Riassunto Atlante Geopolitico Mondiale PDF

Title Riassunto Atlante Geopolitico Mondiale
Author Christopher Contessi
Course Scienze Linguistiche per le Relazioni Internazionali
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

ATLANTE GEOPOLITICO MONDIALELO SCENARIO INTERNAZIONALEIL MONDO ALL’ALBA DEL XXI SECOLO:La mappa politica dopo la GF: Nel XXI secolo il SI è formato da 200 stati e da un numero crescente di organizzazioni inter-governative e non governative. La rappresentazione politica del mondo appare come una succ...


Description

ATLANTE GEOPOLITICO MONDIALE LO SCENARIO INTERNAZIONALE IL MONDO ALL’ALBA DEL XXI SECOLO: La mappa politica dopo la GF: Nel XXI secolo il SI è formato da 200 stati e da un numero crescente di organizzazioni inter-governative e non governative. La rappresentazione politica del mondo appare come una successione di stati chiaramente divisi tra loro. La carta geopolitica del mondo attuale è il risultato di tre principali vicende storiche del Novecento: 1. GUERRA FREDDA: è un sistema a “geografia doppia” basata su una divisione economica, politica, ideologica. 2. Nel triennio 1989-1991 si è verificato un processo di progressivo allargamento delle istituzioni euro-occidentali (NATO, UE) ai paesi ex-nemici ed ex-neutrali, che ha causato la transizione al mercato di stampo occidentale. Questo cambiamento non ha eliminato, però, le caratteristiche del sistema bipolare, come la fragilità economica, politica ed istituzionale di molti paesi ancora alle prese con la Russia. 3. Con il collasso dell’URSS si da spinta alla disgregazione degli imperi e a nascita di nuovi stati e sistemi inter-statali. Questo processo si divide in 4 grandi ondate: - 1875-1914, con la dissoluzione dell’Impero Ottomano e la nascita di Romania, Serbia, Montenegro e Bulgaria. - 1919-1940, dopo la SECONDA GUERRA MONDIALE nascono 10 stati. 3 nascono dalla dissoluzione dell’impero Asburgico (Austria, Ungheria e Cecoslovacchia), 4 dal temporaneo arretramento dell’impero Russo (Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania). A questi si aggiungono Polonia, Iugoslavia e Irlanda. La nascita di nuovi stati proviene anche dalla fine del periodo coloniale e dalla conquista dell’indipendenza di un piccolo gruppo di paesi arabi. Se fuori dall’Europa la GUERRA FREDDA causa questo processo di formazione degli stati, all’interno provoca l’effetto contrario. Si verifica il riassorbimento dei paesi baltici da parte dell’URSS per il timore di causare un’escalation incontrollabile. La disgregazione dell’URSS ha dato origine a 15 nuovi stati (Russia, Ucraina, Bielorussia, Estonia, Lettonia, Lituania, Moldavia, Armenia, Georgia, Azerbaigian, Tagikistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Kazakistan), la dissoluzione della Iugoslavia altri 5 (Slovenia, Croazia, BosniaErzegovina, Serbia e Montenegro, Macedonia) e la Cecoslovacchia altri 2 (Repubblica ceca e Slovacchia). Molti stati che popolano queste regioni sono ancora alle prese con la costruzione di un sistema istituzionale stabile e un’identità nazionale riconoscibile. La fine della GUERRA FREDDA ha causato anche la fine della centralità dell’Europa. Fino al XV secolo, prima della sua centralità, esistevano una serie di sistemi internazionali pre-globali, ciascuna con le proprie leggi e istituzioni. Fu solo con l’espansione europea che il globo fu concepito come unità. La popolazione mondiale: Nei paesi economicamente maturi, il calo il calo della fecondità e natalità, ha condotto alla crescita zero (che si sostituisce al modello della crescita a fungo calo della mortalità nei paesi sviluppati). Si è verificato un processo di transizione demografica. Tuttavia grazie allo sfalsamento tra calo della mortalità e il declino della natalità, la popolazione ha continuato a crescere. Questo sfalsamento è causato dall’introduzione di tecnologie di salute e di pratiche igienico-sanitarie, accompagnato da fattori di natura socio-economica e culturale che non invogliano ad avere figli. Nel nord sviluppato l’aumento di natalità e la maggiore durata della vita provocano un invecchiamento della popolazione. Per i paesi in via di sviluppo, invece, il tasso di natalità rimane superiore a quello di crescita zero, anche se ha subito un brusco calo. Le afriche geopolitiche dove si registra il maggiore tasso di fertilità sono l’Africa sub-sahariana e i Paesi Arabi. L’incremento demografico, quindi, si concentra nei paesi in via di sviluppo e muta il peso demografico delle singole aree. Nei paesi in via di sviluppo è anche maggiore la porzione di popolazione giovane.

