Il secolo della rivoluzione PDF

Title Il secolo della rivoluzione
Author Maria Altro-Mare Bucci
Course Storia Moderna
Institution Università degli Studi di Teramo
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Il secolo della rivoluzione

Con la convocazione dei notabili (vedi..) la monarchia francese era entrata in un meccanismo di consultazioni. Il piccolo artifizio di Calonne scatenava uno dei più grandi terremoti della storia, dando inizio a un susseguirsi sempre più rapido di avvenimenti è possibile scorgere i prodromi di una rivoluzione. Tutto, dunque, partì dalla nobiltà, perché quei notabili erano nobili e facevano parte di ranghi. Calonne, Controllore generale, riuniva i più grandi azionisti di una società per chiedere loro la soppressione dei benefici. Ma l’assemblea dei notabili era restia a sottomettersi in quanto i progetti di Calonne erano, effettivamente, una minaccia per la tradizione. Opponendosi a un'imposta unica e proporzionale, essa difendeva i propri interessi blandendo, allo stesso tempo, l'opinione pubblica. Calonne diventò l'incarnazione del deficit e di un'amministrazione finanziaria fatta di sperperi; ad aprile, il re cedette ai suoi notabili e sostituì Calonne con uno di loro, Loménie de Brienne, arcivescovo di Tolosa. L'arcivescovo Prese alcune misure liberali, come il riconoscimento dello stato civile dei protestanti, che suscitò lo sdegno del clero. Istituì, a fianco degli intendenti, le assemblee provinciali (..). A poco a poco l’ancien regime rinunciava ad uno dei suoi principi fondamentali, il centralismo amministrativo e lasciava spazio alla società. Ma il nocciolo del problema rimaneva sempre come reperire il denaro. Il programma finanziario di Brienne prevedeva l'introduzione di un'imposta territoriale straordinaria e un aumento del bollo (vedi) Ma in tal modo attirò ancora di più su di sé l'ostilità di chi, riformisti conservatori borghesi e aristocratici, si batteva all'insegna dell'antiassolutismo. Si giunse allo scioglimento dell'assemblea dei notabili che lasciò maggiore libertà di azione al parlamento di Parigi, il quale affermava che solo un organo rappresentativo di tutta la Nazione, come gli Stati Generali, avrebbe potuto votare l'applicazione di nuove riforme. L'avversione del re verso questa richiesta e l'introduzione di leggi che di fatto sopprimevano i parlamenti provocò fervore popolare, che ben presto si estese a tutta la città sedi di un parlamento. Il 7 giugno 1888 (giornata delle tegole) ci fu una sommossa popolare così violenta che il rappresentante del re dovette capitolare e lasciare che il parlamento tornasse a riunirsi, Brienne fu licenziato e al suo posto venne richiamato Necker. L'8 agosto Luigi XVI fu costretto• a fissare la data per la convocazione degli Stati Generali, il 1 maggio del 1789. Un'altra importante questione era la modalità di votazione degli Stati: tradizionalmente votava un terzo di rappresentanti per ciascuno degli ordini il cui voto valeva come uno, per ogni ordine. Questo però comportava che la maggioranza andasse automaticamente ai privilegiati, ai rappresentanti della nobiltà e del clero. Il terzo stato chiedeva innanzitutto di raddoppiare la rappresentanza e poi che i tre stati si riunissero, in modo da abolire una "castificazione" dei ranghi, a favore dell'uguaglianza. (Vedi meglio la questione dei voti) Tra il novembre 1788 e gennaio 1789 l'abate sieyès scrisse una serie di opuscoli ... tra cui il più importante intitolato "che cos'è il terzo stato", il quale ha dato linfa alla rivoluzione e ha reso sieyès il simbolo della rivoluzione francese. Bisogna soffermarsi su questo personaggio: era un prete di origine borghese nato a Fréjus, aveva intrapreso la carriera ecclesiastica non per vocazione ma per le sue doti intellettive(o intellettuali). Nei

