Ufo robot Goldrake e cine e balocchi appunti e riassunto PDF

Title Ufo robot Goldrake e cine e balocchi appunti e riassunto
Course Storia del teatro e dello spettacolo
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Ufo robot Goldrake e cine e balocchi

UFO ROBOT GOLDRAKE

Discussione su Ufo Robot 05/12/19 Il tema della violenza è quello che ha suscitato più dibattito. Viene definito come un cartone violento ma si capisce che il personaggio utilizza a fin di bene i poteri che ha e soprattutto solo quando c’è davvero bisogno e per aiutare gli altri. Il cartone ci presenta una lotta tra bene e male. Il lato psicologico dei personaggi è molto interessante. Il tema dell’amicizia è uno dei temi più ricorrenti. Sembra incentrato sulla lotta ma ci sono episodi in cui si parla molto di amicizia e affetto. In questo cartone si vede il personaggio che cambia, ha un evoluzione. Questo meccanismo permette al bambino di identificarsi. I temi tenevano incollati alla televisione, il cartone non è strutturato con episodi autoconclusivi, gli episodi erano tutti collegati quindi bisognava vederlo tutti i giorni. Tema dello spazio (esplorazione della luna 1969). Tema delle donne: novità che due donne combattono nel cartone, hanno un ruolo importante. Ascolto delle due sigle. Goldrake-mania per i piccoli ma anche per gli adulti. CARTONI ANIMATI E POLEMICHE EDUCATIVE Silviero Corvisieri, deputato del PCI e membro della Commissione vigilanza RAI: “Milioni e milioni di bambini italiani in queste settimane sono letteralmente rapiti dall’entusiasmo per Goldrake, il grande protagonista televisivo della fantascienza giapponese che è insieme uomo, moderno samurai e ultra potente macchina di guerra spaziale. La popolarità dell’inno scelto per la presentazione del programma è enorme: lo conoscono e lo cantano, spesso in coro nelle aule scolastiche, tutti o quasi tutti i bambini dai 4 ai 10 anni. Ho visto un ragazzino cantarlo con grande fierezza e quasi con le lacrime agli occhi: “Si trasforma in un alto missile/ con circuiti di 1000 valvole/ tra le stelle sprinta e va / Mangia libri di cibernetica / e insalate di matematica / a giuocar su Marte va / Lui respira dell’aria atomica / è un miracolo di elettronica / ma un cuore umano ha / Quando schiaccia un pulsante magico / lui diventa un intergalattico / lotta per l’umanità”. Goldrake deve sempre affrontare qualche nemico spaziale estremamente malvagio, che vuole invadere o distruggere la terra e l’umana civiltà orrendamente tecnologizzata. È a lui che gli uomini si affidano come si faceva un tempo in Giappone coi valorosi samurai. Corvisieri analizzava tutto il materiale da distribuire. Parla di vera e propria dipendenza, e parla di orgia della violenza annientatrice. Come si fa a fronteggiare tutto questo? Non è affatto facile.