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L’economia mondiale: La fine della GUERRA FREDDA ha cancellato lo scontro ideologico, con la vittoria dell’ideologia americana che si è sempre diffusa nei paesi dell’ex blocco sovietico, anche con l’aggettivo dispregiativo di “occidentalizzazione”. Su questa tendenza si basa la globalizzazione dei mercati (fenomeno nato durante la GUERRA FREDDA ma esploso con la sua fine). Molti paesi dell’Est hanno adottato l’economia di mercato aprendosi agli scambi con l’estero, ma questo ha causato dibattiti anche in seguito al fallimento di alcune di queste politiche, tradotto in malcontento popolare. Questo fallimento può essere causato dall’eccessiva rapidità del mutamento, non accompagnata dalla nascita di una vera cultura imprenditoriale e di mercato. Le conseguenze sono il dilagare della corruzione e il divario tra poche persone ricche e maggioranza povera. Esistono diversi modelli di economia: - modello basato sugli USA in cui l’intervento dello stato nelle questioni economiche è limitato, mentre ampio spazio è lasciato alle libere forze del mercato. Questo comporta un basso tasso di disoccupazione e una crescita demografica, ma anche un welfare state debole - modello seguito dai paesi dell’UE, fondato sull’intervento diretto dello stato nelle questioni economiche . questo comporta inefficienze se lo stato non interviene nella fase di redistribuzione della ricchezza o nei meccanismi di allocazione dei fattori produttivi tra i vari settori. Livelli di disoccupazione più alti sono accompagnati da un migliore welfare state che evita lo sviluppo di tensioni sociali - modello delle tigri asiatiche che si sono riprese da una forte crisi economico-finanziarie, causata da una cattiva gestione del sistema bancario e della valutazione dei rischi legati agli investimenti - caso a parte è quello dell’America Centrale e Meridionale, in cui si alternano periodi di crisi e crescita causati non solo da fattori economici, ma anche politici

I FATTORI DI UNITÀ: Il villaggio globale dell’informazione e dei trasporti: Il Novecento è caratterizzato dalla contrazione delle distanze determinata dall’accelerazione tecnologica nel campo dei trasporti e delle comunicazioni. Prima globalizzazione  Verso la fine dell’Ottocento si verifica un’intensificazione e ramificazione dei flussi commerciali, finanziari e migratori e fanno si che il mondo sia un’unica arena economico-politica interconnessa. Seconda globalizzazione  Alla fine del Novecento l’innovazione tecnologica nel campo dell’informatica e della comunicazione ha aperto il cyberspazio, uno spazio elettronico di condivisione e trasmissione di dati e informazioni. Internet nasce durante la GUERRA FREDDA nell’ambito della ricerca militare (strumento di comunicazione di massa con il nome di ARPANET). Era uno strumento a beneficio della difesa americana. Verso la metà degli anni Novanta le imprese multinazionali hanno dato nuovo slancio ai processi di condivisione della rete (anche grazie all’abbassamento dei costi di trasmissione). La nuova infrastruttura informatica ha permesso una riorganizzazione spaziale dell’attività produttiva (riduce l’esigenza di mobilità fisica e incrementa la flessibilità nel trasporto di merci e passeggeri). Lo spazio elettronico permette la produzione just in time, ovvero una produzione modulata sulla base del flusso di ordinativi e comunicazioni che provengono dagli operatori esterni all’azienda. Il trasporto su gomma e quello aereo rimangono i mezzo prediletti, mentre si è verificato un declino della ferrovia. Le interdipendenze dell’economia globale: A partire dal piano Marshall nel posto-SECONDA GUERRA MONDIALE la coesione politica del blocco occidentale si è accompagnata al rinnovati sviluppo di una rete di scambi e interdipendenze sul piano dell’economia, determinante nel proiettare i paesi occidentali verso un livello produttivo come quello americano. La quita di produzione nazionale destinata al commercio internazionale è cresciuta e c’è stato un salto qualitativo e quantitativo nel processo di internazionalizzazione dei mercati. Inoltre le barriere al libero commercio dei beni sono state ridotte. A tutto ciò ha contribuito un accordi internazionale (GATT: Generale Agreement on Tariffs and Trade), stipulato nel dopoguerra con l’obiettivo di permettere una maggiore circolazione internazionale dei beni. Il GATT ha operato attraverso round (negoziazioni) e politiche anti-dumping (sanzionano la concorrenza sleale dei paesi che vendono all’estero beni a un prezzo