suoi scritti sieyes si pronuncia verso quello che è il privilegio, lo condanna, affermando che esso sia la corruzione per eccellenza dell'idea di legge creando intere categorie di individui spinti da interessi particolaristici, estranei a ciò che costituisce la comunità. Il privilegio porta con sé conseguenze psicologiche antisociali (Brama di potere e di denaro, amor proprio, onore, discriminazione…). Seyes riprende Rousseau, sebbene non fosse contro la società moderna, per denunciare la corruzione della società aristocratica in cui la nobiltà, parassita della corte, è l'incarnazione stessa del male. La nobiltà viene condannata dal tribunale della ragione, la quale propone un universalismo democratico come diritto naturale della società. La nobiltà e la corte diventano il capro espiatorio del movimento d'opinione per la rigenerazione del regno. Seyes inoltre parla della questione degli Stati Generali, affermando la necessità di creare un'assemblea nazionale, che sia anche Assemblea costituente. Sieyès parla di una del governo rappresentativo Scrive un phamphlet intitolato “Qu’est-ce que le Tiers État?” “Che cosè il Terzo Stato? “. La società viene esaminata dal punto di vista dell' attività economica dei suoi membri, come il luogo in cui attraverso la produzione della ricchezza Seattle progresso della civiltà. Fra le classi utili che vi contribuiscono col lavoro non trova posto la nobilità, è assurdo porre la testa dello Stato una casta di persone che si rendono estranee al bene pubblico in quanto non esercitano alcuna professione ma godono esclusivamente di privilegi legati alla loro persona in un possesso ereditario. In questa prospettiva seyes estende la propria accusa alla monarchia, colpevole di essere schiava di una corte, di un'aristocrazia parassitaria. La complementarità fra re e nobiltà, che per Montesquieu era alla base di un equilibrio a favore della libertà degli individui, diviene un'alleanza di interessi particolari che domina sugli interessi della nazione: la condanna si sposta dal piano sociale a quello politico. La parola nazione assume un'importanza fondamentale durante durante la rivoluzione francese. Per seyes la vera nazione è costituita da tutti quegli individui che impegnati nella produzione della ricchezza sociale o nei servizi pubblici, costituiscono una comunità politica che decide liberamente di vivere sotto una legge comune formulata dai suoi rappresentanti. È il terzo stato, tutto e niente allo stesso tempo, l'unico a poter intraprendere questa impresa comune, l'unico a poter costituire un'Assemblea Nazionale. Alla base del progetto di sieyes c'è il concetto liberale della volontá generale, unitaria e imprescindibile di unire la molteplicità degli interessi privati caratteristici dell'uomo moderno. Seyes si appella all'opinione pubblica auspicando un odio profondo verso la nobiltà, motivo propulsore della rivoluzione. l'istituto degli Stati Generali apparteneva alla tradizione della monarchia francese dalla fine del medioevo. Era stato creato per far sì che la "rappresentanza" del regno potesse riunire presso il sovrano quando necessario per discutere degli affari politici, per fare da portavoce alle richieste della società. Ma il termine rappresentanza rimanda ad un concetto antico di società in cui l'individuo non esiste se non attraverso le sue appartenenze organiche: la famiglia, la comunità, il corpo (..) Così l'universo sociale era costituito da una piramide di corpi i cui titoli ricevuti si strutturavano in base ad una gerarchia conforme all'ordine naturale del mondo. Al vertice di questa piramide il re assumeva ed incarnava l'insieme dei corpi che costituivano una nazione per farne un corpo unico di cui era la testa. inoltre le norme della convocazione degli Stati Generali non erano mai state stabilite in modo definitivo e nemmeno le modalità delle elezioni, è evidente durante l'Ancien Régime

l'incapacità di costituire norme fisse di diritto pubblico e istituzioni politiche regolari, soprattutto a causa della mancanza di una documentazione scritta, di una eredità. Sta di fatto però che alla fine del XVIII secolo il problema del voto e della rappresentanza politica era veramente diventata una questione rilevante e discussa degli studiosi; Era la stessa monarchia a chiedere loro di dare delle risposte riguardo una tradizione confusa, remota, dimenticata: in tutti i documenti che si riferivano all'organizzazione dei prossimi Stati Generali le idee erano dominate da due tendenze, quella conservatrice e quella innovatrice, le quali non avevano alcun punto di conciliazione. La parte conservatrice si rifaceva al precedente del 1614 (l'ultima riunione degli Stati Generali) e la parte innovatrice al nuovo spirito dell'opinione pubblica. il 6 novembre del 1788 durante l'incontro tra re Luigi XVI e l'assemblea dei notabili, necker avanzò l'idea di una equità da rispettare nella rappresentanza, il che significava non soltanto il raddoppio dei membri del terzo stato ma anche la proporzionalità fra il numero dei rappresentanti e quello dei rappresentati, cioè fra il numero dei deputati e quello degli elettori, degli abitanti. La revisione del concetto di rappresentanza a vantaggio del terzo stato operata in nome del progresso civile era un'innovazione di capitale importanza sulla base di un criterio moderno della rappresentanza politica.

Pag54 Con il passare del tempo comincia a prendere forma una realtà, ovvero che le strutture sociali dell'ancien regime compromettano l'equilibrio economico e finanziario. +Parlamento di parigi:(organo giudiziario con funzioni di controllo sulla legittimità degli atti ma privo di funzioni politiche). -Parla dei clubs e delle associazioni massoniche...


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