Appunti infanzia e counseling PDF

Title Appunti infanzia e counseling
Author Aurora Milesi
Course Psicologia dell'infanzia
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

resoconto dettagliato lezioni dei prof. Ionio e Milani. ...


Description

PSICOLOGIA DELL’INFANZIA E DEL COUNSELLING Definizione e campi d’intervento La figura del counselor ha avuto diversi sviluppi, anche per questo c’è una buona dose di incertezza nella sua definizione. Che cos’è il counseling? -

Forma di intervento psicologico Finalizzata ad operare in un’ottica salutogenica di promozione del benessere ( a differenza della psicoterapia che è orientata alla cura della patologia) - Focus superamento della crisi - Strumento per il cambiamento è la relazione che si instaura tra professionista e cliente. - La tecnica usata è perlopiù il colloquio, inteso come incontro relazionale tra psicologo e cliente. Una possibile definizione: il counseling è una relazione di aiuto specifica e specialistica (professionale) offerta da un professionista a un cliente ( diverso dal paziente) che presenta problemi di varia natura legati alla crescita personale (da qui comprendiamo l’ottica salutogenica di promozione del benessere). Non esiste comunque una definizione comune in quanto esistono ancora differenze importanti nel modo di intendere il counseling. Le difficoltà di definizione sono le seguenti: 1. Insieme di interventi e tecniche diversi tra loro per: a. Formazione b. Tecniche impiegate c. Persone coinvolte (indviduo, coppia, famiglia, gruppo, organizzazione) d. Problematiche affrontate e. Finalità, durata e obiettivi 2. Linea di demarcazione tra counseling e altre forme di aiuto difficile da tracciare: a. Psicoterapia b. Intervento educativo Hanno entrambi finalità distinte tra loro e dal counseling Inoltre, chi è legittimato a svolgere la pratica del counseling? Ci sono a questo proposito 2 approcci al counseling: o Intervento specialistico professionista con specifiche caratteristiche formative o Relazione d’aiuto disegnato all’interno di qualsiasi relazione di vicinanza 3. Ragioni storiche il processo di sviluppo del counseling non è stato lineare a livello internazionale a. USA disciplina autonoma da molto più tempo b. Europa sviluppo non lineare, in UK c’è stato comunque u incremento ddel numer di professionisti e dei campi d’intervento 4. In Italia è stata per un certo periodo considerata una professione disciplinata dalla legge 4-2013 (professioni non regolamentate da alcun albo professionale), ma da dicembre 2018 il Ministero della Salute riconduce l’attività di counseling all’attività di competenza dello psicologo, quindi necessariamente iscritto all’Albo e con una formazione specifica. 5. Significato della parola “counsel” la parola “counseling” può essere ricondotta a diversi significati: a. “consiglio” si potrebbe pensare che essendo in difficoltà si chieda consiglio e che questa possa essere una filanlità del counseling. Questo è molto sbagliato in quanto è considerato sempre scorretto dare consigli al proprio cliente, da ogni approccio del counseling. Questo perché dare un consiglio significa presupporre di occupare una posizione asimmetrica rispetto al proprio paziente, di “rango” e conoscenza superiori (cosa che non è: noi non siamo superiori ai nostri clienti). b. Consulenza si chiede una consulenza quando non si è esperti in un determinato contesto e si chiede aiuto a qualcuno che ne sa più di noi. Anche questa posizione è scorretta in quanto

presuppone sempre una conoscenza maggiore da parte dello psicologo rispetto al suo cliente, cosa non necessariamente vera. c. Dal latino, consulo significa avere cura, venire in aiuto, su richiesta del cliente per aiutarlo a far fronte alla sua problematica. Aspetti caratterizzanti il counseling (in sintesi): 1. Forma di aiuto psicologico 2. Fondato sull’incontro, relazione e comunicazione tra 2 o più persone 3. La relazione è lo strumento per aiutare il cliente nelle diverse problematiche che ci porta 4. Il counselor mette a disposizione le sue competenze nella relazione d’aiuto per facilitare l’espressione delle problematiche, dei vissuti e dei sentimenti soggettivi. 5. Assume un’ottica preventiva, di promozione della salute e quindi salutogenica 6. L’intervento è a breve termine e a cadenza temporale ben definita 7. Il setting è chiaro e definito Ci sono alcuni problemi di confine che è bene tracciare tra psicoterapia e counseling: caratteristiche Obiettivi

