Title | 018 costi - slide 18 |
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Author | Marta Baccolo |
Course | Economia Aziendale |
Institution | Università degli Studi di Parma |
Pages | 18 |
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slide 18...
Economia Aziendale - FOOD
DIPARTIMENTO DI SCIENZE ECONOMICHE E AZIENDALI
Economia Aziendale Corso di laurea in Sistema Alimentare, Sostenibilità, Management e Tecnologie (FOOD)
La classificazione dei costi in funzione del loro comportamento
Marco Ferretti 04 novembre 2019
Gli argomenti del capitolo 2
• Capire che cosa influenza l’ammontare dei costi e come le decisioni di volume influenzano tale ammontare • Costi variabili • Costi fissi (impegnati e discrezionali) • Costi semivariabili • Costi a gradino
• La relazione fra il costo unitario e il volume Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Marco Ferretti
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Economia Aziendale - FOOD
IL CONCETTO DI COSTO Con il termine COSTO si vuole indicare il valore degli investimenti effettuati per l’acquisto dei fattori produttivi impiegati per l’ottenimento di un determinato oggetto di costo
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L’analisi dei costi serve a: - Decidere come utilizzare le risorse scarse - Controllare la gestione - Definire obiettivi - Valutare la sostenibilità di un progetto Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
IL CONCETTO DI COSTO Il concetto di costo può essere riferito a diverse entità:
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fattore produttivo: costo elementare attività produttiva: costo di processo produttivo risultato fisico-tecnico parziale di una attività: costo di prodotto
Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Marco Ferretti
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Economia Aziendale - FOOD
IL CONCETTO DI COSTO 5
I principali impieghi del sistema di contabilità dei costi, relativamente a diversi campi ed aree di decisione manageriale: • le scelte di definizione della struttura produttiva (ristrutturazione, ampliamento ed altre modifiche strutturali), dette anche scelte di investimento; • le decisioni concernenti l’eliminazione o il mantenimento di un ramo aziendale; • le decisioni di marketing mix; • le scelte di make or buy. Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
LA VARIABILITA’ DEI COSTI 6 La variabilità dei costi relativi all’oggetto prescelto si determina, in generale, a seguito dell’effetto su di essi, di fattori determinanti di costo (cost driver).
Il volume di produzione rappresenta il più classico tra i possibili driver della variabilità dei costi aziendali. Si possono avere così: costi variabili: proporzionali, progressivi, degressivi;
costi fissi; costi misti: semivariabili, a scalini Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Marco Ferretti
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Economia Aziendale - FOOD
LA VARIABILITA’ DEI COSTI 7
COSTO VARIABILE PROPORZIONALE E COSTO FISSO COSTI
INTERVALLO DI RILEVANZA
VOLUME DI ATTIVITÀ
Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
LA VARIABILITA’ DEI COSTI 8
COSTI DEGRESSIVI
COSTI
COSTI PROGRESSIVI
INTERVALLO DI RILEVANZA
COSTI
INTERVALLO DI RILEVANZA
VOLUME DI ATTIVITÀ
VOLUME DI ATTIVITÀ
Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Marco Ferretti
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Economia Aziendale - FOOD
LA VARIABILITA’ DEI COSTI COSTI MISTI 9
COSTI A SCALINI
COSTI SEMIVARIABILI C=K+v*Q COSTI
COSTI
QUOTA VARIABILE
QUOTA FISSA
VOLUME DI ATTIVITÀ
VOLUME DI ATTIVITÀ
Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Costi classificati in base al comportamento: i costi variabili Al crescere dei volumi di output crescono i costi complessivi. Come? Costo totale
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Costo variabile unitario (cvu) = 4
€ 1.000 800 600 -
variabile CT= cvu × X
400 200 0 -
| 50
| 100
| 150
| 200
| 250
Volume Per rappresentare il comportamento dei costi si utilizzano i diagrammi costo-volume Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Marco Ferretti
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Economia Aziendale - FOOD
I costi variabili Costo cerchi in lega
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1.200 800 400
1.000
2.000
3.000
Fiat punto/mese (prodotte e vendute)
Costo provvigioni (10% ricavi)
• Deve essere chiaro l’output o l’attività il cui livello determina l’ammontare del costo
1.000 800
• Il costo complessivo è variabile in modo proporzionale perché il costo unitario è costante
400 200
2.000
4.000
8.000
10.000 Ricavi
Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Le determinanti dei costi variabili e le unità di misura •
Costo del venduto
unità vendute
•
Costi di spedizione
unità vendute
•
Provvigioni
ricavi
•
Materiali diretti
unità prodotte
•
Assistenza
letti occupati
•
Manodopera
ore lavorate
•
Forza motrice
ore funzionamento impianti
•
Carburante
km percorsi, ore volo
•
Assistenza tecnica
ore di servizio prestate
•
Spese di viaggio
km percorsi …
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Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Marco Ferretti
6
Economia Aziendale - FOOD
Le determinanti dei costi variabili e le unità di misura 13
•
Costo del venduto
unità vendute
•
Costi di spedizione
unità vendute
•
