7 Costi PDF

Title 7 Costi
Author Dari Mac
Course Microeconomia
Institution Università degli Studi di Genova
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COSTI 1. Dati i prezzi degli input e la solita strategia di un’impresa che massimizza i profitti, la produzione efficiente si verifica in corrispondenza del A. più elevato isoquanto Q per un dato isocosto C. B. più basso isoquanto Q per un dato isocosto C. C. più alto isocosto C per un dato isoquanto Q. D. più basso isocosto C per un dato isoquanto Q. 2. Un’impresa che vuole produrre un dato livello di Q0 al costo più basso possibile A. sceglierà la combinazione di fattori in corrispondenza della quale una retta di isocosto è tangente all’isoquanto Q0. B. sceglierà la combinazione di fattori in corrispondenza della quale una retta di isocosto è al di sopra dell’isoquanto Q0. C. sceglierà la combinazione di fattori in corrispondenza della quale una retta di isocosto è al di sotto dell’isoquanto Q0. D. sceglierà di produrre a un livello al quale i costi variabili sono inferiori o pari ai costi fissi. 3. Quando i costi sono al livello minimo, A. il rapporto MPL/MPK < Prezzo L/Prezzo K. B. MPL= MPK. C. l’output aggiuntivo che si ottiene dall’ultimo euro speso per un fattore deve essere lo stesso per tutti gli input. D. Prezzo L = Prezzo K. 4. Per una data impresa, quando il rapporto fra prodotto marginale è prezzo degli input è diverso per i vari input, A. il mercato correggerà il prezzo degli input con prezzo maggiore. B. sarà sempre possibile effettuare una sostituzione che consenta di risparmiare sui costi a favore dell’input con il più basso rapporto MP/P (fatta eccezione per il caso delle soluzioni d’angolo). C. sarà sempre possibile effettuare una sostituzione che consenta di risparmiare sui costi a favore dell’input con il più alto rapporto MP/P. D. il mercato correggerà il prezzo degli input con prezzo minore. 5. La ghiaia viene prodotta a mano in Nepal, ma a macchina negli Stati Uniti A. per il fatto che il prodotto marginale del lavoro è più elevato in Nepal che negli Stati Uniti. B. per il fatto che il capitale è molto più economico negli Stati Uniti che in Nepal. C. a causa delle preferenze dei consumatori. D. per il fatto che i prezzi rispettivi di lavoro e capitale sono molto diversi nei due paesi.

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COSTI

6. Supponiamo che per produrre l’output vengano utilizzati sia lavoro sia capitale. Nel lungo periodo, se il tasso dei salari aumenta, mentre quello di affitto del capitale rimane invariato, A. il processo diventerà ad uso più intensivo di lavoro. B. il processo diventerà ad uso più intensivo di capitale. C. entreranno in gioco le forze di mercato per riportare i prezzi alle loro relazioni precedenti. D. il prodotto marginale del capitale aumenterà e il prodotto marginale del lavoro diminuirà. 7. I costi totali vengono scomposti in due componenti: A. costo medio e costo marginale. B. costo medio e costo fisso. C. costo variabile e costo marginale. D. costo variabile e costo fisso. 8. Una volta che si entra nell’area dei rendimenti decrescenti, A. il costo variabile aumenta a un tasso decrescente. B. il costo variabile aumenta a un tasso crescente. C. il costo variabile diminuisce a un tasso decrescente. D. il costo variabile diminuisce a un tasso crescente. 9. La curva del costo totale fisso A. varia al variare del livello di output. B. ha pendenza negativa. C. è semplicemente una linea orizzontale. D. è semplicemente una linea verticale. 10. Il costo totale di breve periodo di un output zero è pari A. al costo variabile. B. al costo fisso. C. a zero. 2