Focus

counseling Circoscritti , tempo breve e risvolto concreto

Difese

Specifici momenti critici in soggetti “sani” Breve, non più di una seduta a settimana Non tocca aspetti inconsci e significati latenti Non tocca i meccanismi di difesa

Tecnica

Riformulazione

Accento

Qui ed ora

Durata Inconscio

psicoterapia Ambiziosi, tempi lunghi e cambiamento della personalità Cura della patologia Anche molto lunga, anche più di una seduta settimanale Esplora aspetti inconsci e significati latenti Esplora i meccanismi di difesa e promuove quelli più sofisticati Interpretazione (psicodinamica) Passato ed esperienze precoci

Come mai il counseling è così attuale e di rilievo? Oggi possiamo dire chele persone vedono alcune sfide porsi nella loro vita più che in passato: -

Molteplicità dei punti di riferimento sociali e dei valori un tempo la struttura sociale di ruoli e di valori dava un alto riferimento sociale, ora abbiamo un riferimento molteplici che sono tipici della società liquida. Strutturazione frammentaria del Sé oggi più che ieri le persone si trovano interposte tra diversi ruoli, che spesso possono entrare in conflitto tra di loro e creare disagio (esempio: mamma e lavoratrice)

Queste condizioni aprono lo scenario a situazioni di crisi che hanno diverse conseguenze: -

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Proliferazione delle “professioni di aiuto” a causa dell’aumento del disagio aumentano le richieste e le specializzazioni delle forme di aiuto Necessità di interventi sempre più brevi ed efficaci in presenza di risorse limitate si cercano risposte brevi ed efficaci al problema. Efficace significa risolutivo senza sprecare risorse, e breve aiuta a risparmiare risorse già limitate. Bisogno di rimuovere dall’orizzonte quotidiano il “disagio” oggi si cerca sempre di più di allontanare la sofferenza e il disagio, che non concordano con i principi della nostra società efficientista.

Da qui comprendiamo come sia disponibile il rischio di oscillare tra forme di negazione (mi sento infelice ma non mi sento il diritto di dirlo) e di onnipotenza (non ho bisogno di aiuto, ammetterlo mi metterebbe in condizione di inferiorità) : sono entrambe forme di rimozione del problema che non ne favoriscono l’elaborazione e l’espressione.

Questo porta a: •

Moltiplicazione di forme di disagio e di contest di disagio



Inidoneità del setting psicoterapeutico per certe situazioni di disagio a colte il counseling può essere la risposta, non è detto che serva per forza un trattamento in profondità



Necessità di tenere in considerazione il rapporto costi/benefici oggi in particolare si cerca di andare nella direzione di interventi evidence-based. Si considerano efficaci interventi la cui efficacia può essere provata scientificamente. Nonostante comunque questa sia oggi l’idea più avvalorata, rischia di far perdere alcune forme di trattamento che hanno meno riscontro empirico, in quanto c’è meno omogeneità nei risultati in quanto il benessere raggiunto è un livello molto soggettivo, e quindi è difficile dimostrarne l’efficacia (questo vale soprattutto per psicanalisi)



Necessità di integrare le competenze psicologiche con quelle provenienti da altre aree (aziendale, medica, formazione)

Ambiti di applicazione del counseling: E’ possibile distinguere il counseling in base a diverse dimensioni: A. Numero e tipologia degli interlocutori o o o o

