Traduttologia 7 PDF

Title Traduttologia 7
Course Traduttologia Generale
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Riassunto completo del manuale Munday...


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LIBRO MUNDAY

Capitolo 1 Il concetto di traduzione Il termine traduzione assume diversi significati: può riferirsi all’argomento generale, al prodotto, o al processo. Il processo traduttivo fra due diverse lingue scritte prevede che il traduttore modifichi un testo originale (il testo di partenza o TP) scritto nella lingua verbale originale (la lingua di partenza o LP) per arrivare ad un testo scritto (il testo di arrivo o TA) in una diversa lingua verbale (la lingua di arrivo o LA). Questo tipo di traduzione è detta interlinguistica ed è una delle tre categorie di traduzione descritte dallo strutturalista Roman Jakobson nel saggio fondamentale “Aspetti linguistici della traduzione”. Le categorie di Jakobson sono: traduzione intralinguistica: la quale avviene attraverso segni della stessa lingua , con un passaggio da un registro alto ad uno basso , e riformulando una frase con altre forme della stessa lingua. Traduzione interlinguistica: viene definita come la traduzione vera e propria, ovvero è la traduzione tra due sistemi linguistici diversi Traduzione intersemiotica: è la traduzione che passa da un insieme di sistemi linguistici a un sistema di segni non necessariamente linguistici.

Cosa sono gli studi sulla traduzione? Nel corso della storia le traduzioni scritte e orali hanno ricoperto funzioni cruciali nella comunicazione umana. Tuttavia lo studio della traduzione come materia accademica ha avuto inizio soltanto negli ultimi anni 60. Nel mondo anglofono questa disciplina è riconosciuta grazie allo studioso statunitense Holmes, il quale descrive la disciplina come un interesse verso l’insieme dei problemi raggruppati intorno al fenomeno del tradurre e delle traduzioni. Gli studi sulla traduzione hanno acquisito maggior rilievo sotto due punti di vista molto evidenti. Prima di tutto, si è verificato un notevole aumento di insegnamenti specializzati di traduzione e interpretazione a livello di corsi sia di laurea che post-laurea, orientati verso la formazione di futuri traduttori e interpreti commerciali professionisti. L’altro punto di vista , riguarda invece il moltiplicarsi di convegni, libri e riviste sulla traduzione in diverse lingue

Breve storia della disciplina In Cina nel I secolo a.C. è la traduzione dei sutra buddisti a inaugurare un lungo dibattito sulla traduzione. La traduzione biblica occupava gran parte dell’Occidente e gran parte del periodo storico fino al 900. La traduzione biblica e la casa degli scontri tra ideologie contrastanti , la quale durante la lunga storia della pratica traduttrice dei testi sacri la Chiesa non permise che il testo originale venisse interpretato , avvenne quindi una traduzione letteraria ( parola per parola ) , impronta la parola di Dio è sacra e tutti coloro che praticarono una traduzione interpretata vennero accusati di eresia. Fino all’istituzionalizzazione in quanto disciplina nella seconda metà del 900 , oltre alle numerose riflessioni di singoli studiosi e pensatori che costellarono due mila anni di storia, la traduzione veniva utilizzata come strumento di apprendimento dei corsi di lingue moderne. Ci4 contribu5 al fatto che venisse considerata per lungo tempo una disciplina “minore”. Negli anni 50 iniziarono ad emergere approcci allo studio della traduzione più sistematica E spesso orientati verso approcci e metodi della linguistica per dare una dignità poco scientifica gli studiosi della traduzione. Nel I secolo a.C. ci fu la prima definizione sistematica fatta da Cicerone di quella che veniva considerata la

