3. Sensazione E Percezione(cap3) PDF

Title 3. Sensazione E Percezione(cap3)
Author Martina Podda
Course Psicologia Generale
Institution Università degli Studi di Genova
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riassunti...


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SENSAZIONE E PERCEZIONE Sensazione: Distinguiamo innanzitutto tra sensazione e percezione. Per sensazione si intende l'attivazione degli organi di senso stimolati da un energia fisica. Percezione è invece l'organizzazione, l'interpretazione, l'analisi e l'integrazione degli stimoli da parte di organi di senso e cervello. Lo stimolo è una qualsiasi sorgente di energia fisica che provochi una risposta a livello di un organo di senso. Possono variare sia per qualità che per quantità. Una parte della psicologia, la psicofisica, affronta le relazioni tra le caratteristiche fisiche degli stimoli e la nostra sensazione, ossia l'esperienza soggettiva di questi stimoli sul piano psicologico.

Soglie assolute: La soglia assoluta è la minor intensità di stimolo necessaria affinché questo sia recepibile. A uno stimolo seguirà una sensazione solo se esso ha una certa intensità fisica. Si distingue tra 2 soglie assolute: soglia assoluta iniziale(il limite minimo) e soglia assoluta terminale(il limite al di sopra del quale non percepiamo più nulla, o percepiamo dolore). I nostri sensi sono molto sensibili agli stimoli, ma il nostro sistema sensoriale è in grado di rispondere solo a determinate forme di energia fisica per le quali disponiamo di recettori per captarle, come le radiazioni luminose o le onde sonore, mentre non è in grado di captare una quantità di stimoli fisici presenti nella realtà quali, per esempio, le radiazioni ultraviolette. Normalmente i nostri sensi non possono recepire stimolazioni fino a tali livelli a causa della presenza del rumore: stimolazione di fondo che interferisce con la percezione di altri stimoli. Le procedure utilizzate per determinare le soglie si chiamano metodi psicofisici. Essi studiano la relazione tra due variabili: la variazione di intensità fisica di uno stimolo e la variazione di sensazione di ordine soggettivo.

Soglie differenziali: Uno dei compiti del nostro sistema sensoriale è rilevare le differenze d'intensità tra stimoli. E' stata definita soglia differenziale o differenza appena percepibile(JND) la minima quantità di cambiamento nell'intensità di uno stimolo(stimolo standard Ss) necessaria per capire la differenza rispetto a uno stimolo di confronto(SC). La differenza tra l'intensità dei due stimoli (SC-Ss) viene indicata come ΔI (differenza intensità). La legge di Weber(1830): più grande è uno stimolo, maggiore è l'incremento necessario affinché il suo incremento sia rilevabile. K= ΔI/I dove K è una costante minore di 1. Questa legge afferma che una differenza appena percepibile è una proporzione costante rispetto all'intensità di uno stimolo iniziale. La legge di Weber ci aiuta a spiegare perché una persona in una stanza silenziosa sia più portata a essere spaventata dal suono del telefono rispetto a una persona che si trova in una stanza già rumorosa quando avviene.

Legge di Fechner: riprendendo la legge di Weber, Fechner intuì che le JND derivabili dalla legge di Weber potessero costituire una scala per le sensazioni. Per esempio, se accendiamo una candela in una stanza buia e poi una seconda e poi una terza, la sensazione di maggior cambiamento di illuminazione la osserveremo all'accendersi della prima candela, mentre percepiremo poca differenza tra la seconda e la terza. La grandezza della sensazione evocata da uno stimolo è proporzionale al numero di JND sopra la soglia assoluta. S=K log(I) dove s è l'intensità della sensazione, K è la costante di Weber, log(I) è il logaritmo dell'intensità dello stimolo. Ciò significa che, all'aumento dello stimolo, corrisponde un aumento della sensazione.

