Appunti cognitivismo e neocomportamentismo PDF

Title Appunti cognitivismo e neocomportamentismo
Course Storia della psicologia
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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Storia della psicologia 05 di dicembr cembr cembre e

Jung Anche la psicosi è suscettibile di interpretazione psicoanalitica. Scontro tra lui e Freud (1906). Da allora J diventa uno psicoanalista ma non è passivo elaborazione del pensiero freudiano. Subito fu criticato per aver sfatato il complesso edipico (tutta la famiglia plasma il bambino). Queste critiche diventano più articolate e sfociano ne libro “Trasformazioni e simboli della libido” (1911-12) che riguarda l’analisi di una ragazza americana orientata verso esperienze parapsicologiche ma che Jung non aveva mai incontrato di persona. Cerca di interpretare le sue fantasie attraverso una serie di dati da storie di religioni, citazione dei grandi poemi, letteratura psichiatrica e psicologica. Ma al centro dell’opera c’è la libido considerata ma generale energia psichica (in relazione con la su esperienza con i pazienti psicotici). Ampliando il concetto originario= non solo più impulso sessuale. Freud dovette rivedere la sua teoria della libido (introduce concetto narcisismo primario e secondario). Nel 1913 formula propri studi psicodinamici (non più psicoanalitici) in cui un aspetto fondamentale è l’autoanalisi di Jung che lui definisce “nekyiia” (viaggio di Ulisse negli inferi). Non scrive molto ma nel 1921 pubblica un ‘opera in cui aspetti del suo pensiero iniziano ad emergere. Parla di atteggiamento psicologico: tipo di rapporto che individuo intrattiene con la vita (intensa nella dimensione esterna, atteggiamento estroverso, sia intesa nella dimensione interna, atteggiamento introverso). A seguire parla delle funzioni ( razionali= pensiero e sentimento e irrazionali= che non implicano giudizio ed emergono da flusso di stimoli e abbiamo sensazione e intuizione). La combinazione di questi due elementi porta a 8 tipi psicologici.

Psicologia analitica (periodo maturo) Concepisce struttura della psiche umana in vari livelli: coscienza (IO), inconscio personale, inconscio collettivo. La coscienza ha ruolo di filtraggio delle nostre esperienze poiché siamo costantemente investiti da una serie di stimoli inconscio e l’IO li rende conscio. Ciò che non passa decade e rientra nell’inconscio. Al di sotto dell’IO c’è dimensione inconscia personale che contiene esperienze rimosse nella nostra esperienza. È diversa da individuo a individuo. Nel corso delle sue indagini jung ritenne che la dimensione dell’inconscio dell’individuo ha un sotto strato più profonda della semplice esperienza personale ma ce ne sia una collettiva che ci da risposte generali, universali di fronte a determinati stimoli. Le persone rispondono in modo simile a determinate situazione (risposte ereditate da primordi e animali) e prendono il nome di “archetipi”. Queste emozioni dal forte carattere archetipiche si presentano in situazioni umane specifiche (nascita, morte, scampato pericolo). E sono presenti in culture che a livello storico non hanno mai avuto contatti. I principali sono: Persona, Ombra, Anima e il Sé. Il sé diventa una totalità psichica che unisce conscio e inconscio.

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JONH WATSON (1878-1958) 1911-> “La psicologia come la vede il comportamentista” (considerata data nascita del movimento) Psicologia= scienza del comportamento osservabile (che può essere osservato) ⦁

Applica metodologia usate nello studio dell’apprendimento animale all’uomo.



Nuovo oggetto di studio: non più mente ma il comportamento.



Modifica dei metodi: no più introspezione ma osservazione sulle variabili suscettibili di variazioni quantitativa e misurabile



Comportamento umano e animale non differiscono molto in linea di principio



Questi nuovi modi dovrebbero essere applicati a tutta la psicologia



Anche la terminologia deve essere modificata (no sensazione, emozione.. ma stimoli, risposte..)