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2 Replica di Nicoletta Artom: “(…) E’ molto violento vedere distruggere macchine fantastiche, inventate? Goldrake non è un invasore, non sbarca da nessuna parte, non attacca mai nessuno. Se attaccato, si difende come può, come farebbe chiunque nella realtà. Vince e vince sempre a puntate. In tutto ciò che male c’è? C’è da domandarsi se Silverio Corvisieri e gli altri dopo di lui, colpiti, da antipatia acuta nei confronti di Goldrake, abbiano trascurato di informarsi, o abbiano evitato di analizzare da vicino altri eroi, quelli classici dei cartoni animati, quelli osannati, come Topolino, Tom e Jerry, Silvestro, il terribile Bunny (il coniglio) o Twitty (il canarino). Bene, questi cartoni sono molto più pericolosi, molto, molto più violenti. Tom e Jerry, ma anche gli altri, vivono tra pareti domestiche, usano costantemente oggetti che si trovano in casa, adorano infilare code nelle prese elettriche, chiudere nemici nel frigorifero, usare ferri da stiro come martelli. Queste e altre situazioni che effetto fanno sul piccolo spettatore? Se al gatto viene infilata la coda nella corrente elettrica, i danni, nella fantasia, sono pochi, ma per i bambini è semplice dedurne: «Non succederà niente, nemmeno al mio fratellino minore». La violenza, come si vede, c’è in questi cartoni ed è pericolosa, perché può essere imitata. Nulla di quanto detto appare in Ufo Robot. Non è facile trovare un «Maglio rotante» o un «Tuono spaziale» o delle «Rotelle perforanti». Se vi è da parte dei bambini ripetizione di questi termini è un gioco di fantasia e tale resta.” (TV sorrisi e canzoni, 1979) Sergio Trinchero, esperto di cartoni animati e fumetti: “Quanto poi al fatto che il buono vince sempre…; e allora Topolino, che ci portavano a vedere “felici” i nostri genitori, allora Topolino non vinceva, anzi non vince sempre?… E poi perché deve vincere il cattivo? Se il buono perdesse – dice poi – ci sarebbe una sola puntata…! Io non so immaginare un bambino che ami un eroe perdente, a parer mio sarebbe un bambino un po’ strano; un bambino masochista” Le critiche non smettono nemmeno 2 anni dopo. Nel 1980 si riaccende la polemica. 13 agosto del 1980, «Oggi» pubblica un editoriale di Nantas Salvalaggio, co-fondatore di “Panorama” Salvalaggio raccontò di un bambino di dodici anni impiccatosi con una corda nel goffo tentativo di imitare i voli di Goldrake. Il fanciullo «ipnotizzato dal satanasso giapponese» non aveva saputo distinguere fra realtà e fantasia, e si era ucciso. Il pezzo terminava con un immaginario colloquio con un parlamentare democristiano, dipinto come un distratto mammone, incapace di prendere la giusta decisione di censurare quegli orrori giapponesi. La leggenda del bambino morto per imitare i cartoni animati in realtà si basava sulla reale tragedia di un ragazzino davvero deceduto per gioco. Ma la meccanica era stata diversa: la piccola vittima era rimasta soffocata da una maschera di stoffa e fil di ferro che si era fabbricata da solo. Gianni Rodari, intellettuale comunista, su Rinascita, difende Goldrake: «Bisognerebbe vedere oggettivamente, liberandoci dai nostri pregiudizi personali, che cos’è per un bambino l’esperienza di Goldrake […] Bisognerebbe chiedersi il perché del loro successo, studiare un sistema di domande da rivolgere ai bambini per sapere le loro opinioni vere, non per suggerire loro delle opinioni, dato che noi spesso facciamo delle inchieste per suggerire ai bambini le nostre risposte […] Invece di polemizzare con 2

3 Goldrake, cerchiamo di far parlare i bambini di Goldrake, questa specie di Ercole moderno» Giornalino si mette come sempre dalla parte dei bambini, guarda la novità senza spaventarsi e coglie la novità. Anche “Il Giornalino” cerca di porsi dalla parte dei ragazzi guardando il cartone animato coi loro occhi: «una strabiliante, fiabesca vicenda spaziale» e «un’immane allegoria spettacolare di due grandi forze in lotta fra loro: il BENE contro il MALE», metafora della vita, da cui i ragazzi potevano imparare molto. Gli altri cartoni animati: La maggior parte dei primi cartoni animati giapponesi giunti in Italia avevano come protagonisti “ORFANELLI” veri o presunti. Molto spesso erano tratti da romanzi europei dell’Ottocento o del primo Novecento. Sono romanzi di formazione, ad es: ●



Heidi (Heidi, 1880, Johanna Spyri). Trasmesso dal febbraio del 1978. Il disegno era molto curato. Unico cartone a non suscitare polemiche. Mostra una figura femminile ben delineata e con delle sue specificità, modello per le bambine, staccandosi dal romanzo originale. Vengono tolti anche i riferimenti cattolici alla Provvidenza. Remi (Senza famiglia, 1878, Hector Malot) Isa Barzizza (direttore di doppiaggio di tantissimi cartoni): «Goldrake sì, forse è violento, ma non è più violento di Remì. Non è quella di Remì una violenza disperante? Si costringe i bambini a piangere per 26 puntate, e su fatti che li toccano da vicino, la perdita della mamma e del papà, la tristezza di sentirsi soli»

