Appunti di Storia dell\'Architettura Contemporanea PDF

Title Appunti di Storia dell\'Architettura Contemporanea
Author Rosario Lamberti
Course Storia dell'architettura contemporanea
Institution Sapienza - Università di Roma
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Dalla Gran Bretagna del XVIII secolo al Decostruttivismo...


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La Gran Bretagna nel XVIII secolo: Neo-palladianesimo e neoclassicismo Lo stile barocco, popolare nell'Europa continentale, non ottenne mai grande successo presso il pubblico britannico. Qui, gli studi e le opere di Inigo Jones, legate all’architettura palladiana, hanno contribuito fortemente alla diffusione del Neo-palladianesimo, movimento che anticipa i temi del neoclassicismo. Inoltre, quando, nei primi trent'anni del XVIII secolo, furono pubblicati quattro libri sulla semplicità e sulla purezza dell'architettura classica, il barocco fu quasi definitivamente abbandonato. I quattro libri sono: 1. Vitruvius Britannicus, pubblicato da Colen Campbell nel 1715; 2. Una versione de I quattro libri dell'architettura curata da Giacomo Leoni; 3. De re aedificatoria, una versione del libro di Leon Battista Alberti curata da Giacomo Leoni; 4. The Designs of Inigo Jones... with Some Additional Designs, pubblicato in due volumi da William Kent nel 1727. Il più popolare di questi libri fra l'alta borghesia e l'aristocrazia inglese fu Vitruvius Britannicus di Colen Campbell, a sua volta architetto. Il libro conteneva essenzialmente studi sugli edifici inglesi ispirati ai grandi architetti, da Vitruvio a Palladio: il primo tomo riportava principalmente opere di Inigo Jones, ma nei volumi successivi furono introdotti disegni e progetti dello stesso Campbell e di altri architetti del XVIII secolo. Un esempio dell’opera di Campbell è il Mereworth Castle (1729-29), riproduzione esatta della Rotonda di Palladio, inserito in un parco caratterizzato da altri due padiglioni, più piccoli ma ancora riproduzione dell’opera del maestro veneto, eccezion fatta per la cupola, ridotta alla sola lanterna. L’attenzione verso l’architettura romana, che contraddistingue le opere di Lord Burlington, introduce un’innovazione nello studio dell’antichità che porterà alla nascita del neoclassicismo. Richard Boyle, terzo conte di Burlington, pur non essendo un architetto, o comunque un professionista, imparò molto dai suoi viaggi in Italia, durante i quali, studiò approfonditamente l’opera di Palladio e di Scamozzi. Lord Burlington realizzò varie opere architettoniche di pregevole rilevanza, tra le quali si annoverano: 1. la Assembly Rooms di York (1730-32), struttura a pianta longitudinale, utile per feste e cerimonie, che emula i tratti della sala egizia, noti a Burlington grazie ai disegni di Palladio che a suo volta ne aveva dedotto le forme dai libri di Vitruvio. La sala, infatti, mostra un colonnato, leggermente separato dalla muratura circostante, che regge un architrave continuo, atto a separare il colonnato dal cleristorio, tipico schema della basilica romana; 2. la Chiswick House di Londra (1726) che, inserita in un magnifico parco all’inglese, opera di William Kent, mostra linee che riprendono la Rotonda di Palladio, seppur con diversi rapporti di simmetria, e una cupola ottagonale caratterizzata dalle termali, elementi chiaramente ripresi dall’architettura romana. Il XVIII secolo vede arrivare in Inghilterra una nuova concezione di progettare i giardini, che durerà fino a buona metà del secolo successivo (e verrà esportata in tutto il mondo): il giardino paesaggistico o all’inglese, che sarà poi scenario ideale per il movimento socio-culturale del Romanticismo. Completamente opposto ai giardini alla francese e all'italiana, questo giardino ha come caratteristica principale l'illusoria apparenza di essere un territorio naturale quasi selvaggio e lasciato al caso. Gli architetti del verde inglesi, tra i quali William Kent, e i maggiori teorici di questo giardino “informale”, tra i quali il poeta Alexander Pope, aboliscono l'ars topiaria, tipica dei giardini all’italiana, i terrazzi, i boschetti le aiuole e i canali per fare spazio a un giardino