Il Progetto Della Bellezza PDF

Title Il Progetto Della Bellezza
Author Federico Fava
Course Storia delle Arti Decorative e Industriali
Institution Università di Pisa
Pages 16
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Summary

IL PROGETTO DELLA BELLEZZA.Il design tra arte e tecnica dal 1851 ad oggiCapitolo 1 Un secolo e mezzo di design1 Il design: una storia complessa 1851 costruzione del Crystal Palace che ospiterà la Great Exhibition di Londra; 1936, 30 Novembre, la riproduzione del Crystal Palace viene distrutta da un ...


Description

IL PROGETTO DELLA BELLEZZA. Il design tra arte e tecnica dal 1851 ad oggi Capitolo 1 Un secolo e mezzo di design 1.1 Il design: una storia complessa • 1851 costruzione del Crystal Palace che ospiterà la Great Exhibition di Londra; • 1936, 30 Novembre, la riproduzione del Crystal Palace viene distrutta da un incendio. Nello stesso anno esce la prima edizione di Pioneers of Modern Design di N. Pevsner in cui vi è una prima formulazione coerente dedicata all’architettura e al design, inteso come la progettazione degli oggetti d’uso, diventando un caposaldo della cultura progettuale e sorta di manifesto del progetto moderno. La modernità risulta essere per Pevsner una esigenza e volontà di dischiudere le forme del vivere quotidiano. • Data la natura multiforme del design non vi è accordo sulla sua definizione teorica e di campo. (cos’è?, quali cose rientrano sotto questa etichetta? chi deve essere privilegiato? • Metodo migliore per una storiografia: dar conto alle innumerevoli relazioni trasversali che legano ogni singolo punto della vicenda con tutti gli altri seguendo la logica informatica, tridimensionale e pluridirezionale. • Vitta si ispira al metodo sopra descritto tenendo conto di due fattori: 1) la tensione continua del progetto delle cose verso una bellezza che possa proclamare un proprio senso profondo e una propria incidenza sul comportamento estetico di massa 2) la cruciali del rapporto tra arte e tecnica

1.2 Il progetto della bellezza • Il progetto della bellezza fu, fin dall’inizio, fondativo di ogni produzione di opere come aspirazione all’armonia segreta delle cose. • L’età industriale impose un concetto di bellezza finalizzato a una funzionalità produttiva e d’uso (criteri di diffusione commerciale). L’idea del progetto delle cose doveva essere in stretta tangenza con il suddetto concetto di bellezza. Gli artisti furono chiamati a farsi carico di tale responsabilità. • Gli oggetti si davano come presenza fisica nello spazio quotidiano; il bello si determinò come forma delle cose e fu il design a doversene occupare. La bellezza fu invocata a partire dalla constatazione della bruttezza degli oggetti prodotti con procedimenti industriali. • La rivendicazione del bello attuata dal design fu anche rivendicazione culturale; l'oggetto d'uso divenne portatore di significati che si irradiarono dei territori della comunicazione, della conoscenza, del sentimento e della memoria.

1.3 Il rapporto arte/tecnica • Nel campo dell'oggetto d'uso arte tecnica si affrontarono in un corpo a corpo in cui ognuno cercava sopravvento. La funzionalità assicurata dalla tecnologia doveva trovare compimento in una forma che distinguesse l’oggetto. Questa forma però doveva scaturire dall'oggetto stesso, dalle sue modalità tecniche produttive, dal ruolo che avrebbe svolto nella società. • Analogia cinema/design: incontro di competenze tecniche e di inclinazioni estetiche; entrambi si offrono all'esperienza collettiva solo attraverso la mediazione della forma. Nel cinema prevale l'arte, nel design la tecnica è l'elemento dominante che assicura la funzione d’uso. • Secondo Loos la tecnica, espressione del progresso, doveva trovare nell'arte la sua manifestazione più genuina. Si assiste alla rinuncia all’ornamento e il funzionalismo della tecnica si impone sulla forma. • La rete telematica e informatica hanno fatto della tecnica il tessuto connettivo di un’esperienza sociale e culturale, trasformando l’oggetto in pura rappresentazione di se e portando la massa ad esprimersi secondo modalità del tutto individuali. • La tecnica risiede nel progetto e non nell’oggetto compiuto, inoltre viene vista come collegamento diretto tra l’esigenza pratica e il suo soddisfacimento.