traduzione ad sensum/ ad verbum , ovvero la traduzione che avveniva lettera per lettera dove la parola venne considerata come un’unità traduttiva di base. Ad verbum ad sensum delineava questa posizione, ovvero avere una traduzione libera che lasciava emergere il senso che il traduttore credeva di avere inteso o una traduzione fedele alla lettera in cui molto spesso si rischiava di perdere il senso complessivo del testo. Cicerone usa la traduzione per arricchire la latinità , nel tradurre si rese conto che la resa letteraria parola per parola faceva perdere il senso generale che voleva esprimere. La massima ciceroniana era quella di tradurre senso per senso. Nel IV secolo a.C. San Girolamo opera in un contesto diverso adottando la traduzione ad sensum per tutti i testi tranne quelli sacri. Leonardo bruni scrisse quello che è considerato come il primo trattato della modernità sulla traduzione, e afferma i quesiti di un buon traduttore. Introduce quindi un nuovo termine : traductio, per sottolineare la dinamicità del processo di traduzione. Nel medioevo la traduzione biblica e il dibattito su fedeltà e sacre scritture portarono a una messa in discussione del rapporto di verticalità tra originale e traduzione. In questo periodo storico Lutero nel 1524 fece una traduzione della Bibbia in tedesco, la vulgata nella quale propone la fedeltà della lingua in cui si traduce, ma si tratta di una fedeltà al senso del testo e non alla lettera, parla quindi di quella che oggi noi definiamo pragmatica, ovvero l’uso e il contesto della lingua che non possono essere allontanati affinché si giunga ad un senso generale del prodotto. Già partire da Lutero, la traduzione non si ritiene indegna del testo da cui proviene e il rapporto verticale tra originale e traduzione diventa un rapporto orizzontale , poiché la traduzione inizia ad essere considerata come un prodotto del punto di partenza, destinata ad un uso concreto con la medesima dignità del testo originale. Negli Stati Uniti la traduzione, e soprattutto la traduzione letteraria, fu promossa nelle università negli anni Sessanta attraverso il concetto del laboratorio di traduzione. Basati sui laboratori di lettura e sui laboratori di scrittura creativa, essi erano pensati come vetrina per l’introduzione di nuove traduzioni e per un dibattito sui principi più fini del processo traduttivo. Parallelamente a questo approccio esisteva anche quello della letteratura comparata, nel quale la letteratura veniva studiata e paragonata a livello transnazionale e transculturale attraverso la lettura di letteratura in traduzione. Un’altra area nella quale la traduzione divenne oggetto di ricerca è l’analisi contrastiva, ovvero lo studio di due lingue a contrasto il cui scopo è quello di individuare differenze generali e specifiche tra le stesse, approccio che per4 non considerava fattori fondamentali come quelli socioculturali e pragmatici. L’approccio allo studio della traduzione più sistematico e più orientato verso la linguistica, cominci4 ad emergere negli anni Cinquanta e Sessanta in Vinay e Darbelnet , Mounin e Nida. Questo approccio scientifico inizi4 a delineare delineare il territorio della ricerca accademica in traduzione. . La parola scienza fu usata da Nida nel titolo del suo libro del 1964, Towards a Science of Translating

La mappa di Holmes/Toury Un saggio fondamentale nel campo come disciplina è ‘’The name and nature of translation studies’’ di holmes definito da Gentzler e Snell-Hornby statuto fondante del campo di studi sulla traduzione. Holmes propone un impianto generale che descrive gli ambiti affrontati dagli studi sulla traduzione. Questo impianto fu successivamente presentato come grafico illustrato da Toury, Gli obiettivi delle problemi 1. La descrizione dei fenomeni relativi alla traduzione ( teoria descrittiva della traduzione)

