Verifica sismica delle tamponature acca PDF

Title Verifica sismica delle tamponature acca
Author Salvatore Gambino
Course Ingegneria informatica
Institution Università degli Studi di Catania
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VERIFICA SISMICA TAMPONATURE

Ed1_Rev1.00_24 giugno 2019

Verifica sismica delle tamponature / di Nicola Furcolo e Gerardo Carpentieri

Come fare la verifica delle tamponature con gli spettri di piano,secondo le nuove regole (NTC 2018 e Circolare esplicativa 2019): ecco un esempio pratico Le NTC 2018 (dm 17/01/2018) ha aggiornato le verifiche sismiche richieste per gli elementi secondari non strutturali. Questi ultimi comprendono “quelli con rigidezza, resistenza e massa tali da influenzare in maniera significativa la risposta strutturale e quelli che, pur non influenzando la risposta strutturale, sono ugualmente significativi ai fini della sicurezza e/o dell’incolumità delle persone” (cfr. § 7.2.3 D.M. 2018). Si evince, quindi, che gli elementi costruttivi non strutturali, tra i quali ricadono indubbiamente le tamponature di piano, possono essere classificati in due gruppi: 1. elementi che influenzano il comportamento globale della struttura (es. struttura a telaio in c.a., a pareti, mista, etc.), specialmente a causa della loro rigidezza (soprattutto laterale), massa e resistenza; 2. elementi che non influenzano la risposta strutturale, ma che comunque devono essere portati in conto nell’analisi della struttura con la loro massa, ai fini della corretta determinazione dei carichi gravitazionali e sismici.

(a)

(b)

Fig. 1 - Modellazione di un telaio piano con tamponature: (a) telaio in c.a. con tamponature; (b)modello con il solo telaio nudo, per tamponature che non influenzano la risposta strutturale. Nel caso di modellazione di telaio in c.a. con tamponature (caso (a)), il modello strutturale non potrà non tenere conto della modellazione stessa delle tamponature mediante, ad esempio, un modello agli elementi finiti con elementi beam (ad es. per la modellazione di travi e pilastri) e shell (ad es. per la modellazione di setti, pareti, e le stesse tamponature). Una valida alternativa potrebbe esserequella di modellare il telaio con l’aggiunta di pendoli o controventi, reagenti solo a compressione, come descritto nell’Allegato 2 della Circolare 10/4/1997, n. 65 del Ministero dei Lavori Pubblici (esplicativa del precedente D.M. 1996). Nel caso di modellazione di telaio in c.a. senza tamponature, invece, la tamponatura stessa può essere ritenuta di rigidezza trascurabile rispetto alla struttura portante; a causa dello spessore non eccessivo, della presenza di aperture e dell’utilizzo di elementi forati o comunque molto meno rigidi delle strutture portanti. In questa seconda ipotesi, l’effetto della tamponatura sull’analisi della struttura “nuda” viene normalmente tenuto in conto con la massa ed il peso (che tipicamente scarica sulle travi perimetrali o direttamente caricate dalla muratura, o per il tramite di un’aliquota di “ incidenza tramezzi”, calcolata come carico equivalente uniformemente distribuito sui solai, come indicato al § 3.1.3 del D.M. 2018). È da osservare che, tra i due modelli suddetti, ovvero quelli di tamponature influenzanti o meno il sistema strutturale globale, certamente è più diffuso, se non addirittura consigliabile, il secondo. Il motivo è che nel caso si confidi, al momento della progettazione dell’opera, nel contributo degli elementi non strutturali, eventuali modifiche successive (come, ad esempio, una semplice redistribuzione degli ambienti, o l’apertura di un vano in una tamponatura) dovrebbero comportare anche una nuova verifica dell’intera opera.

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Un’ulteriore considerazione è che, in generale, non è facile o ingegneristicamente accettabile confidare in un modello con le tamponature in quanto spesso questi elementi possono essere alloggiamento di vani come finestre o porte, nonché impianti e canalizzazioni che ne modificano il comportamento in modo difficilmente prevedibile.