con dolci pendii, alberi isolati o a gruppi, ruscelletti e addirittura false rovine romane, gotiche o tempietti che si specchiano su piccoli laghi. Nasce il landscaping, l'arte di fondere il giardino con il paesaggio e questo grazie a una nobiltà e a un’alta borghesia che non disdegna di occuparsi delle tenute agricole e, anzi, ne è fiera. Gli intellettuali britannici esaltano questo nuovo modo di progettare giardini, contrapponendolo alla rigidezza dei giardini alla francese, figli di un grande studio sulle viste prospettiche all’infinito e caratterizzati da ampissimi viali, necessari alle passeggiate in carrozza del cerimoniale reale, da canali d’acqua e da una prevalenza della vegetazione sull’architettura. Alexander Pope è stato un poeta inglese, considerato uno dei maggiori del XVIII secolo, più noto per la sua vena satirica che per il suo importante lavoro di traduzione dell’opera di Omero. Ha rappresentato una svolta per la letteratura inglese, soprattutto per il suo modo di scrivere, elegante e contraddistinto da una neoclassica chiarezza. Pope guarda con ottimismo l'intera umanità, ma detesta singoli individui ed è intollerante alle

imperfezioni umane. È cantore di sentimenti universali in cui tutti possono riconoscersi e sostenitore del ruolo educativo della poesia. Per la sua residenza, la Twickenham di Middlesex, Pope pensa a forme e linee legate all’antichità ma contraddistinte da note pittoresche, cioè da qualità come varietà e piacevole disordine, ispirate alle opere dei francesi Nicolas Poussin e Claude Lorrain e del napoletano Salvator Rosa. La Twickenham, infatti, risulta caratterizzata da un padiglione che si affaccia su di uno specchio d’acqua e da una caratteristica grotta, carica di riferimenti all’antichità. William Kent, pittore, architetto e progettista di giardini, visitò più volte l’Italia, dove ebbe l’occasione di osservare le ville di Palladio a Vicenza e di conoscere Lord Burlington, personaggio che segnò una svolta nella sua carriera. Dopo aver trasformato il Parco di Stowe in un vero giardino all’inglese, disseminando in un terreno irregolare 38 monumenti tra cui la Piramide, il tempio di Venere e Bacco, il tempio dei grandi uomini britannici e il tempio gotico, in modo che vi sembrassero riuniti differenti luoghi e civiltà, Kent progettò la Holkham Hall di Norfolk, realizzata nel 1734 su commissione dei conti di Leicester. La composizione mostra una severità dell’insieme basata sulla teoria del veneto Andrea Palladio e in particolare sui piani per la Villa Mocenigo, descritta nei Quattro Libri dell'Architettura (villa mai realizzata). Si distingue per l'eleganza dell'insieme e per la povertà di ornamenti. La pianta rispecchia uno schema particolare: presso gli angoli di un blocco centrale a pianta rettangolare, ne sono disposti altri quattro, anch'essi rettangolari: da ciò risulta dunque una struttura policentrica e nel complesso elaborata, piuttosto lontana dai modelli classici e dalla simmetria bilaterale di Palladio. Il blocco centrale funge da ingresso-soggiorno e mostra una sala egizia curata nei minimi particolari che, oltre a opporsi alla povertà di ornamenti dell’esterno, è contraddistinta da un’esedra che accompagna la scala verso la zona giorno. I padiglioni angolari, al contrario, contengono ambienti privati, quasi a creare delle dependance. Nella seconda metà del Settecento, i britannici assistono a quei cambiamenti che portano dal neopalladianesimo al neoclassicismo vero e proprio, passaggio figlio di quell’archeologia moderna che portò James Stuart e Nicholas Revett a visitare Atene per studiarne le rovine. In seguito a questo viaggio, a partire dal 1762, i due pubblicarono in 4 volumi, The Antiquities of Athens, opera, dal grandissimo successo, che alimentò il Revival greco nell’architettura britannica ed europea. I prototipi greci diventano modelli, non da imitare, ma da studiare, ammirare e sintetizzare. Chiari esempi sono: la Torre dei venti a Shugborough, realizzata nel 1764, chiaramente ispirata all’ottagonale Torre dei Venti di Atene anche se con l’aggiunta di edicole, e la Borsa di Philadelphia di William Strickland che mostra una lanterna che