Ci sono due forme di comportamento: esplicito (osservabili) ed implicito (non osservabili ad occhio nudo) Tutti i dati non manifesti (sentire, percepire) furono ricondotti a fattori fisiologici. IL PENSIERO (esempio) Al suo tempo si parla di “teoria centralistica” e la contesta e propone “teoria periferica” per cui anche nelle attività di pensiero ci fossero attività comportamentali, in particolare con faringe e laringe. Unisce pensiero e linguaggio (il bambino quando pensa lo comunica con versi). Anche negli adulti sono rilevabili dei piccoli movimenti di laringe, faringe e lingua quando si parla. Watson è un molecoralista: somma di componenti e l’analisi finale va data alla fisiologia

06 di dicembr cembr cembre e

Negli anni successivi le teorie si radicalizzano e vuole ottenere un obiettivismo metodologico. Utilizzando solo metodi osservativi. L’introspezione viene abbandonata. Nella fase precedente l’idea di Watson era più moderata poiché si rifaceva all’idea di 2

istinto. Quest’ultimo era presente sia in animali sia umani. Poi questa idea si radicalizza e prende forma il comportamentismo radicale: ⦁

Esistono fatti mentali che non hanno legittimità ovvero che non esistono e chi ne parla commette degli errori (Watson viene considerato come un eliminazionista). La coscienza non esiste, è una pura illusione in ambito scientifico.



Ambientalismo: prima sosteneva che ci fosse un repertorio di istinti negli animali e umani. Ora invece nega addirittura l’esistenza di istinti. Tutto dipende da processi di apprendimento nel contesto di interazione di quell’organismo con l’ambiente. Nessuna base biologica fondamentale.

Come premessa del suo sistema assume il principio di condizionamento (ripresa Pavlov). Condizionamento: la parte motoria di un riflesso, cioè l’azione, può venir traferita da uno stimolo all’altro se soltanto questo stimolo era presente immediatamente prima che si verificasse l’azione; non occorre nient’altro per produrre il cambiamento. Questa tesi riusciva a spiegare tutti i comportamenti complessi che lui considerava. L’essere umano nasce con pochissimi istinti e pochissime emozioni fondamentali (storia del piccolo Albert) Il comportamentismo, dagli anni 20, divenne ambito di ricerca dominante negli Stati Uniti e divenne interesse del pubblico.

Ivan Pavlov (1849-1936) Studi dell’attività nervosa superiore. Questa teoria partì già da altri studiosi tra cui Seccnov (credeva che tutti comportamenti umani potevano essere risotti a comportamenti riflessi) e Bechterev. Utilizza nuove metodologie di studio: esperimento cronico (animale controllato anche chirurgicamente senza però creare problemi sulla sopravvivenza). Studiando la digestione osservò il fenomeno che i cani cominciavano a salivare non solo alla vista del cibo (e quando entrasse in contatto con lui) ma anche quando sentivano solo i passi della persona che glielo avrebbe portato. Pavlov parlò di secrezione psichica in riferimento alla saliva. Studiò queste secrezioni psichiche come riflessi condizionati. Sostenne che la fisiologia, che aveva provato a studiare i meccanismi di adattamento (arco riflesso), abbandonavano i soliti metodi per adottare quelli più complessi della psicologia per studiare funzioni superiori. Riflesso: meccanismo di adattamento, innato, dell0organismo all’ambiente. Accanto ai riflessi ci sono gli istinti sempre di origine biologica (sistemi complessi di riflessi). Distingue in riflesso condizionato/acquisito e incondizionato. Riflessi incondizionati: permanenti, innati, legati allo sviluppo fisiologico, prodotti da una conduzione lineare dell’ impulso nervoso Riflessi condizionati: acquisiti, temporanei, legati allo sviluppo ontogenico e prodotti da una

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connessione tra centri nervosi, mediante un processo di irradiazione dello stimolo. Processi di inibizione: estinzione, generalizzazione e differenziazione ⦁

Solo negli umani c’è la possibilità di utilizzare le parole come riflessi condizionati. Come stimolo preciso e portare a riflessi condizionati.