Spesso l’orfanello è tale solo in apparenza e poi si ricongiunge con la famiglia. La RIMOZIONE GENITORIALE permette al bambino di compiere lunghi viaggi, essere protagonista di avventure straordinarie: ● ●

senso della RICERCA CRESCITA

Mentre nei primi cartoni animati i protagonisti sono sempre bambini, in quelli successivi si scopre il mondo dell’adolescenza. Anche in questo caso i modelli sono i romanzi di formazione, questa volta al femminile: es. Piccole Donne di Louise May Alcott. Candy Candy. La storia inizia con lei bambina (orfana) e termina con la scoperta del grande amore attraverso vicissitudini da soap opera. Poi arriverà Georgie. L’introduzione dell’adolescenza permette di esplorare tematiche nuove: ● ●

AMORE CONFLITTI GENERAZIONALI

La MAGIA diviene ben presto una delle tematiche dominanti dei cartoni animati, in modo particolare di quelli che si rivolgono alle bambine. 3

4 Le protagoniste: ● ●

giovani maghe precipitate sulla terra (es. Bia, la sfida della magia; Lallabel, Sally la maga) bambine umane che vengono investite da poteri magici (Yu/L’incantevole Creamy; May/Magica, magica Emi; Evelyn)

Cartoni animati storici. Anche in questo caso non è la storia del Giappone ad essere indagata, ma quella europea, in modo particolare gli anni della Rivoluzione francese: ● ●

Lady Oscar Il Tulipano Nero (ma la protagonista della serie è la Stella della Senna)

Nel primo cartoon la Rivoluzione francese è vista attraverso gli occhi della nobiltà, nel secondo attraverso quelli del popolo (la protagonista è Sìmon, una giovane fioraia che, mascherandosi, diviene la Stella della Senna) Diversa visione della donna: Oscar per affermarsi nel proprio lavoro deve rinnegare la propria femminilità, Sìmon è sempre se stessa, sebbene mascherata. La TV dei ragazzi Prima dell‘arrivo in Italia di Ufo Robot Grendizer, la cosiddetta tv dei ragazzi era formata da cartoni animati molto semplici, destinati principalmente a un pubblico formato da bambini in età prescolare o frequentanti i primi anni delle elementari. Una delle più celebri trasmissioni destinate al pubblico infantile è Gli eroi di cartone (1971-1972), un programma contenitore in cui vengono trasmesse alcune serie animate ormai dimenticate ma molto amate dai bambini dell‘epoca. Nello spazio della tv dei ragazzi pomeridiano (16.30-18.30) trovano spazio anche telefilm come Ufo, che nonostante i tagli imposti dalla Rai (poiché non era un prodotto destinato ai più giovani), riesce a ottenere un buon successo.Come Ufo ha successo un‘altra serie, Spazio 1999, ambientato anch‘esso nel futuro rendendo gli spettatori un po‘ distanti dalla realtà narrata. Anche gli animali sono protagonisti di alcune serie, come Lassie e Furia. Le produzioni animate nascono come prodotti cinematografici di puro intrattenimento trasmesse prima dell‘inizio del lungometraggio che gli spettatori desideravano vedere. Di questa categoria fanno parte i celebri personaggi della Disney (Topolino,Paperino..) e della Warner Bros (Bugs Bunny..).Questo genere di storie,inoltre,deriva principalmente dalla slapstick comedy,sotto-genere comico molto in voga ai tempi del cinema muto americano;infatti questi cortometraggi coinvolgono continuamente in gag fisiche e in divertenti inseguimenti i propri personaggi.Questi ultimi hanno quindi l‘unico scopo di divertire lo spettatore,cercando di farlo ridere con ogni mezzo. I responsabili dell‘animazione americana decidono, quindi, di dedicarsi ai vari filoni del genere umoristico. I celebri Hanna & Barbera realizzano alcune serie animate dalle caratteristiche tipiche della sit com americana.Da queste nascono Gli Antenati (The Flinstones) e i Pronipoti (The Jetsons). Al centro delle serie troviamo un gruppo di esseri umani che conduce una vita simile a quella dei genitori dei loro spettatori ma senza mai trovarsi ad affrontare problemi drammatici e reali. Gli autori tentano anche di creare serie più avventurose come quella dedicata al cane parlante Scooby-Doo, in cui è sempre presente una componente misteriosa che Scooby e i suoi amici umani devono ogni volta affrontare e smascherare. Per quanto riguarda la produzione italiana di cartoni animati vanno ricordati Gulp! I fumetti in tv (1972) e il suo seguito Supergulp (1977), in cui vengono —animate“ le avventure dei personaggi di alcuni personaggi dei fumetti (Hugo Pratt, Bruno Bozzetto.). Il primo supereroe USA a poter contare su un adattamento animato delle sue avventure è Superman, per il quale sono stati realizzati negli anni ‘40 alcuni cortometraggi destinati al grande schermo. Anche se in modo edulcorato, questi cartoni animati rappresentano un tentativo di creare prodotti avventurosi, che mirino a coinvolgere in modo più diretto lo spettatore rispetto alle serie create da Hanna & Barbera. Il primo supereroe USA a poter contare su un adattamento animato è Superman che negli anni 40 finisce sul grande schermo in un cortometraggio. Tratto distintivo degli avversari di Superman è la loro condizione di “cattivi” e di conquista del potere dettata dalla follia. Gli scontri tra questi ultimi e Superman avvengono senza mai mostrare scene 4

