Appunti Didattica generale PDF

Title Appunti Didattica generale
Course Didattica generale
Institution Università degli Studi di Perugia
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Appunti dettagliati e formattati delle lezioni della Prof. F. Falcinelli _ "Didattica Generale e progettazione educativa" per Scienze dell'Educazione 1° anno 1° semestre. Include un'introduzione al saggio di J. Bruner...


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DIDATTICA GENERALE Prof.ssa Floriana Falcinelli Scienze dell’educazione – I anno - I semestre - Università di Perugia

27/09/2016 EDUCATORE E’ a tutt’oggi una professione con un profilo professionale “debole”: non esiste un albo professionale. Esiste una Proposta di Legge (firma Sen. Iori = PdL Iori) in corso di approvazione, per la definizione del profilo professionale. C’è anche in corso la riforma della Legge del Welfare, per cui si spera che in un futuro la situazione migliori. Lavoro ad alto rischio di burn out, sottopagato, turni usuranti, senza supervisione. Se il bando viene vinto dalla cooperativa che offre meno, ecco che i suoi collaboratori saranno sottopagati, o peggio non si tratta di educatori ma OSS, ex professioni ausiliarie sanitarie. ETIMOLOGIA 1) Dal latino: e-dùcere = tirar fuori, ricorda la maieutica socratica, partendo dal presupposto che ogni individuo ha delle potenzialità, che se giustamente stimolate può tirare fuori. L’educatore aiuta la persona a tirare fuori le risorse che ha già dentro di sé. Nasce da un’idea positiva dell’uomo, ogni persona è UNICA ed ogni persona ha una sua SPECIFICITA’, per questo è necessario un intervento personalizzato: - UNICITA’ - DIVERSITA’ intesa come specificità - VALORIALITA’ indipendentemente dalle condizioni esistenziali Nessuno è irrecuperabile, tutti possono e debbono essere educati MA IL LIMITE sta nel fatto che non si può fare nulla se non si attiva la VOLONTA’ del SOGGETTO a mettersi in una situazione di crescita.  La RELAZIONE è alla base di questo processo. Nessuno può essere obbligato, bisogna rispettare la LIBERTA’ del soggetto, la sua capacità di autodeterminarsi. - UNITA’ come persone siamo un “sìnolo” (Aristotele), ovvero siamo l’integrazione tra gli elementi che ci caratterizzano: mente (emozioni), corpo, e dimensione sociale, il tutto considerato nella sua dinamicità, collegata alle relazioni che instauriamo durante la nostra vita. - IDENTITA’ si costruisce nella relazione costante con l’altro, non è statica ma cambia nel tempo. Sono tanto più significative le relazioni quanto più sono diverse, perché portano un arricchimento maggiore.

2) Il secondo significato di EDUCARE è CONDURRE. L’educatore propone, guida, orienta, un percorso di crescita. Propone… non impone. E deriva dal concetto di ASIMMETRIA rispetto all’educando, perché in qualche modo l’educatore è su un piano diverso. E’ chiaro a tutti come il genitore sia asimmetrico rispetto al figlio (se il figlio sta sul cornicione il genitore gli dice torna dentro): è immediato e di facile comprensione per tutti. L’autorevolezza nasce dall’asimmetria del ruolo. Perciò l’educatore ha anche il ruolo di PROPORRE una possibilità che è BENE per il soggetto, anche se questo crea un conflitto (il bambino piange perché il genitore lo fa scendere dal cornicione, si ribella; il genitore CONTIENE, e poi PROPONE l’alternativa che è BENE). Educatore CONOSCE quali sia il BENE ed il MALE del soggetto. Ma QUAL E’ IL BENE? Se propongo un progetto, verso cosa mi oriento? Il progetto rimanda necessariamente a finalità educative che hanno a che fare con i VALORI.

