiuta di tornare indietro sulla parola data. Viola accetta il matrimonio accusando suo padre di non averla mai amata.

L'orco porta Viola sulle montagne, nella sua caverna dove, la violenta e la tiene prigioniera. Un giorno Viola chiede aiuta ad una donna dall’altro lato del burrone. Questa le dice che sarebbe tornata il giorno dopo con i suoi figli per liberarla. La famiglia della donna la aiuta quindi a fuggire, mandando un figlio a prenderla, attraversando il burrone su una corda tesa come un funambolo.

Viola sembra essere scampata all’orco, che tra l’altro era precipitato dal burrone, ma questo invece non muore e le dà la caccia, raggiungendola e uccidendo l'intera famiglia che l’aveva aiutata. Viola tenta di scappare, ma infine si sottomette nuovamente a lui, che viene commosso da lei e abbassa la guardia. Viola ne approfitta e gli taglia la gola.

La principessa ritorna al castello coperta di sangue e con i vestiti stracciati. Al castello il Re si era ammalato. Giunta al suo cospetto gli rivela la testa dell’orco, sottolineando che quello era il marito che lui "ha scelto" per lei. Il Re cade in ginocchio piangendo e cortigiani seguono l'esempio. Anche Viola comincia a piangere.

La conclusone della terza fiaba coincide con la fine del film.

3

Il “Tale of tales” si conclude con l’incoronazione di Viola davanti a tutto il suo regno Altomonte. In quest’occasione sono presenti sia il re di Selvascura, Elias, che il re s Roccaforte con la sua nuova regina, Dora.

Una volta giunta al trono, Viola, insieme a tutti gli invitati rivolge lo sguardo verso il cielo. Lì troviamo una funambolo che con grande equilibrio attraversa una fune infocata. In quel momento Dora si rende conto che la sua giovinezza sta svanendo e stanno riaffiorando segni della vecchiaia. L’incantesimo sta svanendo. Dora quindi fugge dal castello mentre continuano i festeggiamenti.

LINGUAGGIO E STRUTTURA NARRATIVA

Durante la visione di questo film si ha l’impressione di essere scaraventati in un sogno Vige un linguaggio fortemente simbolico dal grande impatto emotivo, così forte da essere quasi spiazzante. Una realtà che viene presentata nel modo più crudele e senza alcun filtro, così tanto da sembrare appartenere al mondo dell’inconscio: senza un tempo e senza un luogo preciso, in cui nulla è impossibile, persino la coesistenza di cose in contraddizione (per esempio la vecchia che diventa giovane). Ciò giustifica un linguaggio ricco di metafore e di metonimie.

Garrone decide di unire e raccontare i tre racconti “La Cerva Fatata”, “La Pulce”, “La Vecchia Scorticata” con un intreccio. I tre percorsi narrativi si incrociano solamente all’inizio del film, nell’occasione del funerale del re d Selvascura, e alla fine, in occasione dell’incoronazione di Viola, momento esemplificativo dello stravolgimento delle sorti de personaggi. Per tutto il resto della pellicola le tre linee narrative rimangono sempre distinte.

Possiamo definire la struttura della narrazione come circolare, tripartita e soprattutto olistica, poiché va analizzata nel suo insieme per essere compresa a fondo. Le tre figure femminili che guidano la narrazione, attraverso tre età diverse della vita, sono il filo rosso che percorre l’intera pellicola e vanno analizzate insieme piuttosto che separatamente.

In ciascun racconto i personaggi principali devono superare dei riti di iniziazione. Uno scontro con un essere mostruoso è sempre presente così come l’elemento d trasformazione, di metamorfosi. Nonostante in quest’opera non sia elemento necessario, i lieto fine è ottenuto dai più nobili d’animo.

Possiamo quindi dire che i cinque momenti fondamentali del testo narrativo, cioè situazione iniziale, esordio, peripezie, spannung, scioglimento e situazione finale, sono rispettati e presenti per ciascun filo narrativo.

La storia procede in senso cronologico e continuo, dove le vicende dei personaggi vengono descritte da un punto A ad un punto B. Il tempo della storia che viene rappresentato è però maggiore rispetto al tempo del racconto.

Vi è infatti un salto temporale di 16 anni, un’ellissi, all’inizio della pellicola con in seguito dei piccoli stacchi tra una scena e l’altra, nonché salti tra spezzoni di un racconto e l’altro Dopo il primo grande salto temporale, proprio per queste piccole ellissi si perde il senso

del tempo che trascorre effettivamente tra un evento e l’altro. Proprio in questa parte d “Tale of tales” le tre storie vengono introdotte e l’andamento del film si fa così lento da sembrare addirittura fermarsi. 4

Per quanto riguarda la narrazione è simultanea anche se apparentemente implicita. Non è infatti presente una vera e propria voce narratrice che accompagna gli eventi presentati, ma si ha comunque la percezione di un commento narrativo grazie al montaggio, alla fotografia e alla colonna sonora che presentano, manipolano e descrivono gli avveniment e pongono lo spettatore in una posizione di visione passiva. E’ quindi una narrazione extradiegetica. ISPIRAZIONE, TEMI PRINCIPALI E SIGNIFICATI

Per la creazione di “Tale of Tales” Garrone, come è già stato detto in precedenza, ha tratto ispirazione da due opere di grande spessore e rilevanza storica: “Lo Cunto de li Cunti” d Giambattista Basile e “Le Metamorfosi” di Ovidio, libro che tra l’altro stava leggendo a momento della stesura della sceneggiatura.