5 violente in cui muoiono ma vengono sempre catturati o consegnati alla polizia. Questi cortometraggi rappresentano la base sul quale verranno realizzate le successive produzioni degli anni 60 70 dedicate ai supereroi americani coinvolti in episodi autoconclusivi e prive di una conclusione narrativa. Tratto comune di queste produzioni è che evitano di di trattare in modo diretto e drammatico la morte e gli effetti psicologici che quest’ultima potrebbe avere sul protagonista. Nel 1975 vi sarà in Italia un’importante riforma della rai che porta la tv dei ragazzi su entrambi i canali Rai (rete 1 e rete 2 ). A partire dal 1976 la tv dei ragazzi finisce per trasferirsi su Rete 2, ottenendo il nome di —Tv2 Ragazzi“ e una nuova fascia oraria che va dalle 17.00 alle 20.00. Una delle trasmissioni più apprezzate di Rete 2 è il programma contenitore Buonasera con...trasmesso dal martedì al sabato a partire dalle 18.45 con una formula particolare: ogni mese vengono cambiati il conduttore e i contenuti, dando così a questo programma la possibilità di rinnovarsi continuamente. La Rai deve ora competere con le reti private e per questo si impegna affinchè vi siano programmi nuovi e coinvolgenti. Ad esempio, a partire dal 4 aprile 1978 in ogni puntata vengono presentati due cartoni animati di genere fantascientifico: Superman e uno sconosciuto cartone giapponese in cui il protagonista deve difendere la Terra da malvagi invasori alieni (attrazione particolare agli aliene dovuta al grande successo che ebbe Guerre Stellari in quel periodo). Sulla Rete 1 ha successo il cartone animato Heidi, con colori affascinanti, sfondi curati e animazioni fluide.La protagonista dimostra di essere un personaggio femminile ben caratterizzato e molto determinato, diverso da quello dei precedenti cartoon, il che la rende una figura molto interessante per le bambine italiane. L‘anime dedicato alla pastorella svizzera ottiene un tale gradimento che si genera nel pubblico una forte curiosità verso le produzioni animate nipponiche, fino ad allora passate quasi inosservate nel nostro Paese. Alle origini del mito Dopo la riforma della Rai del 1975, in seguito alla quale veniva deciso anche il prolungamento delle ore di trasmissione quotidiane dei 2 canali della tv nazionale e veniva ufficialmente sancita la concorrenza tra le 2 reti, c‘era bisogno della disponibilità di un maggior numero di episodi di una serie per poter così riempire settimanalmente i palinsesti. Nicoletta Artom riesce a visionare, durante una mostra, alcuni spezzoni dell‘anime Ufo Robot Grendizer, rimanendone fortemente colpita. Anche Sergio Trinchero rimane molto colpito da questo cartone e con la Artom si recano dai dirigenti Rai cercando di convincerli ad approvare l‘acquisto della serie.Dopo averla ottenuta danno l‘avvio ai lavori per la creazione dell‘edizione italiana di Grendizer. I responsabili dell‘edizione italiana hanno però pochissimo tempo a disposizione per la preparazione dell‘edizione italiana del cartone, che deve essere trasmesso a partire dal 4 aprile 1978. La questione più spinosa riguarda però l‘origine del nome Goldrake. A lungo in Italia sono circolate diverse ipotesi: per alcuni si tratta di una storpiatura del francese Goldorak, per altri il nome è stato scelto perché il termine — drago dorato“ ben si addiceva a un cartoon proveniente dall‘Estremo Oriente. Questo termine era stato usato come il titolo di un fumetto italiano creato nel 1966, disegnato da Sandro Angiolini, destinato al solo pubblico adulto e incentrato sulle avventure di un‘affascinante spia. Si trattava di un prodotto realizzato sulla scia del successo ottenuto dai primi film dedicati a James Bond e, a questo punto, non è quindi del tutto azzardato pensare che questo Goldrake derivi proprio dalla combinazione di Goldfinger (celeberrimo nemico di James Bond) e Mandrake. L‘altro grande mistero che circonda la versione italiana di Grendizer è il titolo ufficiale della nostra edizione, Atlas Ufo Robot. Stando ad alcuni articoli pubblicati sulle riviste italiane Atlas sarebbe il nome ufficiale del Disco Spaziale all‘interno del quale è contenuto il robot di Actarus/Goldrake (doppio nome del protagonista). Per quel che riguarda la presenza di riferimenti a luoghi o ad aspetti culturali del Giappone, l‘edizione italiana rimane coerente con quella giapponese, indicando agli spettatori dove si svolge l‘intera vicenda e, principalmente, nella città di Tokyo. Anche le canzoni originali giapponesi sono presenti nella nostra versione, anche se in alcuni casi sono state ridotte alla semplice base strumentale. Per le voci italiane dei personaggi, Annibale Roccasecca arruola un team di doppiatori formato da attori teatrali che avevano studiato recitazione in scuole altamente professionali e con molte esperienze alle loro spalle. L‘edizione italiana di Grendizer presenta però alcune pecche, soprattutto nei primi episodi, per via delle difficili condizioni e degli strettissimi tempi di lavorazione che coinvolgono i doppiatori. Nonostante alcuni problemi tecnici il doppiaggio viene ultimato in tempo per la messa in onda delle prime 24 puntate di Atlas Ufo Robot, formanti la cosiddetta Prima Serie Rai. Nell‘aprile del 1978 la messa in onda delle prime puntate di Atlas Ufo Robot colpisce profondamente gli spettatori più giovani, i quali, grazie a un‘imponente campagna di passaparola effettuata tra i banchi di scuola, contribuiscono a

