Traduzione Libro VI Odissea PDF

Title Traduzione Libro VI Odissea
Author Giulia Noto
Course Letteratura Greca
Institution Università degli Studi di Parma
Pages 4
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Summary

Traduzione dei versi 1-100 del libro VI dell'Odissea....


Description

Versi 1-19 Così egli dormiva là, il divino Odisseo che molto sopporta vinto dal sonno e dalla stanchezza. Allora Atena andò nella terra e nella città dei Feaci, costoro un tempo abitavano ad Iperea dagli ampi spazi, vicino ai ciclopi, uomini tracotanti, che li saccheggiavano ed erano più più potenti di loro per forza. Dopo averli fatti muovere di là li condusse via Nausitoo, simile a un dio li fece stabilire a Scheria separati dagli uomini mangiatori di pane, fece elevare un muro intorno alla città e fece costruire delle case, fece templi per gli dei e spartì i campi. Ma egli ormai vinto dal destino di morte, era andato all’Ade Allora in quel momento regnava Alcino, ben conoscente del pensiero degli dei. Andò nella sua casa la dea Atena dagli occhi lucenti, tramando il ritorno del coraggioso Odisseo. Si mosse avanzando verso il talamo molto ben costruito, all’interno di esso dormiva una ragazza simile alle dee immortali nella persona e dell’aspetto Nausicaa, la figlia dell’intrepido Alcinoo, e vicino a lei stavano due ancelle che avevano la bellezza dalle Cariti, a entrambe gli stipiti: le imposte lucenti erano chiuse.

Versi 20-45 Come un soffio di vento raggiunse il letto della fanciulla, si fermò sul capo e le parlò rivolgendole un discorso, era simile alla figlia di Dimante, nocchiero famoso, a lei coetanea e a lei gradita nell’animo. A lei somigliante la glaucopide Atena parlò: Nausicaa, perché tua madre ti generò così pigra?

Per colpa tua le splendidi vesti giacciono abbandonate, e per te è vicino il giorno delle nozze quando tu dovrai indossarne belle e offrirne a coloro i quali ti conducano via. Infatti da tali cose la buona fame si diffonde tra gli uomini e così si rallegrano il padre e la madre veneranda Ma orsù andiamo a lavare al sorgere dell’aurora: io ti seguirò come aiutante , affinchè tu sia pronta al più presto. Non sarai una vergine ancora per molto. Ormai infatti ti pretendono i migliori di tutti i Feaci In questo paese dove tu stessa sei nata. Ma orsù incita il tuo nobile padre a preparati le mule e il carro, con cui portare le cinture, gli abiti, e i tessuti lucenti. Così anche per te è molto meglio che andare a piedi: infatti i lavatoi sono molto distanti dalla città. Detto questo se ne andò la glaucopide sull’olimpo, dove si dice sia la sede sempre sicura degli dei: essa non è agitata da venti, ne mai è bagnata da pioggia, né vi si posa la neve, ma un puro sereno si distende dappertutto e un luminoso chiarore la percorre.

Versi 46-73 In essa si rallegrano gli dei beati ogni giorno. Lì andò la glaucopide dopo che aveva parlato alla ragazza E subito giunse Aurora dal bel trono che svegliò Nausicaa dal bel peplp. Ed ella si stupì del sogno e si mosse ad andare attraverso le stanze per annunciare ai genitori, al caro padre e alla madre e li trovò in casa. Lei, stava seduta presso il focolare insieme alle donne sue ancelle filando lane di porpora lucente come il mare. Si imbattè in lui che usciva dalla porta verso gli insigni sovrani in consiglio dove lo chiamavano gli illustri Feaci.

E lei avvicinatasi molto al caro padre disse: Mio caro padre, non potresti tu preparami un carro alto e dalle belle ruote Affinchè io porti a lavare al fiume le splendidi vesti che giacciono per me sporche. S’addice anche a te quando sei tra i primi cittadini, tenere consiglio indossando vesti pulite. A te sono nati 5 figli nella casa, due ammogliati e tre giovani fiorenti: essi vogliono andare a danzare indossando vesti lavate di fresco. Al mio cuore solamente sono care tutte queste cose. Così disse, infatti si vergognava di parlare di floride nozze al caro padre. Ma egli capì tutto e rispose: io né ti nego le mule, figlia, né altro Va subito dagli schiavi. Ti prepareranno il carro alto, dalle belle ruote, ben saldo alla parte superiore. Così dicendo ordinò ai servi ed essi ubbidirono. Essi portarono fuori il carro dalle belle ruote, adatto alle mule, lo allestirono, aggiogarono le mule sotto il carro.

Versi 74-100 La fanciulla dal talamo portava splendide vesti Ed ella le ripose sul carro ben levigato In un cesto la madre mise cibo abbondante di ogni genere E portò anche insieme delle pietanze, versò il vino in un otre di capra: la ragazza salì sul carro. La madre le diede in un’ampolla d’oro dell’olio lompido Affinchè si ungesse lei insieme alle donne sue ancelle. Ella afferrò la frusta e le briglie splendenti e le frustò per spingerle alla corsa, dalle mule s’alzò un tintinnio, ed esse tendevano sforzandosi: portavano le vesti e la padrona, non sola insieme a lei andavano le altre ancelle. Quando giunsero alla bellissima corrente del fiume Dove si trovano i lavatoi perenni e dove molta acqua limpida scorrendo da sotto esce fuori

Per lavare le vesti sporche, qui le ancelle sciolsero le mule dal carro e le spinsero lungo il fiume vorticoso a pascolare l’erba dolcissima Dal carro presero sulle braccia le vesti e le portarono nella cava profonda nera E nei botri le calpestavano rapidamente facendo a gara Poi quando ebbero lavato tutto lo sporco le stesero in fila lungo la riva del mare Dove di più l’onda sbatteva i ciottoli sulla spiaggia E dopo essersi lavate e unte di grasso olio, esse presero il pasto sulla sponda del fiume e aspettavano di asciugare le vesti ai raggi del sole. Quando le ancelle e lei stessa furono sazie di cibo si misero a giocare a palla, dopo aver tolto via i veli dal capo....


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