Individuale Di coppia Familiare Di gruppo

B. Contesto o area di riferimento o o o o o

Psicologico Scolastico Ospedaliero Universitario Etc…

C. Ambito entro il quale si inserisce o o o o o

Comunitario (scolastico, interculturale, etc..) Lavorativo Sociale Sociosanitario Etc…

D. La tipologia e/o area di intervento o o o o

Oncologico Di supporto a patologie fisiche Sessuologico Etc…

Ecco quindi alcune forme nodali di counseling: A. Ambito sanitario: Trova applicazione in diverse situazioni complesse in cui è importante il coinvolgimento del paziente nel processo di cura, altrimenti si ha una bassa compliance e questo porta a una mancata riuscita di una costruzione di un equilibrio stabile tra costi e benefici. L’intento può essere:

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preventivo (informare ed educare il paziente, sul trattamento, esiti e sviluppi della malattia…).

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supportivo e/o sostegno (accompagnamento nel processo di cura o verso la morte, può migliorare moltissimo la qualità delle cure).

Il counseling in ambito sanitario può aiutare il malato e i familiari a esprimere e condividere: -

Ansie, paure, timori  ogni cammino prevede queste emozioni Speranze e attese  scenari di vita futura Dare un nome alle sofferenze.  primo passo per elaborarle Vivere con meno angoscia le fasi della malattia.

Alcuni esempi: -

Nell’infezione da HIV -

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Oncologico e con pazienti con patologie croniche -

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Attività di base nelle prime fasi dell’intervento medico Intervento specifico dopo la diagnosi e lungo il percorso della malattia Organizzazione e management per sostenere gli operatori coinvolti Collegamento tra servizi

Rivolto sia al soggetto sia ai familiari Il presupposto con il paziente cronico è che possa affrontare meglio la patologia se è in grado di apprendere strategie per attuare specifici cambiamenti nel suo modo di vivere (coping).

Counseling genetico

Ha l’obiettivo di informare e sostenere i soggetti che devono intraprendere un percorso medico connesso alla ricerca e alla gestione di patologie genetiche. - Dimensione informativa. - Facilitazione delle decisioni che i soggetti sono chiamati a prendere (ad es. ulteriori accertamenti genetici). B. Ambito sociale -

Trova applicazione in diversi ambiti: intervento informativo, preventivo, di sostegno, in situazioni di disagio personale e in situazioni di rischio. -

Counseling familiare -

Attivare o integrare le risorse interne nel corso di processi di adattamento correlate agli eventi normativi nel ciclo della vita di una famiglia. Gravidanza. Transizione alla genitorialità. Gestione spazi personali e di coppia. Ripartizione dei ruoli educativi.  esempio: coparenting Casi in cui si profila una genitorialità più “complessa”  esempi: genitorialità in affido, adozione, malattie croniche o genetiche, disabilità

Altri esempi: -

Counseling per la coppia e mediazione familiare: -

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Attivato per favorire la risoluzione di conflitti e situazioni di crisi. in occasione di una separazione: riorganizzazione delle relazioni familiari (mediazione).

Counseling di sostegno per categorie specifiche di utenti: -

Disoccupati. Outplacement.

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Counseling per la terza età: -

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Gestione di esperienze significative di lutto, solitudine, della malattia. Supporto dei caregivers in quelle patologie che limitano progressivamente le sfere di autonomia dell’anziano.

Career counseling -

Orientamento in termini professionali e accademici.

C. Ambito scolastico e universitario In ambito scolastico gli interventi specialistici di counseling vengono erogati dai CiC (Centri Informazione e Consulenza) con i seguenti obiettivi: -

Migliorare la vita degli studenti. Fornire con spazi d’ascolto e sportelli dedicati. Affrontare difficoltà legate alla carriera scolastica.