Provvigioni
ricavi
•
Materiali diretti
unità prodotte
•
Assistenza
letti occupati
•
Manodopera
ore lavorate
•
Forza motrice
ore funzionamento impianti
•
Carburante
km percorsi, ore volo
•
Assistenza tecnica
ore di servizio prestate
•
Spese di viaggio …
km percorsi …
Non si tratta solo delle quantità vendute o prodotte
Unità di misura dell’attività Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Costi classificati in base al comportamento: i costi fissi Costi fissi = 300
Costo totale
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Possono modificarsi nel tempo, ma non a seguito di cambiamenti di attività
€ 1.000 800 -
CT= CFT
600 -
Fissi
400 200 0 -
| 50
| 100
| 150
| 200
| 250
Volume
Due tipi di costi fissi: 1. costi impegnati; 2. costi discrezionali Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Marco Ferretti
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Economia Aziendale - FOOD
I costi fissi come: 1. costi impegnati (rendono disponibile una determinata capacità) Costi fissi Assicurazione Tassa di proprietà Stipendio autista Ammortamento mezzo
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Intervallo di rilevanza
240.000 €
120.000 €
60.000 €
120.000
240.000
360.000
Km annui di percorrenza
Comportamento dei costi fissi di un piccolo operatore logistico Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
I costi fissi come: 1. costi impegnati (rendono disponibile una determinata capacità) 16
Esempio. Nella primavera del 2004 l’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna ha interrotto l’attività per circa due mesi per rendere possibile l’allungamento della pista e aprire così il traffico ad aeromobili di grande dimensione operanti su lunghe tratte intercontinentali. L’arresto delle attività ha comportato un rilevante calo dei ricavi (circa 10 milioni di euro), ma una modesta riduzione dei costi (circa 2 milioni di euro), trattandosi di costi in maggior parte impegnati. Costi impegnati nella struttura tecnica e organizzativa
Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Marco Ferretti
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Economia Aziendale - FOOD
I costi fissi come: 1. costi impegnati (rendono disponibile una determinata capacità) 17
Caratteristiche dei costi impegnati: 1. Si riferiscono a risorse che sono normalmente adeguate al fabbisogno con frequenza relativamente bassa (medio/lungo periodo) 2. Non possono essere ridimensionati senza compromettere significativamente la prestazione economica dell’azienda Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
I costi fissi come: 2. costi discrezionali 18
•
•
Sono costi derivanti da decisioni che il management rinnova periodicamente. Al contrario di quelli impegnati: –
sono relativi a risorse che possono essere adeguate al fabbisogno all’interno di orizzonti temporali brevi
–
possono essere significativamente ridimensionati senza mettere a repentaglio nel breve periodo la sopravvivenza dell’impresa
Come classificare il costo della manodopera diretta? •
Pubblicità
•
Formazione del personale
•
…
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Marco Ferretti
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Economia Aziendale - FOOD
Costi classificati in base al comportamento: costi semivariabili Costi fissi = 100
Il prefisso “semi” significa parzialmente variabile, non variabile al 50%
Costo variabile unitario = 2
Costo totale
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€ 1.000 800 CT= CFT + cvu × X
Semivariabile
600 400 200 0 -
| 50
| 100
| 150
| 200
| 250
Volume Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
La relazione tra i costi totali e il volume € 2.000 -
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1.800 -
y=ax + b
1.600 -
Costi fissi= 300 Costi variabili= 4xX Costi semivariabili= 100 + (2 x X)
1.400 1.200 -
Cvariabili T = (4+2) x X
1.000 800 600 400 -
Fissi
Cfissi T = 300 + 100
200 0 -
| 50
| 100
| | 150 200 Volume (X)
| 250
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Marco Ferretti
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Economia Aziendale - FOOD
La relazione tra il costo medio unitario di prodotto e il volume cvu = 6 CFT = 400 € 12 11 -
Costo unitario = Costo totale/Volume € 10,00 = € 1.000/100 €8,00 = € 1.600/200 €7,00 = €2.800/400 €6,40 = €6.400/1000 €6,20 = €12.400/2000
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10 9 8 7 6 1 0 -
100 200
400
1.000
2.000
Volume (unità) Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
La relazione tra il costo unitario e il volume • I costi unitari hanno significato solo in relazione a uno specifico volume
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• Decidere sulla base del costo medio unitario può pertanto essere fuorviante • E’ conveniente calcolare come si modificheranno i costi totali e non, invece, utilizzare i costi unitari pieni moltiplicandoli per i cambiamenti previsti di output • Il costo unitario pieno non è, per questi stessi motivi, il costo marginale Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Marco Ferretti
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Economia Aziendale - FOOD
Comportamento dei costi fissi e variabili Ammontare totale Il costo variabile complessivo Variabili aumenta (o si riduce) in proporzione al livello di attività Nell’intervallo di rilevanza i costi fissi Fissi non cambiano al modificarsi del livello di attività
