Alessandro Amaducci, Simone Arcagni, Music Videos, Kaplan, Torino, 2007. PDF

Title Alessandro Amaducci, Simone Arcagni, Music Videos, Kaplan, Torino, 2007.
Course Teoria e tecnica dei videoclip musicali
Institution Università degli Studi di Torino
Pages 18
File Size 231 KB
File Type PDF
Total Downloads 73
Total Views 124

Summary

riassunti music video...


Description

AVANGUARDIE CINEMATOGRAFICHE, ANIMAZIONI DIGITALI E VIDEO MUSICALI Animazione astratta musicale

Fischinger!

Oskar Fischinger, intorno agli anni 30 realizza una serie di cortometraggi astratti musicali dal titolo Studien ed è affascinato dalla potenzialità del movimento delle forme nel tempo. La strada seguita dal pittore tedesco è importante per la storia delle immagini in movimento, perchè innesca l nascita di un nuovo genere audiovisivo che dilagherà all’interno della programmazione di un nuovo strumento: la televisione, prima sotto forma di pubblicità, poi di sigla televisiva, e infine di video musicale.! Fischinger è l’inventore della formula del cortometraggio astratto musicale. Inoltre, anticipa uno dei caratteri contraddittori del mondo dei video musicali: cioè l’essere un prodotto spesso sperimentale ma inevitabilmente legato a regole di mercato.! Fischinger usa musiche easy listening (brani di musica classica,jazz e musica da locali d’intrattenimento),orecchiabili e commerciabil per diffondere il genere del cinema astratto. ! Nei cortometraggi di Fischinger l’idea della coreografia delle forme astratte in movimento è evidente dato che le linee geometriche si muovono non solo nello spazio del campo ma anche al loro interno: sono ‘molli’. La maggior parte delle sue opere sono realizzate co segni bianchi su sfondo nero che si muovono in perfetta sincronia con alcuni elementi della musica prescelta.! Fischinger vuole infatti dimostrare che le immagini astratte possono avere una funzione visiva, usa l’astrazione come una delle tante possibilitàesistenti per poter visualizzare nel modo più corretto la musica e la sua natura fatta di eventi che si svolgono nel tempo.! A lui si deve la longevità di un genere destinato a rimanere in un ambito di nicchia. !

Animazione a passo uno

• Svankmajer!

Svankmajer è il maestro della tecnica della pixillation(= tecnica stop motion in cui l’attore diventa una specie di burattino) che ha influenzato molte generazioni di artisti e animatori che vogliono percorrere strade anti- Disney.! Dagli anni 60 fino ad oggi crea un universo visivo scuro, fatto di pupazzi inquietanti coinvolti in situazioni enigmatiche, ma sempre dense di ironia. Fa parte del surrealismo ceco, da qui provengono i suoi temi come l’ossessione per il cibo, per gli oggetti intesi come strumenti erotici, il gioco distruttivo, il ritorno all’infanzia irrazionale e via dicendo. ! Realizza due importanti lungometraggi: Alice (1989) e Otesanek (2000).!

• Brothers Quay!

! Gemelli e allievi di Svankmajer hanno perfezionato la tecnica della pixillation.! I Brothers Quay costruiscono scenografie affascinanti, sempre di sapore oscuro e di fiaba nera, nelle quali riescono ad animare persi la polvere, come nel loro cortometraggio Street of Crocodiles (1986).! Nel 1987 sono stati contattati da Peter Gabriel alla realizzazione del primo kolossal della pixillation nel video musicale: Sledgehamme è una sorta di enciclopedia di tecniche d’animazione tradizionali, composto da piccoli episodi realizzati da mani diverse, e trasforma l’idea del video musicale in una sorta di vera e propria ‘mostra in movimento’ di artisti che elaborano l’immagine del cantante stesso. I Brothers Quay realizzano per His name Is Alive due video musicali: Are We Still Married? (1991) e Can’t Go Wrong Without You (119 video nel quale musica e immagine si integrano in maniera inscindibile. Potrebbero essere definiti come video musicali di ricerca: prodotti che partono da committente discografiche ma che si situano, per stile e contenuto in un’area sperimentale. I due video sono realizzati con la tecnica della pixillation e hanno due personaggi in comune: la bambola di una bambina (Alice?) e un coniglio, entrambe inseriti in una casa di legno dove avvengono strani fenomeni. Troviamo la luce degli ambienti che si accende e si spegn, il movimento iterato e costante dei personaggi ( Alice che si alza e abbassa ritmicamente alzando i piedi), il movimento sincopato della macchina da presa. Vengono visualizzate narrazioni brevi e spezzate: in Can’t Go Wrong Without You, Alice espelle delle uova insanguinate, delle quali uno viene collocato all’interno di una gabbia, e un misterioso personaggio con la maschera da teschio, tenta di rubarla catturandolo con un filo di lana, poi spezzato dai denti del coniglio. !