1. La costituzione di principi general mirati a spiegare e prevedere tali

fenomeni ( teoria della traduzione) La sezione teorica è suddivisa in teoria generali e parziali, Per ‘’generale’’ Holmes si riferisce alle pubblicazioni che tentano di descrivere o rendere conto di ogni tipo di traduzione e di trarre generalizzazioni che siano rivelanti per la traduzione, Gli studi teorici ‘’parziali’’ sono delimitati secondo alcuni parametri: 1. Le teorie delimitate dal mezzo sono suddivise a seconda che si tratti di traduzione automatica o umana, con ulteriori suddivisioni a seconda che la macchina lavora automaticamente o come sussidio ad un traduttore umano 1. Le teorie delimitate dall’area sono limitate a specifiche lingue o gruppi di lingue o culture. 1. Le teorie delimitate dal grado sono teorie linguistiche che sono state limitate a un livello specifico , ovvero il livello lessicale o di frase. Le teorie delimitate dalla tipologia testuale si occupano di tipologie e generi testuali precisi, questi approcci si affermarono con la ricerca di Reiss e Vermeer Le teorie delimitate dal periodo temporale si riferiscono a teorie e traduzioni limitate in base a specifici periodi di tempo. Le teorie delimitate dal problema possono riguardare problemi specifici, come l’equivalenza negli anni 60-70 oppure quesiti di più ampia portata , come quello riguardante l’esistenza di universali nella lingua tradotta. L’altra sezione all’interno della ricerca ‘’pura’’ nella mappa di Holmes è quella denominata come descrittiva, la quale ha tre fulcri :l’analisi del prodotto, l’analisi della funzione, e l’analisi del processo. Questi sono: 1. Gli studi descrittivi orientati verso il prodotto analizzano traduzioni esistenti. Questo approccio pu4 comprendere la descrizione o l’analisi di un’unica coppia TP-TA o un’analisi comparata di diverse versioni dello stesso TP in una o più LA. Questi studi sull’analisi della traduzione prendono in esame un determinato periodo di tempo, lingua o tipologia di testo/discorso. Infine, gli studi descrittivi possono essere diacronici (che seguono cioè lo sviluppo attraverso il tempo) o sincronici (focalizzati su un singolo punto o periodo temporale). 1. Con studi descrittivi orientati verso la funzione Holmes indica la descrizione della funzione delle traduzioni nella situazione socioculturale ricevente: si tratta dunque di uno studio di contesti piuttosto che di testi. Alcuni aspetti che potrebbero venir presi in esame sono ad esempio quali libri sono stati tradotti, quando e dove, e quale influenza hanno esercitato. 1. Gli studi descrittivi orientati verso il processo si occupano della psicologia della traduzione, ovvero del tentativo di scoprire che cosa accade nella mente di un traduttore. Nonostante questa tassonomia, Holmes insiste nel sottolineare che si possono avere anche più limitazioni insieme.La sezione ‘’applicata’’ dello schema di Holmes riguarda: -

La formazione del traduttore con metodi didattici, tecniche di valutazione

-

Sussidi alla traduzione che riguarda i dizionari, grammatiche e risorse informatiche

-

La critica della traduzione che riguarda la valutazione delle traduzioni , compresa l’attribuzione di voti alle traduzioni degli studenti e la revisione di traduzioni pubblicate

Un’altra area menzionata da Holmes è la politica della traduzione, egli vede lo studioso di traduzione impegnato nella consulenza relativa al posto occupato dalla traduzione nella società. Holmes stesso si occupa di sottolineare che le aree teoriche, decrittive e applicate esercitano un’influenza l’una sulle altre. Il fatto che Holmes abbia dedicato due terzi della sua attenzione agli aspetti puri della teoria e della descrizione riflette senza dubbio i suoi interessi di ricerca piuttosto che una mancanza di possibilità per il lato applicato. Eppure era precisamente la spaccatura tra teoria e pratica che Holmes cercava di colmare. Con l’accrescersi dell’interesse sugli studi sulla traduzione, le manifestazioni e gli effetti di tale spaccatura divennero più evidenti, situazione chiaramente riportata da Kitty van Leuven-Zwart. La studiosa infatti descriveva il timore dei docenti di traduzione che la teoria togliesse spazio alla formazione pratica e il punto di vista dei traduttori, secondo i quali la traduzione era un’arte e come tale non poteva essere teorizzata.