Calcolo dell’incidenza tramezzi ai sensi del D.M. 2018 Carico lineare dell’elemento divisorio (G2) [kN/m] ≤ 1,00 1,00 < G2 ≤ 2,00 2,00 < G2 ≤ 3,00 3,00 < G2 ≤ 4,00 4,00 < G2 ≤ 5,00 G2> 5,00

Carico uniformemente distribuito equivalente (g2) [kN/m2] 0,40 0,80 1,20 1,60 2,00 da modellarsi come carico lineare

Il D.M. 2018 consente di tenere conto, in modo semplificato, della presenza degli elementi non strutturali nella progettazione sismica delle strutture: − nel caso di una distribuzione irregolare in pianta degli elementi non strutturali occorre raddoppiare l’eccentricità accidentale del centro di massa (per ciascun impalcato e per ciascuna direzione, come definito al § 7.2.6 del D.M. 2018); passando, quindi, da 0,05 a 0,1 volte la dimensione dell’edificio in direzione perpendicolare alla direzione sismica; − nel caso di una distribuzione irregolare in altezza degli elementi non strutturali, ad esempio a seguito di una significativa riduzione ad un piano delle tamponature, occorre amplificare di un fattore 1,4 gli effetti sismici sugli elementi verticali in quel piano. a)

b)

Fig. 2 - Spostamento del centro di massa teorico per effetto delle eccentricità accidentali: a) caso di edificio con distribuzione in pianta regolare delle tamponature; b) caso di edificio con distribuzione in pianta non regolare delle tamponature. Le verifiche degli elementi non strutturali richieste dal D.M. 2018 sono illustrate nella seguente Tabella 7.3.III, in funzione della classe d’uso dell’edificio (per come definita al § 2.4.2), e dello stato limite considerato. Si evince che, per gli elementi non strutturali (indicati con “NS”), sono richieste delle verifiche di

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stabilità (indicate con “STA”), per le sole classi d’uso dalla 2 alla 4 (sono, quindi, escluse le sole opere con presenza solo occasionale di persone e gli edifici agricoli), e per il solo Stato Limite di Salvaguardia della Vita (SLV).

Verifiche richieste per ciascun tipo di elemento (ST = elemento strutturale; NS = elemento non strutturale; IM = impianto), per ciascuna classe d’uso e per ciascun stato limite (cfr. Tabella 7.3.III D.M. 2018) STATI LIMITE

CU I ST

ST

CU II NS

SLO SLE SLD RIG RIG RES RES STA SLV SLU SLC DUT(**) (*) Nelle CU III e IV, negli impianti sono compresi gli arredi fissi; (**) Nei casi esplicitamente indicati nel D.M. 2018.

IM STA

ST RIG RES RES DUT(**)

CU III e IV NS STA

IM(*) FUN STA

Il controllo del danno (allo Stato Limite di Danno, SLD, o, qualora richiesto, allo Stato Limite di Operatività, SLO) sugli elementi non strutturali, come chiarito dalla Circolare esplicativa 2019 del D.M. 2018 al § C7.3.6.2, non è oggetto di una specifica verifica, in quanto è già assicurato dal soddisfacimento delle verifiche di rigidezza di contenimento degli spostamenti relativi di piano, come previste al § 7.3.6.1 per gli elementi strutturali. Un ulteriore grado di sicurezza, nei rispetti del possibile danneggiamento delle tamponature, è implicitamente garantito del soddisfacimento dei minimi rapporti tra altezza e luce di travi e solai, ovvero, del soddisfacimento delle verifiche di deformabilità (in modo semplificato in funzione della snellezza o con calcolo esplicito delle frecce).

Spostamenti massimi consentiti alle tamponature per le verifiche sismiche. descrizione a1) tamponature “fragili” collegate rigidamente alla struttura a2) tamponature “duttili” collegate rigidamente alla struttura b) tamponature progettate per non danneggiarsi fino ad uno spostamento di interpiano drp c) costruzioni con struttura portante di muratura ordinaria d) costruzioni con struttura portante in muratura armata e) costruzioni con struttura portante in muratura confinata h = altezza di piano

spostamento massimo classi d’uso I e II classi d’uso III e IV allo SLD allo SLO 0,0050 h (2/3) x 0,0050 h 0,0075 h (2/3) x 0,0075 h min{drp; 0,0100 h} (2/3) x min{drp; 0,0100 h} 0,0020 h 0,0030 h 0,0025 h