COSTI D. al costo variabile più il costo fisso. 11. La distanza verticale fra le curve del costo totale variabile e del costo totale A. è in ogni punto pari a zero. B. è in ogni punto pari al costo marginale. C. è in ogni punto pari al costo totale fisso. D. aumenta a un tasso decrescente. 12. La distanza verticale fra le curve del costo medio variabile e del costo medio totale A. è in ogni punto pari ai costi totali fissi. B. è in ogni punto pari al costo marginale. C. aumenta a un tasso decrescente. D. diminuisce all’aumentare della quantità. 13. La curva del costo totale A. è una linea orizzontale. B. aumenta a un tasso decrescente a causa dei rendimenti decrescenti. C. è parallela alla curva del costo totale fisso. D. è parallela alla curva del costo totale variabile e al di sopra di essa. 14. Il costo variabile di zero unità di output è pari A. al costo totale. B. al costo totale fisso. C. a zero. D. a uno. 15. L’output di un semplice processo produttivo è dato da Q = 2KL, dove K indica il capitale ed L indica il lavoro. Il prezzo del capitale è € 25 per unità e il capitale è fisso a 8 unità nel breve periodo. Il prezzo del lavoro è di € 5 per unità. Qual è il costo totale di produzione di 80 unità di output? A. € 525. B. € 200. C. € 233. D. € 225. 16. L’output di un semplice processo produttivo è dato da Q = 2KL, dove K indica il capitale ed L indica il lavoro. Il prezzo del capitale è € 25 per unità e il capitale è fisso a 8 unità nel breve periodo. Il prezzo del lavoro è di € 5 per unità. Qual è il costo variabile di produzione di 80 unità di output? A. € 200. B. € 33. C. € 25. D. € 85. 17. Il costo medio fisso A. è una linea orizzontale. B. aumenta costantemente all’aumentare dell’output. C. diminuisce costantemente all’aumentare dell’output. D. presenta rendimenti decrescenti. 3

COSTI 18. La pendenza di un raggio che parte dall’origine verso un punto sulla curva del costo totale è A. il costo medio fisso di produzione del corrispondente livello di output. B. il costo medio totale di produzione del corrispondente livello di output. C. il costo marginale di produzione del corrispondente livello di output. D. il costo variabile di produzione del corrispondente livello di output. 19. Il costo medio variabile è A. il rapporto fra il costo totale variabile e la quantità di output prodotto. B. il rapporto fra costo variabile e costo totale. C. il rapporto fra costo variabile e costo fisso. D. la differenza fra costo variabile e costo fisso. 20. Il costo marginale si definisce come A. il tasso al quale il costo medio varia al variare dell’output. B. il tasso al quale il costo totale variabile varia al variare dell’output. C. il tasso al quale il costo fisso varia al variare dell’output. D. il costo totale meno il costo variabile. 21. Dal punto di vista geometrico, il costo marginale per ciascun livello di output può essere interpretato come la pendenza A. del raggio che va verso la curva totale di costo per ciascun livello di output. B. della curva del costo medio variabile a quel livello di output. C. della curva del costo totale a quel livello di output. D. dell’isoquanto a quel livello di output. 22. Quando il costo marginale è maggiore del costo medio totale, A. il costo medio totale deve aumentare all’aumentare dell’output. B. il costo medio variabile deve diminuire al diminuire dell’output. C. il costo medio fisso deve aumentare all’aumentare dell’output. D. il costo marginale deve aumentare all’aumentare dell’output. 23. Quando il costo marginale è inferiore al costo medio totale, ______ all’aumentare dell’output A. il costo medio totale deve aumentare B. il costo medio variabile deve diminuire C. il costo medio fisso deve aumentare D. il costo medio totale deve diminuire 24. La produzione di un’unità addizionale il cui costo marginale supera il costo medio totale sostenuto fino a quel momento produce l’effetto di A. far aumentare il costo fisso. B. far aumentare il costo medio. C. far diminuire il costo medio. D. far diminuire il costo totale. 25. Per dividere una data produzione fra due processi produttivi in modo tale da produrla al costo più basso possibile, si dovrebbe produrre l’output al livello in cui A. i costi medi sono pari per entrambi i processi. 4