richiama fedelmente il Monumento a Lisicrate, circolare, colonnato e fortemente decorato. Robert Adam, architetto scozzese, fu uno dei maggiori esponenti del neoclassicismo. Per Adam l'adozione delle forme classiche, ovvero tutti quegli elementi che possono essere rielaborati e riproposti nella progettazione e nell'arredo delle moderne abitazioni, passò attraverso la diretta e appassionata riscoperta dell'antichità e dell'architettura e decorazione romana e pompeiana. Giunse a Roma nel 1754, in un momento in cui i nuovi, grandi scavi archeologici entusiasmano l'Europa e l'antico viene riportato alla luce con un metodo e una volontà di conoscenza mai prima di allora sperimentati. Adam intraprese subito il rilevamento dell'architettura romana, dal Foro alle Terme al Pantheon, fino ad arrivare ad Ercolano e Pompei, per spingersi fino alle rovine del palazzo di Diocleziano a Spalato, di cui pubblicherà i disegni nel 1764. L'ispirazione agli antichi si traduce, in Robert Adam, nella ricerca di un'armonia che connoti tutta la struttura architettonica e crei uno stretto, inscindibile legame anche con gli arredi mobili: la decorazione parietale romana e quella vascolare offrivano una grande varietà di motivi inseriti in uno schema linearmente geometrico, ed è questo effetto di leggerezza, saldamente ancorato però a una struttura razionalmente ordinata, che affascina Adam. Tra il 1761 e il 1777, lavorò alla modifica di Osterley Park, un edificio elisabettiano in mattoni rossi nel Middlesex. All'esterno si limitò a sistemare l'ingresso a ovest e alla realizzazione di una loggia alla greca sul lato orientale, mentre ridisegnò completamente la decorazione e l'arredo dell'interno. Nella biblioteca la parte inferiore è occupata dalla libreria bianca, scandita in un sistema a semicolonne e pilastri ionici, raccordati da

un architrave, che la separa dalla parte superiore dei muri decorati con dipinti e stucchi. La stanza etrusca, uno spogliatoio ispirato alla pittura vascolare antica, ha ogni elemento: pareti, porte, soffitto, sedie e tavolino, disegnato in modo da essere legato inscindibilmente l'uno all'altro, come nella perfetta simmetria tra l'altezza dello schienale della sedie e la fascia inferiore della decorazione parietale. Tra il 1759 e il 1765, Adam lavorò alla Kedleston Hall di Derbyshire, villa di campagna inglese commissionata inizialmente a due architetti d’impronta palladiana, Paine e Brettingham, che si ispirarono al progetto del maestro veneto per Villa Mocenigo. Il giovane Adam fu incaricato esclusivamente della realizzazione dei giardini ma, il suo modo di lavorare, portò il committente Sir. Curzon ad affidargli l’intera realizzazione della villa. I disegni di Paine e Brettingham vennero quindi modificati e la struttura fu edificata secondo il nuovo stile neoclassico. Adam pensò ad un padiglione centrale con sala egizia e doppio ingresso legato, a mezzo corridoi, a 4 elementi angolari, dei quali solo due effettivamente realizzati. I due ingressi risultano molto differenti: uno mostra un pronao estradossato e una doppia rampa regolare, l’altro è caratterizzato da colonne addossate alla muratura, da una doppia rampa curvilinea e da una copertura a cupola. Tra il 1762 e il 1769, Adam realizzò la Syon House di Brentford, ristrutturazione di un castelletto con quattro torri angolari. Il progettista inserisce una rotonda centrale e modifica alcune sale interne, decorandole con motivi classici e colori: verde, blu, e oro negli stucchi e nelle colonne e rosso, giallo e grigio nel pavimento lavorato a scagliola. Nell'atrio longitudinale, impostato come una basilica romana, fa da contrappunto alla levità delle pareti, la schematicità geometrica del pavimento in marmi bianchi e neri. Nel salotto rosso, il soffitto, con raccordo a guscio e lavorato a rosoni di stucco e piccoli tondi dipinti, è ispirato alla volta del sepolcro dei Valerii. La composizione, inoltre, mostra elementi scultorei dell’importanza funzionale e decorativa come ad esempio: la statua dell’atrio che, interrompendo il percorso longitudinale, costringe il visitatore a cambiare prospettiva (modi giardino all’inglese), e le statue che