Atlante del romanzo europeo PDF

Title Atlante del romanzo europeo
Author Marco Antonio Loi
Course Letteratura Inglese 1
Institution Università degli Studi di Cagliari
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Riaszunto di Atlante del romanzo europeo, programma 'Lo spazio' prof. Dongu...


Description

Atlante Del Romanzo Europeo Introduzione Si parte dall’idea che dietro al libro ci sia una geografia delle idee, e che sia un aspetto decisivo dello sviluppo dell’invenzione letteraria: una forza arriva, concreta che lascia le sue tracce sui testi, sui sistemi di aspettative. E dunque mettere in rapporto geografia e letteratura – cioè fare una carta geografica della letteratura. Ma si può indicare due cose diverse: - Lo studio dello spazio nella letteratura: un elemento largamente immaginario quale l’Africa del romanzo coloniale o l’Inghilterra di Jane Austen; - Lo spazio reale: le biblioteche della provincia vittoriana, la diffusione del Don Quijote in Europa. Può essere che i due spazi si incontrino, ma rimangono sempre separati. Le carte geografiche sono usate come strumenti analitici che smontano l’opera in modo diverso dal solito. Una buona carta vale più di mille parole, suscita mille parole, curiosità, dubbi e ci spinge verso soluzioni nuove. Le carte geografiche ci dimostrano come la natura sia legata al luogo della letteratura. Ogni forma ha i suoi tabù, i suoi flussi di movimento. Le carte mettono in luce una logica interna della narrazione: lo spazio semiotico, di intreccio, intorno al quale essa si auto-oraganizza, vedendo la società, la retorica e il loro intrecciarsi. Nel corso dell’intera ricerca: nelle capacità, di cambiare l’articolazione interna del campo letterario, e la natura dei problemi interpretativi. Ci sono stati dei tentativi pregressi di atlanti, come se nessuno sapesse niente degli altri, ma tutti con un tratto comune: le carte geografiche svolgono un ruolo decorativo. Qui si cerca di capire in che modo una specifica posizione spaziale (le strade tutte verso il sud della Spagna, le montagne lontane da Londra) possa trasformarsi in una storia avvincente. In che modo la geografia riesca a generare il romanzo dell’Europa moderna. Capitolo I – Romanzo e stato nazione Home Land Inghilterra Jane Austen: Jane Austen ambienta i suoi romanzi in Inghilterra, uno spazio più piccolo della Gran Bretagna: niente Scozia, Irlanda, Galles. Trascura anche il nord dell’Inghilterra: manca il Lancashire (rivoluzione industriale). L’Inghilterra delle sue opere è quella basata sulla grande proprietà agricola, sulle grandi tenute, parchi, le country-houses. Gli spazi spesso sono limitati alla casa dell’eroina (l’inizio del suo romanzo) e quella del suo sposo (finale del romanzo): unendo queste due località, la Austen, l’intreccio dei romanzi di Jane Austen “unisce” persone che appartengono a contee diverse. La Austen sta cercando di rappresentare ciò che nell’Inghilterra moderna veniva chiamato «national marriage market» (mercato nazionale del matrimonio): meccanismo che prese forma nel corso del XVIII secolo e che esigeva dagli uomini e dalle donne coinvolte, di adeguarsi ad una nuova mobilità, di tipo fisico ma soprattutto di tipo spirituale, in particolare la donna doveva sentirsi “a casa” non solo dove era nata ma in particolare in un territorio più ampio: la nazione doveva per lei diventare una «home-land», Mansfield park

Inizio – Portsmouth (casa di Fanny) Fine – Thorton Lacey (casa di Edmund)

Invece i romanzi gotici avevano tutt’altra ambientazione: escludono completamente l’Inghilterra di Jane Austen per spostarsi in Scozia, Italia e Germania. Trama spaziale dei romanzi di Jane Austen: stretta affinità tra romanzo e stato-nazione. Lo stato-nazione vede la sua rappresentazione nei romanzi: è difficile da visualizzare ed immaginare: allora viene descritto come nel romanzo.