Si distinguono interventi di primo livello (migliorare competenze relazionali e comunicative degli operatori) e di secondo livello (interventi di counseling specialistici su casi segnalati). In ambito universitario è prassi comune di molti atenei attivare sportelli di counseling psicologico a studenti universitari: -

Prevenire l’abbandono degli studi. Affrontare e risolvere problematiche e difficoltà personali, in un contesto amico e familiare Prevenire l’insorgenza di comportamenti a rischio, soprattutto nei contesti di collegio

D. Ambito aziendale Diffuso soprattutto in UK e USA, derivante da una concezione del mondo del lavoro in cui trovano spazio servizi interni all’azienda finalizzati al miglioramento della qualità della vita del dipendente. L’obiettivo è quello di fornire aiuto al lavoratore, più che fare gli interessi produttivi dell’azienda. La crescita personale del dipendente è strettamente connessa con il bilancio di competenze, vale a dire la consulenza orientativa connessa con la gestione delle risorse umane. 1. Analizzare in modo critico il pregresso professionale del soggetto. 2. Identificare valori, credenze, aspirazioni. 3. Facilitare la costruzione del progetto professionale del soggetto.

Approcci teorici Gli approcci teorici del counseling sono riconducibili agli orientamenti teorici fondamentali della psicologia. Secondo Hough (1996) i principali approcci che hanno trovato piena applicazione pratica sono tre: -

Centrato sulla persona Psicodinamico Comportamentale

Ai quali si aggiungono altri approcci meno frequenti e meno consolidati nella pratica clinica: -

di Attaccamento Gestaltico Approcci integrati, da diversi contributi teorici

Centrato sulla persona È da questo approccio che deriva l’idea di chiamare il paziente cliente. Perché cliente? È il cliente stesso ad essere al centro del trattamento ed è quello con la conoscenza implicita maggiore anche rispetto al counselor nonostante le sue esperienze formative e professionali. Si rifà alle opere di Carl Rogers , il quale ha contribuito in modo decisivo alla nascita del counseling introducendo alcuni concetti chiave considerabili centrali anche egli altri approcci di counseling: -

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Colloquio non direttivo non equivale a uno stile di conduzione passivo, ma il counselor cerca di far emergere in maniera approfondita il racconto del cliente seguendo i suoi modi, senza avere un approccio inquisitorio, valutativo, di soluzione del problema (consigli, ricette e soluzioni). Ascolto attivo il counselor si manifesta attivamente nel colloquio, non è una presenza di sottofondo, non si limita ad ascoltare e registrare. Partecipa in maniera attiva e non direttiva ma manifestandosi fisicamente ed emotivamente. Comprensione empatica cercare di entrare in risonanza accurata con quel che sperimenta e racconta il cliente cercando di sentire quel che il cliente sta vivendo pur capendo che è il cliente a vivere queste emozioni. Dobbiamo essere vicini, comprendere in modo accogliente ma sempre mantenendo un lucido “distacco” per non confondersi. Rispetto del cliente o considerazione positiva incondizionata. Al cliente si conferisce valore, rispetto, indipendentemente da quel che il cliente racconta. Questo comporta un lavoro su di sé considerevole. Spesso si è esposti a punti di vista distanti da quelli personali. Nonostante questo dobbiamo in maniera sincera sentirci vicini al cliente. Autenticità del counselor nella relazione dobbiamo far percepire che nella relazione di aiuto, siamo pienamente coinvolti a livello personale e non stiamo assumendo un ruolo. Non dobbiamo però sfociare in relazioni di altro tipo. L’autenticità è mediata dal contesto deontologico in cui ci troviamo.

Counseling centrato sulla persona (vedi Rogers e Gloria) Se ci caliamo nel contesto storico della clinica degli anni 50 e 60, è innovativo dare spazio al cliente in modo così importante. Secondo Rogers il cliente ha una conoscenza intuitiva di ciò che desidera, ed è colui che meglio conosce la propria situazione. Per questo è l’unica persona realmente in grado di definire il proprio percorso di trattamento. Il counselor deve aver la flessibilità di aiutare a riconoscere il percorso che più si addice a quel cliente. Lo stile di conduzione di Rogers è orientato all’empowerment. Si accoglie nei fatti la richiesta del cliente ma si deve cercare di orientarlo autonomamente alla risposta. Il cliente è protagonista del suo percorso di cambiamento e il counselor lo deve favorire. Il ruolo del counselor è allora quello di facilitare il cambiamento nella direzione scelta dal cliente stesso. Al cliente viene riconosciuto un ruolo attivo nel processo di cambiamento.