1.4 L’esperienza estetica quotidiana • W.Benjamin è il primo ad opporsi alla visione auratica dell’arte, definendo la partecipazione di massa l’elemento cruciale dell’arte moderna. • Il design si fruisce attraverso l’uso (modalità tattile) e la percezione (modalità sensoriale) • La dimensione di massa del design è un modo di fare mondo, creare continuità. La forma del mondo è la forma degli oggetti che lo compongono e quindi del design che progetta la forma, progetta l’ambiente. • Il design diventa quindi il progetto dell’esperienza estetica quotidiana, dando spesso forma allo stile di vita, riaffermando così la propria vocazione alla socialità.

Capitolo 2 La Great Exhibition (Londra, 1851) 2.1 L’industria di tutte le nazioni • Sulla scia dei cambiamenti sociali portati dalle rivoluzioni (francese e americana) cambiò anche l’oggetto che da prezioso e pario (aristocrazia) divenne funzionale e di serie (borghesia) • 1798, Francia. Prima esposizione di prodotti di sola manifattura francese • 1849, Inghilterra. H. Cole propone al principe Alberto l’idea di una mostra internazionale, basata su finanziamenti privati, bando per l’edificio ospitante, 4 categorie di prodotti. • Scopo della Great Exhibiton era la conquista dei mercati. la creatività era subordinata alla logica del profitto. • J.Paxton, giardiniere e costruttore di serre, vince il bando per la costruzione dell’edificio.

2.2 Il Crystal Palace • Caratteri primari: prevalenza dei vuoti sui i pieni, agile ossatura, archi classici e pilastri, utilizzo di nuovi materiali quali vetro e ferro. • Espressione dell’industrializzazione e primo vero oggetto dell’esposizione: pezzi seriali, intercambiabili, smontabili e ricomponibili.

2.3 La Great Exhibiton • 15’000 espositori

6’000’000 visitatori

prevalenza di oggetti artistici o d’artigianato

2.4 La nascita dell’oggetto moderno • L’oggetto moderno oscillava tra la tecnica e il cattivo gusto. L’ornamento era enfatizzato, quasi a voler nascondere la natura funzionale delle cose. • Per ora la novità era nel numero e negli strumenti, non ancora nelle forme • Bellezza universale e poesia utilitaria i nuovi concetti che si affacciavano, non compresi dalla massa.

2.5 L’arte applicata all’industria • Nasce la nozione di “arte applicata all’industria”, le nuove macchine brutte ma funzionali dovevano trovare l’equilibrio tra forma e funzione. Si invocò a questo scopo l’aiuto dell’arte. Lo chiedevano i produttori per vendere meglio i loro oggetti, e gli artisti e i letterati per combattere il cattivo gusto. Per fare questo occorreva istituire un nuovo rapporto tra arte e tecnica, serviva una nuova disciplina.

2.6 Un mondo di nuovi oggetti • Seconda metà del XIX secolo: il numero di oggetti cresce vertiginosamente; nuove cose che svolgevano funzioni fino ad allora mai pensate, soprattutto nell’ambito domestico e dei trasporti. • Cambia la nozione di tempo e di spazio • Inizia ad affermarsi il moderno design

Capitolo 3 Tra modernità e nostalgia 3.1 L’oggetto fatto a macchina • Marx e Engels commentano l’Expo come Pantheon della borghesia, polemizzando contro l’industria, divenuta strumento dello sfruttamento capitalistico.

3.2 La meccanizzazione: mito e incubo • I poeti inglesi e americani sono contrari all’età meccanica.

3.3 La bellezza delle cose • • • •

Si susseguono expo in varie città I nuovi oggetti domestici invadono le case Il gusto è ancora ispirato al barocco, al medioevo e al rinascimento I letterati sono contro la serialità,preferendo l’oggetto raro.L’es. della natura imponendo visione variegata/fantasiosa

3.4 Bellezza e funzionalità. Il Biedermeier, gli Shakers, Thonet • Forma organica (su esempio della natura - da dentro a fuori) VS Forma meccanica (imposta dall’esterno) • 1815-1848, Austria. Biedermeier, nuovo stile spontaneo che riguardò non solo il disegno dei mobili ma anche gli oggetti decorativi e la pittura. Divenne un modello abitativo proprio del ceto borghese austriaco. Pezzi funzionali, semplici, eleganti, sobri. • XIX secolo, USA. Shakers. Setta religiosa che predicava vita povera e separazione dal mondo. Mobili sobri, essenziali, la cui produzione seriali continua tutt’ora • Thonet ebanista polacco. Inventa modo per curvare il legno, rendendolo elastico grazie al vapore. • Epifania del design: il capriccio dell’artista trasferito in rigidi schemi geometrici e matematici che garantiscono funzionalità e reiterazione dell’esemplare.