Nuova psicofisica: Agli inizi degli anni Sessanta vennero mosse alcune critiche alla psicofisica classica. In particolare venne posto in evidenza come i soggetti non si comportino come semplici rilevatori, ma come soggetti attivi che valutano lo stimolo, adattano la sensazione all'ambiente e decidono se rilevare o meno la differenza percepita. a) Lo psicologo Stevens verificò che i soggetti sono in grado di valutare direttamente l'intensità di una sensazione associandola a un numero. In questo metodo, detto della stima di grandezza, il soggetto assegna, per esempio, il valore 10 a uno stimolo e successivamente il valore 20 a uno che ritiene di intensità doppia o 5 a uno che valuta la metà. Utilizzando questo metodo scoprì che la relazione tra il giudizio sensoriale del soggetto(y) e l'intensità dello stimolo (I) è una funzione di potenza:Ψ=KI^n secondo cui la grandezza soggettiva della sensazione è proporzionale all'intensità dello stimolo elevata a una certa potenza. Quando n è inferiore a 1 la sensazione aumenta sempre più lentamente all'aumentare dello stimolo, ma dove n è superiore a 1 la sensazione aumenta sempre più velocemente al crescere dell'intensità dello stimolo. b) Un altro aspetto è il fenomeno dell'adattamento sensoriale: un aggiustamento delle capacità sensoriali dopo un'esposizione prolungata a stimoli fissi. L'adattamento avviene quando ci si abitua a uno stimolo e si cambia il proprio quadro di riferimento. Se si fosse esposti ripetutamente a un suono molto alto si finirebbe col sentire il suono come se fosse meno acuto. Questa apparente diminuzione della sensibilità agli stimoli sensoriali è dovuta all'impossibilità di nervi sensoriali recettori di inviare messaggi al cervello all'infinito. Poiché le cellule ricettive sono maggiormente sensibili ai cambiamenti di stimoli, una stimolazione costante non riesce a produrre una reazione continuata nel tempo. c) Un altro fattore interveniente è quello sottolineato nella teoria della detenzione del segnale, che considera l'influenza della presa di decisione sulla rilevanza dell'esistenza o meno dello stimolo da parte del soggetto. Consideriamo, per esempio, il caso in cui un soggetto sia chiamato a rilevare se un segnale è presente o assente rispetto a un rumore di fondo, egli ha 4 possibilità: 1.dire sì quando il segnale c'è(detenzione corretta DC); 2.dire sì quando il segnale non c'è(falso allarme FA); 3.dire no quando il segnale c'è(omissione O); 4.dire no quando il segnale non c'è(rifiuto corretto RC). Secondo gli autori, due fattori influenzeranno

la valutazione sensoriale: la sensibilità dell'organismo nel discriminare gli stimoli e il criterio soggettivo di decisione.

La vista: Struttura dell'occhio: La vista comincia con la luce, l'energia fisica che stimola l'occhio. Il percorso del raggio di luce che seguiamo dal momento in cui viene riflesso dall'immagine che guardiamo, ad esempio un albero, viaggia: 1.

prima attraverso la cornea: una finestra protettiva trasparente che rifrange la luce che la attraversa per metterla a fuoco più chiaramente. 2. Dopo aver attraversato la cornea, la luce attraversa la pupilla, un buco nero al centro dell'iride. La grandezza dell'apertura della pupilla dipende dalla quantità di luce presente nell'ambiente. Più il paesaggio è scuro, più la pupilla si apre per lasciare entrare una quantità di luce maggiore. 3. Una volta attraversata la pupilla, la luce entra nel cristallino, che si trova direttamente dietro la pupilla. Il cristallino provoca una curvatura dei raggi di luce tale da focalizzarli nella parte posteriore dell'occhio. Il cristallino focalizza la luce cambiando il suo spessore, secondo un processo di accomodazione: si appiattisce quando si guardano oggetti distanti e si arrotonda quando si guardano oggetti più vicini. 4. Attraversati pupilla e cristallino, l'immagine del nostro albero raggiunge la sua destinazione finale all'interno dell'occhio: la retina. Qui l'energia elettromagnetica della luce è convertita in energia nervosa, poi utilizzata dal cervello. E' importante notare come l'immagine viene rovesciata nel suo viaggio attraverso il cristallino ed è proiettata capovolta sulla retina. La retina è composta da uno strato di cellule nervose. Esistono due tipi di cellule recettive alla luce(fotorecettori): bastoncelli e coni. I bastoncelli sono cellule ricettive sottili e cilindriche, altamente sensibili alla luce. Hanno un ruolo di primaria importanza nella visione periferica e nella vista notturna. I coni sono cellule ricettive responsabili della messa a fuoco dettagliata e della percezione del colore, in particolare in situazioni di elevata luminosità. La più alta concentrazione di coni si trova nella fovea. Bastoncelli e coni sono inoltre coinvolti nell'adattamento al buio e nell'adattamento alla luce. I coni raggiungono il loro maggior livello di adattamento in pochi minuti, i bastoncelli impiegano dai 20 ai 30 minuti per raggiungere la loro efficienza massima. Per questo l'adattamento alla luce avviene molto più velocemente....


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