VALORE = ciò che vale, ciò per cui oriento la mia vita. Ha due dimensioni: o la dimensione oggettiva = in relazione all’idea trascendente di persona, idea filosofica dell’uomo. o La dimensione soggettiva = ciò che “per me” ha valore, magari frutto delle molteplici relazioni che formano il mio vissuto. DILEMMA educativo è individuare una finalità educativa che rimanda a dei valori non della società in cui vivo, altrimenti sarebbe uno strumento di adeguamento sociale – e questo lo troviamo nelle dittature (Dewey: l’educazione è collegata alla democrazia, è lo strumento di cambiamento e di miglioramento della democrazia, è l’elemento critico della società). La VERA EDUCAZIONE E’ SCOMODA PER UNA SOCIETA’. Deve superare la dimensione “legale” dello Stato, per affrontare la dimensione “etica” dello Stato (Hegel). L’EDUCATORE è PIU’ LIBERO dell INSEGNANTE!! L’insegnante deve rispettare le indicazioni ministeriali, la scuola pubblica è l’organo di istruzione dello Stato, mentre l’educatore non deve seguire nessuna norma rigida imposta dall’esterno. Da dove si attinge la dimensione dei VALORI? E’ una scelta fortemente culturale. DALLA DICHIARAZIONE dei DIRITTI DELL’UOMO. Che ogni Stato ha poi recepito e fatto propria. Ad es. in Italia abbiamo la COSTITUZIONE. I primi 12 articoli sono i PRINCIPI FONDAMENTALI, e ci fanno riflettere sui valori condivisi. Ecco secondo lei i valori dell’educatore.

28/09/2016 Feedback lavoro svolto a casa sui principi fondamentali della Costituzione. individua parole chiave in alcuni articoli. ART 2 “formazioni sociali” tenere sempre presente ad es. la personalità e pari diritti garantiti. Solidarietà. ART 3 “raggiungimento dello sviluppo pieno della personalità di ciascun soggetto” ART 4 “LAVORO” promuovere e favorire conquista delle competenze di base che garantiscano al soggetto l’appagamento nel futuro lavoro. Educare è un impegno, una responsabilità, sempre lavoro di gruppo. Si lavora anche sulle “competenze di cittadinanza” (vedremo in seguito) per permettere acquisizione delle competenze in un lavoro di successo e impostare la progettualità. Il lavoro “GIUSTO” implica individuare le attitudini della persona. Il Lavoro è un impegno con se stessi e con la società. Cita Don Bosco, che fece un lungo praticantato in carcere. Capì grazie a questa esperienza che i ragazzi non sono cattivi, solo che non avevano trovato qualcuno in grado di occuparsi di loro e proporre loro i giusti stimoli => Oratorio Don Bosco (salesiani). Messaggio: dopo aver fatto loro capire quanto siano amati, proporre oltre ad attività di oratorio anche esperienze lavorative. L’alternanza scuola/lavoro è un giusto stimolo, torna con la Buona Scuola, anche se potrebbe essere migliorata negli strumenti. ART 9 “ricerca, tecnologia, Cultura”… “tutela del paesaggio”… c’è un enorme scarto tra i principi e la loro realizzazione. L’Amministrazione degli ultimi 50 anni ha creato qs divario. La scuola non è da meno, perché si è seduta su modalità standardizzate ed omologate. Scuola, sapere, educare, sono gli strumenti critici per agire e mettere in atto le strategie per proporre alternative. Educazione = ha il ruolo di critica – ma è scomodo, ce ne sono pochi di intellettuali critici

(es. Pasolini) perché sono poco funzionali alla cultura dominante, che è quella del funzionalismo: se funzioni bene, sei premiato. ART 3 non c’è pari dignità se viviamo in una cultura del funzionalismo, dove chi è meno produttivo è emarginato, quindi non ha pari dignità. L’educatore lavora ai margini della società, che invece ha pari dignità rispetto a coloro che funzionano bene. Deve ampliare il suo campo visivo (vision). ART 1 “LAVORO” chi lo scrisse fece un atto rivoluzionario considerato il periodo storico appena superato. Oggi non c’è riscontro quindi siamo in una situazione di sfiducia nei confronti delle istituzioni. L’Educatore può e deve cambiare le cose dall’interno, legalmente. Qs è possibile se c’è consapevolezza, la partecipazione è legata all’impegno. La Prof. Parla di emancipazione della donna.