3.5 L’oggetto fatto a mano. William Morris • Fonda nel 1861 la Morris Marshall Faulkner & Co successivamente Morris & Co, lavoro solamente artigianale. • Sostiene la necessità dell’arte applicata per avere oggetti belli e restituire piacevolezza al lavoro. • In Inghilterra nascono associazioni di architetti, design, artigiani. Nasce così la Art and Craft Exhibition Society per promuovere il loro lavoro

3.6 L’Arts and Crafts Movement • Il movimento in realtà fu una generica tendenza avvertita sopratutto nell’area anglosassone intorno alla seconda metà del XIX secolo. • Netto rifiuto della produzione industriale (Morris: non siamo contro le macchine ma vogliamo dominarle; Wilde: le macchine servono ad alleviare l’uomo dalle fatiche e basta) • Rivalutazione dell’artigianato, i cui prodotti, pochi e costosi, divennero elitari

Capitolo 4 Il Liberty e il tramonto del XIX secolo 4.1 Dalle Arts and Crafts al Liberty • Il Liberty è l’anello di congiunzione tra le idee di Ruskin (ritorno alla natura, al modo in cui crea “macchine” perfette sia belle che funzionali, varietà) e Morris - e quindi A&C (culto per la manualità, necessità di rendere bello anche l’oggetto d’uso comune del nuovo stile di vita) e il Movimento Moderno (con la suarigorosa funzionalità e l’assenza di decoro, l’uso di forme geometriche pure) • Si diffuse in Europa fino in USA • Carattere primario: le forme fitomorfiche e biomorfiche non solo come ornamento ma come struttura portante; uso di materiali moderni quali ferro e vetro. • Progetti totali, sintesi delle arti

4.2 Uno stile moderno • Sulla linea fenomenologica di Barilli: il movimento si inserisce sulla scia delle innovazioni dell’Impressionismo, Divisionismo, Simbolismo - soggetti della vita moderna e quotidiana, movimento e luce, frammentazione. Studi sull’elettromagnetismo di J.Maxwell; C.Darwin e lo studio sulla natura complessa e diversificata; Fleming scopre la struttura filamentosa e granulare dei cromosomi; K.Naegeli ipotizza la struttura filamentosa degli organismi.

4.3 Il Liberty in Grand Bretagna • 1875 Sir A.Liberty apre a Londra ditta specializzata in importazione di prodotti orientali e riunisce progettisti per mobili, tessuti, abbigliamento. Il rigore geometrico e ortogonale tipico orientale si mixa alle forme morbide e curvilinee. Il negozio cede i diritti e ne apre uno a Parigi • Charles Rennie Mackintosh (Glasgow) progetta insieme alla moglie mobili, ambienti, architetture dall’accentuato linearismo, dall’uso parsimonioso dei tipici elementi Liberty, purezza formale e cromatica, struttura essenziale, con motivi orientali (traforato)

4.4 L’Art Nouveau in Belgio e in Francia • V. Horta utilizza il ferro come struttura portante, forme libere, spazio fantastico e colorato, decorazione come prolungamento architettonico, decorazione come ornamento e ossatura portante. • H. Van de Velve inizia come pittore, si unisce al gruppo Le XX. Inizia a produrre arredi più sobri e semplici rispetto a Horta. Decorazione contenuta e linearissimo quasi classico nel senso di misura. • In Francia si sviluppa fortemente l’arte grafica e l’applicazione del Liberty in questo campo (Lautrec, Vuillard, Bonnard, Grasset).

