(10 pag.) Quanta Bellezza PDF

Title (10 pag.) Quanta Bellezza
Course psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione
Institution Sapienza - Università di Roma
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PSICOLOGIA DELLA GENITORIALITÀ E DELLE RELAZIONI FAMILIARI

QUANTA BELLEZZA: Mamme e papà di figlie lesbiche e figli gay si raccontano

CAPITOLO 1 Le parole sono important

Orientamenti sessuali, identità di genere e nuove definizioni del Sé Sesso = è determinato alla nascita da marcatori anatomici (genitali, peli, seno...), fisiologici (assetto ormonale) e genetci (cromosomi sessuali X e Y) e si riferisce a quest’ultmi. Genere = si riferisce ai ruoli, i comportament e gli attribut che una cultura considera appropriat per un maschio e una femmina; è dunque una costruzione sociale Orientamento sessuale = si riferisce generalmente ad un modello duraturo di attrazioni emotve e/o sessuali verso una persona del sesso opposto (eterosessuale), dello stesso sesso (omosessuale) o entrambi (bisessuale). In realtà, la ricerca scientfica degli ultmi decenni ha dimostrato che l’orientamento sessuale non è da intendersi in maniera rigida, categoriale, quanto piuttosto come un continuum che va dall’attrazione esclusiva verso una persona del sesso opposto all’attrazione esclusiva verso una persona dello stesso sesso.

All’interno dell’omosessualità, gay (per i maschi) e lesbica (per le femmine) sono definizioni più precise e scientficamente corrette. Altri orientament sessuali, meno diffusi, sono: la pansessualità, cioè l’attrazione per una persona indipendentemente dal suo genere, e l’asessualità, cioè l’assenza di attrazione sessuale o per il sesso in generale. Le persone pansessuali si distnguono dalle persone bisessuali perché possono sentrsi attratte da tutti i generi, non solo quelli binari (maschio/femmina). L’asessualità è distnta dall’astnenza sessuale, che è un comportamento deliberatamente scelto, e si distngue dall’avversione sessuale o dal disturbo del desiderio ipoattivo, che sono condizioni patologiche.

Identità di genere = si riferisce alla sensazione, intma e profonda, di appartenere ad un determinato genere, che sia maschio, femmina o altro (vedi dopo); non è visibile all’esterno. L’espressione di genere è invece il modo in cui una persona manifesta o “performa” il genere maschile e/o femminile (ad esempio attraverso il comportamento, i vestt, il taglio di capelli, la voce...)

Le persone cisgender sono coloro la cui identtà di genere corrisponde al sesso biologico; è il termine complementare per transgender, che indica le persone con un’identtà di genere diversa rispetto al sesso assegnato alla nascita. Il termine cisgender nasce per avere un termine che dialoghi in modo culturalmente corretto con il termine transgender e che non dia per scontato l’identtà di genere della maggior parte delle persone.

Se la condizione di essere transgender ha dei risvolt psicologici negatvi persistent ed intensi (sofferenza, angoscia...), si può parlare di disforia di genere. Le persone transgender che sono intervenute (o desiderano intervenire) in maniera permanente sul proprio corpo, attraverso intervent medici (ormonali o chirurgici) volt ad avvicinarsi al proprio genere percepito, si definiscono transessuali. Il processo di transizione da maschio a femmina o viceversa non è una procedura unica (non si esaurisce con l’intervento chirurgico) ma complessa: include spesso altri passaggi medici, psicologici, personali e legali. Si usa il termine FtM (female-to-male) per indicare il passaggio dal genere femminile al maschile, e MtF (male-tofemale), per indicare il passaggio dal genere maschile al femminile. Alcune persone che transitano da un genere a un altro preferiscono essere definite come donne o uomini, altre come uomini trans o donne trans; per questo motvo il termine più corretto da utlizzare è quello scelto dalla persona stessa; questo è molto importante per sostenere e facilitare il processo di transizione occorso o in via di sviluppo.