Naturalmente alcuni stati come Francia e Inghilterra erano già consolidati prima del decollo del romanzo settecentesco, però si trattava più come “stati di potenza” che dome dati di fatto: avevano una dinastia, una marina, ma erano ancora divisi in circuiti locali e l’elemento “nazionale” non era ancora entrato nel quotidiano. Nel XVIII secolo, grazie al decollo industriale, al miglioramento delle vie di comunicazione e l’unificazione del mercato nazionale, la dimensione locale lascia spazio ad uno spazio più ampio. Naturalmente all’inizio lo stato-nazione ha costituito diversi problemi: la geografia narrativa di Jane Austen mostra la sua efficacia da questo punto di vista: i suoi romanzi partono dalla dolorosa realtà dello sraricamento territoriale e la trasformano in un viaggio felice suscitato dal desiderio e coronato dalla felicità. L’Inghilterra rovesciata Nelle località di mare (a Londra e Bath) accadono tutti i guai del mondo di Jane Austen. Qui ci sono i pettegolezzi, le infatuazioni, gli scandali, le seduzioni, gli adulteri. Questi luoghi sono le sedi predilette per le trattative del « marriage market». Ogni “mercato”, anche quello del matrimonio, ha la sua peculiarità di essere gestito da imbroglioni: persone prive di scrupoli, arrampicatori sociali, speculatori, nobili spiantati. Questa Inghilterra rappresenta l’opposto dell’altra: l’Inghilterra degli “Estate Poems” e dei romanzi di Jane Austen, era rurale, introversa: un’isola dentro l’isola. Invece nell’altra parte ci sono città affollate, popolate e si apre al mare. Mentre i protagonisti provengono dalla parte rurale inglese, tutti i fatti mondani e gli intrighi avvengono in una zona capeggiata da Bath e Londra: centri del mercato nazionale del matrimonio, luoghi pieni di persone poco affidabili. 1° parte dell’Inghilterra: zona rurale dove vivono i protagonisti; i luoghi non sono reali, sono inventati ma verosimili; 2° parte dell’Inghilterra: parte cittadina e mondana nella quale succedono gli scandali, le truffe, la perdizione. Questi luoghi sono tutti reali; le città hanno un nome, Londra e Bath. I luoghi immaginari sono adatti al lieto fine (secondo quanto suggeriscono i racconti della Austen), al contrario quanto più i finali sono pessimistici, più rari o addirittura inesistenti gli spazi immaginari. Lo spazio trattato dalla Austen è quello intermedio dello stato-nazione, abbastanza grande per sopravvivere e intimorire i propri nemici ma anche abbastanza piccolo per poter essere controllato da un unico centro. Le recenti perdite nelle Indie occidentali Lo studioso Eduard Said sostiene che senza i possedimenti dei Bertram in India (Antigua), la famiglia Bertram e la vita di Mansfield Park non sarebbe esistita: dall’India dipendeva la loro ricchezza, il loro prestigio, il valore sociale. Secondo Moretti questo non è totalmente vero: le colonie ebbero sicuramente un ruolo significativo per l’economia della famiglia, ma non indispensabile. Tra il 1600 e il 1800 la gentry a cui appartenevano i Bertram, poteva basare il suo valore economico nell’ambito degli investimenti coloniali in una percentuale tra l’1% e il 2%. Sir Thomas Bertram si reca ad Antigua e ci rimane per molto tempo, ma molto probabilmente perché la Austen ha bisogno di liberarsi del suo personaggio dall’intreccio: Sir Bertram è una figura autorevole che intimorisce tutti gli altri personaggi e rischia di soffocare il racconto e affinché l’intreccio si salvi, il suo personaggio deve sparire dalla narrazione. Geografia delle idee Geografia delle idee: delle idee vengono attribuite a determinati stati degli stati interi sono considerati portatori di certe idee. Il romanzo inglese associa all’estero (in particolar modo alla Francia) la figura del Villain: si tratta di un nemico vicino, visibile, che è un tratto fortemente nazionalistico del romanzo tra ‘700 e ‘800. Il romanzo russo invece, associa all’Europa e all’occidente la pericolosità delle loro idee, che diventano vive e spingono all’azione e al combattimento. Le idee Europee minacciano tutto ciò che

