10. Le anime morte- analisi PDF

Title 10. Le anime morte- analisi
Author Giulia Saletti
Course Letteratura russa II
Institution Università degli Studi Roma Tre
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Summary

Rissunto analisi e appunti sull'opera di Gogol, per esame di Letteratura russa II (prof.ssa L.Piccolo)...


Description

“Le anime morte” (N. Gogol) INTRODUZIONE 

Genesi dell’opera

Gogol lavora per diversi anni alla stesura di “Le anime morte”. È intenzionato a scrivere un grande poema sulla Russia, suddiviso in 3 parti. La prima parta avrebbe dovuto raffigurare la situazione storica e sociale dell’epoca, evidenziando il cinismo e gli aspetti negativi dei protagonisti. La seconda parte avrebbe dovuto mettere in scena i personaggi positivi, allo scopo di sottolineare uno sforzo comune per una Russia migliore. la terza parte, infine, doveva essere dedicata all’immagine della Russia ideale. Nonostante questo progetto epico, solo la prima parte e alcuni frammenti della seconda sono giunti a noi. Gogol, infatti, in preda una crisi devastante, decide di bruciare i nuovi capitoli dell’opera. L’idea del romano gli viene suggerita dall’amico Puskin nel 1835 ed è tratta da un fatto di cronaca. Gogol lavora alla stesura della prima parte tra la Germania, la Francia e la Svizzera, ma è soprattutto a Roma che il primo libro vede la luce nel 1840. Dopo essere stata sottoposta alla censura, viene deciso un nuovo titolo: “Le avventure di Cicikov ovvero le anime morte”, questo per addolcire quel “anime morte” sul quale pende un sospetto di allusione religiosa eterodossa. Negli anni successivi Gogol riprende a lavorare al secondo libro, ma nel 1845, afflitto da problemi economici, brucia ciò che aveva scritto. Negli anni successivi si rimette all’opera, alternando momenti di fervida creatività a momenti di depressione acuta. La notte tra l’11 e il 12 febbraio 1852, dieci giorni prima della sua morte, Gogol, in presa a una forte crisi e in condizioni di salute disastrose, brucia nuovamente ciò che aveva scritto del secondo libro. Nel 1855 il secondo libro, incompleto, viene pubblicato da suo nipote. Della seconda parte si conservano solo 4 capitoli con l’aggiunta di un ulteriore estratto, noto come “capitolo conclusivo”. 

Sinossi

Un bel giorno, nel capoluogo del governatorato di N, giunge un forestiero, il consigliere di collegio Pavel Ivanovic Cicikov. Arriva con l’intento di acquistare a buon mercato delle “anime morte”, vale a die dei contadini servi della gleba, detti appunti anime, già defunti, ma che risultano ancora vivi nei registri dei loro proprietari. I registri, infatti, venivano aggiornati dopo ogni censimento, che avveniva a distanza di parecchi anni, e fino a quel momento i proprietari terrieri avevano l’obbligo di pagare le imposte per tutti i servi che figuravano nel registro, anche per quelli che fuggivano o morivano. Il piano di Cicikov era tanto semplice quanto diabolico: il suo scopo è quello di farsi cedere o comprare a un prezzo irrisorio queste “anime morte”, presentarsi presso le autorità, farsi dare ina cospicua quantità di denaro per trasferire i servi al Sud, con la garanzia dell’atto di compravendita che testimoniava la sua proprietà, e infine scappare con il denaro che lo Stato metteva a disposizione per incentivare lo sviluppo agricolo nelle zone meridionali della Russia. La trama è in realtà un pretesto per dipingere tutta una serie di personaggi grotteschi e rappresentativi della società russa dell’epoca. La descrizione accurata della vita e dei costumi dei possidenti di provincia permette a Gogol di evocare in modo straordinario questa società, caratterizzata dalla presenza dei proprietari e dalla situazione dei servi, considerati pura merce di scambio. Il primo personaggio contattato da Cicikov è Manilov, uomo buono e accondiscendente. Il suo rapporto con la moglie è stucchevole e ha una visione idilliaca dei rapporti di amicizia. Lasciato Manilov, Cicikov si reca della signora Korobocka, sospettosa e avara. Pensa solo ai beni materiali e considera i contadini unicamente merce di scambio. Gli unici suoi timori sono due: essere ingannata, con una conseguente perdita di denaro, e il diavolo. Il terzo proprietario terriero che Cicikov incontra è Nozdrev, un buongustaio amante della bella vita e del gioco d’azzardo. È un uomo violento, sfacciato e pettegolo, tant’è che sarà proprio lui la causa della rovina di Cicikov: Nodrev, infatti, spargendo la voce riguardo lo strano affare che gli è stato proposto, attira l’attenzione delle autorità, che alla fine scoprono la truffa. Il quarto personaggio è Sobakevic, uomo tozzo, avido e astuto, che disprezza tutti i funzionari della città, ma che riesce sempre a concludere affari vantaggiosi e quando Cicikov gli propone la vendita delle anime spara prezzi altissimi. Sobakevic si rivela un personaggio cinico, furbo, rozzo, tutte caratteristiche che si rispecchiano nella sua casa, perfettamente descritta da Gogol.