• Adam Jones (Tool)!

I video musicali dei Tool, sono realizzati da un membro del gruppo Adam Jones che ha lavorato come esperto di effetti speciali e modelling (= scultura,creazione di mostri) per l’industria cinematografica.! Nei video, il legame col testo è di pura ispirazione, e le scelte stilistiche si rifanno a un tipo di immaginario, surreale e oscuro, spesso solo parzialmente consonante con la musica.! È il caso di Prison Sex (1994). Il testo narra esplicitamente la storia di violenza minorile, mentre il video tratta il tema in maniera più sottile. Mostra una situazione di tortura fra due esseri: la vittima, rappresentata da una fragile figura di porcellana, viso spaccato in du e senza gambe, appese in alto in un’enorme stanza fatta di scatole (la prigione); dall’altra, il torturatore, snello,alto e inguainato in una tuta di pelle nera attillata. Dal video intuiamo che il torturatore ha tagliato le gambe della vittima e le ha appese, e che si reca periodicamente a trovare la vittima che sviene ogni volta che intravede la sua ombra avvicinarsi. Vediamo una stanza oscura, nella quale il torturatore poggia la vittima su un tavolo simile a quello degli obitori, la accarezza e finge di ricucirla. Con poche immagini il regista riesce a descrivere la sindrome che porta la vittima a diventare dipendente dal rapporto col carnefice. La vittima in realtà cerc di scappare facendo cadere alcune scatole da cui però escono altri mostri. Il video termina mostrando che la stanza di scatole non è altro che una ennesima scatola dentro ad un universo ancora più grande per dire che l’universo della tortura è molto più grande del singolo caso qui visualizzato.! Un altro video interessante è Aenema (1997) che unisce riprese dal vero, pixillation e computer grafica 3D. Vengono evocati vari temi l’interno del corpo, la mutazione e i mostri animati (umani,animali,alieni) spesso vittime di una mutazioni che essi stessi nn

comprendono. Anche in questo caso troviamo la metafora del mondo come scatola, o come prigione.! L’ossessione delle ‘nascite mostruose’ qui si scatena in immagini e situazioni di diverso tipo: liquidi impazziti, cordoni ombelicali semoventi, creature doppie creano un universo di freak contemporanei, dominato dall’immaginario horror e medicale.!

1

Il cinema sperimentale entra nel mondo dei video musicali

• Jonas Mekas!

Regista lituano facente parte di un gruppo di giovani artisti ‘arrabbiati’ e anti-Hollywood , aveva già sperimentato una tecnica ‘figlia’ d passo uno: se con la pixillation tradizionale il metodo è quello di impressionare, fotogramma per fotogramma; con lo step by step si programma la cinepresa per impressionare quanti fotogrammi si vuole in un lasso di tempo che può essere preordinato.! Mekas ha realizzato molti cortometraggi con questa tecnica, tra i quali Scenes from the life of Andy Warhol che mostra i vari incontri fra Warhol, John Lennon e Yoko Ono, testimonianza del fatto che le avanguardie spesso inseguono i fenomeni musicali e pop.!

• Kenneth Anger! Se Mekas vuole documentare senza fare veri e propri documentari, Anger è l’apoteosi dell’artificialità del set e del corpo messo in scena. Egli mette in scena il glamour, il divismo di persone anonime che però si mutano in ‘celebrità’, anticipando il fenomeno della Beautiful People. L’anima più video musicale di Anger si manifesta in cortometraggi come Kustom Kar Kommandos (1965) tre minuti per visualizzare l’amore di un ragazzino per la propria motocicletta oppure Invocation of my Demon Brother (1969) con la musica (un loop di un suono) di Mick Jagger.!