è profondamente russo. In Russia le idee europee vengono considerate dai giovani come “idee vive” che spingono all’azione ed anche al crimine. Lontano dal centro Nel romanzo storico abbiamo tre principali generi di romanzo: Romanzo sentimentale: Jane Austen; Romanzo di idee: contrapposizione tra idee russe e idee europee Romanzo storico: ambientati lontano dalle grandi città, lontano dal centro, nei pressi delle frontiere. Il romanzo storico è ambientato di norma nei pressi di rilevanti ostacoli naturali: foreste, coste poco accessibili, montagne. Non si tratta di un fatto casuale: questo aspetto rappresenta uno dei principali motivi del successo del romanzo storico: offre all’Europa ottocentesca una vera e propria fenomenologia della frontiera. La frontiera è quindi il luogo dell’azione. Ci sono due tipi di frontiera: - Esterna: la vicenda si svolge in un modo abbastanza elementare: due campi avversi si scontrano; - Interna: si da maggior rilievo al tema del tradimento: una volta giunto alla frontiera, l’eroe si schiera sempre dalla parte nemica. Il tradimento degli eroi sta a dimostrare quanto sia ancora debole l’unità nazionale dell’Europa del primo ‘800. Il tradimento è spesso involontario, o è precipitato da questioni involontarie e non è mai imperdonabile. La frontiera interna, in particolare quella di Walter Scott o Balzac, o Puškin, ha anche un’altra caratteristica: non si tratta soltanto di un confine politico-militare ma di una realtà antropologica: viaggiando nella frontiera si viaggia indietro nel tempo, attraversando tutti gli stadi dello sviluppo sociale. L’eroe finisce dalla parte del ribelle, del tumulto, dell’eretico. La frontiera interna dimostra che gli stati moderni sono delle realtà composite,fatte di molteplici stati temporali: sono cioè stati “storici” e hanno perciò bisogno di romanzi “storici”. Interludio teorico: Spazio e stile Qui analizziamo la relazione tra spazio e stile in un romanzo. La geografia può essere considerata interessante per lo studio dell’intreccio narrativo, anche per quanto riguarda il punto di vista dell’analisi stilistica. In un saggio, Enrica Villari, sottolinea nei romanzi di Walter Scott la presenza di personaggio comici e tragici in relazione alla componente spaziale: nei pressi della frontiera. I personaggi comici si trovano solitamente prima della frontiera, mentre quelli tragico-sublimi, al di là di essa. La geografia assume un suo ruolo anche per quanto riguarda le scelte stilistiche di un romanzo: uso delle metafore. Nei pressi del passaggio dalla frontiera le metafore sono più frequenti (=sono capaci di esprimere l’ignoto che ci si trova di fronte con la frontiera: lo “spiegano” con la loro predicazione. Ci fanno capire che c’è qualcosa di strano: indicano un campanello d’allarme. Al contrario, sono infrequenti una volta passata la frontiera. Un esempio in Mansfield Park lo troviamo col muro di Sothernon. Da lì in poi Julia e Mariah si compromettono. Mr. Rushworth è deluso e si intuisce che Fanny non lo amerà mai. O anche ne I promessi sposi, la separazione degli amanti permette a Manzoni di seguire due linee narrative assai diverse. Il destino di Lucia gli offre il materiale per un romanzo gotico, in cui la vittima sfugge ad una trappola solo per cadere in una ancora peggiore, affrontando dei villains, nel frattempo Renzo vaga per la grosse welt della storia. Il rapporto è comunque di natura triangolare: figure, spazio e intreccio. In uno spazio sconosciuto bisogna disegnare uno «schizzo semantico preliminare», che solo le metafore sono in grado di fare. Solo le metafore sono capaci di esprimere l’ignoto che ci sta di fronte, di dirlo con stranezze, di modo che sembri un vero campanello d’allarme. Le metafore sono frequenti nel passaggio alla frontiera, ma una volta varcata, non sono più necessarie. Sulla strada maestra