Anche l’ultimo possidente incontrato, Pljuskin, rappresenta la tipica figura emblematica dell’avaro, un personaggio meschino, volgare, senza alcun sentimento umano, una persona che vede nel prossimo una minaccia. Egli considera tutti dei rapinatori, ha troncato qualsiasi rapporto con i propri figli e vive completamente isolato. La seconda parte del romanzo viene iniziata al principio del 1840, rielaborata poi dall’autore. Questi capitoli sono molto frammentati e incompleti, soggetti a continue revisioni e rielaborazione. In questa seconda parte, dopo essere scappato dal governatorato di N, perché si era diffusa la verità (e altre teorie sul suo conto, come che avesse intenzione di rapire la figlia del governatore), Cicikov incontra il possidente Tentetnikov, un giovane che si cura poco dell’andamento della sua azienda, preferendo invece dedicarsi alla meditazione e alla stesura di un libro non ancora iniziato, con una vita molto monotona e ripetitiva. Racconta a Cicikov di essersi innamorato della figlia di un suo vicino, il generale Betriscev, ma di aver troncato la relazione a causa di uno sciocco screzio con il padre di lei (gli è stato dato del “tu” dal generale). Cicikov si offre quindi di andare dal generale e riappacificarli. Successivamente, ha intenzione di recarsi da un parente del generale Betriscev, il colonnello Koskarev, ma sbaglia strada e si ritrova a casa del possidente Petuch, un uomo grasso che ha ipotecato la sua tenuta per trasferirsi nella capitale con i suoi due figli. A casa sua, Cicikov ha modo di conoscere Platonov, un giovane bellissimo che decide di intraprendere il viaggio con Cicikov, per curare la sua inerzia e svogliatezza. Prima di partire, però, i due si recano dal cognato di Platonov, Kostanzoglo, un eccellente proprietario terriero, il quale propone a Cicikov di acquistare la tenuta del suo vicino, Chlobuev. Dopo aver fatto una breve visita, deludente, dal colonnello Koskarev (parente del generale), Cicikov e Kostanzoglo si recano da Chlobuev, per osservare da vicino la terra che Cicikov acquisterà con un prestito di Kostanzoglo. Infine, Cicikov e Platonov si recano dal fratello di quest’ultimo. Segue una parte frammentata e confusa, in cui pare che Cicikov abbia falsificato un testamento. Il protagonista si ritrova in prigione, accusato di questo crimine. Grazie all’intervento dell’appaltatore Murazov, Cicikov viene rilasciato, a condizione che la lasci per sempre la città. Il manoscritto si interrompe molto bruscamente, nel momento in cui il principe, scoperti gli inganni e le truffe di tutti i suoi funzionari, fa loro un discorso sull’onestà.



Fortuna dell’opera

Il primo tomo di “Le anime morte” viene pubblicato e diffuso la prima volta nel 1842, dopo aver ottenuto il permesso della censura. Già dalla prima pubblicazione il romanzo suscita un grande clamore e accende varie critiche, soprattutto quella religiosa (per il titolo). Il romanzo suscita particolare interesse tra i giovani, che cominciano a organizzare serate in onore di Gogol, durante le quali ci si incontra per leggere ad alta voce il romanzo. In particolar modo rimane colpito il giovane Aleksandr Herzen, futuro scrittore e filosofo russo, che vede nelle famigerate anime morte la rappresentazione della classe dirigente russa dell’epoca. Vissarion Belinskij afferma, invece, che Gogol utilizza il procedimento dell’ironia per evidenziare alcuni tratti caricaturali della società russa, senza però voler sminuire la propria opera dandole un tono esclusivamente scherzoso. Non a caso, secondo Beliskij, l’autore definisce la propria opera “poema”. La grande disputa che si viene a creare tra i critici contemporanei di Gogol è: Le anime morte è un romanzo dal carattere documentario, cioè un’opera che descrive esattamente la società russa, o è una fiction, un romanzo di fantasia, caratterizzato da una storia assolutamente priva di fondamento? La cosa certa è che la critica conservatrice tenta in tutti i modi di screditare il romanzo di Gogol, accusandolo di voler denigrare la Russia e di voler rendere ridicoli i propri compatrioti agli occhi di tutti. Ma lo scrittore aveva già previsto questa critica all’interno dello stesso romanzo, sostenendo: “E altre accuse saranno mosse all’autore da parte dei cosiddetti patrioti, che siedono tranquillamente in un angolino e si occupano di cose perfettamente estranee (…), ma appena accade qualcosa che, secondo la loro opinione, è offensivo per la patria, appena esce un certo libro in cui si dice una verità a volte amara, corrono fuori da tutti gli angoli come ragni che hanno visto una mosca impigliata nella ragnatela (…)”.

Dostoevskij: “Comparve la maschera ridente di Gogol, con la terribile potenza del riso” Herzen: “è un poema sofferto (…) e sono tutti questi Nozdrev, Manilov e tutti quanti: ecco le anime morte, e noi le incontriamo a ogni passo”...


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