Ancien Régime PDF

Title Ancien Régime
Author Mario Dj
Course Scienza, tecnologia e società
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Ancien Régime Ancien Régime (o Antico Regime) era, per i rivoluzionari francesi, il sistema di governo che aveva preceduto la Rivoluzione francese del 1789, cioè la monarchia assoluta dei Valois e dei Borbone. Aveva una chiara connotazione dispregiativa e come tale venne usata per estensione anche per le altre monarchie europee che mostravano sistemi di governo simili; in chiara contrapposizione al precedente venne coniato il termine di Nouveau Régime (in Spagna, Régimen Liberal). Il termine cominciò a essere usato durante la Rivoluzione francese, ma si generalizzò, soprattutto in ambito letterario, grazie a Alexis de Tocqueville, autore del saggio L'Ancien régime et la révolution. Nel testo viene indicato che «la rivoluzione francese ha battezzato ciò che ha abolito». A maggioranza degli storici ritiene che il passaggio dal Medioevo all'Ancien Régime non sia segnato da una frattura netta, ma da una lenta evoluzione tra il XIV e il XVII secolo. Si tratta infatti di una transizione lungo vari assi. Economicamente, si potrebbe vedere come la transizione dal feudalesimo al capitalismo; socialmente come una crescente contrapposizione fra l'aristocrazia di corte e una nascente borghesia che non ha ancora accesso alle prerogative e privilegi della classe dominante; politicamente come l'affermazione della monarchia assoluta che difende le prerogative del clero e dell'aristocrazia. Gli storici e i demografi non sono in grado di dare motivazioni univoche a questo incremento della popolazione. Le ragioni principali vanno cercate nella riduzione della mortalità e da un incremento della natalità, soprattutto a causa della riduzione delle epidemie che avevano flagellato tutto il Medioevo, delle guerre e delle carestie. Infine s'interruppe il tradizionale andamento ciclico della demografia caratterizzato dal rapporto e dalla dipendenza reciproca fra popolazione e risorse alimentari. Si parla in demografia di un Ancien Régime demografico, caratterizzato per l'appunto da una transizione demografica che contempla nella sua teoria il passaggio dagli alti tassi di nascita e mortalità dell'epoca precedente a una speranza di vita più lunga e una ridotta mortalità dovuta alla riduzione delle catastrofi che colpivano periodicamente la popolazione. Una vita di celibato era l'alternativa a una vita di ristrettezze per secondogeniti e terzogeniti. Si intuisce perché l'aumentare della speranza di vita abbia fortemente influito sulla società verso la fine del periodo. Lo sviluppo economico era reso difficile a causa dei forti vincoli ai quali la coltivazione della terra era sottomessa. Ricordiamo che fino alla Rivoluzione Industriale, la maggior parte della popolazione era contadina e la proprietà della terra era nelle mani della nobiltà o del clero, poteri che esercitavano forti imposte sulla produzione. I feudi in questo periodo non erano ereditari perché il vassallo aveva tutto il potere di concedere e revocare i diritti di utilizzo del feudo a proprio piacimento e questo rendeva difficile la crescita economica delle famiglie contadine. A tal proposito influiva anche la Chiesa, che teneva a "manomorta" i propri territori, e i comuni, che possedevano il resto delle terre coltivabili. Le conseguenze di questa distribuzione delle ricchezza faceva sì che non si potesse disporre liberamente delle proprietà terriere, bloccando di fatto il libero mercato della terra[8]. Solo i mercanti, investendo le ricchezze accumulate nel commercio, riuscirono a poco a poco ad acquistare vaste aree di terreno, soppiantandosi localmente alla nobiltà tradizionale. Al tempo stesso, su una parte delle terre feudali la comunità contadina godeva di certi diritti, i cosiddetti usi civici, come quelli di pascolo, di spigolatura, di raccolta della legna, ecc. Questi erano ben lontani da un regime equilibrato di reciprocità, ma indicavano un'erosione dei privilegi signorili.

Divisione sociale e Stati Una delle caratteristiche principali dell'Ancien Régime è un ordinamento sociale in tre ceti, la cui appartenenza è perfettamente definita praticamente sin dalla nascita, i cosiddetti Stati: clero (Primo Stato), nobiltà (Secondo Stato) e resto del popolo (Terzo Stato). L'aristocrazia era laica, anche se in

