Il nomos della terra PDF

Title Il nomos della terra
Author Luca Filannino
Course Filosofia Politica 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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CARL SCHMITT Il Nomos della Terra Schmitt nella sua analisi del diritto internazionale compie un'indagine sui rapporti di forza e di potenza tra gli stati, distinguendo un diritto internazionale: 1) uno pre-globale , che ignorava il mare, e definisce sovranità e territorio attraverso l'occupazione di Terra inizialmente nelle prime comunità di uomini e poi definisce i rapporti tra la diarchia Papato-Impero uniti nella Res pubblica christiana medioevale che conduce nei confronti delle altre religioni l'Islam e la Chiesa ortodossa d'Oriente una "guerra giusta" intesa come una missione autorizzata prescindendo dal fatto che fossero d'aggressione o di difesa; 2) il diritto internazionale, globale diventa jus publicum europeum , che si diffonde a partire dal 1492 con la scoperta del nuovo mondo per cui Schmitt concepisce lo spazio come globale in quanto l'uomo conquista lo spazio marittimo (sino a conquistare quello aereo), e con la Nascita dello Stato nazionale laico a partire dalla Riforma di Lutero nel 1517 ; nel suo libro il Nomos della terra egli affronta proprio il "tema dello spazio e della sovranità su di esso" facendo un exrcursus nel tempo a partire dall'Impero Romano disgregatosi sia per le invasioni barbariche e sia per l'egemonia della Chiesa che andava sempre di più fortificandosi , egemonizzando anche l'Oriente trasferendo a Costantinopoli la continuazione della forma di cristianità poi separatesi con la Chiesa ortodossa indipendente da quella di Roma. A Roma invece la Chiesa di Pietro acquisisce sempre più sovranità, trasmessa dall'Impero Romano oramai disgregatosi, al Papato che fonda un vero e proprio imperium cistiano con la sua sovranità dove il diverso (l'Islam) è l'AntiCristo incarnato nel male. L'Impero cristiano unito nella "Res pubblica crhistiana" feudale, dice Schmitt ha una funzione di "kat-hechon" un potere storico che riesce ad impedire l'avvento dell'AntiCristo inteso come il diverso, ovvero l'Islam, I barbari, gli Ebrei : considerati hostes perpetui dal teologo spagnolo di Vitoria. Il catecon è un muro di difesa contro l'Oriente civilmente ed umanamente diverso. Il Catecon è il confine di una sorta di cittadella dentro cui vi è l'identità e fuori il nemico ; pertanto la funzione di catecon che prima esercitava l'Impero Romano ora è la Chiesa di Pietro" Dunque il concetto di sovranità pre-globale rispecchia la concezione medievale di uno spazio in cui sono egemoni antagoniste Papato e Impero . Pertanto la potenza temporale del Papato discende dal Sacro Romano Impero, la Chiesa esercita in tutto il Medioevo sino alla nascita dello Stato moderno , la sua sovranità con I caratteri della "guerra giusta" di diretta derivazione tomistica della scolastica di S. Tommaso D'Aquino .