(2/3) x 0,0020 h (2/3) x 0,0030 h (2/3) x 0,0025 h

Qualora sia necessario eseguire le verifiche di stabilità, il § 7.3.6.2 del D.M. 2018 prescrive di verificare che l’elemento non strutturale non venga “espulso”, sotto l’azione sismica equivalente (detta Fa). La Circolare esplicativa 2019 del D.M. 2018, al § C7.3.6.2, consente di ritenere soddisfatta la suddetta verifica utilizzando: − delle “leggere reti da intonaco” su ciascuna faccia della muratura, collegandole tra loro (in senso, quindi, trasversale), ed alle strutture circostanti (telaio o pareti o impalcati), con distanza in direzione orizzontale e verticale ≤ 500 mm; − delle armature orizzontali nei letti di malta a distanza non superiore a 500 mm. È da osservare che, nel caso si provveda a rispettare il requisito precedente con la predisposizione di reti da intonaco, oppureconarmature nei letti di malta, verrebbe necessariamente creata una connessione tra le tamponature e le strutture sismo-resistenti (telai, pareti, etc.). Se le tamponature, quindi, hanno dimensioni e spessori importanti rispetto al resto delle strutture portanti, il tecnico dovrebbe valutare la necessità di modelli aggiuntivi comprensivi delle tamponature stesse. Nei casi in cui non si provveda ad adottare i precedenti magisteri o qualora si voglia effettuare una verifica “analitica” contro la possibile espulsione dei pannelli, è possibile procedere come segue.

Verifica sensi 2018 della Circolare esplica plicativa Ver ifica ai sen si del D.M. 20 18 e d ella Circol are es plica tiva Il D.M. 2018 impone, al § 7.3.6.2, che gli elementi non strutturali, tra i quali le tamponature, siano progettati impiegando opportuni accorgimenti idonei ad evitare la loro espulsione sotto l’azione della forza sismica orizzontale seguente, valutata per gli Stati Limite e la classe d’uso considerati (cfr. § 7.2.3 D.M. 2018): Fa = (Sa∙W a)/qa dove:

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Fa è la forza sismica orizzontale distribuita o agente nel centro di massa dell’elemento non strutturale nella direzione più sfavorevole, risultante delle forze distribuite proporzionali alla massa; − Sa è l’accelerazione massima, adimensionalizzata rispetto a quella di gravità, che l’elemento non strutturale subisce durante il sisma e corrisponde allo stato limite in esame (v. § 3.2.1 D.M. 2018); − W a è il peso dell'elemento; − qa è il fattore di comportamento dell’elemento. In assenza di specifiche determinazioni, per qa si possono assumere i valori riportati nella Tabella C7.2.I della Circolare esplicativa del D.M. 2018.

Valori di qa per elementi non strutturali (cfr. Tab. C7.2.I D.M. 2018) Gruppo 1

2

Tipologia di elementi non-strutturali Parapetti o decorazioni aggettanti Insegne e pannelli pubblicitari Comignoli, antenne e serbatoi su supporti funzionanti come mensole senza controventi per più di metà della loro altezza Pareti interne ed esterne Tramezzatura e facciate Comignoli, antenne e serbatoi su supporti funzionanti come mensole non controventate per meno di metà della loro altezza o connesse alla struttura in corrispondenza o al di sopra del loro centro di massa Elementi di ancoraggio per armadi e librerie permanenti direttamente poggianti sul pavimento Elementi di ancoraggio per controsoffitti e corpi illuminanti

qa 1,0

2,0

Verifica delle tamponatu onature delle murature porta ortanti spettri piano Ver ifica d elle tamp onatu re e d elle mura ture p orta nti: sp ettri di pia no Lo spettro di risposta di piano del generico elemento non strutturale è dato dall’inviluppo dei valori di accelerazione massima normalizzata rispetto all’accelerazione di gravità (S a) al variare del periodo proprio di vibrazione dell’elemento non strutturale (T a)(§ C7.2.3 Circ. 2019). L’accelerazione al piano j-esimo della struttura, relativa al modo di vibrare i-esimo è data da: Sij = ij  i Si ( Ti ) dove: - ij è la j-esima componente del vettore φi della i-esima forma modale normalizzata al valore massimo; - i è il “fattore di partecipazione modale”, dato da: i =