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inferiore rispetto a quello che applicano all’interno). Il GATT si è poi trasformato in WTO (World Trade Organization). Grazie a questo il commercio internazionale è cresciuto. Uno degli aspetti peculiari della globalizzazione è il mercato internazionale dei capitali (sia a breve sia a lungo termine), esploso a partire dagli anni ’70. Gli investimenti sono concentrati in pochi settori, come quello automobilistico e dell’information technology, e sono indirizzati a paesi più industrializzati. Tuttavia gli “investimenti portafoglio” (breve durata) per la loro natura speculativa possono far esplodere con grandi velocità crisi bancarie. Le migrazioni internazionali: La globalizzazione ha causato anche mobilità di persone, che comporta una dilatazione trans-nazionale dello spazio sociale. Oggi le migrazioni coinvolgono un numero crescente di paesi e in particolare è aumentato il flusso di immigranti verso il mondo sviluppato. A questo fatto contribuiscono anche i legami preferenziali stabiliti durante il periodo di colonizzazione (gli ex paesi colonizzatori applicano legislazioni di accoglienza che facilitano l’inserimento dei nuovi arrivati). Sono 4 i principali poli o sistemi di migrazione internazionale: 1. da America centrale a nord America 2. dal bacino del mediterraneo a Europa occidentale 3. da Medio Oriente e Asia centro-meridionale a Golfo del Persico (specialmente Arabia Saudita) 4. tra i paesi che si affacciano sul Pacifico Le società d’accoglienza rispondono alla sfida dell’immigrazione attraverso diversi modelli d’integrazione sociale. Es: Melting spot modello statunitense che assegna automaticamente la cittadinanza ai nati nel territorio dello stato Assimilazione modello francese che tende ad attribuite il più rapidamente possibile la cittadinanza agli immigrati per trasformarli in cittadini sotto il profilo legale e culturale Gatsarbeit modello tedesco que inquadra l’immigrato e i suoi figli come ospiti temporanei impegnati nell’attività produttiva nazionale, ma incoraggiati a tornare nella loro patria d’origine una volta esaurita l’esperienza lavorativa La criminalità internazionale: L’economia illegale è causata dalla limitata possibilità di controllo dei flussi trans-nazionali da parte delle agenzie statali. La GUERRA FREDDA ha creato le condizioni socio-politiche favorevoli all’attività dei gruppi criminali. Le organizzazioni criminali si sono inserite nel vuoto potestativo derivato dal crollo dell’URSS e dalla debolezza delle formazioni statali esistenti. Questi gruppi non sono interessati a contestare il potere come tale, ma a inserirsi nelle nicchie geografiche o nei domini settoriali in cui i governi non sono più in grado di estendere efficacemente la propria azione disciplinatrice. I principali commerci sono di droga e armi. Alcune delle principali rotte del narcotraffico sono: -oppiacei: dall’Afghanistan attraverso Pakistan, Iran, Turchia, Balcani ai paesi dell’UE-EFTA (European Free Trade Association) -cocaina: dai paesi andini verso il nord America -marijuana e hashish: da Messico a USA Si è sviluppata anche la criminalità ambientale (smaltimento errato di rifiuti tossici) e il money laundering (lavaggio di denaro per mascherare l’origine illecita dei proventi criminosi e inserirli nel sistema economico legale). La questione ambientale: Il problema del deterioramento dell’ambiente si accompagna allo sviluppo industriale. L’inquinamento dell’aria sta alterando gli equilibri ambientali nelle aree agricole o negli ecosistemi montani distanti dalle grandi concentrazioni urbane. Questo è un problema globale come quello della deforestazione e dei mutamenti climatici. L’inquinamento ha accelerato la tendenza all’innalzamento della temperatura globale e questo comporta assottigliamento delle calotte polari, scioglimento dei ghiacciai e innalzamento del livello dei mari. Inoltre l’aumento dell’acqua nell’atmosfera sotto forma di vapore incrementa i fattori climatici estremi, mentre la scarsità di acqua al suolo causa desertificazione e declino della produttività della terra.

