Tassoni Alessandro PDF

Title Tassoni Alessandro
Author Lara Trivelli
Course Letteratura italiana e letterature europee
Institution Sapienza - Università di Roma
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Summary

Scheda autore della Secchia rapita...


Description

1 Tassoni Da lezione 14. Parlando del poema eroicomico, quindi parlando di una di queste invenzioni seicentesche, non si può dire che Tassoni, l’autore della Secchia rapita, un poema eroicomico, o Francesco Bracciolini, autore dello Scherno degli dei, un poema di parodia mitologica; si contrappongono al potere del loro tempo, anzi Bracciolini è totalmente prono a Maffeo Barberini, essendo uno dei suoi poeti ufficiali al punto che alla fine potrà insignirsi del nome di Francesco Bracciolini dell’Api, le api essendo il simbolo dei Barberini. Forse Tassoni è il personaggio più lontano diciamo dal successo anche se anche lui ha la sua carriera politica, lui è modenese, serve soprattutto i Savoia, Carlo Emanuele I e per esempio i suoi atteggiamenti sia politici sia di letteratura, di scrittura di pensieri, (per esempio fa una critica a Petrarca, sottopone il Canzoniere di Petrarca a un dileggio continuo, un commento al Canzoniere molto divertente), dimostrando una forza molto più in conflitto con la tradizione e anche con l’esercizio neutro del potere. In questo senso Tassoni è probabilmente molto più dinamico di Bracciolini anche se Bracciolini scrive tante cose, ma dal punto di vista biografico rimane sostanzialmente un poeta curiale. Tutte le opere di Tassoni sono piacevoli da leggere. Ha scritto testi strettamente politici, un enorme quantità di pensieri, brillantissimi, strani, curiosi, raccolti nell’opera Pensieri. Tassoni ha una mente molto ricca, fertile, è una persona geniale, è anche molto interessante la sua polemica contro Petrarca, ma non è che vuole distruggere l’immagine, ma inizia il suo anti-petrarchismo ad essere ben altro dall’anti petrarchismo di maniera del 500, perché anche nel 500 esiste chi critica Petrarca o che dice basta con queste imitazioni di Petrarca, perché dobbiamo usare le parole di Petrarca? Se ne possono usare altre, sì, ma sempre dentro una cultura che ancora è quella delle corti rinascimentali. Alessandro Tassoni ha scritto molte cose anche seguendo la moda del 600, scrive anche poemi sulle conquiste e sulle esplorazioni transoceaniche di Colombo, di Vespucci. Ha scritto l' Oceano su Colombo di cui abbiamo soltanto un canto, però è molto interessante perché c’è una discussione tra gli studiosi di un ipotetica somiglianza di un episodio di questo canto con l’episodio finale dei Lusiadi di Camoes, allora la domanda è se e come abbia conosciuto Camoes, magari la traduzione spagnola, creando tutto un problema che non capiamo, ma che è interessante perché è evidente che ci sia un contatto continuo in Europa tra le persone, 1.01.48 quindi non è che nessuno legge un poema scritto nel lontano Portogallo, perché viene subito tradotto in spagnolo, quindi c’è una circolazione continua, poi in particolare, Tassoni aveva rapporti con la Spagna anche personali ecc. Il poema Oceano è interessante perché in un discorso che Colombo fa ai suoi marinai, in sostanza, ribalta dal punto di vista del valore etico religioso, ciò che Ulisse dice ai suoi compagni nell’Orazion Picciola del canto dell’Inferno di Dante, canto in cui Ulisse sprone questi vecchioni, vegliardi ad andare oltre le colonne d’Ercole di spingersi verso la morte, dice: “Concediamo questa piccola, breve spazio di vita che ci rimane in quanto siamo vecchi, alla conoscenza del mondo senza gente, dello sconosciuto, dell’ignoto” “fatto non foste per vivere come bruti” ecc. però, quel discorso sia che sia interpretato in buona fede, sia che sia interpretato in malafede, a seconda degli esegeti di Dante, comunque quel discorso spinge i compagni a una sorta di colpevolezza inconsapevole, spinge i compagni a morire davanti alla montagna del purgatorio. Il viaggio di Ulisse è proprio l'esempio di un viaggio oceanico che è un simbolo di fallimento può essere perché c'è una hybris o una mezza colpevolezza come diceva più o meno Aristotele, può essere che c’è semplicemente un destino, un fato, non importa, quello è il modello del viaggio fallito. Quello di Colombo è il modello del viaggio riuscito, e quindi, benedetto da Dio, in particolare, nell’ottica spagnola, dei re di Spagna, e quindi, di un paese cattolicissimo. Il successo del viaggio di Colombo è ritenuto un successo appunto voluto provvidenzialmente da Dio. Lo esprime, per esempio Lope di Vega in una commedia su Colombo, dicendo che Colombo viene premiato da Dio e in un certo senso dai suoi rappresentanti, cioè da chi comanda, il re. E’ interessante il discorso di Colombo nell’Oceano che sia simile a quello di Ulisse, che lo richiama chiaramente, ma in una forma nuova - ora il mondo è cambiato - ora siamo in un nuovo mondo che non è più quello degli sbarramenti, dei limiti imposti da divinità pagane, o comunque dei limiti imposti dalla incapacità umana di superarli, ma siamo in un mondo che scopriamo tutto, scopriamo il cielo, il mare, le terre che stanno oltre il mare finché qualcuno facendo una circumnavigazione dell’Africa scopre che quello che aveva scoperto Colombo non era l’Asia, come si pensava, ma un nuovo continente.