Il termine genderqueer o “non binario”, riferito all’identtà di genere, racchiude tutte le definizioni identtarie (gender fluid, agender, queer...) che non si adattano perfettamente a nessuno dei due poli maschile e femminile. L’intersessualità indica una varietà di condizioni mediche che comportano il presentarsi di caratteristche del sesso biologico non classificabili come esclusivamente femminili o maschili. esempi: un’incongruenza tra i genitali esterni e gli organi riproduttivi interni; anomalie dei cromosomi sessuali; un’alterazione nella produzione degli ormoni sessuali

N.B: L’identtà di genere è indipendente dall’orientamento sessuale! Se sono gay non per forza devo sentrmi donna: posso essere gay e sentrmi maschio al 100%, e perfettamente a mio agio.

Stress da minoranza e omofobia interiorizzata Il Minority Stress Model (Meyer, 1995) illustra i 3 principali fattori di stress a cui le persone che appartengono ad una minoranza sessuale (LGBTQ+) sono esposte cronicamente: 1. Esperienze dirette di discriminazione (es. bullismo diretto) 2. Aspettatve di essere rifiutat dagli altri (es. apprese leggendo notzie di episodi di violenza) 3. Omofobia interiorizzata L’omofobia interiorizzata si riferisce a quell’insieme di sentment negatvi che le persone provano nei confront di se stesse per il fatto di non essere eterosessuali: senso di colpa, disprezzo e odio di sé, rabbia, inferiorità, convinzione di essere malat... Lo stgma sessuale è “interiorizzato” in quanto si presume che quest sentment vengano appresi dalla società, assimilat e rivolt verso se stessi.

CAPITOLO 2 Coming out, famiglia e ricerca scientfica

L’espressione coming out deriva da “coming out of the closet” (“uscire fuori dal ripostglio”), che in italiano si traduce come “svelamento”, e si riferisce al processo attraverso cui ci si rivela rispetto al proprio orientamento sessuale. È un passaggio fondamentale per lo sviluppo di un’identtà integrata e completa delle persone LGB. Si distngue dal termine outing perché quest’ultmo indica la pratca di rivelare pubblicamente l’orientamento sessuale di una persona che però non ha intenzione di svelarsi.

Qualsiasi sia il modello teorico che si consideri, il coming out passa attraverso due macro-fasi: 1) Presa di coscienza della propria identtà (coming out individuale) 2) Svelamento alle altre persone (coming out interpersonale) La seconda fase può richiedere anni e addirittura non essere mai completamente terminata. A volte lo svelamento è attuato in alcuni contest, ad esempio quello scolastco o lavoratvo, ed in altri no, come ad esempio quello familiare.

Durante questo processo, si assiste alla formazione dell’identtà (sviluppo della consapevolezza di essere LGB) e alla più complessa integrazione dell’identtà (accettazione, serenità, valorizzazione). Il motvo per cui l’integrazione dell’identtà è un processo arduo e per niente scontato (si tratta difatti di un compito di sviluppo aggiuntivo per un adolescente!) risiede nell’eteronormatività e nell’eterosessismo diffusi nella nostra società. Quest termini si riferiscono alla tendenza a dare per scontato l’orientamento sessuale etero nelle altre persone ed a concepirlo, più o meno consapevolmente, come preferibile rispetto agli altri orientament sessuali. Queste tendenze fanno sì che il contesto sociale, e soprattutto quello familiare, ostacolino il processo di accettazione e serenità riguardo alla propria identtà, mostrandosi avversi. L’eteronormatvità riguarda anche i ragazzi dall’interno, poiché essa viene interiorizzata (stgma sessuale interiorizzato). Il coming out rappresenta un compito di sviluppo aggiuntivo anche per l’intero sistema familiare, poiché i membri (in primis i genitori) dovranno, in molt casi non con poche difficoltà, accettare il nuovo orientamento sessuale del figlio e riorganizzare i propri confini e schemi comunicatvi.

A che età i ragazzi fanno coming out? Il processo di svelamento e accettazione può avere tempi e modalità differenti poiché è condizionato, ad esempio, dal supporto percepito e dalla qualità della relazione con i propri genitori.