Jane Austen e l’area centrale della Gran Bretagna. Il romanzo storico e la frontiera. Nella Spagna del ‘500 notiamo come tutto scivoli verso il sud, in una Spagna affollata, ricca, fatta di strade e città, ma soprattutto di strade, assistiamo alla vittoria del mulo che sconfigge la nave, il sublime del mare aperto, che sostituisce un procedere lento e regolare, quotidiano, polveroso. Ma è tale appunto il segreto del romanzo moderno: episodi modesti, dal valore narrativo limitato, ma non privi di significato. La strada del romanzo picaresco non è solo un mezzo di comunicazione, ma un mondo a se stante, dove si trova lavoro, sesso, gioco, cibo, merci, religione e spettacolo. Si fa strada così la forma itinerante. Qui tutte le porte della Spagna finiscono per assomigliarsi (dunque mulattieri, osti, guardie, preti, puttane, signorini) ma sono anche diversi fra loro perché le combinazioni mutano ogni giorno. La regolarità del ritmo spazio-normativo è animata dai racconti che si ascoltano lungo la strada, e dalle truffe ad ogni nuova locanda. Sconosciuti si incontrano e camminano insieme, si raccontano la vita, devono, si dividono il pagliericcio, facendo venire fuori quindi una nazione moderna, in un luogo dove lo straniero non è mai del tutto straniero. Rete di amabili, tranquilli episodi che da forma alla nazione come spazio della «familiarità»: dove ci si conosce e riconosce l’un l’altro come membri di uno stesso largo insieme umano, senza troppi drammi. I drammi avvengono altrove: verso la costa e il Portogallo. E poi il mediterraneo, il Nord Africa, l’Italia e la Grecia. Scenario più vasto dove sono ancora in vigore le convenzioni del romanzo ellenistico: un mondo liquido, di tempeste e naufragi, di guerre, tradimenti, morti violente. Mondo dell’insicurezza dove si viene catturati e resi schiavi, e la libertà delle piccole scelte, così tipica del picaresco viene travolta dalle forze del passato. Nel concetto di romanzo e stato-nazione, il romanzo ha dovuto anzitutto «riconoscere» la nazione, e districarla da altre matrici geografiche altrettanto capaci di produrre racconto. In Francia le diverse opzione geografiche rimasero a lungo pressoché equivalenti, e fu solo verso la fine del secolo che il lento contrarsi dello spazio romanzesco divenne chiaramente avvertibile. Ma il racconto breve rimane indifferente alla nuova geografia immaginaria: Romanzi: si svolgono in Europa, poiché il romanzo si specializza nella rappresentazione del quotidiano, dal familiare, e preferisce un mondo quotidiano, vicino e ben noto. Racconto: racconto breve o aneddoto si ambienta in medio oriente, Cina, India, Americhe, perché vuole eventi inauditi, sorprendenti e li ambienta in terre lontane e un po’ favolose, dove la mancanza di informazione reale permette al narratore lo sviluppo di inventare e immaginare. «Un fiume grande, che somigliava a un immenso serpente» Il romanzo coloniale si discosta profondamente dagli altri romanzi analizzato finora. Il punto di partenza, in questo romanzi, è sempre lo stesso: un parto, una guarigione, una stazione commerciale, una delle colonie costiera da cui partì la penetrazione europea. Il punto di arrivo è solitamente un luogo dell’interno, difficile da raggiungere, in un territorio sconosciuto. Identica è anche la forma del viaggio: si tratta sempre di un viaggio lineare, unidimensionale. Nel romanzo coloniale non ci sono bivi, deviazioni, luoghi pittoreschi o accoglienti in cui valga la pena fermarsi per abbandonare il cammino previsto. Non sono previste alternative, ma solo ostacoli = avversari. Da una parte ci sono i bianchi = guida, tecnologia, civiltà, e dall’altra parte gli animali selvatici, le belve, la pioggia, le malattie e gli indigeni, che hanno la funzione di ostacoli. C’è una motivazione per cui il movimento del romanzo coloniale è così fortemente unidimensionale: gli europei sono interessati soltanto ad orientare l’economia africana verso l’esterno verso l’Europa e il mercato mondiale. Non interessava loro effettuare una distribuzione equa all’interno dell’Africa. Una rete africana esiste, ci sono le strade e le ramificazioni, ma queste non rientrano nell’interesse del colonizzatore europeo. Filosofia del colonialismo: penetrare nel territorio, prendere tutto ciò che si ritiene utile, andare via e all’occorrenza distruggere. Alla fine del romanzo (ad eccezione di Cuore di tenebra) non si trovano materie prime, avorio, o africani da schiavizzare, ma il tesoro per il quale l’avventura