DIDATTICA È una scienza, si occupa della formazione (= processo attraverso cui avviene la conoscenza di un individuo). Non è solo una scienza dei mezzi, ma pone la sua attenzione sull’azione. E’ la scienza che studia l’azione che rende possibile il processo di insegnamento / apprendimento degli oggetti culturali (formazione), nonché la progettazione e l’organizzazione dei contesti in cui si realizza. L’elemento didattico è connesso agli elementi del sapere. Insegnamento = utilizzo dei segni. Azione che permette all’educatore di comunicare all’educando utilizzando dei segni, che sono -

Discipline di studio (a scuola) Linguaggi comunicativi (in contesti extrascolastici, es. l’immagine, la musica, gli elementi espressivi…)

Formazione = promuove un processo in base al quale un soggetto diventa colto, ovvero possiede i linguaggi fondamentali della cultura. CULTURA è un elemento imprescindibile della formazione dell’uomo. Cassirer (filosofo epistemologo) “uomo è animal symbolicum” ovvero ha capacità di rappresentare attraverso i segni anche astratti la sua esperienza, il suo essere nel mondo. Uomo può costruire segni astratti rispetto alla sua esperienza. Es. la scoperta dell’acqua da parte del bambino; da quando fa esperienza dell’acqua, a quando pronuncia “acqua” che è il simbolo astratto derivato da una convenzione sociale. Il significante (la parola “acqua”) che rappresenta un significato (il concetto dell’acqua nella lingua italiana), solo per convenzione sociale. Una volta acquisito il concetto, è possibile fare astrazioni, ad es. produrre versi poetici “chiare fresche e verdi acque”… per rappresentare un’esperienza “possibile” ma non reale. Lo stesso vale per la nota musicale e per l’immagine visiva ad es. Una fotografia di un oggetto, non è quell’oggetto). E’ la base perché un uomo possa essere creativo, per immaginare infiniti mondi possibili. Il PROBLEMA è che a volte l’azione formativa si appiattisce su un fare concentrato sulle abilità, sulle competenze, invece di puntare alla cultura, alle arti più elevate (mito, arte, poesia, etc). Importanza del CONTESTO in cui l’azione formativa si realizza, e della sua progettazione.

L’azione didattica

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è sempre INTENZIONALE, nasce dal progetto, in relazione al contesto, ricca di pensieri, emozioni e relazioni, è esperienza pensata. Empatia è sentire l’emozione dell’altro COME SE fosse propria, ma sentendo con la giusta distanza. C’è un coinvolgimento emozionale, ma va filtrato con un progetto, e si lavora con gli altri, non è mai casuale. E’ soggetta a costante riflessione che non può non rifarsi a criteri di riferimento che consentano di decontestualizzarla, di interpretarla, e di validarla. E’ necessario anche un occhio esterno: valenza del supervisore. La riflessione continua permette di mantenere alta la proposta. La routine impoverisce le proposte, per logica di economia. La didattica è una scienza che pur muovendo dalla prassi, ha bisogno della TEORIA, per dare significato e orientare la prassi stessa.

Formazione -

Intesa come Bildung = quindi no addestramento alle abilità immediate, ma un PROCESSO DI SVILUPPO del soggetto, considerato nella sua articolata globalità, compreso nella plurale declinazione dei modi secondo i quali egli vive ed agisce nel mondo. Centralità del soggetto, della sua forza autopoietica, della dinamicità del suo sviluppo in un contesto che lo supporta. Se modelliamo un altro secondo un nostro modello, non abbiamo lavorato bene. Quando il soggetto si oppone in modo critico, allora stiamo facendo un buon lavoro. IL Soggetto ha dentro di sé la forza autopoietica (=artefice del suo stesso sviluppo, crescita). Compito dell’educatore è costruire un AMBIENTE affinchè possa realizzarsi. Mugnet (FR) “l’educatore non impone, propone”

Didattica come scienza autonoma -

La didattica non è un settore della pedagogia che studia i metodi, il come; è una scienza autonoma, con un proprio statuto disciplinare. E’ una scienza in cui si realizza il circolo prassi – teoria – prassi. Dewey “l’esperienza è fonte di conoscenza, ma da sola non basta, deve produrre pensiero riflessivo, da cui emerge un concetto, e dall’insieme dei concetti emerge una teoria organizzata, che viene sperimentata e modificata per successive esperienze”

Epistemologia della didattica (epistemologia = scienza che studia gli aspetti della conoscenza) -

Oggetto = processo formativo e contesto in cui si realizza Linguaggio = i molteplici linguaggi delle comunicazioni Metodo = investigativo, cioè empirico/induttivo, perché si avvale della ricerca sulla prassi. Principi di riferimento = cultura, ovvero l’insieme dei sistemi simbolici che permettono di esprimere tramite rappresentazioni l’esperienza dell’uomo nel mondo.