φTi M τ φTi M φi

essendo: - τ il vettore di trascinamento corrispondente alla direzione del sisma considerata; - φi il vettore della i-esima forma modale normalizzata al valore massimo; - M la matrice di massa del sistema; - Si ( Ti ) è l’ordinata dello spettro relativa al modo i-esimo (normalizzata rispetto a g ed eventualmente ridotta attraverso il fattore di comportamento q della costruzione), caratterizzato da un periodo di vibrazione Ti . L’accelerazione dell’elemento non strutturale al piano considerato, nella direzione considerata, per il modo iesimo, è data da: T  Sa ,ij = Sij  R  a ;a   Ti  dove R è il fattore di amplificazione dell’elemento non strutturale, funzione del coefficiente di smorzamento a dell’elemento, del periodo di vibrazione dell’elemento Ta e del coefficiente  variabile tra 0,4 e 0,5:

 T R =  2 a a  T1 

   Ta    + 1 −      T1  

2  −

   La risposta totale si può, quindi, ottenere combinando opportunamente le risposte dovute ai diversi modi per il tramite, ad esempio, della regola SRSS.

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Verifica delle tamponatu onature delle murature porta ortanti: ormulazion azione semplifi mplificata Ver ifica d elle tamp onatu re e d elle mura ture p orta nti: fformul ormul azion e se mplifi cata Nel presente paragrafo viene illustrato un procedimento semplificato, indicato nel § C7.2.3 della Circ. 2019, e valido per la verifica di elementi non strutturali, impianti o meccanismi locali, per qualunque tipologia di struttura. Lo spettro di accelerazione per l’elemento non strutturale (indicato con il pedice “e”), valutato assumendo un periodo equivalente T, uno smorzamento viscoso equivalente ξ, e stimato ad una quota significativa z, è pari a:

Sez ( T , , z) =

S

2 ez ,k

( T , , z)  Se ( T , )

per T  T1

dove Se (T ,  ) è lo spettro di risposta al suolo, valutato per il periodo equivalente T e lo smorzamento viscoso equivalente ξ dell’elemento non strutturale; ed Sez, k ( T ,  , z ) è il contributo allo spettro di risposta di piano fornito dal k-esimo modo della struttura principale, di periodo proprio Tk e smorzamento viscoso equivalente ξk (in percentuale), pari a:  1,1 k−0,5 ( ) a z, k ( z ) T  aTk  1,6    T 0,5 − 1 + 1,1k  (  ) −1 1 −     aTk   Sez, k ( T ,  , z) = 1,1 k−0,5 ( ) az , k ( z ) aTk  T  bTk  −0,5 1,1 k  ( ) a z, k ( z )  T  bTk  1,2 1 + 1,1 −0,5 (  ) −1  T −1   bT   k  k   essendo az ,k ( z) il contributo del k-esimo modo alla accelerazione massima di piano: az ,k ( z ) = Se ( Tk , k )  k  k ( z )

1 + 0,0004k2

ed inoltre: - a = 0,8 e b = 1,1 sono coefficienti che definiscono l’intervallo di amplificazione massima dello spettro di piano; - γk è il k-esimo coefficiente di partecipazione modale della costruzione; - Ψk(z) è il valore della k-esima forma modale alla quota z, nella posizione in pianta ove è ubicato il meccanismo locale; - η(ξ) è il fattore che altera lo spettro elastico (cfr. eq. (3.2.6) D.M. 2018). L’accelerazione massima alla quota z è, quindi:

az (z ) =

a

2 z,k

(z )

mentre il contributo al picco di accelerazione spettrale in corrispondenza del periodo T k, fornito da k-esimo modo, vale: Sez, k (Tk ,  , z) = 1,1k−0,5 ( ) az ,k ( z) Nella verifica in oggetto, è tipicamente sufficiente considerare il solo primo modo di vibrare, ed il periodo T1 si può assumere pari al periodo T * calcolato con la [C7.3.6] nel caso di analisi statica non lineare, oppure pari a quello calcolato con la [7.3.6] negli altri casi. Inoltre, il coefficiente di partecipazione modale per strutture con masse distribuite uniformemente lungo l’altezza, si può approssimare come: 3n 1 = 2n + 1 essendo n il numero di piani. Qualora non sia stata effettuata una analisi modale della struttura, oppure ci si trovi nel caso di edifici con struttura intelaiata; la verifica degli elementi non strutturali può essere effettuata in modo semplificato, facendo dipendere gli spettri di piano dalla quota (z) dell’elemento non strutturale, nonché da alcuni parametri opportunamente calibrati, come illustrato nel seguito.