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6 suscitare nelle loro amicizie la curiosità di vedere questo nuovo cartone animato. Anche alcuni adulti iniziano ad appassionarsi alle avventure di Actarus e il successo ottenuto inizia a manifestarsi nei più svariati modi: il 45 giri delle sigle iniziale e finale vende un così grande quantitativo di copie da salire fino ai vertici della hit parade; nei cortili delle scuole italiane i bambini iniziano a giocare tra loro urlando i nomi delle armi del robot di Goldrake; in classe gli studenti non fanno che discutere di Actarus. Solo gli adulti sembrano rimanere scettici di fronte a questo nuovo cartone animato, faticando a capire come faccia a piacere così tanto ai loro figli. Atlas Ufo Robot è la prova che un cartone animato può non avere come unico scopo quello di far ridere ma che può raccontare trame avvincenti e spesso drammatiche in cui sono coinvolte non più delle “figurine animate“,ma delle vere e proprie “persone“,dotate di sentimenti umani come il coraggio,la malinconia,l‘amicizia,capaci di provare gioia,ma anche dolore e sofferenza e che sanguinano quando vengono ferite.Queste “persone“ sono costrette,loro malgrado,a rischiare la propria vita facendo tutto quello che possono per difendere il nostro pianeta dalla prepotenza e dalle malvagie intenzioni delle truppe di Vega. Un altro grande elemento che affascina gli spettatori è il fatto che i rapporti tra i personaggi sono in continua evoluzione nello scorrere delle puntate.Non siamo più di fronte alla monotona routine quotidiana dei Flinstones o dei Jetsons ma a delle storie collegate in modo diretto tra di loro, nel corso delle quali i personaggi cambiano ed evolvono continuamente. Ad esempio sarà grazie alla cooperazione con Alcor che Goldrake riuscirà in diverse occasioni a respingere gli attacchi di Vega.A partire da queste puntate, il cartone presenta un protagonista distante dell'invincibilità e dall‘individualismo di Superman. Anche la caratterizzazione psicologica degli Spaziali è qualcosa di veramente innovativo per gli spettatori italiani del 1978.Prima di allora ai —catti...


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