coloniale si sublima in un oggetto estetico fine a se stesso. Questo è composto da pietre preziose, diamanti, oppure è rappresentato da una donna, intrigante, enigmatica, ammaliatrice. Infine, alla fine del viaggio, si trova l’europeo da salvare, fatto prigioniero, e ciò arriva a giustificare l’intera impresa coloniale, tutto viene giustificato come legittima difesa. Essendo l’Africa ricca di “bianchi” in cattività, il colonialismo assume il ruolo di crociata liberatrice. Andare in città Romanzo di formazione (Bilongsroman): le vicende del romanzo di formazione si spostano nelle grandi città, nelle grandi capitali: Londra, Parigi, Madrid, San Pietroburgo. La grande città viene quasi considerata come un altro mondo rispetto al resto del paese, ma “lega” tutta la provincia diventando la meta per ogni giovane di talento. Si possono indicare tre spazi principali del romanzo di formazione europeo: il villaggio, la provincia e la capitale. Tra questi tre spazi ci sono molte differenze: in primo luogo la differenza d’età: gli anziani si trovano nel villaggio e i giovani nelle città. Tra le grandi e le piccole città non c’è più un conflitto di civiltà, ma più una differenza di mode e di prezzi; sotto i quali la provincia appare sempre più arretrata. All’antitesi vecchio/giovane si intreccia anche la coppia famiglia/sconosciuti= nel paese d’origine c’è sempre la figura materna ed in generale tutti i rapporti assumono la forma di legami famigliari: i primi amori sono sorelle, gli amici dei fratelli maggiori ecc… Una volta giunti in città i figli si trasformano in “giovani” ed i rapporti interpersonali non sono più di tipo verticale (tra una generazione e l’altra) ma diventano orizzontali (all’interno della stessa generazione). La città diventa il luogo della socializzazione secondaria del lavoro = in provincia si può fare l’impiegato comunale e il commerciante, in città si passa alla grande finanza, alla legge, alla politica, al teatro, giornalismo e letteratura. Un altro aspetto importante è il numero di personaggi significativi che sono presenti in media negli spazi del romanzo: 5 personaggi circa nel villaggio, e fino a 15 nella grande città. La differenza non è solo di quantità, ma è di qualità. Nel villaggio, il gruppo sociale è uno, quello famigliare; in città lo spettro si amplia fino a comprendere classi anche molto distanti tra loro: il sistema narrativo si complica e i personaggi si combinano nei modi più strani. Interludio teorico: geografia dell’intreccio È importante sottolineare che ciò che accade dipende strettamente dal luogo in cui accade. Ciò che avviene in Spagna non potrebbe accadere nell’Inghilterra settentrionale e viceversa. Il “carattere” di un determinato luogo, entra a far parte dell’evento come sua parte costitutiva. Ogni spazio determina un certo tipo di storia. Per avere quella specifica forma di romanzo, c’è bisogno di quello specifico spazio. La morfologia della fiaba di Vladimir Propp ci spiega come gli episodi di cui si compone la fiaba (funzioni) sono sempre vincolate a spazi specifici. Capitolo II – Racconto di due città Il problema Nel 1889 Charles Booth crea una carta tematica delle diverse classi sociali nella città di Londra. La leggenda della carta associa diversi colori a gruppi sociali diversi: dall’ oro in corrispondenza della classe medio-alta, la più ricca, fino al nero che indicava la classe più bassa, nelle cui zone si trovavano la depravazione e la criminalità occasionale. A livello macroscopico questa carta ci mostra la Londra di Booth come un sistema complesso, che si auto-organizza: la grande ricchezza sta nel west end e la povertà massima è vicino al Tamigi. A livello microscopico invece, accade il contrario: nell’arco di poche centinaia di metri si trovano classi sociali completamente diverse. La carta di Booth ci dice in sostanza che l’insieme delle città è ordinato, ma le sue singole parti sono affidate al caso: ciò che si sottolinea è quanto povertà e ricchezze siano così vicine. È una Londra, quella rappresentata da Booth, estremamente difficile da leggere: spetta al romanzo renderla leggibile: trasformare la casualità in ordine e il rumore in informazione.

Livello macroscopico: Silver-fork novels Ricchezza Newgate novels Povertà

West end East end

Ovest di Regent’s street Est di Regent’s street

Viviamo in zone così diverse di Londra Tra i primi generi letterari che si...


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