IL formato tradizionale della didattica -

Soggetto che eroga la conoscenza Soggetto che acquisisce la conoscenza, (tra i due c’è SEMPRE INTERAZIONE) Conoscenza, oggetto dell’acquisizione (simboli, linguaggi) Attività di mediazione tra i tre elementi (strategie didattiche) Ambiente formativo = insieme di elementi che interagiscono tra loro (spazio, tempo, relazioni tra persone…)

Fattori di cambiamento -

Didattica ha ampliato il campo di indagine (fuori dalla scuola) Distinzione tra momenti e ruoli (progettazione – realizzazione, un processo continuamente rivedibile). Carattere distribuito della conoscenza = frutto della condivisione sociale Spostamento del focus dall’istruire all’ APPRENDERE Da “come si insegna” a “come posso permettere un apprendimento”.

(Costruttivismo) 29/09/2016 DOMANDE e CHIARIMENTI: 1) Differenza tra educazione e formazione? - EDUCAZIONE è il processo del crescere acquisendo conoscenze - FORMAZIONE è lo strumento dell’educazione, con forte accento sugli aspetti procedurali e strategici che hanno a che fare con i saperi culturali. Il dibattito però è ancora apertissimo (tra pedagogisti e chi si occupa di didattica). 2) Cosa vuol dire lavorare in termini didattici sul linguaggio musicale, e sulla musicoterapia? TERAPIA è termine psicologico = riallineamento del soggetto rispetto a processi di sviluppo. Ha a che fare con “cura medica”. La malattia è uno stato di disequilibrio. Salute = equilibrio. La didattica invece non lavora sul concetto di malattia ma sul concetto di persona, per elevarla e permetterle di esprimersi in un linguaggio che magari gli è più adatto. Linguaggio che permette di esprimersi in una modalità più autentica (es. cita l’oratorio/scout = fanno spesso i bans … vuol dire far espressione, danza, mimo). Quello che dev’essere esplicito è la finalità. Salute = stato di equilibrio psicofisico tra me ed il mondo che mi circonda. Promuoviamo la consapevolezza che educatore non è psicologo, e non è nemmeno lo strumento dello psicologo. Agisce in un contesto che concorre alla terapia, ma non è strumento della terapia (quello semmai sarebbe l’operatore), altrimenti si fa confusione dei ruoli, l’educatore ha una intenzionalità progettuale, in accordo con la terapia.

CORNICE STORICA E TEORIA DELLA DIDATTICA (vedi slides) L’età moderna e la scoperta dell’arte dell’insegnamento -

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Importanza della riforma protestante per la diffusione dell’idea che tutti potessero avere la conoscenza Comenio (1596/1670) “didactica MAGNA” protestante, rivendica il diritto delle persone di conoscere in prima persona le sacre scritture per poterle comprendere, da qui la necessità di fornire uno strumento, una procedura per insegnare. Come veicolare questa conoscenza. Per molto tempo si informava il popolo attraverso le immagini, gli affreschi nelle chiese, perché il popolo non sapeva leggere e scrivere. Era patrimonio dei monaci e di persone religione (posti di rilievo e di potere spesso erano religiosi). Precettori capaci di insegnare. Locke (1643/1704): il valore dell’esperienza. Filone dell’empirismo, la conoscenza va conquistata attraverso l’esperienza. Mente come tabula rasa, ovvero totalmente vuoto e che grazie all’esp. Si riempie, poi si saprà che non siamo proprio così. Rousseau (1712 – 1744) – Emilio. Ci fa capire come in realtà il soggetto nasca con delle potenzialità che devono essere anzi preservate dall’ambiente per mantenere le naturali capacità di crescita che altrimenti verrebbero contaminate. Propugna l’idea del ragazzo allontanato dalla soc corrotta, educato in un contesto naturale da un solo precettore, che interviene soltanto quando la “canna” si piega troppo al vento… padre della pedagogia.