2 Tutto questo per dire che Tassoni era un autore di rilievo, che non è un poeta secondario, un poeta scadente, Ora arriviamo al suo capolavoro, La Secchia rapita, che viene pubblicata poco dopo Lo Scherno degli dei di Francesco Bracciolini, e quindi, nasce la polemica di chi sia stato il primo ad inventare il genere comico, polemica di cui si parla in Europa. Il poema eroicomico diventa un genere ampiamente diffuso in Europa nei primi decenni del 600. La polemica nasce dal fatto che in realtà Tassoni aveva iniziato a scrivere La Secchia rapita prima, in realtà Tassoni precede Bracciolini nella composizione del suo poema, e infatti, più o meno questo gli viene poi riconosciuto. 1.07.22 Ma aldilà di questa polemica che però, è significativa perché dà grande importanza alla nascita del nuovo genere eroicomico che ha avuto grande successo nelle sue varie derivazioni, nelle sue varie specializzazioni in Europa. L'altro equivoco, è che i due poemi non sono dello stesso genere. Ovviamente non diminuisce l'importanza di questa polemica, e se vogliamo, tutti e due sono nuovi generi, poi vedremo fino a un certo punto, sono due poemi sostanzialmente, come è stato notato acutamente da italiani e da europei del tempo, che fanno l’operazione inversa. Cioè la Secchia rapita trasforma, parla, tratta un tema umile e ridicolo municipale, come il litigio tra due città, Modena e Bologna per un furto di un oggetto privo di senso, cioè con solo un senso simbolico scarsamente interessante, quindi non il rapimento di una donna o di una moglie, ma il rapimento di una secchia, quindi materia bassa, trattata in un poema che vorrebbe essere come l’Iliade. L'altra, Lo Scherno degli dei tratta materia alta – gli dei, gli eroi, ma soprattutto gli dei, Vulcano, Venere, Marte, i loro litigi, triangoli ecc. ecc. - trattato in modo basso, perché questi personaggi si comportano come delle donnacce, donnette e uomini maligni, volgari ecc. Abbiamo sostanzialmente quindi due forme opposte tra virgolette di parodia, di comicità o di abbassamento linguistico. Da una parte l’umile trattato come fosse materia di un poema epico, dall’altra abbiamo il sublime mitologico trattato in modo basso. La differenza fondamentale è data dal fatto che La Secchia rapita si svolge in ambiente reale, municipale, italiano del medioevo, addirittura identificabile con personaggi storici. Lo scherno degli dei, come il poema di Marino è un poema mitologico, anche se di parodia mitologica, quindi sono due cose diverse, sono due fondatori di una nuova forma di poema. Che cos’è un poema eroicomico? Chiamiamo eroicomico il poema di Tassoni e quelli dei suoi imitatori che sono tantissimi. Solo in Italia ci sono una serie dì titoli molto buffi come La Troia rapita, Il Torracchione desolato ecc., che hanno letto solo gli specialisti del settore. Per capire che cos’è il poema eroicomico iniziamo a leggere la protasi della Secchia rapita a pagina 288 dell’Antologia di Ferroni. Inizia così: Vorrei cantar quel memorando sdegno/Ch’infiammò già ne’ fieri petti umani/Un’infelice e vil secchia di legno,/Che tolsero ai Petroni i Gemignani. … L’esordio è un esordio classico, forse è un po’ sottovoce, vorrei cantare rispetto a “cano” … vorrei cantar quel memorabile sdegno … qui è evidente un calco dell’Iliade – l’Iliade inizia con: “cantami l’ira di Achille” … vorrei cantar quel memorabile sdegno che infiammò, provocò rabbia della guerra già nei feroci petti umani - di esseri umani, non di super eroi. Cosa infiammò questo sdegno? Un vile secchio di legno. Allora il  primo verso – Iliade. … Vorrei cantar quel memorando sdegno;  Secondo verso - linguaggio epico con le parole “infiammò” e “fieri petti”. …Ch’infiammò già ne’ fieri petti umani;  Terzo verso – il tipico stile delle ottave tassoniane, partire sublime per poi crollare al livello basso e questo per fare