“Lo Cunto de li Cunti” è una raccolta di 50 fiabe della tradizione orale popolare napoletana, opera di Giambattista Basile. Il titolo originale è “Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerille” ma è conosciuta anche come “Pentamerone”. Risale agli iniz del Seicento: fu pubblicata postuma dalla sorella di Basile tra il 1634 e il 1636 ma purtroppo fu presto dimenticata.

Benedetto Croce la definì “il più antico, il più ricco e il più artistico fra tutti i libri di fiabe popolari…”

E’ infatti la più antica raccolta di genere fantastico e si potrebbe addirittura dire che lo abbia proprio inventato: tutti i più grandi autori di fiabe della storia, come Hans Christian Andersen e i Fratelli Grimm, hanno tratto ispirazione da quest’ultima per la stesura delle loro opere. Esempi sono “ Cenerentola”, “ il gatto con gli stivali” e “la bella addormentata”.

Garrone, ha scelto di inserire nella sceneggiatura di “Tale of tales” tre fabe riportate nell’opera: “La cerva fatata”, “La pulce” e “La vecchia scorticata”. Queste sono tutte fiabe che parlano di donne, forti personaggi femminili, in tre fasi diverse della vita: la gioventù innocente, la maternità e la vecchiaia.

Il mondo che viene presentato nella pellicola è proprio quello descritto da Basile ne “lo Cunto de li cunti”: un mondo fantastico, magico, alchemico, a cui tra l’altro l’autore si dice fosse realmente appartenuto. Egli era infatti parte dell’Accademica degli Oziosi, fondata da Giambattista Della Porta, noto alchimista, scienziato e filosofo, famoso anche per aver creato l’Accademia dei Segreti, chiusa dall’Inquisizione poiché sospettata di trattare argomenti occulti.

Nonostante il titolo originale della raccolta fosse “Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerille”, questi racconti non erano destinati ad un pubblico d bambini, bensì ad un pubblico adulto. Queste fiabe infatti erano pensate per essere rappresentate nelle corti dei reali di quell’epoca. A riportarci invece a “Le Metamorfosi” di Ovidio sono prima di tutto i temi principali trattat sia nell’opera di Basile che nella pellicola di Garrone: la trasformazione e il viaggio.

Le tre storie riportate da “Lo Cunto de li Cunti”, cioè “La cerva”, “La pulce” e “La vecchia scorticata”, sono presentate come percorsi di evoluzione, di crescita sia fisica che psicologica, di una “liberazione spirituale” paragonabile ad una “trasmutazione alchemica”. 5

La condizione di tutti i personaggi muta prima della fine del racconto. Garrone stesso afferma infatti di “aver lasciato intatti i temi e i sentimenti fondamentali del libro”.

Altro riferimento a Ovidio è sicuramente la scelta di Garrone di utilizzare la fiaba come metodo espressivo. Le fiabe infatti nella storia sono note per la loro capacità d comunicare significati nascosti o evidenti rendendoli comprensibili sia a bambini che adulti. Le fiabe popolari infatti parlano un “linguaggio inconscio” che tratta di problemi noti a tutti, come quelli legati a litigi, a dubbi, alla crescita o alla collettività e regalano al lettore divers punti di vista e soluzioni che possono non essere immediate per la mente conscia.

I personaggi che guidano “Tale of Tales” sono testimoni della debolezza e della crudeltà dell’animo umano. Sono adulti egoisti, pieni di vizi, senza pietà, senza moralità, capaci d barbarie e guidati dalla loro cupidigia. Chi brama amore, chi possedimenti; il possesso d una persona o in seguito di un bene materiale. Questo desiderio non è guidato da amore, ma dalla paura di solitudine e da invidia.

Sono adulti che subiscono la trasformazione del corpo, la passione, l'inganno, l’amore, l’odio, la maternità, l’avidità, la brama di potere, la cupidigia, la tenerezza, la tristezza e l’impotenza di fronte allo scorrere inesorabile del tempo.

Questi adulti si trovano però in contrapposizione con i loro figli, che incarnano i valor direttamente opposti ai loro: il coraggio, il vero amore, la lealtà, la compassione. In questo film i giovani esprimono una speranza di un riscatto e di un evoluzione.

Altro elemento degno di nota è l’utilizzo dei colori che ricorrono nella pellicola: il bianco, i verde e in particolare del rosso: insieme sono simbolo dell’Italia, che funge da sfondo per l’intero film. L’utilizzo del colore rosso invece rappresenta anche passione, violenza crudezza e soprattuto ossessione. L’ossessione attribuita alle figure adulte di cui si è parlato sopra.

Ognuna delle tre fiabe contiene anche i temi del doppio o del riflesso: esempi sono la regina che vuole suo figlio solamente per sé stessa così tanto da opprimere il suo desiderio di essere amato. Questo cresce insieme al suo gemello che invece vive con l’amore libero di sua madre. Altro esempio sono le due sorelle che vogliono ritrovare la giovinezza perduta, correndo contro il tempo. Questa ricerca le porterà a dividersi.

In “Tale of tales” quindi si separerà tutto ciò che all’apparenza sembra essere inseparabile, come il legame tra fratelli, soprattutto gemelli, o il legame tra un padre e una figlia.

LA CONCLUSIONE DEL FILM

Degna di un’analisi a sé, in quanto estremamente simbolica e di difficile lettura, è la sequenza finale del film: durante l’incoronazione della principessa Viola ad Altomonte, lei e tutti gli invitati rivolgono lo sguardo al cielo e sospeso sopra le loro teste troviamo un funambolo che mantiene l’equilibrio su una corda infuocata mentre attraversa dall’alto il suggestivo cortile ottagonale di Castel del Monte....


Similar Free PDFs