4.5 Lo Judendstil in Germania 3 centri: Monaco, Darmstadt, Weimar Il nome dalla rivista di Monaco “Juged” (1986) Mix di A&C, medievalismo, simbolismo, influenza francese e belga Weimar: fitta rete di laboratori artigiani che per promuovere chiamarono Van de Velde che inserì decorazioni nella struttura e tendenza all’astrazione • Van de Velde costruisce a Weimar la Kunstgewerbeschule (scuola di arti e mestieri), nucleo del futuro Bauhaus • • • •

4.6 Il Sezessionstil a Vienna • XIX-XX secolo tramonto dell’impero asburgico • Vienna: concentrazione di filosofi, scienziati, musicisti, artisti, architetti e designer • 1897 nasce la Secessione in contrasto con la cultura accademica. Presa di distanza dal Liberty europeo in favore di figure geometriche dal sapore classico, sobrio e razionale, con qualche innesto di forme libere e capricciose

4.7 Variazioni del Liberty: Spagna, Italia e Stati Uniti Liberty spagnolo • Barcellona grazie al suo dinamismo nuovo stile: Arte joven. • I modernistas catalani mescolavano il desiderio di rinnovamento artistico con l’insofferenza per il predominio spagnolo in Catalogna. • Nel settore dell’architettura e del design la mancanza di industrie e di una diffusa committenza borghese consentirono l’emergenza di un solo nome: Antoni Gaudì. • Gaudi: interpretazione del Liberty europeo fu frutto di un’ispirazione del tutto soggettiva e irripetibile. Confluirono richiami al gotico spagnolo, elementi della tradizione moresca, forme naturalistiche stilizzate ed esasperate, dimostrandosi tuttavia fedele al principio Liberty della continuità stilistica tra architettura e design. Liberty italiano • Tradizione storica ben radicata nel gusto comune (classicismo rinascimentale) • Il Liberty non fu un vero e proprio movimento artistico e di pensiero in grado di produrre una serie coerente e omogenea di opere analoghe a quelle del Liberty europeo. • Personalità del Liberty italiano —> E. Quarti, C. Zen, E. Basile, C. Bugatti • Il Liberty italiano tramontò nel 1906, con l’Esposizione di Milano, quando quello europeo aveva concluso la sua vicenda. Liberty americano • Il Liberty si diffuse come ulteriore articolazione del movimento inglese delle Arts and Crafts, nutrita da nuovi apporti. • L. Sullivan: ornamento, applicato alla struttura architettonica, dovesse apparire come sgorgante dalla materia stessa. • W. H. Bradley: grafico che disegnò manifesti per l’Art Noveau. • L. C. Tiffany: vetri dai colori astratti e fluenti, resi suggestivi dalle colorazioni vivaci e dall’iridescenza.

Capitolo 5 La nascita del disegno industriale 5.1 Uno stile per l’industria • Lo sviluppo delle comunicazioni continentali e intercontinentali ebbe due protagonisti: il treno e il piroscafo. Il trasporto di massa su percorsi di linea pose problemi nei quali l’esigenza di una progettazione equilibrata fece balenare l’idea di un disegno industriale capace di mediare tre la nuda logica funzionale delle strutture e la necessità di garantire comfort a sempre più viaggiatori • Studio dell’arredamento delle carrozze ferroviarie e quello dell’architettura d’interini nei transatlantici avvio un processo di standardizzazione che tentò di traslato in una fruizione sempre più indifferenziata quelli che erano inizialmente i canoni di bellezza e comodità riservati ai ceti più elevati. • Automobile (individuale e presente dovunque) primo vero prodotto industriale di massa. Inventata nel 1885 in Germania da Benz. Solo all’inizio del XX secolo Henry Ford fonda la Motor Company negli USA. • Ford era convinto che l’automobile dovesse essere costruita in modo da svolgere al meglio la sua funzione e non per rappresentare qualcosa, ritenendo inoltre che il prodotto industriale dovesse essere realizzato sulla base di un modello universale talmente ben fatto da durare infinitamente nel tempo. Egli ebbe un ruolo anche organizzativo poiché riuscì a razionalizzare i processi costruttivi, standardizzare le componenti e unire la produzione delle parti meccaniche e della carrozzeria. Ford T (1908) automobile robusta, economica e dalle forme semplici, nata per un consumo di massa. • Simmel: “quanto più oggettivo e impersonale è un prodotto, tanto più numerosi sono gli uomini ai quali si adatta”