Il Nomos della Terra è un ordinamento giuridico (primordiale) pre-globale secondo cui si possa ottenere la "terra" attraverso la forza per occupazione, per cui è legittimo condurre una guerra giusta per conquistare sovranità e territorio . Questi rapporti di forza iniziano con le invasioni barbariche, anche se i Barbari si integravano ai Romani e questo concedendo ai loro invasori l'hospitalitas diventavano i loro vassalli è il caso dei regni Romano-Barbarici di Odoacre. Schmitt dice che ciò che divide I Barbari dai Romani, sono le tradizioni dei Romani raccolti nel mos maiorum : la "pietas" e la civiltà , caratteristiche che fanno riferimento all'essere per buono e per bene. Lo Scisma d' Oriente divide le due Chiese l'una di Roma e l'altra di Costantinopoli: di cui sono legittimi sovrani I principi di Mosca . Questa separazione da luogo ad un primo cambiamento dei rapporti di forza del diritto internazionale. Un ulteriore divisione religiosa assai più profonda e radicata è quella tra Papato ed Islam, per cui entrambe si sentono legittimate a condurre una "guerra giusta", il Cristianesimo combatte l'Islam considerandolo come terzo nemico dopo quello "ortodosso" pertanto si crea un vero e proprio muro che separa Occidente e Oriente e per I cristiani tutto ciò che era a Oriente era infedele e per ciò andava combattuto e cristianizzato conducendo appunto una guerra giusta, anche le Crociate assumono un carattere cristianizzante che unisce conversione a conquista e sovranità di quegli spazi. Anche l'Islam si diffondeva con il suo spirito di guerra giusta per diffondere l'Islam e sconfiggere l'infedele cristiano, senza dimenticare che I Mori , (come erano chiamati gli Arabi) giunsero sino in Spagna pur sconfitti a Granada. Nella Res pubblica christiana esistevano comunque delle lotte intestine oltre che le guerre giuste (condotte come delle missioni cristianizzanti ): che erano riconosciute sotto dal diritto feudale di faida, un diritto di resistenza e di autodifesa che è stato sostituito dalle figure giuridiche dello stato moderno come l'alto tradimento. L'imperatore e il Papa erano liberi di intervenire in quanto garanti dell'unità della Res pubblica christiana. Il primo nomos, quello della terra, ha come soggetto lo Stato concepito contro Kelsen non già come ordinamento giuridico accentrato ma sulla scorta di Hariuou, come una istituzione territoriale che interpreta e rappresenta l'unità politica di un popolo sulla base di un diritto non scritto e non codificato , ma che governa la storia dell'Europa continentale quello del diritto alla terra , cioè del diritto di ogni popolo alla sua occupazione e divisione della terra, (o per occupazione di uno spazio libero o per sottrazione ad un precedente padrone).

Il nomos primordiale stabilisce tutti i rapporti tra i soggetti e la terra, il rapporto produttivo, la sua coltivazione, e il suo ordine distributivo e la localizzazione di essa, il rapporto tra sovranità e territorio in un ordinamento che è il nomos.

Il primo nomos è in senso platonico quello delle leggi , che regola la "politeia" ovvero la comunità politica attraverso le leggi a cui si applicano ad essa. Il nomos (che viene da nemein) primordiale è quel nomos che come dice Kant "ripartisce sul territorio il mio e il tuo" ovvero il concetto di proprietà, ciò che secondo l'espressione inglese è il radical title. Nomos è misura, ordinamento e forma che costituiscono una concreta unità spaziale, nell'occupazione di una terra nella fondazione di una città o di una colonia si rende visibile il nomos con cui una tribù o un seguito o un popolo si fa stanziale vale a dire si colloca storicamente e innalza una parte della terra a campo di forza di un ordinamento. La persona giuridica era il proprietario pertanto questo diritto di proprietà in termini giuridici moderni i diritti reali equivalgono al fiuisis e il nomos, in quanto la proprietà della terra è connessa con la vita dell'uomo. Schmitt sostiene che lo stato di natura non è mai avvenuto per l'uomo in quanto egli è immediatamente immerso sin dalla nascita in un contesto, in un mondo storico sottoposto comunque alle leggi naturali, pertanto il fiusis è il contesto in cui nasce l'uomo, contesto che ha tutte le sue regole, è l'esempio dell'uomo che nasce nell'Eden il paradiso che aveva le sue leggi. Schmitt dice che il fatto che l'uomo tenda ad occupare il suo spazio e a darsi un ordinamento secondo la legge , e non lo fanno di certo le tigri o i lupi, è l'inizio del Nomos per cui l'uomo smette di cacciare e di pescare e di essere quindi nomade, e si insedia su un territorio stabilendo dei rapporti di forza, ed affermando la sacralità della sfera dei diritti. Il "nomos basileus" , ovvero il nomos come sovrano, citato nel Passo di Pindaro (in cui Eracle dopo aver rubato i buoi creò il diritto) tramandato da Erodoto e Platone, che comprende sovranità e legge - osserva Schmitt - è il nomos soggetto della sovranità che affida un'idea ordinamentale della società, sul modello del positivismo giuridico fondato sulla grundnorm di Hans Kelsen : la norma fondamentale o meglio la costituzione che è al vertice e nessuno può sottrarsi al suo ordinamento. Il nomos è comunque un diritto arbitrario del più forte, un atto non mediato da leggi ma immediato, un atto della legittimità che solo conferisce senso alla legalità della mera legge. Il nomos basileus è quello del Medioevo per cui nessuno può compiere atti non contemplati dalla costituzione : il Re era sopra la legge (al di sopra del nomos), ma il Papa era al di sopra di tutti. Il nomos basileus dice Schmitt che risiede nel Re , pertanto egli è al di sopra di esso ma se il sovrano impone una legge non conforme alla popolazione il basileus ovvero il re viene ucciso attraverso una congiura perché tiranno.