ridere. … Un’infelice e vil secchia di legn;, Chiaramente è proprio un metodo che lui adotta nella Secchia rapita. Da tenere presente che la Secchia rapita nella sua edizione definitiva ha tutta una serie di annotazioni finali, molto utili e molto interessanti e molto divertenti, fatto dallo stesso autore, anche se sotto pseudonimo, in cui spiega proprio il suo stile, cioè perché certi canti sono fatti in un certo modo, e quindi, scopre le carte in un modo molto ironico e molto intelligente. Quindi si parla di un secchia di legno che è infelice, infelice in senso che porta male, un oggetto di guerra, un oggetto che causa una guerra, è vile perché è di scarso valore, che i Modenesi (chiamati qui Gemignani perché il santo patrono di Modena è San Gimignano) rubarono ai Bolognesi (chiamato Petroni perché il santo patrono è San Petronio). Dopo questo primo esordio, protasi epica con caduta comica già evidente, c’è l’invocazione ad Apollo … Febo che mi raggiri entro lo ’ngegno/L’orribil guerra e gli accidenti strani,… Tu Apollo che mi fai frullare in testa, cioè nel mio “ingegno” (parola barocca per eccellenza in qualunque registro) la guerra orribile, anche qui è una caricatura, questa guerra orribile è iperbolica, anche se. Ci sono dei canti della Secchia rapita che sono dei semplici canti di battaglia, in cui lui stesso nella nota,

3 dice che quel canto non è effettivamente un canto comico, è tutto serio. Perché? Perché anticipiamo che è un poema eroicomico, non vuole essere un poema solo comico. E’ un poema che contiene in sé l’elemento comico e l’elemento eroico. … Febo che mi fai girare dentro la testa, cioè nella mia mente questa guerra e questi strani, curiosi e mai sentiti nuovi accidenti bellici, vicende, accadimenti … Tu che sai poetar, … anche qui il modo di rapportarsi con Apollo è molto confidenziale e diventa ancora più confidenziale dopo … servimi d’aio …. Cioè farmi da aio, da maestro, da precettore … E tiemmi per le maniche del saio… una trovata ingegnosa nel senso ironico, comico, divertente, tienimi per le maniche del saio … significa guidami, è un modo abbastanza grottesco per indicare il fatto appunto che il poeta segue l’ispirazione di Febo, cioè di Apollo. Poi si rivolge al cardinale, a Antonio Barberini, che è nipote del papa da lì a poco cioè Maffeo Barberini …E tu, nipote del rettor del mondo… nipote del papa di Roma, Roma che rappresenta il mondo … Del generoso Carlo ultimo figlio, … figlio del fratello di Maffeo, Carlo … cardinale … Ch’ in giovinetta guancia e ’n capel biondo / Copri canuto senno, alto consiglio; … erano giovani questi cardinali, avevano alcuni anche 25 anni … Se dagli studi tuoi di maggior pondo … pondo = peso … Volgi talor per ricrearti il ciglio, …. Cioè se dalle tue occupazioni più serie hai voglia un po’ di divertirti, di guardare verso di me, sulla mia opera … Vedrai, s’al cantar mio porgi l’orecchia, … parola bassa , di registro basso .… Elena trasformarsi in una Secchia…. In sostanza vedrai un poema in cui invece del rapimento di Elena, abbiamo il rapimento di una secchia. 1.23.12 Per capire alcune cose dobbiamo rifarci a quello che Tassoni scrive sia in parte nelle note alla propria opera sia in alcuni dei Pensieri che riguardano il poema epico, in particolare Omero. Uno di questi Pensieri, molto importante, uno di questi mini-trattatelli si dedica proprio a parlare del poema di Omero. In particolare, dell’Iliade, dello stile ecc., la lettura che lui dà di Omero è una lettura come quella che dà di Petrarca 1.24.08 è assolutamente polemica, lui ritiene Omero un pessimo modello. E’ evidente che c’è un gusto del paradosso molto forte, sul voler distruggere degli idoli letterari. Da tenere presente che questo gusto particolare della polemica è veramente eversiva perché in questi autori del primo 600, c’è veramente l’idea che il nuovo si sostituisce a qualcosa