L’età moderna e la scoperta dell’arte dell’insegnamento -

Pestalozzi – Leonardo e Gertrude, come Gertrude istruisce i suoi figli. Introduce la donna, l’aspetto materno, Cuore (facoltà morale), intelletto (facoltà conoscitiva), mano (facoltà tecnico-pratica). Froebel – Educazione dell’uomo. Attività spontanea, autosviluppo del fanciullo, Panenteismo, kindergarten. Natura – donna. Maestre giardiniere, GIOCO, i doni. Infilare le perline. Herbart – pedagogia generale dedotta dal fine dell’educazione, comincia un filone della didattica che nel 900 sarà molto diffuso e influenzerà molto gli psicologi. La didattica si avvale

della psicologia per individuare la direzione del progetto. Parla di gradi dell’insegnamento. Piano generale della didattica. Il primo Novecento: attivismo e scuole nuove -

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Dewey – introduce x primo l’idea di laboratorio: apprendimento tramite lavoro di gruppo su progetti concreti (scuola – laboratorio). E’ l’idea importante che ha caratterizzato tutto l’attivismo. La scuola è il luogo dell’esperienza, anche concreta, pratica. L’attivismo americano: Parkhust, Kilpatrick (scuola dei progetti), Washburne (era ufficiale nell’esercito americano, e i primi programmi della scuola italiana appena liberata, 1945, furono scritti da lui, e rimase così fino al 1955), l’esperienza ritorna (Locke) ma punta sulla costruzione di un ambiente di apprendimento caratterizzato da elementi legati alla vita concreta. Nel laboratorio x ogni ragazzo si trova il suo percorso. Lascia la scelta al ragazzo, di trovare il piano formativo settimanale che più gli si addice. Si riallaccia alle scuole libertarie. JJ Rousseau è considerato il primo libertario (inconsapevole). Nasce da una forte esigenza sociale, questo promuove atteggiamenti sociali molto sentiti. Offrire ai cittadini strumenti sociali necessari per essere più critici e attivi. La direzione è di andare verso una didattica attiva, in grado di mettere il soggetto in posiz centrale rispetto al soggetto educante. L’attivismo europeo: Ferriere, Decroly, Freinet (Influenza di Piaget). In ambito svizzero (Ginevra) nasce centro studi Centro di Epistemologia Genetica, che vede riproposizione dei temi di Rousseau, per proporre un’esperienza didattica interessante, influenzata dalla psicologia (psicometria). Ferriere scrive “l’école active” (introducendo la parola “attivismo” nella didattica contemporanea), una scuola centrata sul lavoro, sulla dimensione del gruppo. Freinet: a lui dobbiamo tanto, promotore del Movimento di Cooperazione Educativa (MCE) ancora molto attivo. Maestro durante la guerra rimase invalido, e di qs sua esperienza personale fece una risorsa. Impostò la scuola come un vero e proprio ambiente di lavoro, in cui i ragazzi fossero protagonisti, tipografia nella scuola, schede per trovare materiale da soli, strategie per insegnamento della storia (scoperta, fonti), e della geografia. Il suo movimento influenzò in ITALIA ad es. Don Milani. L’esperienza italiana: sorelle Agazzi e Montessori. Esperienze veramente innovative, solo nella scuola dell’infanzia (eravamo sotto il fascismo e la scuola era influenzata da questo). La riforma Gentile considerava la didattica inesistente, centrale era la filosofia, perché in qs modo il maestro naturalmente poteva costruire uno slancio spirituale col bambino (spiritualismo). Sempre con l’insegnante al centro. In Italia la filosofia ancora mantiene caratteristica dominante (vedi il nome di qs dipartimento: dipartimento di FILOSOFIA etc… e delle scienze umane). Radice ha scritto di scuola, ma non è un esponente della didattica. Maria Montessori è un esponente della Didattica, conosciuta più all’estero che in Patria. Il fascismo tentò di imporsi sulla formazione dell’insegnanti montessoriane, ma MM si ribellò perché non voleva interferenze dal regime sul suo metodo. P one al centro dell’ attenzione il bambino (l’embrione spirituale). Costruire intorno a lui un ambiente attrezzato (L’ambiente è maestro), appositamente costruito per lui in una logica di libertà di movimento. Libero e autonomo. Il senso della regola deve nascere dal lavoro che fa. Il bambino impegnato è un bambino felice. La mente assorbente. Il bambino va stimolato precocemente. Educando il bambino si educa l’uomo. Dopo l’esperienza indiana, Maria Montessori arrivò al sincretismo religioso che la portò ad aver una visione molto ampia, uomo cittadino del mondo. Chi vuole fare l’insegnante deve essere umile di fronte al bamb...


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