parte coincideva con il clero. Aristocrazia e clero erano al di sopra del resto della popolazione, anche se il Terzo Stato era costituito dalla stragrande maggioranza dei cittadini. I diritti delle persone non erano uguali: legalmente gli ecclesiastici e i nobili detenevano una serie di privilegi che erano negati al resto del popolo. L'interpretazione storiografica della naturalezza della società suddivisa in compartimenti stagni ha dato origine a un dibattito animato fra chi usa il concetto di classe, derivato dal materialismo storico e chi da una posizione vicina dal funzionalismo sociologico e antropologico preferisce parlare di una società costituita da ordini. Roland Mousnier identifica l'onore, lo status e il prestigio come marcatori sociali più significativi della ricchezza. Secondo questa prospettiva, la società dell'Ancien Régime era divisa verticalmente secondo dei ranghi sociali, ossia secondo relazioni fra padrone e cliente e non orizzontalmente secondo le classi sociali. Il ruolo della borghesia è stato anche oggetto di profonde controversie. In alcuni casi, i ricchi commercianti sono stati l'appoggio principale dei monarchi per rafforzare il loro potere, in un'alleanza benefica per entrambe le parti che ha spinto alla formazione dei mercati nazionali, a sfavore della nobiltà e del clero. In altre occasioni e periodi sembra che la monarchia non sia null'altro che una super-struttura che esercita un potere a beneficio degli Stati dominanti, clero e aristocrazia, mentre i borghesi sono messi da parte, anche se tentano di accedere ai poteri della nobiltà facendosi assegnare un titolo. Gli Stati si riunivano nell'Assemblea degli Stati Generali e le delibere avvenivano mediante il computo delle votazioni unitarie di ogni singolo Stato. La convocazione degli Stati Generali, i cui poteri decisionali erano nulli, era a completa discrezione del re. Nel Basso Medioevo, per aumentare il proprio potere, i comuni appoggiavano i sovrani contro i nobili feudali, portando a uno scambio: i Signori, riconoscendo l'imperatore e pagandogli imposte, vennero legittimati e riconosciuti come autorità da sudditi e principi. Questo cambiamento fu reso possibile grazie all'incapacità dei sovrani tedeschi di mantenere l'ordine nell'Italia del nord, per esempio, e grazie alla poca difficoltà che i Signori incontravano per essere riconosciuti come autorità legittima. Da parte sua, il sovrano restringeva il potere dei rappresentanti delle Signorie, che fossero borghesi, patrizi o signori. Essi non erano quasi mai convocati a corte e, quando questo succedeva, non avevano mai la decisione finale. Da parte sua, il sovrano restringeva il potere dei rappresentanti delle Signorie, che fossero borghesi, patrizi o signori. Essi non erano quasi mai convocati a corte e, quando questo succedeva, non avevano mai la decisione finale. Il re stringeva fra le sue mani tutti i poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario), anche se nella pratica doveva far uso di un'enorme struttura burocratica e di rappresentanti o segretari che svolgevono le mansioni di governo in sua vece. Le monarchie assolute al potere nel Medioevo si basavano su un esercito di mercenari contrattato dal sovrano, anche se in caso di guerra venivano reclutati forzatamente civili nel popolino per rinfoltire i ranghi e difendere il paese. A partire dal XVII secolo s'instaurarono monarchie di tipo assoluto[6]. Questo tipo di governo venne giustificato da un'attribuzione divina, senza che il re dovesse il suo potere ad alcun intermediario. Il re doveva dare conto delle sue azioni unicamente davanti a Dio, rendendo il suo regno di diritto divino. Le leggi erano promulgate dal sovrano ed erano l'espressione della sua volontà personale, anche se egli doveva tenere in conto i costumi e gli usi del regno, ma questi "usi e costumi" erano vaghi e spesso contraddittori. La libertà degli individui era costantemente minacciata dalla polizia, che poteva arrestare chiunque dietro un semplice ordine del re espresso attraverso la lettre de cachet. La ragione della detenzione non veniva specificata, solamente che "tale era la volontà del re" (car tel est mon bon plaisir). La censura era anche onnipresente, basicamente esercitata dall'autorità ecclesiastica

Malattie Grandi epidemie, come quelle di peste cominciarono a sparire dal panorama europeo nel Settecento, anche se Marsiglia fu ancora colpita nel 1720-23 e Messina nel 1743. Alcuni attribuiscono questa scomparsa al prevalere del topo marrone (Rattus norvegicus) sul ratto nero (Rattus rattus) portatore della pulce che trasmette la peste all'uomo. Grandi epidemie, come quelle di peste cominciarono a sparire dal panorama europeo nel Settecento, anche se Marsiglia fu ancora colpita nel 1720-23 e Messina nel 1743. Alcuni attribuiscono questa scomparsa al prevalere del topo marrone (Rattus norvegicus) sul ratto nero (Rattus rattus) portatore della pulce che trasmette la peste all'uomo.

La Fine La monarchia assoluta fu deposta in seguito alla rivoluzione francese. Dapprima venne istituita una monarchia costituzionale: il potere legislativo veniva dato a un Parlamento (che era stato richiesto dal terzo Stato il 20 giugno 1789 tramite il Giuramento della Sala della Pallacorda), il potere esecutivo veniva affidato ai ministri nominati dal re e il potere giudiziario ai magistrati eletti dal popolo. La Costituzione fu redatta dall'Assemblea legislativa voluta dallo stesso re Luigi XVI: la nobiltà e il clero avrebbero dovuto lavorare insieme con il Terzo Stato. Con il passaggio alla repubblica venne preparata un'altra costituzione, e un'altra ancora venne scritta sotto l'influsso della ricca borghesia nel 1795: il potere legislativo veniva affidato a due camere, il Consiglio degli Anziani e il Consiglio dei Cinquecento, il potere esecutivo al Direttorio. La rivoluzione che nasceva come movimento popolare era finita con la vittoria della borghesia. Il vero atto simbolico della fine di questo regime anacronistico fu la morte sulla ghigliottina della regina Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI, il 16 ottobre 1793, che era stata infatti un'accesa sostenitrice del diritto divino dei re e implacabile avversaria della causa rivoluzionaria, diventando quindi un simbolo del dispotismo e ostinata roccaforte dell'ancien Régime fino alla fine.[20]...


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