• Derek Jarman (The Smiths)!

Jarman alterna film sperimentali a produzioni che hanno distribuzioni ufficiali e consensi più vasti di pubblico, è soprattutto un regista di numerosi video musicali, anche qui alterna produzione per realtà ‘estreme’ a quelle per gruppi e musicisti più conosciuti come Bria Ferry e The Smiths. ! Per gli Smiths il regista inglese realizza una sorta di ‘mediometraggio’ musicale riunendo tre brani: The Queen Is Dead, There Is a Lig That Never Goes Out e Panic.! The Queen is Dead si apre con una sequenza dove si vede una figura scrivere su un muro il titolo della canzone, questo personaggio dalla sessualità ambigua sai rivelerà essere una ragazza. Il video è anticipato da una specie di prefazione: 3 ragazzini che guardano i macchina, uno ha in mano una pistola puntata verso lo spettatore e spara un’innocua bandierina con la scritta ’bang’. Ciò anticipa il tema che farà da conduttore per tutta l’opera: l’infanzia e l’adolescenza, ovvero quello che di violento c’è in questa età ma anche di innocuo (la pistola finta) e soprattutto il valore e la funzion del gesto. La ragazza di cui si parlava in precedenza ha un aspetto contraddittorio in quanto ha i capelli praticamente rasati e rappresenta quell’età in cui la sessualità non è ancora definita. ‘La regina è morta’, quindi il potere è morto: ciò che rappresenta il mondo dei grandi, è morto. L’ambientazione di questa parte del video è una fabbrica abbandonata che qui non è solo il simbolo di un luogo di sfruttamento e di produzione del capitale ma anche il luogo-simbo di tutto un movimento giovanile. La ragazza ruota su se stessa vorticosamente e rappresenta spesso un passaggio da una situazione all’altra. Nella scena successiva troviamo sfondo nero con una rosa che ruota su se stessa e compare un nuovo personaggio femmin vestito di bianco: ha i capelli lunghi e quasi bianchi, ed è circondato di fiori e strumenti musicali che roteano su se stessi. Subito dopo,su una strada che scorre vediamo una serie di corone che volano attraversando lo schermo come dischi volanti. L’ordine è morto, distrutto dalla musica: tutto si muove velocemente, le immagini si spezzano in preda a una sorta di furia anarchica , la musica restituisce col suo ritmo una sorta di gioia violenta di fronte alla vittoria del disordine. la figura femminile con i capelli bianchi che ora connessa anche all’immagine del girasole (il fiore che cerca la luce) è accompagnata da un uomo inquietante a torso nudo e con una maschera rossa che la guarda. Compare anche un angelo accompagnato dall’immagine di un cardo, simbolo del sacrificio di Cristo. La commistione di simbologie sacre e non, tipica della cinematografia di Jarman. Riappare, violentemente in blu, il personaggio della fabbrica, questa volta con un lungo vestito bianco mentre scrive ‘Don’t trust’, il suo atteggiamento è più tragico e adulto. Il filo del discorso visto viene interrotto dall’irruzione,in bianco e nero, di un personaggio con una maschera buffa che si strofina la pancia e indica in maniera beffarda delle case appena costruite e mai usate. Sono chiari riferimenti alla fame, alla povertà, e al mondo che spreca le risorse, sono rafforzati da un’immagine di una donna, curva dalla stanchezza che vede passare, come se l’avesse persa, la metro, un’immagine in cui si denotal’alienazione del vivere quotidiano. Ritorna il personaggio femminile con la parrucca bianca che toglie i petali di una rosa e poi compare l’angelo circonadato da immagini velocizzate di campi fioriti ma in bianco e nero, e trattati in modo tale da sembrare di ferro, oltre il cardo entrano in scena strumenti da lavoro (martelli, chiavi inglesi..). Improvvisamente, in bian e nero, balenano due immagini che nonostante siano ripetute come un loop, sono veramente troppo veloci per essere recepite : un uomo sul balcone sta mostrando una boccia di vetro contenente un feto. Ora il personaggio iniziale gioca con la bandiera ma circondata da un cielo scuro e minaccioso; il cardo e il girasole girano su se stessi circondati da immagini velocizzate di grattacieli ch formano una sorta di prigione optical, e un altro personaggio maschile ride beffardamente verso lo spettatore, offre un paio di uova p poi spaccarsele in faccia. A caso poi compare l’immagine di una banconota con l’effige della regina. Qualcosa cambia: i personaggi sono ormai intrappolati nel bianco e nero dei grattacieli, soli e senza più alcun rapporto fra loro, costretti a ripetere i loro atti, ormai senza più senso, mentre l’ultimo personaggio maschile sembra deridere tutto ciò dimostrando il proprio potere e dichiarando un collegamento chiaro col denaro, ovver la banconota con l’immagine della regina. Si torna ai tre personaggi principali: la donna in bianco si inchina ripetutamente verso il pubblico, l’angelo senza più ali , è intrappolato in mezzo a strumenti di lavoro. la ragazza dell fabbrica vortica su se stessa ed entra nella struttura abbandonata con il vestito lungo che le blocca le braccia, come una sorta di tris e consapevole resa. ! Grazie alla velocità delle immagini quasi subliminali e al loro carico simbolico, jarman conduce un discorso sulla disillusione di un cer tentativo di rivoluzione: quella voglia di distruzione giococsa e irriverente, simboleggiata dall’idea di infanzia violenta, diventa a un ce punto un feto morto conservato in una boccia di vetro: un tentativo fallito o meglio assimilato da quel sistema che tutto compra, anch le spinte sovversive. Sembra quasi rispecchiare una storia dolora del punk: da movimento antagonista a fenomeno di costume, consumabile come tanti altri. Il desiderio di contraddire l’idea del video promozionale viene ribadito anche nei video successivi.! In There Is a Light that Never Goes Out troviamo l’invocazione di un personaggio al suo amato a fare un giro in macchina per andarsene da n mondo che detesta, per vedere ‘la luce che non muore mai’. Il video è fatto di immagini semplici e ripetute, messe in