Kelsen è il teorico della norma fondamentale della Grundnorm che si pone a capo di tutti , per cui ognuno compreso chi detiene il potere è subordinato alla legge fondamentale o costituzione. Comunque la carta costituzionale è un patto siglato per delega dei cittadini, tra coloro che sono stati eletti attraverso un mandato a "redigere" la Grundnorm a cui loro stessi si sottoporranno, perchè lo hanno reso valido e accettato reciprocamente, questo patto avrà una sostanza ; pertanto rifare la Costituzione significa rimettere il nomos in una forma . Schmitt sostiene al contrario di Kelsen che l'ordinamento proviene dal sovrano attraverso un "patto" per cui i cittadini gli delegano il potere, da parte della comunità politica. Questo è un modello che concepisce la politica come decisionismo attraverso un capo che secondo l'art. 48 della Costituzione di Weimar sappia decidere in situazioni di emergenza, e non come mediazione come contrariamente a Schmitt, la concepiva Kelsen attraverso il parlamentarismo capace di riunire tutte le forze democratiche garantite dalla Grundnorm.

IL NOMOS PER OMERO Se il nomos è la sostanza, del diritto e della sovranità, l'essere e l'identificarsi in un principio che produce la norma. Quando Schmitt cita l'Odissea di Omero dice che in greco arcaico Noos e Nous sono la mente invece nomos indica la terra. Nell'Odissea Nous erano le città e fortezze , "nomos e nous" non sono uguali : in quanto il nous appartiene a chi pensa, nel nomos invece è insito il concetto di recinzione; menti dei popoli è uguale a conoscere le leggi dei popoli, il pazzo è colui che non riconosce il nomos , l'anomos è il folle che non riconosce la legge. L'esempio del ciclope Polifemo che mangia i Proci i quali gli portavano in dono il vino è da uccidere perchè antisociale. Mentalità e città, usi e ordinamenti che regolano strutture delle comunità, costituiscono il primo nomos. Il Nous comprende tutte le usanze che appartengono alla collettività ai popoli, vale a dire il togliersi le scarpe , la subordinazione del lavoro femminile a quello maschile, il diritto che ha ognuno nel porre la sua sovranità entro il recinto, le tradizioni e la cultura , ma ogni nous risiede in un nomos specifico perchè il nomos sta a simboleggiare la diversità degli ordinamenti. Schmitt aggiunge che il concetto di mente è un concetto che si ha con Cartesio che distingue le cose pensanti da quelle non pensanti (res exstensa del corpo), separazione tra materia pensante e non; tra mente e corpo, Kant distingue ciò che si vede da ciò che non si vede dell'uomo tra l'agire e la mente umana, tra il noumeno e il fenomeno.

Schmitt arriva a dire che legge e mentalità per Omero non sono la stessa cosa. Oggi le cose sono cambiate -aggiunge Schmitt- poichè il distacco tra Nous e Nomos è diventato grande: la vita è il nous, la mente è il nomos, le forme sono vissute come imposizioni esterne. L'uomo moderno è quello che vive il distacco tra la mentalità e la forma reale: tra la coscienza soggettiva ed oggettiva, come nella pazzia di Don Chisciotte o nella pazzia di Orlando.