Negli ultmi anni nei paesi occidentali l’età media del coming out è in diminuzione; ad esempio, in Italia è intorno ai 18 anni, mentre negli USA intorno ai 15 anni*. Negli USA degli anni ’70 l’età media era di 21 anni!

Si presume che questo sia dovuto ad important progressi occorsi negli ultmi anni, come una maggiore accettazione sociale, legata alla crescente visibilità pubblica di personalità LGB (es. modelli positvi nel mondo dello spettacolo e dello sport) e al progressivo aumento di diritti concessi quali il matrimonio o unioni civili tra persone dello stesso sesso. *= questo per quanto riguarda tpicamente gay e lesbiche; per le persone bisessuali il coming out avviene mediamente 1 o 2 anni dopo, probabilmente perché hanno bisogno di più tempo per arrivare alla consapevolezza di essere attratte da persone di entrambi i sessi

I vantaggi principali legati al coming out: a. l’onestà/autentcità nel rapporto con se stessi

b. un maggiore benessere psicologico e resilienza c. un maggiore sviluppo della propria identtà personale e sociale  una vita sociale e relazionale più ricca d. maggiore possibilità di ricevere sostegno dalla comunità LGBT+ e. maggiore sensibilità nei confront delle persone appartenent a minoranze

Modelli teorici del coming out e dello sviluppo dell’identità LGB

Modello di Cass (stadiale) - 1979 1) Pre-coming out (chi sono?): confusione, scarsa consapevolezza della propria situazione e identtà 2) Controllo dell’identità (potrei essere LGB): più consapevolezza, inizio dello svelamento con se stessi 3) Esplorazione dell’identità (sono una persona LGB): periodo di sperimentazione sociale e sessuale, le persone possono dire a se stesse e agli altri di essere LGB 4) Accettazione dell’identità (frequento la comunità LGB e sento di aver trovato il mio posto): vengono consolidat i contatti e le relazioni con persone LGB 5) Orgoglio (sono orgoglioso di essere LGB): si attribuisce maggiore valore alla propria identtà, crescente senso di appartenenza alla comunità LGB 6) Sintesi dell’identità (la mia identità LGB è parte di me): integrazione del proprio orientamento sessuale con altri aspetti della propria identtà; essa viene vissuta in modo sereno L’autrice di questo modello ricorda che esistono due identtà: privata e sociale, che possono seguire percorsi di sviluppo separat. È possibile che la persona abbia un'identtà privata LGB (ad esempio con le proprie amiche o i propri amici) pur mantenendo un'identtà pubblica di tpo eterosessuale (ad esempio nel contesto scolastco o lavoratvo).

Modello familiare di La Sala (stadiale) - 2007 1) Consapevolezza subliminale: il figlio, sempre più conscio del suo orientamento sessuale segreto, prova un senso di ansia e isolamento che viene percepito dai genitori 2) Pre-coming out: i sentment negatvi si intensificano ed è il momento di decidere se fare coming out o no; i genitori si sentono ancora più preoccupat per i cambiament che vedono nel figlio (questo può arrivare all’uso/abuso di sostanze) 3) Scoperta: il figlio fa coming out e prova un senso di sollievo e autoconsapevolezza; la patata bollente passa ai genitori che ora sperimentano dubbi, ansia e paura 4) Adattamento familiare: lunga fase in cui si cerca pian piano di riadattarsi a questa scoperta, i genitori sono ancora preoccupat e cercano risposte 5) Rinascita familiare: i legami sono più profondi e autentci, senso di benessere e orgoglio nei genitori e nel figlio Anche se il numero di stadi e il loro nome variano tra i diversi modelli/teorie, essi condividono delle caratteristche comuni: in una prima fase gli individui usano strategie difensive multple per ostacolare il riconoscimento dei sentment verso persone dello stesso sesso, ma nel momento in cui comprendono che tali sentment derivano dall’avere un orientamento sessuale non eterosessuale, intraprendono un periodo di sperimentazione emotva e comportamentale, spesso accompagnato da un crescente senso di normalità e benessere.