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I FATTORI DI DIVISIONE Guerra e conflitto: Dividendo il mondo, il conflitto bipolare lo unificava (subordinava a sé ogni altra frattura politicoideologica). La scomparsa del nemico comune ha dilatato le distanze politiche. Sia l’Atlantico che il Pacifico risultano, negli anni Novanta, più larghi rispetto che nel periodo della GF. Si è verificato un allargamento della distanza politica anche tra le due sponde del Pacifico. Il venire meno della forza ordinatrice del colosso sovietico ha aperto un’ampia fascia geopolitica contrassegnata da instabilità e conflitto (arco di instabilità euroasiatico). È un arco che collega le coste del Baltico attraverso l’Europa danubiano-balcanica e i Caucaso, agli altipiani dell’Asia centrale. È caratterizzata da entità politiche di recente formazione, con legittimità politica precaria, confini internazionali contestati e popolazioni non sempre omogenee sotto il profilo etnico-culturale. Il primo decennio post-GUERRA FREDDA fu caratterizzato da diversi conflitti armati. A ridosso dell’arco di instabilità, i raggruppamento geopolitici del MO sono soggetti a una duplice natura: -gli stati sono tutti sistemi internazionali di formazione recente prodotto dalla decolonizzazione realizzata dalla seconda metà del novecento. Sono quindi soggetti a fattori di instabilità come la scarsa istituzionalizzazione degli stati e del complesso ordinamento territoriale. -gli scarsi risultati registrati dalle classi politiche post-coloniali in termini di sviluppo economico e prestigio internazionale sfociano dopo la GUERRA FREDDA in un’ulteriore contestazione di legittimità. Il principale fattore di destabilizzazione nel decennio post GUERRA FREDDA è l’islam. Africa sub-sahariana: È l’unica area geopolitica in cui il tasso di militarizzazione è maggiore nel post GUERRA FREDDA piuttosto che durante la guerra. Nel 1990 inizia in Ruanda la lotta armata del Fronte Patriottico Ruandese di etnia tutsi, sostenuto dall’Uganda. Il conflitto si estende anche in Burundi e nella Repubblica Democratica del Congo. Tra il 1997-98 la RDC è teatro di una guerriglia occidentale. Uganda e Ruanda nel ’98 intervengono in favore dell’Alleanza delle Forze Democratiche per la Liberazione del Congo. Dopo un periodo di stallo politico-militare, nel 2002 l’accordo di Pretoria sembra risolvere il conflitto. Viene varato un governo di unità nazionale che dovrebbe reggere le sorti della nazione fino alle elezioni generali del 2005. Contemporaneamente si assiste alla destabilizzazione del quadro regionale in Africa Occidentale, in cui nel 1989 inizia la guerra civile liberiana, che oppone al governo di Monrovia i Fronte Nazionale Patriottico della Liberia. Nel 2002 inizia la guerra civile in Costa d’Avorio, esito delle politiche di radicalizzazione etnica. Nel Corno d’Africa la fine della GUERRA FREDDA segna l’inizio della frammentazione della Somalia. La ridefinizione delle gerarchie militari: la globalizzazione non produce la neutralizzazione dei conflitti politici, ne si lega alla smilitarizzazione delle relazioni internazionali. Al contrario le gerarchie politiche del sistema post-bipolare continuano a reggersi sulla capacità strategica degli attori. In particolare è stata disattesa l’aspettativa di denuclearizzazione. Nel 1991 entrava in vigore lo START 1 (trattato sulla limitazione delle armi strategiche) e nel 1995 il trattato di non proliferazione e il CTBT (trattato sul bando dei test nucleari). Tuttavia USA, Cina, India e Pakistan non mantengono il CTBT e lo START 2 non entra in vigore (gli USA testano la difesa anti missile). Si necessita quindi un ri-orientamento delle politiche di sicurezza delle grandi potenze. Per la Russia l’arsenale politico è la forza politica che permette di rivendicare la permanenza al vertice internazionale. Gli alleati europei manifestano la loro preoccupazione riguardo il progetto di difesa anti missile, temuto come fattore di destabilizzazione globale, nonché incentivo allo sviluppo da parte russa si un analogo di difesa, che eliminerebbe la capacità di deterrenza anglo-francese nei riguardi di Mosca. L’Europa teme che l’invulnerabilità nucleare possa provocare l’affievolimento americano in Europa in virtù del minore valore geostrategico della testata di ponte europea. gli avventi del 9/11 hanno ulteriormente intensificato gli investimenti americani in campo dell’innovazione e applicazione delle nuove tecnologie militari (RMA). La strategia diventa il fattore strategico preponderante. Si punta a massimizzare la distruttività dell’attacco contro il centro di gravità del nemico e di minimizzare la vulnerabilità alla sua realizzazione. La guerra convenzionale cessa di essere un efficace strumento di negoziazione politica in ambito internazionale.