Tutte le ricerche di Pavlov erano funzionali a identificare i meccanismi nervosi. Quindi scoprire basi neuro-fisiologiche. I processi nervosi fondamentali erano eccitamento e inibizione. All’interno dei quali ritroviamo l’irradiazione dell’attività nevosa ad aree circostanti, dopo abbiamo processo di progressiva espansone in uno specifico punto. Da qui viene analizzata l’intensità dello stimolo. Pavlov crea così fisiologia di un sistema nervoso concettuale= tutti questi processi sono ipotetici e introdotti ipoteticamente per comprendere interazione tra stimoli e risposte.

IL NEOCOMPORTAMENTISTO apprendimento

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Edwin Guthrie (1886-1960) Comportamentista che sembra andar contro tradizionali leggi apprendimento e del senso comune. Condizionamento simultaneo: ogni connessione nuova tra uno stimolo e una risposta dipende dalla loro contiguità temporale. Parliamo quindi di un apprendimento a prova unica. sembra andare contro leggi apprendimento conosciute fino ad allora, in particolare legge della ripetizione. Lui sostiene la sua teoria parlando di due forme di comportamento: movimenti e atti. Secondo G. Fino ad allora la psicologia si è occupata solo degli atti (sequenze complesse ordinate di movimenti). Tuttavia secondo lui non bisogna concentrarsi su questi ma sui movimenti (azioni singole). Noi mentre apprendiamo un atto noi apprendiamo in realtà una serie di movimenti. In una sola volta abbiamo imparato una contrazione di muscoli. Quindi l’acquisizione di un singolo movimento è istantanea mentre per apprendere un atto ci vuole tempo.

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Clarck Hull (1884-1952) Fu profondamente influenzato dal comportamentismo, dalla gestalt e psicoanalisi (in particolare il concetto di pulsione). Introduce il metodo ipotetico-deduttivo che caratterizza le teorie scientifiche più mature. La psicologia dovrebbe partire da una serie di postulati che assume come ipoteticamente veri e da qui deriva proposizioni più specifiche (teoremi). Tutta non si parla mai di verità empirica. Per verificare che quei teoremi siano veri bisogna confrontarli on risultati degli esperimenti. Se una serie di teoremi si rivelano veri la struttura totale risulta veritiera. Se no vengono modificati i postulati originari. Questo modello fu poi ripreso da molti psicologi. Il sistema psicologico di Hull è di tipo comportamentista di stampo meccanicista (le forme sono ricavate passo a passo) e evita ogni riferimento ad attività mentali interne. Hull però si distacca da Watson (legittimo concettualizzare solo due tipi di variabili S (stimolo) e R (risposta)) perché chiama in causa il punto di vista di Woordhstort che aveva evidenziato ristrettezza del modello S-> R. quindi si passa al modello S->O->R. quindi l’ambiente influenza l’organismo e determina in quest’ultimo degli stati di bisogno e quando questo equilibrio energetico è messo in discussione allora nell’individuo si formulano pulsioni che richiedono di essere soddisfatti. Tuttavia se variabili S e R sono osservabili, quelle intermedie O non è possibile misurarle e quindi non possono essere inserite in un modello teorico comportamentista. Quindi Hull sostiene che possono essere inferite collegandole alle altre due variabile osservabili. In funzione del concetti di impulso crea la sua teoria dell’apprendimento (cerca di unire legge dell’effetto e condizionamento pavloviano). Distingue le pulsioni in primarie (bisogni base dell’organismo) e secondarie (impulsi veri e propri di soddisfacimento di bisogni). La teoria dell’apprendimento sostiene che un rapporto S->R ha come conseguenza una riduzione di bisogno interno (pulsione) significa che quel rapporto si può consolidare. La variabile intermedia ha uno statuto del tutto logico (matematico) che specifica il rapporto tra variabile S e R (fa riferimento a metodo ipotetico-deduttivo). In questo modo uno dei tabù del comportamentismo (tutto ciò che comprende l’organismo interno) veniva in parte fatto cadere.