Sviluppi dagli anni Settanta Il picco raggiunto dagli studi sulla traduzione a partire dagli anni Settanta ha visto venire alla ribalta diverse aree della mappa di Holmes e l’analisi contrastiva è stata rilegata ai margini. La Germania ha visto la nascita di teorie incentrate sulle tipologie testuali (Reiss) e sulla finalità testuale (la Skopostheorie di Reiss e Vermeer), mentre l’influenza hallidayana legata all’analisi del discorso e alla grammatica sistemico-funzionale, che vede il linguaggio come atto comunicativo in un contesto socio-culturale, è stata applicata alla traduzione in una serie di pubblicazioni di studiosi quali Bell, Baker e Hatim e Mason. Un centro importante è stato Tel Aviv, dove Itamar Even Zohar e Gideon Toury hanno portato avanti l’idea del polisistema letterario, nel quale, diverse letterature e diversi generi, comprese le opere tradotte e non tradotte, si trovano a competere per il predominio. In questo caso, un volume fondamentale fu la raccolta di saggi curata da Hermans e intitolata The Manipulation of Literature: Studies in Literary Translation, dal quale deriv4 il nome della Manipulation School. Gli anni Novanta hanno visto l’inserimento di nuove scuole e concetti. Ad esempio, la ricerca su traduzione e genere guidata da Sherry Simon in Canada, la scuola cannibalista proposta da Else Vieira e la teoria postcoloniale della traduzione, tutte proseguite di buon passo nel primo decennio del nuovo millenio. Una caratteristica importantissima è stata l’interdisciplinarietà degli studi sulla traduzione. Una interdisciplina, come ben sappiamo, sfida il modo di pensare convenzionale promuovendo e venendo incontro a nuovi collegamenti fra diversi tipi di conoscenza e tecnologie. Willard McCarty nel suo saggio intitolato Humanities computing as interdiscipline ha definito l’interdisciplina, utilizzando una sorta di metafora, come il commerciante fenicio tra le nazioni colonizzate. E allo stesso modo, la disciplina degli studi sulla traduzione è essa stessa il mercante fenicio fra discipline già affermate, quali la linguistica, le lingue moderne e gli studi linguistici, la letteratura comparata, gli studi culturali, la filosofia, la sociologia e la storia. Altri rapporti di tipo secondario, si evidenziano quando si tratta dell’area degli studi applicati, quali la formazione dei traduttori. Ad esempio, sarebbe opportuno che i corsi di traduzione specializzata prevedessero degli elementi introduttivi delle discipline nel cui ambito i futuri traduttori si propongono di lavorare, come la giurisprudenza, la politica, la medicina, e le scienze

Capitolo 2 La teoria della traduzione prima del XX secolo Parola per parola o senso per senso ? Fino alla seconda metà del XX secolo, la teoria occidentale della traduzione sembrava essere bloccata nella sterile diatriba sulla triade composta da traduzione letterale, libera e fedele. La distinzione fra traduzione parola per parola e senso per senso risale a Cicerone e San Girolamo e rappresenta la base per i testi chiave della traduzione scritta in epoche più moderne. In epoca latina la traduzione parola per parola comportava la sostituzione di ogni singola parola del TP con il suo equivalente grammaticale più vicino in latino. Ci4 avveniva perché i romani leggevano i testi tradotti a fronte con il testo greco di partenza. Cicerone deline4 il suo approccio alla traduzione in De optimo genere oratorum (testo più antico contenente riflessioni sulla traduzione), specificando di aver tradotto da oratore (e non da interprete), cioè producendo un discorso che emozionasse chi lo ascoltava, non parola per parola, ma mantenendo, seppur con parole diverse ogni carattere e ogni efficacia delle parole stesse. In epoca latina la traduzione parola per parola era esattamente questo, la sostituzione di ogni parola det TP con l’equivalente grammaticale più vicino al latino. La denigrazione della traduzione parola per parola da parte di Cicerone e Orazio sottolinea il fine di produrre un testo esteticamente piacevole e cretivo nella LA, ebbe grande influenza nei secoli successivi. San Girolamo,Padre della Chiesa e il più celebre di tutti i traduttori, in un’opera che sarebbe divenuta nota come la Vulgata editio, revision4 e corresse le precedenti traduzioni in latino del Nuovo Testamento e, per il Vecchio Testamento, decise di riprendere in mano il testo originale, l’hebraica veritas (ebraico), questo riusc5 a diventare la versione ufficiale della Bibbia della chiesa cattolica latina per contrastare le nuove traduzioni bibliche nel segno della Riforma protestante. La sua strategia traduttiva viene formulata in De optimo genere interpretandi, Difendendosi dall’accusa di avere tradotto in maniera inesatta, Girolamo espone i criteri da lui ritenuti indispensabili per una buona traduzione. La maniera migliore di tradurre da una lingua all’altra, secondo Girolamo, è quella di riprodurre il senso del testo, non l’esatto significato di ogni singola parola. La dichiarazione di Girolamo è solitamente interpretata come un riferimento a ci4 che divenne nota come traduzione ‘’letterale’’ e traduzione ‘’libera’’. Girolamo rifiuta l’approccio parola per parola in quanto un’adesione cosi impersonale al TP produceva una traduzione assurda che oscurava il significato dell’originale.Dall’altra parte l’approccio senso per senso permetteva al senso o al contenuto del TP di essere tradotto.