di vecchio, cosa che invece, non c’è sostanzialmente nella cultura rinascimentale e meno ancora in quella medievale, cioè c’è un diverso concetto di originalità da quella della cultura medievale e rinascimentale. In questa cultura c’è invece proprio un’idea di novità. La novità, poema eroicomico è rappresentata, prodotta da uno, (Tassoni) che invece di dire che quello di Omero è un grande poema, lo rispetto, io mi limito a fare una cosina, dice invece che il poema di Omero fa schifo, è scritto male, Omero era volgare, rozzo, fa molti esempi in questo tono. Prende dei brani dell’Iliade, per esempio e dice che questo è sporco, qui è ridicolo, sembra che Achille e i suoi amici si comportano da ubriachi e la sua critica a Omero è molto serrata, è ovviamente paradossale, ma non è del tutto scherzosa, è autentica . Cosa rimprovera Tassoni a Omero che fa sì che poi ci possa far capire in che cosa consiste la Secchia rapita? Rimprovera a Omero che i suoi Poemi non sono né comici né seri, in particolare l’Iliade (che è chiaro che ha usato come anti – modello per la Secchia rapita,) perché il linguaggio è troppo basso, i paragoni sono spesso incongrui, non c’è il sublime, che si trova invece, nel linguaggio di Tasso, che lui stima molto. Omero è rozzo, grottesco e nello stesso tempo però, non scrive un poema comico, scrive un poema epico. Quindi l’errore fondamentale di Omero era quello di non essere capace di scrivere un poema giusto, che quindi rappresentasse il livello dell’epos, ma usasse un linguaggio, uno stile troppo basso che lo fa diventare addirittura volontariamente o involontariamente, comico. Tra le immagini che critica per esempio c’è un immagine interessante perché è un immagine che diventa un po’ uno dei simboli del barocco – quando paragona il neo sul volto 1.27.58 a una mosca caduta nel latte, la mosca che cade in un secchio di latte affoga, non è che nuota. Quest’immagine è un’immagine decisamente poco fine, però, quest’immagine la usa Marino nell’Adone, non la usa per scherzo, la usa sul serio come immagine brillante e originale, diremmo appunto barocca per eccellenza. Nello stesso tempo la usa anche Tassoni nella Secchia rapita, però, in un senso deformato, negativo. Che segno ci può dare quest’immagine? Da sola poco, quello che possiamo capire meglio dal discorso che lui fa su Omero è che la Secchia rapita, cioè il poema eroicomico non vuole essere un poema che si contrappone al poema tassiano, quindi, che vuole modificare un modello recente, si contrappone al modello assoluto facendo ciò che Omero non è riuscito a fare, questo è il punto, cioè La Secchia rapita è l’Iliade fatta bene, secondo Tassoni, in cui comico e eroico sono ben bilanciati. Infatti, la Secchia rapita corregge l’Iliade fin dall’inizio perché dice: Voglio cantare lo sdegno dei bolognesi e dei modenesi che si mettono a fare la guerra, e invece, Omero inizia cantando: l’ira di Achille. Ora dice Tassoni, l’ira di Achille come prima cosa di cui parlare è un’ira statica, perché Achille che fa? Non prende le

4 armi e comincia a fare la guerra, non è un’ira attiva, dinamica, ma invece, l’ira di Achille è proprio quella che lo porta ad andarsene, a non partecipare alla Guerra di Troia, a chiudersi nella propria tenda con la sua tribù, quindi l’ira di Achille, secondo Tassoni è un’ira impropria, stupida perché conduce a un esito passivo, Achille non combatte, quindi dice Tassoni che già partiamo in Omero con una negazione del valore della guerra, dell’azione, partiamo già con un dato passivo, una passività. Lo sdegno, l’ira, invece, di cui parla Tassoni nella Secchia rapita è attivo perché è lo sdegno delle popolazioni di due cittadine che si fanno guerra, quindi è esplicitato questo da Tassoni. L’errore di Omero è quello di aver scelto un inizio relativo a un’ira, che in realtà, non porta all’azione, e invece, lui