Coming out come processo fluido: il Disclosure Process Model (DPM)

La letteratura più recente tende a concettualizzare lo sviluppo dell’identtà LGB non come un insieme di stadi progressivi (logica lineare) ma come un processo fluido, che dipende in larga parte dalle caratteristiche del contesto. Il Disclosure Process Model (2010) spiega questo concetto riprendendo l’idea di identità privata e pubblica e rispondendo a quando e perché fare coming out risulta vantaggioso? esempi: voglio creare rapport più autentci con le persone? voglio non avere problemi a lavoro/scuola o in famiglia? Ogni qualvolta una persona LGB si trova in una determinata situazione sociale, può essere necessario operare un’accurata scelta tra il rivelarsi o il rimanere nascost. In alcuni contest sociali come quello scolastco, lavoratvo o familiare, lo svelamento può comportare ansie, incertezze e problemi pratci; dunque le persone LGB non fanno coming out e si sforzano di modulare il loro comportamento.

Il DPM interpreta il coming out come un processo che riguarda tutto il ciclo di vita: le persone che convivono con un'identtà stgmatzzata e invisibile* devono decidere contnuamente, in ogni contesto e situazione, se rivelare (o meno) il proprio orientamento sessuale. *= a meno che non si mettano in atto dei comportament che ne diano prova (forte espressione di genere)

Secondo i modelli “fluidi” la decisione di svelarsi, piuttosto che di rimanere nascost, è influenzata dalle prime reazioni delle persone significatve.

Reazioni al coming out: genitori, familiari, amici Le reazioni al coming out da parte di altri significatvi sono considerate dalla letteratura scientfica come più importanti del coming out stesso nell’influenzare il benessere della persona LGB. Reazioni negatve, pregiudizi e discriminazioni sono associat, infatti, a depressione, uso di sostanze, bassi livelli di autostma, pensieri ed emozioni negatve in riferimento alla propria identtà LGB, alt tassi di comportament suicidali.

Alcuni studi hanno evidenziato come, in partcolare nelle prime fasi, la maggior parte delle famiglie si mostra rifiutante, più o meno direttamente, nei confront dell’orientamento sessuale LGB del proprio figlio. Studi effettuat nel contesto italiano evidenziano che anche se nel dibattito pubblico viene rappresentata una polarizzazione tra famiglie che rifiutano e famiglie che accettano, le interviste fatte con i genitori evidenziano invece tante sfaccettature e ambivalenze dei percorsi di accettazione

Nei genitori la reazione più comune è quella di un evento traumatico, di una rottura e crisi della storia familiare; queste emozioni però nella maggiorparte dei casi non si traducono in un rifiuto netto del figlio. Il 20% dei genitori descrive reazioni più fort di rifiuto come la vergogna o la rabbia o in casi estremi anche di maltrattamento psicologico e fisico. Per alcuni genitori è molto importante la conformità di genere: l’omosessualità è più difficile da accettare quando il figlio ha modi femminili o la figlia modi maschili.

Le variabili che nei genitori predicono una risposta negativa al coming out sono le seguent: 1. basso livello d’istruzione (livello socio-economico) 2. maggiore età 3. bassa coesione e adattabilità familiare 4. orientamento politco conservatore 5. alt livelli di religiosità 6. limitata (o assente) conoscenza di persone LGB 7. atteggiament rigidi riguardo i ruoli di genere tradizionali + le caratteristche personali dei genitori N.B: l’accettazione non è prerogatva delle famiglie con più strument culturali! Tra i genitori meno istruit cambiano semplicemente le modalità con cui si comunica la vicinanza al proprio figlio. Nelle famiglie con minori risorse i genitori possono, ad esempio, non discutere di omosessualità o di intmità/sessualità tra persone dello stesso sesso ma includere il partner del proprio figlio nella famiglia nucleare o in quella allargata nelle feste comandate oppure nei moment important della famiglia.