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Formulazi mulazione semplific lificata per struttur utture For mulazi one semp lific ata p er str uttur e a ttelaio elaio Nell’ipotesi di costruzioni con struttura a telai ed andamento delle accelerazioni strutturali linearmente crescente con l’altezza, l’accelerazione massima Sa può essere determinata attraverso l’espressione seguente (cfr. C7.2.3 Circ. 2019):       ap    z S +   S per : Ta  aT1 1     2 H     Ta     1 + ap − 1 1 − aT   1        z   Sa ( Ta ) =  S 1 +  a p per : aT1  Ta  bT1 H            ap  z  S  1 +     S per : Ta  bT1 2   H   Ta     1 + ap − 1 1 − bT   1      dove: − α è il è il rapporto tra l’accelerazione massima del terreno ag su sottosuolo tipo A da considerare nello stato limite in esame (cfr. § 3.2.1 del D.M. 2018) e l’accelerazione di gravità g; − S=ST∙Ss è il coefficiente che tiene conto della categoria di sottosuolo e delle condizioni topografiche secondo quanto riportato nel § 3.2.3.2.1 del D.M. 2018; − Ta è il periodo fondamentale di vibrazione dell’elemento non strutturale, per il quale si può fare riferimento alla seguente formulazione, che consente di calcolare i periodi di vibrazione dei rispettivi modi assimilando l’elemento ad una trave appoggiata-appoggiata: Am 2 h2 Ta = EI g k2

(

)

(

)

(

• • •

• • • • − − − −

)

dove: k è un numero intero ed indica il modo di vibrare preso in esame per l’elemento non strutturale (=1,2,3, per il primo, secondo, terzo modo di vibrazione, …) h [mm] è l’altezza della tamponatura; A= s∙L [mm2] è l’area di base della tamponatura, con: o s è lo spessore della tamponatura comprensivo anche delle parti non aventi funzione resistente (intonaco, isolamento, ecc.) o L è la lunghezza della tamponatura; γm [N/mm3] è il peso per unità di volume della tamponatura; E=1000∙fk [N/mm2] è il modulo elastico della tamponatura, con: o fk [N/mm2] è resistenza caratteristica a compressione della tamponatura (vedi Tab. 11.10.VI D.M. 2018); I [mm4] è il momento di inerzia della tamponatura rispetto all’asse baricentrico ortogonale alla forza Fa; g [mm/s2] è l’accelerazione di gravità. T1 è il periodo fondamentale di vibrazione della costruzione nella direzione considerata; z è la quota del baricentro dell’elemento non strutturale misurata a partire dal piano di fondazione (cfr. § 3.2.2 D.M. 2018) (pari sempre a 0 nel caso di strutture con isolamento sismico); H è l’altezza della costruzione misurata a partire dal piano di fondazione; a, b, ap sono parametri definiti in accordo con il periodo fondamentale di vibrazione della costruzione (T1) (cfr. Tab. C7.2.II Circ. 2019).

Parametri a, b, ap in accordo con il periodo di vibrazione della costruzione T1 (cfr. Tab. C7.2.II Circ. 2019) T1< 0,5 s 0,5 s ≤ T1< 1,0 s T1 ≥ 1,0 s

a 0,8 0,3 0,3

b 1,4 1,2 1,0

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ap 5,0 4,0 2,5

Nel caso in cui l’elemento non strutturale sia costituito da una parete muraria che realizza un tamponamento di una struttura sismo-resistente intelaiata, è possibile utilizzare le formulazioni riportate nel seguente paragrafo.

Formulazi mulazione pareti muraturap aturaporta ortante For mulazi one per p areti in mur aturap orta nte Nel presente paragrafo si riportano le formulazioni semplificate, per pareti murarie, presenti nel D.M. 2018. Il D.M. 2018 consente di effettuare la verifica fuori piano di pareti murarie portanti assumendo un fattore di comportamento qa = 3 ed un coefficiente sismico (cfr. § 7.8.1.5.2 D.M. 2018):    z  Sa =  S 1,5 1 + − 0,5   S    H  

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