Ammontare su base unitaria
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Il costo variabile rimane costante su base unitaria
I costi fissi su base unitaria si riducono al crescere del volume di attività e viceversa
Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Le ipotesi implicite nei diagrammi costo-volume 24
1. L’intervallo di rilevanza 2. Il periodo temporale di rilevanza 3. Il contesto
Occorre avere consapevolezza di queste ipotesi! Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
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Economia Aziendale - FOOD
1. L’intervallo di rilevanza 25
Intervallo di rilevanza
€ 2.000 -
Costo totale: CFT + (cvu x V)
Costo
1.600 1.200 800 cvu 400 -
Componente fissa
CFT 0 -
50
100
150
200
250
Volume (V) Limite inferiore
Limite superiore
Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
1. L’intervallo di rilevanza • E’ l’intervallo di attività o di volume all’interno del quale si suppone valida una specifica relazione fra il livello di attività/volume e il costo • Se i costi fissi annuali di un reparto che assembla biciclette sono € 94.500 e rimanessero gli stessi all’interno del volume di produzione da 1.000 a 2.000 unità, allora: – l’intervallo da 1.000 a 2.000 biciclette sarebbe l’intervallo di rilevanza di CFT = 94.500 • Se la domanda annuale di biciclette aumentasse e l’impresa dovesse assemblare più di 2.000 biciclette, allora dovrebbe disporre di maggiori risorse impegnate sostenendo costi fissi totali più alti
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Marco Ferretti
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Economia Aziendale - FOOD
2. Il periodo temporale di rilevanza L’ammontare dei costi fissi e variabili dipende dall’intervallo temporale al quale si riferisce la valutazione Intervallo breve:
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Quasi tutti i costi non sono modificabili (sono impegnati)
Intervallo medio/lungo:
Molti costi sono non modificabili, ma molti sono flessibili (adattabili)
Intervallo lungo:
L’ammontare di quasi tutti i costi è flessibile al fabbisogno
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3. Il contesto ambientale 28
Cause diverse dal volume che possono incidere sull’ammontare dei costi: • Inflazione dei prezzi dei materiali diretti • Cambiamenti della tecnologia e dei processi produttivi • Cambiamenti dei contratti di lavoro …
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Economia Aziendale - FOOD
I costi viscosi (sticky) 29 € 1.000
Costo totale
8000
600
400 volume attuale 200
50
100
150
200
250
300
350 Volume
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Le ipotesi di linearità 30
• L’ipotesi di linearità non è alcune volte valida: – costi con comportamento curvilineo – costi viscosi –…
• E’ possibile ricorrere ad approssimazioni lineari per singoli segmenti curvilinei, ciascuno con il proprio intervallo di rilevanza • Più comune delle rappresentazioni curvilinee è la rappresentazione dei costi a gradino
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Costi classificati in base al comportamento: i costi a gradino
Costo
Incremento di capacità
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Costo aggiuntivo
Volume • Risorse acquisibili solo in quantità discrete • Si “nascondono” spesso dietro i costi fissi
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La stima della relazione costo-volume Scopo: calcolare i costi fisi totali e il costo variabile unitario
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dell’equazione: CT = CFT + cvu × X •
Valutazione soggettiva (valutazione attraverso il giudizio) • la valutazione richiesta riguarda il futuro (dati storici non rilevanti o non disponibili) • non è opportuno applicare metodi più costosi • è spesso un’applicazione “conto-per-conto”
•
Valutazione statistica (regressione lineare) Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Marco Ferretti
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Economia Aziendale - FOOD
Regressione lineare 33
€ 2.000 -
dicembre
?
agosto maggio settembre
Costo
1.500 -
ottobre
luglio
1.000 y=a+bxX
500 0 -
200
400
600 800
1.000 1.200 1.400
Volume
Eliminare preliminarmente eventuali outlier (valori atipici) Marco Ferretti – Economia Aziendale (Corso di laurea in Food Management)
Problemi con le stime statistiche 34
• Si rilevano relazioni passate tra costi e volume. Le ipotesi operative future potrebbero però essere diverse
2013
Costi
2014 2011 2012 2010
Ricavi
• I ricavi potrebbero non essere una misura adeguata di volume: la retta potrebbe mostrare l’effetto di prezzi crescenti, non invece la relazione tra costi e volumi in un certo momento
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Marco Ferretti
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Economia Aziendale - FOOD
Problemi con le stime statistiche Costi effettivi costanti all’interno di ciascun periodo
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Costo
• I costi non sono semivariabili all’interno di ciascun periodo, sono fissi
2003
2004 2005
2006
2007
• Non trarre deduzioni sul comportamento dei costi nel breve ricorrendo ad analisi di regressione che abbiano a riferimento il lungo periodo
Ricavi
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Marco Ferretti
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