5.2 I nuovi consumi • Le guerre non solo incrementarono la produzione dei moderni mezzi di trasporto, ma li resero anche familiari alle grande masse degli operai, dei soldati e degli stessi civili. • Cucina ambiente domestico che per primo venne influenzato dalla modernità. A partire 1880 nelle abitazioni occidentali iniziarono ad apparire le “cucine economiche” (ripartizione piani di cottura, dei forni, dei fornelli). Il • mercato americano si prestò subito all’innovazione. Dal 1910 rapidissima diffusione degli elettrodomestici. Il loro design mirò all’inizio a celare l’innovativa identità tecnologica dietro una maschera decorativa molto elaborata. • Nascita dei grandi magazzini —> trasformazione dell’oggetto d’uso in bene per il consumo di massa • 1876 G.Bell presenta il telefono • 1846 G.Ravizza macchina da scrivere, congegno meccanico affidato alle donne che così iniziarono la loro comparsa nell’universo del lavoro impiegatizio

5.3 La Wiener Werkstatte e il Deutscher Werkbund • Di fronte a una produzione di serie sempre più massiccia e diffusa, a una innovazione tecnica in rapido progresso e a una richiesta collettiva destinata a crescere indefinitamente, industriali e progettisti si interrogarono sull’indirizzo da dare a questa fioritura, che trascinava i concetti di utilità, funzione, uso confrontandoli con quelli più enigmatici e sfuggenti di gusto, estetica e bellezza • Il dibattito trovò il suo terreno più fertile in Germania seppur sviluppandosi in tutta Europa • Deutscher Werkstatte (Dresda, 1898, K.Schmidt) —> Valori formali progettati nel corpo stesso della struttura produttiva e funzionale. Fu la prima industria europea nel settore del mobile che meccanizzò i suoi impianti, standardizzò le parti componenti dei prodotti, li costruì col programma della loro componibilità. Si distinse dalle altre perché chiamò progettisti di prestigio (H.Tessenow R.Riemerschmid, J.M.Olbrich) a disegnare mobili di carattere economico. Il design era chiamato a concepire un sistema formale coerente, il cui valore estetico va ricercato tanto nell’insieme quanto nella più piccola componente • Weiner Werkstatte (Vienna, 1903, J.Hoffmann e K.Moser) —> La moderna perfezione estetica e funzionale fu imposta come frutto di un artigiano di suprema maestria. Non si tratta del solito recupero degli stili del passato da riproporre a una produzione manuale in conflitto con quella industriale. Lo stretto rapporto tra il pubblico, il progettista e l’artigiano definiva i contorni di un design consapevole. La prospettiva era quella di una modernità capace di ricollegarsi alla storia senza traumatiche rotture. Ciò che fece della WW il punto nodale della storia del design moderno fu l’intrinseca qualità formale dei suoi prodotti, che interpretò con sottigliezza e pregnanza il nuovo gusto del XX secolo. La WW trovò il suo limite insuperabile in quella che fu la sua stessa garanzia di esistenza: clientela alto-borghese, ricca e raffinata. Il confronto tra l’esperienza della DW e quello della WW definì il carattere bipolare del processo di costruzione del design come fulcro del nuovo ruolo dell’oggetto d’uso: DW struttura organizzativa mirata alla produzione di massa; WW tendenza a fare d’ogni pezzo un esemplare irripetibile. • Deutscher Werkbund (Monaco, 1907) —> Compito di rimodernare le arti applicate tedesche attraverso un autentico riavvicinamento tra artisti e produttori. Il promotore, H. Muthesius, era convinto che l’arte industriale moderna fosse un insieme di arte, cultura e economia in virtù del quale occorreva superare i vecchi stili artistici per definire con la massima chiarezza lo scopo di ogni oggetto. Incremento della produzione industriale attraverso un miglioramento della qualità. Concetto di tipizzazione: va oltre l’individuazione di una metodologia progettuale di razionalizzazione della produzione, configurando un modello di formalizzazione delle cose che tende a controllare la loro qualità estetica a partire dalla struttura tecnica e a moltiplicare illimitatamente la loro riproducibilità.

5.4 Il contributo delle avanguardie artistiche • All’inizio del XX secolo, l’arte europea avvertì l’urto poderoso del nuovo sistema industriale sui modelli di esistenza. • Futurismo il primo a intendere la potenza innovativa del sistema industriale e degli oggetti tecnici da esso prodotti. Nella sua visone, la meccanizzazione del mondo fu assunta come realtà effettuale, non da perseguire, ma da vivere come dato di fatto. Il plastico geometrismo su cui sono costruiti i più significativi esiti del Futurismo presuppone un modello di p...


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