sovrimpressione le une sulle altre a formare un morbido magma che a volte raggiunge i vertici dell’astrazione: un corpo femminile seminudo, carico di blu, e l’immagine di una macchina in fiamme, intorno alla quale si affannano curiosi, pompieri e altre persone in

2

controluce. La corsa in macchina evocata dal testo della canzone evidentemente qui si trasforma in tragedia, e ‘la luce che non muo mai’ è quella del fuoco che brucia la macchina e forse anche i due amanti.! Panic, è un video musicale poco convenzionale ma meno descrittivo: un ragazzo in giubbotto di pelle si aggira per le strade di Londr deserta,semiabbandonata. Una mano in fuori campo ogni tanto compare come a chiedere l’elemosina a una città vuota, fredda e indifferente. !

Surrealismo pop dal cinema al digitale

The Residents!

Dal punto di vista del look, il gruppo compie una scelta estrema: hanno una maschera ‘fissa’ nel senso teatrale del termine; per molti anni il gruppo si è presentato dal vivo e sulle immagini dei dischi come 4 uomini vestiti in frac e tuba, e con un enorme pupilla al post del viso.! • Third Reich Rock’n’Roll, primo video realizzato dai Residents stessi. È un concept in cui si ipotizza che dietro la nascita della music rock e più in generale di massa ci sia un complotto di tipo nazista, può dare un’idea del tipo di derisione che il gruppo ha sempre operato sulle mode del music business. Questo piccolo film musicale è conservato al MOMA di NY come uno dei primi e più interessanti video musicali. La tecnica usata è in gran parte il passo uno. Il film inizia con un carrello della spesa trasformato in una sorta di carro armato che compie delle evoluzioni in un ambiente che ricomparirà più tardi. All’interno di una stanza rivestita da fogl di giornale, compare il gruppo: quattro persone vestite da fogli di giornale, con un cappuc- cio in testa molto simile a quello degli appartenenti al Ku Klux Klan. All’improvviso entra un altro personaggio, una sorta di astronau- ta-marziano, rivestito di carta stagnola, che uccide i musicisti. Si ritorna all’ambiente dell’inizio, un salone di un castello, con un pavi- mento fatto di grandi pois, con tanto di enorme scala che conduce a un piano superiore. Due smisurati teschi e una svastica campeg- giano sullo sfondo, mentre i quattro musicisti si sono trasformati in: un membro del Ku Klux Klan, così come lo abbiamo visto prima, un televisore, il carrello della spesa-carro armato, e un non meglio identificato personaggio in frac, tuba, maschera d’argento e scarpe da ginnastic L’improvvisato quartetto compie una serie di ridicoli balletti; due enormi bistecche entrano in campo per distruggere la svastica, ritorna il televisore che ora trasmette l’immagine di una svastica, e infine la macchina da presa si muove verso la cima della scala p mostrare una sagoma di cartone di Adolf Hitler. Come a dire: il nazismo è finito, ma ci pensano la televisione, il consumismo (il carrello della spesa a forma di carro armato) e soprattutto la musica di massa a rinnovare la tradizione.! • One Minute Movies, racchiude 4 cortometraggi da un minuto ( Moisture, Act of Being Polite, Perfect Love e The Simple Song). Sono