Compito del counselor è costruire un rapporto di fiducia con il cliente, all’interno del quale sperimentare fiducia, empatia ed attenzione positiva. Una parentesi su Carl Rogers (1902-1987): Autore fondamentale nell’ambito del counseling. Nel 1942 pubblica Counseling and Psychotherapy e getta le basi della sua client-centered therapy. Nel 1957 ottiene la cattedra di Psicologia e Psichiatria all'Università del Wisconsin. All'interno del dipartimento di psichiatria Rogers sperimenta la sua "terapia centrata sul cliente" a pazienti psicotici ottenendo ottimi risultati. La sua riflessione deriva sempre quindi dalla sua esperienza sul campo. La sua logica è bottom-up. Nel suo lavoro quotidiano vede cosa funziona meglio all’interno dei suoi interventi, in particolare la riformulazione. Nel 1969 fonda, insieme ad altri colleghi, il Center for the Study of the Person e, successivamente, l'Insttute of Peace per lo studio e la risoluzione dei conflitti. Il 28 gennaio 1987, poco prima di morire, viene candidato per il Premio Nobel per la pace.

Approccio Psicodinamico Trova le origini nella teoria freudiana e nei successivi sviluppi psicoanalitici. L’approccio psicodinamico si è affermato con ritardo nel counseling : in origine asimmetria clinico-cliente. Il clinico deve avere uno status in parte differente da quello del paziente. Il setting prevede che il clinico sia alle spalle del paziente: totalmente diverso dalla prospettiva centrata sulla persona e con gli assunti del counseling. L’approccio “classico” è stato col tempo rivisto così da potersi configurare come un valido strumento di lavoro nell’ambito del counseling. L’obiettivo generale del counseling psicodinamico è: 1. Aiutare il cliente ad acquisire consapevolezza dei propri problemi emotivi portare il conscio dove c’è l’inconscio  favorire l’insight 2. Sostenerne l’adattamento psicologico alle diverse richieste e problematiche che incontra nel corso della vita. Il modello conferisce più importanza – rispetto ad altri approcci- alle esperienze pregresse del soggetto, così come ai meccanismi di difesa, quei modi di fare i conti con la realtà messi in atto di fronte a un problema, conflitto, stress. Per questo, pur partendo dal “qui ed ora”, l’approccio psicodinamico cerca di trovare legami e collegamenti tra la situazione attuale del soggetto e la sua storia passata. Ellen Noonan (1983) - counseling psicodinamico psicoanalitcamente orientato: -

Riferimento a testi classici della psicoanalisi. Importanza della storia personale del soggetto, ed ai contenuti inconsci. Utilizzo del transfert (il paziente vive e sperimenta sentimenti vs lo psicologo) e del controtransfert (quello che lo psi vive su di se come effetto del transfert) come metodo di intervento.

Concetti chiave: -

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Atmosfera terapeutica della relazione: uno spazio in cui i clienti possono allentare il controllo. I clienti arrivano difesi e restii a raccontarsi quindi dobbiamo aiutarli ad aprirsi. Mantenimento dei confini: capacità di essere coinvolti ma anche distaccati nei confronti del cliente. Mantenimento della giusta prospettiva: il counselor deve inquadrare la situazione del paziente nella sua interezza. Saper mantenere la relazione su un piano anche ludico: la relazione deve offrire fiducia e sicurezza così da poter esplorare modalità creative di dialogo e interazione, far si che l’esperienza clinica diventi anche u...


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