sormontano e mettono in evidenza le colonne del Tevere. La Kenwood House è una villa del quartiere londinese di Hampstead, sita in un panoramico parco progettato da Repton. La casa originale fu costruita all'inizio del XVII secolo; acquistata da William Murray, nel 1754, venne ristrutturata completamente tra il 1767 e il 1769 da Robert Adam. Costituisce uno dei primi lavori nello stile maturo di Adam che troviamo applicato ad un esterno: a lui si deve il restauro delle stanze esistenti e l'aggiunta di nuove, nonché il ridisegno della facciata, aggiungendo il portico ionico. Notevole è la famosa biblioteca, caratterizzata da una volta a botte separata dalle semicupole terminali con un architrave libero, sorretto da due colonne (artificio prospettico atto a calibrare il tutto). La biblioteca risulta affrescata e decorata a stucco con i classici pannelli di Antonio Zucchi. Le ali dell'edificio, aggiunte tra il 1793-96, si devono invece a George Saunders che, con tale ampliamento, ha donato maggiore orizzontalità all’opera. Sir John Soane fu uno degli architetti di maggior rilievo del neoclassicismo inglese e utilizzò un linguaggio formale molto personale, superando, almeno in parte, il tradizionale neopalladianesimo, in uno dei primi tentativi di superamento degli ordini classici. Nel 1788 venne nominato Architect and Surveyor della Banca d'Inghilterra, incarico che mantenne fino alla morte. La collaborazione con l'importante istituzione portò a numerosi interventi succeduti negli anni che contribuirono alla costruzione di un grande complesso architettonico nella parte a Nord-Ovest del centro di Londra, oggi sostanzialmente scomparso. La struttura riprendeva elementi rinascimentali e risultava caratterizzata da cupole leggere, seppur realizzate in pietra, e da una minuziosa attenzione alla luce, opportunamente filtrata e canalizzata. Già nel 1830, Joseph Michael Gandy rappresentò la Bank of England come rovina, sia a testimoniare la mole e l’importanza dell’opera che a sottolineare l’amore dei britannici per le rovine, gusto squisitamente neoclassico. Tra il 1812 e il 1813, Soane realizzò la propria abitazione ( Soane’s House) trasformando alcuni edifici residenziali posti in Lincoln’s Inn Fields a Londra, oggi sede del Sir John Soane's Museum. Se l'esterno presenta una semplice stilizzazione, l'interno mostra in pianta una disposizione all'apparenza caotica. Grazie a vari accorgimenti, come l'illuminazione dall’alto, che fa fronte alla stretta facciata, gli specchi che simulano ambienti più vasti, gli archi goticizzanti utilizzati per distaccare i soffitti dalle pareti, l'abitazione rientra nel tipico gusto pittoresco. Nell'edificio, Soane raccolse una vasta ed eterogenea collezione d'arte e d'antichità che

comprendeva quadri di Canaletto e William Hogarth, stampe di Piranesi, bronzi romani provenienti da Pompei, calchi di marmi antichi ed addirittura il sarcofago di Seth I. L'edificio divenne così quasi un'autobiografia in forma di casa, tanto che Soane descrisse le vicissitudini dei lavori in un libro. Il neogotico inglese del XVIII secolo e la poetica del sublime Diffusione e trasformazione del giardino all’inglese. A partire dal 1750, il giardino all’inglese comincia a diffondersi in tutta Europa, subendo trasformazioni dovute principalmente a mode e stili che negli anni si sono puntualmente susseguiti. Nei landscape garden cominciano a spuntarle le Gothic follies, finte rovine, o comunque elementi a se stanti che, con le loro linee, preludono il neogotico, pur risultando elementi dal valore più simbolico che funzionale. Uno tra i tanti esempi di esportazione del giardino all’inglese è l’Englischer Garten di Monaco, realizzato da Benjamin Thompson nel 1789. Nonostante la sua mole (3,7 km²), il giardino risulta curato in ogni angolo, non solo mediante la vegetazione “spontanea”, ma anche grazie all’inserimento di elementi architettonici quali un tempietto monoptero, realizzato da Leo von Klenze, che regala una vista prospettica mozzafiato, e la Chinesischer Turm, struttura ispirata alle pagode di porcellana che si trovavano nei giardini dell'imperatore della Cina. Tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, infatti, si