COSTI B. il costo medio è pari al costo marginale per entrambi i processi. C. i costi marginali sono pari per entrambi i processi. D. i costi marginali sono almeno pari al costo medio totale in ciascun processo. 26. Il costo totale di lungo periodo di un output zero è pari A. al costo variabile. B. al costo fisso. C. a zero. D. al ricavo marginale del prodotto lavoro. 27. I mercati caratterizzati da costi medi di lungo periodo decrescenti spesso prendono il nome di A. concorrenza perfetta. B. diseconomie di scala. C. monopoli naturali. D. organizzazioni no-profit. 28. La curva del costo marginale ha pendenza verso l’alto a causa A. dei rendimenti di scala crescenti. B. dei rendimenti di scala decrescenti. C. dei rendimenti decrescenti. D. dei rendimenti di scala costanti. 29. La funzione di costo totale fisso A. è orizzontale. B. ha forma a U. C. è una linea con pendenza verso l’alto. D. è una linea con pendenza verso il basso. 30. La curva del costo medio fisso A. ha sempre pendenza verso il basso. B. ha forma a U. C. è una linea orizzontale. D. è la stessa della curva del costo totale fisso. 31. l costo medio totale è pari a A. AVC – AFC. B. FC/Q. C. (TFC + TVC)/Q. D. MC + AFC. 32. Il costo marginale è pari a

ΔTC A. ΔQ . ΔVC B. ΔQ . C. FC/Q. 5

COSTI D. VC/Q.

33. Se la curva del costo totale variabile è una linea retta, allora A. anche la curva del costo totale sarà una linea retta. B. la curva del costo totale potrebbe o non potrebbe essere una linea retta. C. la funzione di costo marginale ha pendenza verso il basso. D. la funzione di costo marginale ha pendenza verso l’alto. 34. Se la curva del costo variabile è una linea retta, allora A. la curva del costo marginale avrà forma a U. B. la curva del costo marginale potrebbe avere forma a U. C. la curva del costo marginale sarà orizzontale. D. la curva del costo marginale ha pendenza verso l’alto. 35. Poniamo che TC(Q) = 10 + Q; MC è pari a A. 10. B. 1. C. 11. D. Non è possibile determinarlo sulla base delle informazioni fornite. 36. Poniamo che la curva del costo totale sia data dall’equazione TC(Q) = 20 + 5Q. La curva del costo variabile può essere espressa come A. 20 + 5Q. B. 20. C. 5Q. D. 5. 37. Poniamo che la curva del costo totale sia data dall’equazione TC(Q) = 6Q. La curva del costo fisso può essere espressa come A. 6. B. 6Q. C. 0. D. Non è possibile determinarlo sulla base delle informazioni fornite. 38. Poniamo che la curva del costo totale sia data dall’equazione TC(Q)= 5 + Q. La curva del costo medio totale può essere espressa come A. (1/Q) + 5. B. (5/Q) + 1. C. 5. D. Q. 39. Poniamo che la curva del costo totale sia data dall’equazione TC(Q) = 10 + 5Q. Il costo medio variabile può essere espresso come A. 10. B. (10/Q) + 5. 6

COSTI C. 10 + (5/Q). D. Non è possibile determinarlo. 40. In presenza di rendimenti di scala costanti e prezzi dei fattori che non variano al variare della quantità di fattori utilizzati, il sentiero di espansione dell’output di lungo periodo è A. orizzontale. B. una linea retta. C. a forma a U. D. zero. 41. Supponiamo di avere i seguenti valori per un processo produttivo di breve periodo: Q = 20, VC = 100, FC = 600 ed MC = 40. Sulla base di ciò, sappiamo che A. la curva del costo medio deve essere crescente. B. la curva del costo medio deve essere decrescente. C. la curva del costo marginale deve essere crescente. D. la curva del costo marginale deve essere decrescente. Utilizza le seguenti informazioni per rispondere alle prossima domanda. L’output di un semplice processo produttivo è dato da Q = KL, dove K indica il capitale ed L indica il lavoro. Il prezzo del lavoro è pari a € 10 per unità e il prezzo del capitale è pari a € 2 per unità. 42. Supponiamo che all’attuale livello di produzione l’impresa minimizzi i costi e che il prodotto marginale del lavoro sia 10. Sulla base di ciò, sai che il prodotto marginale del capitale deve essere A. 5. B. 2. C. 10. D. Non è possibile dirlo a partire dalle informazioni fornite. 43. Supponiamo che l’output di un semplice processo produttivo sia dato da Q = K + L, dove K indica il capitale ed L il lavoro. Il prezzo del lavoro è € 2 per unità e il prezzo del capitale è € 4 per unità. Quali sarebbero i costi minimi di produzione di 10 unità di output? A. € 40. B. € 20. C. € 10. D. Non è possibile dirlo a partire dalle informazioni fornite. 44. La scala minima efficiente di produzione è il livello di produzione necessario perché A. la curva media di lungo periodo raggiunga il suo livello minimo. B. la curva del costo variabile raggiunga il suo livello minimo. C. la curva del costo marginale raggiunga il suo livello minimo. D. la curva del costo medio raggiunga il suo livello minimo. 45. Si supponga che il lavoro sia l’unico input variabile nel processo produttivo. Se il costo marginale è decrescente, cosa possiamo dire della produttività arginale del lavoro? A. non possiamo dire nulla B. la produttività marginale del lavoro è crescente. C. la produttività marginale del lavoro è decrescente. 7