stati poi acquistati da MTV come intermezzi, ennesima dimostrazione di come spesso le esperienze d’avanguardia possano essere intercettate e assorbite dal palinsesto video musicale. Nei 4 cortometraggi la maschera del gruppo viene ogni volta rielaborata. Tutt l’immaginario dei Residents si muove lungo le linee dell’onirico, del grottesco, del ridicolo ma anche del conturbante e dell’oscuro, mantenendo sempre un registro stilistico eccessivo, teatralmente dichiarato. The Act of Being Polite si apre con l’immagine di un Resident che dorme: un sogno, anticipato da una serie di breve immagini astratte e optical; la macchina da presa ci accompagna in una stanza dall’aspetto metafisico, dove una Resident tiene sul grembo una scatola bianca adorna di punti interrogativi neri. All’immagine dei due Resident che dormono uno sull’altro (in una posizione assurda, come fossero due manichini), viene alter- nata una piccola sequenza realizzata a disegni animati, dove una pressa, lentamente ma inesorabilmente, schiaccia un cuore fino a farlo esplodere. Il cortometraggio si chiude con una scritta fatta di lampadine luminose: «Thank You». Il rapporto col testo è in questo caso essenziale perchè il testo forse non racconta qualcosa di così drammatico ma denuncia che a questa coppia surreale è successo qualcosa, e le immagini, pur non risolvendo l’enigma, offrono dei suggerimenti. Innanzitutto c’è una sorta di freddezza sessuale visualizzata dai due Resident che dormono uno sull’altro: sono rigidi e, ripresi dall’alto, sembrano formare una buffa X; in seguito la pressa che sfonda il cuore è un chiaro riferimento a qualcosa di violento (anche se risolto visivamente come un allegro cartoon); la Resident donna in realtà accarezza una scatola piena di punti interrogativi2, come se fosse qualcosa alla quale nessuno può accedere. Così come la scritta finale, quel “Grazie” allegro e beffardo, può essere riferito a quel cuore, finalmente distrutto, che non ce la fa veramente più a essere cortese ed educato. Perfect Love lavora sulle stesse scelte e l’argomento, come anticipato dal titolo, è sempre l’amore, tema cardine di tante canzoni pop e non, trattato in maniera ovviamente ironica dai Residents. In un intern piccolo e piuttosto squallido, un uomo dal viso triste e annoiato è sdraiato, prono, su un materasso senza lenzuola, e guarda la televisione. Alle sue spalle campeggia un quadro ovale con un ritratto femminile antico. In TV, i residents sottoforma di burattini che cantano, poi la TV inizia a fumare e l’uomo viene risucchiato per schiantarsi contro la parete dove è appeso il quadro. Si susseguon quindi rapide immagini: l’uomo con un braccio letteralmente “divorato” dalla cornice del quadro, il televisore che va in fumo, l’uomo “seduto” sulla parete che contempla soddisfatto il ritratto. In questo caso il rapporto fra musica, testo e immagine è meno descrittivo del precedente. Se il testo è un’ironica presa di distanza rispetto ai canoni classici delle Love Songs, il cortometraggio racconta qualcosa di più complesso: il rapporto voyeuristi- co e forse anche onanistico del personaggio con varie tipologie di immagini – la...


Similar Free PDFs