Nasce così psicologia cognitiva (anni ’50 del 1900) e metafora della mente come software

Frederick Skinner (1904-1990) Il comportamentismo di Skinner si oppone a quello di Hull e al suo metodo deduttivo. Il suo comportamentismo di viene definito induttivo /ateoretico e pone al centro le risposte. Parla di condizionamento operante. La tradizione psicologica presuppone che in assenza di uno stimolo non ci possa essere una risposta. Anche comportamenti spontanei nascono da stimoli anche se non possono essere analizzati. Per Skinner questo non corrisponde alla realtà. Propone quindi di dividere le 5

risposte in operanti e suscitate. Quest’ultime nascono dalla risposta a determinati stimoli (es. riflessi incondizionati e saliva con cibo) i primi invece non siamo in grado di connettere ad uno stimolo e sono emesse dagli organismi e operano sull’ambiente. Da qui Skinner distingue due tipi di condizionamento in base alle risposte: ⦁

condizionamento di tipo S (il rinforzo è correlato con gli stimoli, fa riferimento al modello pavloviano), dato lo stimolo possiamo prevedere la risposta



condizionamento operante R: è la risposta ad essere correlata con il rinforzo e non lo stimolo. Quindi il rinforzo non può agire in senso causale. Il rinforzo segue la risposta.

Fa i suoi primi studi su animali e poi li trasferisce su umani. La frequenza di un comportamento nuovo acquisito dipende solo dalla presentazione di un rinforzo (positivo o negativo che sia). Fa riferimento a legge dell’effetto di ma la presenza di stati interni non è accettata da Skinner.

18 dicembre

Cognitivismo La svolta cognitiva non viene considerata come una rivoluzione. Per almeno una decina di anni gli psicologi protagonisti di questa svolta non si riconoscevano in un movimento unitario. Alcuni si consideravano ancora comportamentisti o tardo comportamentisti. Solo nel 1967 con (libro) furono riassunti tutti gli studi sotto etichetta di psicologia cognitiva. La psicologa era considerata come disciplina che si occupa di quei “processo per mezzo dei quali..” i processi cognitivi hanno inizio subito sa sistemi sensoriali e poi 6

trasformati/elaborati che è possono provocare riduzione, con attenzione infatti avviene una selezione dei dati e quelli rimanenti vengono usati per un pensiero cosciente o un comportamento. La psicologia cognitiva considerando processo in mezzo tra input e output ridava importanza al mentalismo in psicologia. Con questo mentalismo si parla di processi incoscienti e si svolgono in modo automatico e solo a livello di output possono dare luogo a fenomeno cosciente come la percezione (differenza da mentalismo del passato, dove si consideravano solo processi coscienti).

Gerge Miller Settembre del 1956 si tenne un simposio sulla teoria dell’informazione dove vari studiosi concorsero alla formazione del cognitivismo. Tesi importante: la capacità di elaborazione del nostro sistema cognitivo è limitata a 7 pezzi di informazione (più o meno 2) a secondo del compito (es. numero di telefono) Studio percezione. In quello stesso anno esce un altro libro “A study of Thinking” di Bruner trovò nuovo modo di studiare la percezione (vecchio: concentrarsi su cos’è la percezione e sull’effetto sugli stimoli) tenendo conto sull’oggetto percipiente e sulla natura culturale e sociale dell’oggetto e soggetto studiato. Studio del pensiero. Inoltre si chiesero come si formano i concetti e come le persone se ne formano di nuovi.

Cherry e Broadbent Approccio britannico al cognitivismo. Importanza nello studio dell’ascolto dicotico e per la formulazione del primo modello di elaborazione di informazione con “diagramma di flusso” (rappresentazione di passaggio di stati)

Norbert Wiiener Cibernetica Esiste una base di idee sostanzialmente comune organizzate intorno al concetto di feedback. Con questo modello a feedback si ridava legittimità a scopo e finalità in quanto questi processi sono in grado di calcolare discrepanza tra obbiettivo e il loro svolgimento.

1960: “Piani e strutture del comportamento” -> TOTE (il piano è un processo gerarchico che controlla l’ordine in cui deve essere eseguita una sequenza di operazioni.

Chomsky 7

Le lingua è come un insieme illimitato di frasi generate a partire da un insieme finito di elementi costitutivi. Quindi capacità di combinare parole secondo regole ben precise che sono le regole sintattiche della lingua interessata. Nozione di competenza: essere in grado di percepire se siamo di fronte ad una frase che grammaticalmente o sintatticamente non è corretta.

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