COSTI D. la produttività marginale del lavoro è costante. 46. Se la funzione del costo totale è TC = 10Q3 – 50Q2 + 1000Q + 500, qual è l’equazione per ATC? ATC = 10Q2 – 50Q + 1000 + 500/Q.

47. Se la funzione del costo totale è TC = 10Q3 – 50Q2 + 1000Q + 500, qual è l’equazione per MC? MC = 30Q2 – 100Q + 1000. 48. Se la funzione del costo totale è TC = 10Q3 – 50Q2 + 1000Q + 500, qual è l’equazione per AFC? AFC = 500/Q. 49. Se la funzione del costo totale è TC = 10Q3 – 50Q2 + 1000Q + 500, qual è l’equazione per AVC? AVC = 10Q2 – 50Q + 1000. 50. Se la funzione del costo totale è 10Q3 – 5Q2 + 1000 Q = 500, in corrispondenza di quale output AVC = MC? MC interseca AVC al suo livello minimo per cui la risposta può essere ricavata prendendo la derivata prima di AVC (20Q – 50) e ponendola pari a 0. La soluzione è 2,5. (alternativamente si possono derivare le due funzioni di costo AVC ed MC, eguagliarle e risolvere per Q) 51. Perché il costo medio variabile raggiunge il suo livello minimo prima che il costo medio totale raggiunga il suo minimo? Il costo medio variabile viene abbassato dai costi marginali che sono inferiori al costo medio variabile. Il costo medio totale viene abbassato dallo stesso fattore più la dispersione dei costi fissi su una quantità maggiore di output. Il secondo fattore fa sì che il costo medio totale continui diminuire dopo che il costo medio variabile comincia ad aumentare fino a quando il costo medio totale non è pari al costo marginale. 52. Il sentiero di espansione di un’impresa è sempre rettilineo? No. Se è rettilineo significa che l’impresa utilizza capitale e lavoro sempre nella stessa proporzione.

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COSTI 53. Si rappresenti graficamente una situazione di equilibrio in cui l’impresa minimizza i costi di produzione e si mostrino sul grafico le conseguenze sull’equilibrio e sulla funzione di costo totale di un aumento del prezzo del capitale (L sulle ascisse, K sulle ordinate).

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COSTI 54. Si rappresenti graficamente una situazione di equilibrio in cui l’impresa minimizza i costi di produzione e si mostrino sul grafico le conseguenze sull’equilibrio di un aumento del prezzo del lavoro (L sulle ascisse, K sulle ordinate).

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COSTI 55. Si ripeta l’esercizio precedente per una funzione di produzione a proporzioni fisse.

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COSTI 56. Si rappresenti graficamente il sentiero di espansione dell’impresa nel caso di input normali.

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COSTI 57. Si rappresenti graficamente il sentiero di espansione dell’impresa nel caso di un input inferiore. Possono entrambi gli input essere inferiori?

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COSTI 58. Si rappresenti graficamente una situazione di equilibrio dove l’impresa sta minimizzando i costi di produzione di un certo livello di output. Si disegni inoltre la curva di domanda di lavoro. Si mostrino graficamente gli effetti di un aumento del prezzo del lavoro a parità di output e gli effetti di un aumento dell’output a parità di prezzo del lavoro.

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COSTI 59. Si illustrino graficamente i sentieri di espansione dell’impresa nel breve e nel lungo periodo.

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COSTI 60. Si illustrino graficamente gli effetti di una variazione equiproporzionale dei prezzi degli input sulla combinazione ottimale di inputs che minimizza i costi e si illustrino gli effetti sulla funzione di costo totale.