LA CONQUISTA TERRITORIALE DI UN NUOVO MONDO: E LE PRIME LINEE GLOBALI La conquista territoriale di un nuovo mondo segna il passaggio verso una concezione globale dello spazio anche in virtù degli studi di Keplero il quale sostiene per primo che la Terra non era piana ma un globo; ma il tabù è sfatato anche da Colombo il quale solca acque sconosciute, il cui accesso era quasi vietato da congetture e credenze. I popoli separati dal mare erano estranei all'ordinamento e ad uno spazio globale, pertanto per il nuovo spazio occorreva un ordinamento che fosse globale : un nuovo nomos. La conquista della Terra e dei mari da parte delle grandi potenze nazionali europee: Francia, Spagna, Prussia e Inghilterra necessiterà di un nuovo ordinamento comune globale diverso dal vecchio nomos. L'ingresso nella modernità coincide con delle notevoli trasmutazioni nell'idea di confine, nella definizione di uno spazio che oramai è globale alla luce delle nuove scoperte geografiche; non esistendo ancora la cartografia del globo terrestre, si affermano per la prima volta dei confini di definizione geografico-matematica corrispondenti alle coordinate terrestri, specialmente ai meridiani e ciò segna il passaggio verso un nuovo nomos della Terra. Un significativo processo, indicativo, fra l'altro, d'una nascente contrapposizione giuridico-ideologica e quindi di civiltà fra 'Terra' e 'Mare', in primis fra Sacro Romano Impero e talassocrazia britannica, così bene tratteggiata da Carl Schmitt. Da esso si svilupperà l'idea delle cosiddette 'linee globali di divisione', dalle rayas ispano-portoghesi e dalle amity-lines franco-inglesi, fino alla nozione statunitense di 'emisfero occidentale'.

Rayas - La determinazione d'una raya o più rayas, ovvero di linee globali di delimitazione tra i territori e i mari appartenenti a due potenze cristiane, quali appunto Spagna e Portogallo, il tutto sotto la garanzia della somma autorità pontificia, diviene una necessità dopo la scoperta e la colonizzazione del cosiddetto nuovo mondo. L'ultimo esempio di applicazione di questa prassi si è avuta, sembra quasi incredibile, proprio in questi ultimi anni, con la poco nota mediazione della diplomazia vaticana fra Cile ed Argentina per la determinazione definitiva del loro confine meridionale. Quel che è necessario sottolineare è l'astrattezza, e quindi la sostanziale artificiosità, davvero tipo 'scacchiera', di questo nuovo modo di determinare i confini, del tutto estraneo alla più antica tradizione europea, ed i cui sviluppi nei secoli successivi avrebbe portato, tanto inavvertitamente quanto inesorabilmente, al declino dello ius publicum europaeum, e quindi alla relativa 'centralità' dell'Europa in Occidente. Amity-lines - Le amity-lines franco inglesi, versione più 'laica' e pragmatica delle ancora 'cattoliche' rayas, erano appunto delle 'linee di amicizia', ma facendo un ulteriore passo in avanti nella degradazione dell'idea di confine, già nel senso di limiti all'applicabilità dello ius publicum europaeum, e quindi volte a delimitare di fatto un'arena vastissima ove esercitare una sfrenata violenza di conquista e di dominio. Ad esse si accenna per la prima volta in una clausola segreta del trattato ispano-francese di Cateau-Cambrésis del 1559, ma divengono rapidamente una componente importante del diritto internazionale europeo. Esse passavano a sud per l'Equatore o per il Tropico del Cancro, e ad ovest nell'Oceano Atlantico ad un grado di longitudine, passando per le Isole Canarie o per le Azzorre. 'Emisfero occidentale' - La nozione statunitense di 'emisfero occidentale', è uno sviluppo di questa esperienza storica soprattutto anglosassone. Essa è concepita quale zona di autodifesa del continente americano, posto così virtualmente tutto sotto sovranità statunitense, ed è ancora solo 'questo emisfero' senza ulteriore aggettivazione nella famosa dottrina Monroe formulata nel dicembre 1823, perché effettivamente con essa, in origine, si intendeva in generale solo il nuovo mondo scoperto da Cristoforo Colombo. Ma di fatto 'quest'emisfero' viene gradualmente esteso dai cartografi americani, e guarda caso giusto verso il 1939, ad esser considerato compreso fra il 20° ed il 180° grado di longitudine ovest, venendo ad includere così di fatto anche Groenlandia, Islanda (che sarà infatti occupata durante la Seconda Guerra Mondiale) e le Azzorre ad est, ma poi anche, chissà perché, sempre verso est fino alle Isole di Capo Verde ed alla Nuova Zelanda ad ovest. Si sa, la sicurezza non è mai troppa. Fra l'altro, sia detto en passant, l'inclusione così di fatto di gran parte dell'immensa estensione dell'Oceano Pacifico nel proprio emisfero viene prudentemente segnalata da Schmitt (1991) come uno dei fattori che portarono al conflitto col Giappone nel '41.