Per quanto riguarda le differenze tra madri e padri nelle reazioni al coming out, sappiamo che generalmente i padri reagiscono in modo più negativo rispetto alle madri; le madri vengono a sapere

prima dell'orientamento sessuale del proprio figlio. Rispetto invece alla reazione al coming out di figli maschi o figlie femmine nello specifico, ci sono risultat discordant.

Anche i fratelli e sorelle svolgono un ruolo importante nel processo di coming out, sia come sostenitori del processo che come mediatori nei confront dei genitori. Lo svelamento verso i propri fratelli e sorelle viene percepito come meno difficile rispetto che a farlo con i propri genitori, questo perché non sono present gli stessi sensi di colpa, la paura di deludere le aspettatve o di essere rifiutat. Pistella e collaboratori hanno evidenziato che le figlie lesbiche hanno più difficoltà a fare coming out con il fratello minore. Gli autori hanno spiegato questo dato con il fatto che generalmente ci sono molte aspettatve da parte dei genitori nei confront delle figlie e dei figli primogenite/i, le quali e i quali spesso sono investte/i dalla responsabilità di fungere come modello nei confront delle sorelle e dei fratelli più piccoli. “Mia mamma ha paura che mio fratello possa essere traumatizzato o cose del genere perché ha solo 10 anni.” Gli stessi figli/e appartenent a minoranze sessuali potrebbero aver interiorizzato questa paura che il proprio orientamento sessuale possa influenzare il fratello più piccolo rispetto alle future relazioni romantche e sessuali.

Gli amici solitamente presentano reazioni più positive e accettanti; è infatti con loro che le persone LGB si sentono più sicure e libere di esprimersi (percepit come più empatci, meno giudicant). Sia l’amicizia nella comunità LGBT+ che quella con ragazzi/e eterosessuali sono important per il sostegno psicologico e sociale della persona LGB.

CAPITOLO 3 Le domande dei genitori: dubbi, paure e desiderio di capire

1) Quali sono le cause dell’omosessualità? Risposta: le cause dell’omosessualità, così come quelle dell’eterosessualità, non sono conosciute Le teorie biologiche che si basano sugli aspetti genetci e ormonali non hanno trovato un solido riscontro nella ricerca empirica. I primi studi avevano riscontrato in maschi gay livelli di androgeni (ormoni maschili) più bassi del normale; gli studi più recent disconfermano quest risultat. Gli studi sui gemelli hanno rilevato una maggiore concordanza di omosessualità tra gemelli omozigot (gemelli che condividono lo stesso patrimonio genetco) rispetto a quelli dizigot, ma non in maniera significatva.

Nemmeno le teorie psicologiche, che indagano le dinamiche familiari, il legame di attaccamento, l’apprendimento nel gruppo dei pari; difatti le configurazioni familiari ed amicali delle persone LGB, così come delle persone eterosessuali, sono molto varie. In partcolare, la psicologia e la psicoanalisi hanno creduto di trovare la causa dell’omosessualità in una costellazione familiare caratterizzata da madre iperprotettiva e padre assente o poco coinvolto.

2) L’omosessualità è una patologia? Risposta: no, l’omosessualità è “una variante naturale del comportamento umano”. Quest’ultma è la definizione che è stata data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1990. Prima di allora, i primi progressi sono stat fatti da Alfred Kinsey negli anni ’50, con un artcolo che andava contro la concezione bipartta degli orientament sessuali e contro l’idea che l’omosessualità fosse una patologia. A partre poi dal DSM-II (1973) l’omosessualità viene rimossa dai disturbi di personalità.

3) L’omosessualità è una scelta? Risposta: no, non è possibile scegliere da chi sentirsi attratti e innamorati. Così come l’eterosessualità, l’orientamento omosessuale non si sceglie ed è impossibile convincere o forzare un ragazzo a cambiarlo. Quello che i ragazzi LGB possono cambiare è il comportamento manifesto, per adeguarsi alle aspettatve familiari e sociali, ma questo compromette la loro felicità

4) L’orientamento sessuale di mio figlio può cambiare nel tempo? Potrebbe essere solo una fase? Risposta: si e no: l’or...


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