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Geopolitica delle risorse: La salvaguardia dell’accesso alle risorse è un problema geopolitico fondamentale. In particolare gli stati si preoccupano dell’approvvigionamento energetico e idrico. L’insicurezza energetica è legata all’instabilità delle aree in cui sono allocate le risorse e le linee di trasporto. I cambiamenti climatici e demografici in atto sottopongono vaste aree del pianeta a uno stress idrico importante. Per quanto concerne l’energia si riscontrano due tendenze fondamentali: la crescita di oltre il 50% della domanda globale e l’instabilità del “paniere energetico” del petrolio e del carbone. Le risorse disponibili riescono a soddisfare la crescente domanda oltre al 2020. Tuttavia si distribuiscono in un numero limitato di aree geopolitiche: Medio Oriente-Golfo Persico, Nord Africa, Russia e mar Caspio-Asia centrale, Africa sub sahariana, America Latina e Caraibi. Tutte le aree con risorse energetiche sono molto instabili. Per quanto riguarda l’acqua, invece, si nota che negli ultimi 35 anni i consumi idrici sono aumentati. Pressione demografica e crescita economica sono i principali fattori di incremento. La crescita demografica maggiore si riscontra nei paesi in via di sviluppo più poveri di risorse idriche e dove i sistemi di innaffiamento dei terreni coltivabili si basano su sistemi di canalizzazione inefficienti, che accrescono i consumi. Il problema idrico in geopolitica da vita all’idropolitica, e può essere fonte di rivalità tra stati o fonte di radicalizzazione di conflitti esistenti. I principali problemi idropolitici si concentrano in MO. Le fratture sociali, Nord e Sud del mondo: L’infrastruttura tecnologica attraverso cui transita la corrente della globalizzazione disegna un circuito comunicativo che taglia fuori una cospicua parte delle aree geopolitiche del sud. Infatti l’innovazione tecnologica nelle comunicazioni ha intensificato le relazioni transnazionali tra quei paesi che già avevano un elevato grado di interazione. L’innovazione tecnologica è, infatti, legata alla disponibilità di investimenti sistematici nella ricerca e nello sviluppo. Chi è già competitivo investe in comunità, ma gli altri paesi meno disponibili rimangono esclusi dal processo. I costi di innovazione tecnologica aumentano anche a causa dei nuovi standard legali che regolano il commercio internazionale. Inoltre il mondo globalizzato continua a essere segnato da profonde disparità nella distribuzione della ricchezza e nelle aspettative di vita. Le diseguaglianze di reddito si verificano anche all’interno dei singoli paesi.

EUROPA E MEDITERRANEO:

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Geograficamente costituiscono rispettivamente l’appendice occidentale e sud-occidentale dell’Eurasia. Politicamente indicano due regioni dai confini mobili, ciascun composta da sub-regioni che, a seconda delle circostanze storiche, possono appartenere a una delle due aree o a entrambe. La disgregazione dell’URSS ne ha rimesso in discussione i confini e prodotto di un spazio di...


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