Le nuove scoperte geografiche oltre che a segnare il passaggio dall'antico al moderno, da uno spazio pre-globale ad uno globale con l'esigenza di un nuovo nomos, capace di regolare lo spazio vuoto della conquista attraverso delle linee di definizione e organizzazione degli spazi, non come delimitazione di spazi da includere ma da escludere, al di la delle linee di amicizia si può fare guerra perchè dice Schmitt: vige uno Stato di eccezione dove è possibile sospendere la legge o meglio la legalità. Schmitt dice che nello Stato di eccezione vi è una condizione di nichilismo : ovvero una condizione dove non c'è differenza tra bene e male perchè tutti i valori sono in una condizione di statico appiattimento. La sospensione del diritto pubblico europeo nello Stato di eccezione: dava vita a uno spazio libero: di deregulation dove vi era assenza di mercato e dove si poteva esercitare la pirateria, utilizzata dall'Inghilterra per affermare la propria sovranità. L'idea di spazio libero è un'idea nuova, poichè dapprima lo spazio era concepito per regolarlo attraverso l'intervento dello Stato; una concezione che nasce in Inghilterra dove "gli enclousers" sono i primi spazi recintati e regolati, fino al concepimento dello Stato etico ed amministrativo Hegeliano: con cui si fa strada l'idea che non esista uno spazio libero, e che ogni spazio va regolato. In Inghilterra si diffonde anche il concetto di humanitas e di cittadinanza attraverso l' Habeas Corpus, che sancisce quelli che sono i diritti umani dello Stato borghese. Così con il diritto internazionale, si pone un ciclo bifronte tra regole e deviazione, dove da un lato si stabilivano delle regole dettate dal diritto pubblico europeo per cui nessuno stato muoveva guerra, dall'altro veniva legittimato uno Stato di eccezione e "deviazione" dove ciascuno stato poteva fare ciò che voleva anche attraverso la pirateria, poichè la legalità era sospesa. Il meridiano di Pascal non è altro che il meridiano delle linee di amicizia della sua epoca , che ha effettivamente aperto un abisso tra la libertà , ovvero l'assenza del diritto tipica dello stato di natura hobbesiano, e l'ambito di uno civile ordinato. Con lo jus publicum europaeum il titolo per la conquista di un territorio è l'occupazione, secondo il diritto civile romano, e non più la scoperta.

LA GIUSTIFICAZIONE DELLA CONQUISTA TERRITORIALE DI UN NUOVO MONDO : LA GUERRA GIUSTA Schmitt ora pone il dibattito sulla questione delle conquiste degli Spagnoli nelle Americhe e se fosse giusto che gli Indios li si dovesse trattare come occidentali, e se fosse legittima la conquista dal punto di vista del diritto internazionale, appunto legittimata dalla Spagna come missione pontificia. Sulla legittimità della guerra si sofferma Francisco DeVittoria , teologo dominicano filosofo della tarda scolastica, che con le sue opere le Relectiones de Indis et De iure belli scritta nel 1539, compie un 'analisi della conquista dell'America rimanendo neutrale e segnalando i pro e i contra di questa che lui chiama missione cristiana (egli appartiene, nonostante la sua neutralità obiettività e umanità sia del suo non distacco dalla justa causa, al Medioevo cristiano e non al moderno diritto interstatale), pur intravedendo nella scoperta e nella conquista dell'America una certa continuità con la Res pubblica christiana secondo i concetti di ordine spaziale del Medioevo, allo stesso tempo ne sancisce la fine dell'universalismo del Papa e dell'imperatore dichiarando illegittimi tutti i titoli derivanti da una pretesa di dominio temporale di territori che appartengono agli indigeni, in quanto oramai sta per finire l'idea teologica dell'evangelizzazione che cederà il passo all'inizio della cultura laica, per cui nascerà lo Stato territoriale e l'organizzazione moderna della politica internazionale; Ecco che la scoperta dell'America segna una fase di transizione dall'ordinamento medievale Jus ad genti...


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