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COSTI 61. Si illustri graficamente la relazione tra costi totali di breve e lungo periodo.

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COSTI 62. Si illustrino graficamente le curve di costo medio, marginale e totale evidenziando le opportune corrispondenze.

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COSTI 63. Nella figura sottostante sono mostrate le curve di costo medio di lungo periodo AC(Q) e le curve di costo medio di breve periodo SAC1(Q), SAC2(Q) e SAC3(Q) corrispondenti a tre diverse e crescenti dimensioni di impianto K3>K2>K1. La dimensione di impianto che permette all’impresa di minimizzare i costi di produzione per produrre 1 milione di televisori è k 1, per 2 milione di televisori è k2, per 3 milione di televisori è k3. Che cosa rappresenta il punto C? Vi sono economia di scala in questo tratto? Come è la produttività marginale del lavoro?

C rappresenta i costi che l’impresa sosterrebbe se producesse 2 milioni di televisori con una dimensione di impianto pari a k1. Gli elevati costi (110€) di breve periodo potrebbe riflettere una riduzione della produttività marginale del lavoro perché troppi lavoratori sarebbero costretti ad affollare un piccolo impianto. Se l’impresa volesse raggiungere il costo medio minimo di produzione di 2 milioni di televisori (35€) dovrebbe aumentare la dimensione di impianto a k2. 64. Quali sono i fattori che fanno spostare nel piano le curve di costo totale, medio e marginale? Variazioni della tecnologia, variazioni nei prezzi degli input, dimensione di impianto (nel caso di curve di breve periodo). 65. Un’impresa attiva in un’industria concorrenziale ha una funzione del costo totale data da 19

COSTI C= 50 + 4q + 2q2 e una funzione del costo marginale data da C’ = 4 + 4q. Al prezzo di mercato dato, €20, l’impresa produce 5 unità. Sta massimizzando il profitto? Quale quantità dovrebbe produrre nel lungo periodo? Se l'impresa massimizza il profitto, allora il prezzo è uguale al costo marginale. P = C' significa 20 = 4 + 4q, ovvero q = 4. L'impresa non sta massimizzando il profitto; sta producendo troppo. L'attuale livello di profitto è π = Pq − C = 20(5) − (50 + 4(5) + 2(5)2) = −20, mentre il profitto massimo è π = 20(4) − (50 + 4(4) + 2(4)2) = −18. In assenza di variazioni del prezzo del prodotto e della struttura di costo dell'impresa, nel lungo periodo l'impresa dovrebbe produrre q = 0 unità, perché al livello di produzione per il quale il prezzo è uguale al costo marginale, il profitto economico è negativo. L'impresa dovrebbe uscire dal mercato 66. Supponiamo che la stessa impresa abbia una funzione di costo data da C (q) = 4q2 + 16. a. Determinate costo variabile, costo fisso, costo medio, costo medio variabile e costo medio fisso (suggerimento: il costo marginale è C’ = 8q). Il costo variabile è la parte del costo totale che dipende da q (quindi CV = 4q2) e il costo fisso è la parte del costo totale che non dipende da q (quindi CF = 16). b. Tracciate in un grafico le curve del costo medio, del costo marginale e del costo medio variabile. La curva del costo medio è a forma di U. Il costo medio è relativamente alto all'inizio perché l'impresa non può distribuire il costo fisso su molte unità di prodotto. Quando la produzione aumenta il costo medio fisso cala rapidamente, determinando una rapida diminuzione del costo medio. Il costo medio a un certo punto inizia a salire, perché il costo medio fisso diventa molto piccolo e il costo medio variabile cresce al crescere di q. In questo esempio C' e CMV sono entrambi lineari e passanti per l'origine. Il costo medio variabile è sempre inferiore al costo medio. Il costo marginale è sempre maggiore del costo medio variabile. Se il costo medio aumenta, allora il costo marginale deve essere superiore a quello medio. La curva del costo marginale interseca quella del costo medio nel punto di minimo di quest'ultima, in corrispondenza della quantità 2 dove C' e CM sono uguali a €16.

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COSTI

c. Individuate il livello di produzione che minimizza il costo medio. Il costo medio minimo si ha alla quantità per cui C' è uguale a CM: q=2 d. Per quale i...


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