Martin Lutero Nella società occidentale le questioni relative alla traduzione letterale e libera furono legate dopo San Girolamo alla traduzione della Bibbia e dei testi religiosi e filosofici. Leonardo Brubi dimostr4 particolare interesse per il mantenimento dello stile dell’autore originale, che egli vedeva come un amalgama tra l’ordine e il ritmo delle parole e la raffinatezza dell’eleganza dell’originale. Bruni riteneva che questo fosse l’unico modo corretto di tradurre e a tali requisiti stilistici si poteva far fronte per mezzo della cultura e dell’erudizione del traduttore, il quale doveva possedere un’eccellente conoscenza della lingua originale nonché una notevole abilità letteraria nella propria lingua. Per quanto concerneva la Bibbia la preoccupazione della Chiesa cattolica romana era quella di proteggere il significato di ‘’corretto’’ e ‘’ufficiale’’ delle Scritture. Qualunque interpretazione che si allontanasse dall’interpretazione riconosciuta, poteva subire accuse di eresia ed essere censurata . Una sorte peggiore

spettava ai traduttori. I progessi nello studio e nella conoscenza delle lingue bibliche e della cultura dei classici , portarono a una rivoluzione nella pratica della traduzione della Bibbia che domin4 la produzione libraria del 16 secolo in Europa. La traduzione non letterale o non riconosciuta venne ad essere vista e utilizzata come un’arma contro la Chiesa, e l’esempio più rilevante è la traduzione che Lutero fece del Nuovo Testamento nel 1522 e del vecchio testamento nel 1534, nella varietà di tedesco centro-orientale. Lutero ebbe un ruolo chiave nella Riforma, cos5 come, linguisticamente, il suo uso di un dialetto regionale ampiamente diffuso, apport4 un grande contributo al consolidamento di quella forma di tedesco come varietà standard. Gli furono rivolte delle accuse secondo le quali , egli avrebbe alterato le sacre scritture nelle proprie traduzioni , e si difese nella sua Epistola sull’arte del tradurre del 1530. L’accusa era che il tedesco implicasse che l’atto di fede dell’individuo fosse sufficiente per valutarla , e ci4 rendeva superfluo le opere della legge. Lutero replic4 affermando che la sua traduzione in tedesco era pura e chiara. Lutero segue S. Girolamo nel suo rifiuto per una traduzione parola per parola , che non sarebbe in grado di comunicare lo stesso significato del TP e potrebbe risultare incomprensibile. Sebbene la traduzione di Lutero della diatriba tra traduzione letterale e libera non mostrino alcun reale progresso rispetto la posizione di S.Girolamo, la sua inclusione del linguaggio della gente comune all’interno della Bibbia e le sue osservazioni sulla traduzione furono di fondamentale importanza.

Fedeltà , spirito, verità I concetti già individuati da Flora Amos , quali fedeltà, concretezza e il termine stesso traduzione, sono concetti esplorati anche da Louis Kelly. Kelly esamina nel dettaglio la storia della teoria della traduzione in Occidente , partendo dagli insegnamenti degli scrittori dell’antichità e tracciando la storia di quelli che definisce i termini di fedeltà, spirito e verità. Non fu infatt...


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