non è un caso, citando specificatamente l’inizio dell’Iliade, parla invece di uomini, esseri umani che si fanno la guerra, anche se la fanno a volte in modo grottesco, come per esempio gli episodi del Conte di Culagna, il personaggio più comico, oppure se la fanno in modo serio come in certi canti in cui c’è quasi solamente l’elemento bellico. Il meccanismo poi, del passaggio dal livello alto del linguaggio improvvisamente al fin di ottava a quello basso, quindi a quello comico che è appunto una trovata tipica che fa dell’ottava tassoniana, molto spesso, una costruzione ad effetto e questo effetto finale, questo colpa di scena, diciamo, questo shift in direzione comica, ovviamente a volte è molto efficace, ad esempio la descrizione dell’eroina perché c’è anche l’eroina ovviamente, una donna combattente, Renoppia. La descrizione inizia con la descrizione di una classica bellezza della tradizione poetica, poi ad un certo punto dice che è guercia e sorda da un orecchio, quindi il personaggio viene rappresentato con i suoi difetti comici. Attenzione, però, se complessivamente la Secchia rapita, certo è un’opera che vuole essere originale, paradossalmente anti - omerica, e questo non sarebbe così strano, lo è nel momento in cui Tassoni fa una critica di Omero così puntuale, così analitica che nessuno aveva o ha rifatto fino a questo livello, anche se Omero era stato considerato rozzo da molti nel 500, anche implicitamente da Tasso che preferisce Virgilio come modello. Nella Secchia rapita non si deve però, pensare che elementi comici siano distruttivi rispetto a quelli che tra virgolette sono seri, 1.34.12 sono semplicemente complementari. L’effetto deve essere di una perfetta miscela, se questa miscela non riesce vuol dire che è andata male. Nella Secchia rapita il pubblico per secoli ha decretato che funziona, cioè quando lui appunto, prima parla di Renoppia come una bella donna poi dice che era guercia e sorda da un orecchio, è ovvio che vuol far ridere, a parte che il riso non è interessante dal punto di vista dell’analisi estetica dell’opera, perché c’è chi ride e chi piange e non gli importa nulla poi dell’effetto, cioè è interessante il meccanismo che lui costruisce, poi che faccia realmente ridere o no, poco importa. Il meccanismo che lui costruisce, certo è un meccanismo che vuole far sorridere. Però, il fatto che Renoppia sia bella, eroina, ma sia anche come tante persone normali, miope da un occhio e ci sente male da un orecchio significa semplicemente che ha questi due difetti, ma tutte le donne cantate dai poeti del 600 avevano dei difetti, perché erano esseri reali, o volevano tra virgolette avere un effetto di realtà, proprio perché la cultura del 600, la poesia del 600 è in questo senso un segno di novità, di discontinuità, prima non c’era. Prima la distinzione era tra la donna brutta e la donna bella, era come dire la distinzione tra lo stile comico e lo stile serio e l’uno non disturbava l’altro, erano perfettamente contestuali. Ora la cosa interessante, importante di questo testo, ma anche delle poesie sulle donne zoppe, sulle donne balbuzienti, sulle belle cieche, sulle belle straccione ecc., quel famoso mondo di poesia cosiddetta marinista, seicentesca, che sceglie figure femminili alternative alla Laura, o alla Beatrice ecc., in cui però, ci sono ugualmente bellezze, ma sono bellezze individuate nella realtà, perché non esiste una bellezza ideale nella realtà, anzi il difetto spesso, è oggetto di desiderio, proprio di desiderio erotico, infatti, c’è un erotizzazione del difetto, a volte fino a forme di sadismo, per esempio la bella frustata è un motivo che ritorna nei sonetti del 600, perché capitavano a volte delle cortigiane che venivano punite dalle corti pubblicamente, in piazza e questo spettacolo ovviamente era ...


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