assiste in Europa ad una crescente attenzione verso l’arte cinese ed indiana, moda che influenzerà non solo l’arte dei giardini ma anche arti minori quali l’arredamento e l’artigianato. Tra i personaggi britannici della “Compagnia delle Indie” c’è William Chambers che, compiendo diversi viaggi in Cina, ebbe l'opportunità di studiare l'architettura e l'arte delle decorazioni cinesi. Nel Kew Gardens di Londra , nato da un giardino esotico, Chambers realizza una pagoda cinese, ispirata al modello della Taa cinese: ogni piano finisce con un tetto pensile, ricoperto da piastre di ferro verniciato di differenti colori, ed attorno a ciascuno di essi c'è una galleria circondata da una ringhiera. Sempre per il Kew Garden, Chambers progettò, nel 1751, un Mausoleo per il principe di Galles: una rovina, adatta al contesto, che mostra forme classicheggianti ispirate al Pantheon. Altra opera di William Chambers, realizzata a Londra tra il 1776 e il 1796, è la Somerset House, struttura dal gusto barocco ma dalla progettazione simmetrica di stampo classico, con riferimenti al Pantheon e all’opera di Andrea Palladio. La Poetica del Sublime. L'estetica del Sublime (dal latino “che sale obliquamente” o “che giunge fin sotto la soglia più alta”) fu elaborata per la prima volta da Cassio Longino, il cui trattato del Sublime (I secolo d.C.) studia il fenomeno in relazione agli effetti che l'opera esercita sull'animo umano, anziché occuparsi della sua intrinseca natura. Già in questo trattato si manifesta dunque l'aspetto peculiare di un'estetica che supera la concezione tecnicista del bello e la sua aspirazione a definire canoni oggettivi. Tale ricerca sarà sviluppata in modo organico nel XVIII secolo, in chiave preromantica, da Edmund Burke, che nel 1756 pubblica il trattato "Philosophical Inquiry into our Ideas of the Sublime and the Beautiful" (Indagine sull'origine delle nostre idee di sublime e di bello), sostenendo per la prima volta il primato del Sublime sul Bello. Nell'idea di Burke è Sublime "Tutto ciò che può destare idee di dolore e di pericolo, ossia tutto ciò che agisce in modo analogo al terrore", il sublime può anche essere definito come "l'orrendo che affascina". La natura, nei suoi aspetti più terrificanti, come mari burrascosi, cime innevate o eruzioni vulcaniche, diventa dunque la fonte del Sublime perché "produce la più forte emozione che l'animo sia capace di sentire", un'emozione però negativa, non prodotta dalla contemplazione del fatto in sé, ma dalla consapevolezza della distanza insuperabile che separa il soggetto dall'oggetto. Ispirate alla poetica di Burke sono le opere di William Turner, i cui uragani, bufere di neve e battaglie marine rappresentano l'incarnazione pittorica di quell’idea di “natura che sovrasta l’uomo”, di William Blake che, nel suo tentativo di abbattere i limiti imposti all’umanità dai cinque sensi, crea dipinti con figure ultraterrene, e di Johann Heinrich Füssli, abilissimo disegnatore svizzero che esercitò la sua attività principalmente in Gran

Bretagna. Füssli per la sua opera trasse ispirazione dai suoi studi sull'antico e su Michelangelo, come i neoclassici, ma scelse soggetti di ispirazione romantica, sublimi, ricchi di pathos e di immaginazione, di gesti violenti e atmosfere magiche, spesso tratti dagli episodi più visionari delle grandi opere poetiche. Tra le sue principali opere troviamo: 1. Titania circondata dalle fate del suo seguito si stringe a Bottom, del 1793, episodio tratto dalla commedia di Shakespeare “Sogno di una notte di mezza estate”; 2. L’artista si dispera davanti alla grandezza delle rovine antiche, del 1778, capace di mostrare la piccolezza dell’uomo rispetto alla grandezza degli antichi, motivo di angoscia, sentimento sublime; 3. L’incubo, del 1781, suo capolavoro, che rivela l’intento dell’artista di rappresentare la materializzazione del sogno, il momento in cui affiorano le più profonde inquietudini dell'animo. Nel dipinto si può leggere la presenza del sogno, dell'inconscio e della tensione, che sono alla base della pittura di Füssli. Lo scopo del pittor...


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