Beethoven Sinfonia 9 PDF

Title Beethoven Sinfonia 9
Author Giulia Mancosu
Course DIDATTICA GENERALE
Institution Università degli Studi di Cagliari
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Appunti Storia della Musica Beethoven Sinfonia 9...


Description

L. van Beethoven, Sinfonia n. 9 in re minore op. 125, ultimo movimento

Nella sua ultima sinfonia Beethoven introduce numerose innovazioni che fanno di questo capolavoro un ponte fra il sinfonismo classico di Mozart e Haydn e il sinfonismo ottocentesco. Le innovazioni sono le seguenti: - ampliamento delle proporzioni e della forma: se una sinfonia tradizionalmente durava circa mezz’ora, la Nona di Beethoven raddoppia le dimensioni e ingigantisce le strutture - concezione globale della forma: i quattro movimenti non sono più indipendenti gli uni dagli altri ma l’ultimo contiene evidenti riferimenti ai precedenti, nel tentativo di dar forma a un brano strutturalmente complesso ed unitario - introduzione delle voci: da forma esclusivamente strumentale la sinfonia, per reggere all’imponente urgenza creativa ed espressiva della geniale ispirazione beethoveniana, diventa vocale strumentale dotandosi nell’ultima parte di un coro misto a quattro voci (soprani, contralti, tenori, bassi) e di un quartetto di solisti vocali (un soprano, un contralto, un tenore, un basso) - introduzione di solisti (in questo caso vocali), solitamente tipici del concerto e non della sinfonia - inserimento in orchestra di una serie di strumenti (tamburo, grancassa, triangolo) prima mai utilizzati nella sinfonia e caratteristici delle bande militari. Il testo intonato dalle voci è ricavato, con pochissime modifiche, dall’ Ode alla gioia che un importante poeta tedesco, Friedrich von Schiller (1759-1805), compose nel 1785. Si tratta quindi di un testo in poesia in lingua tedesca che non fu scritto appositamente per la Nona sinfonia ma che preesisteva ad essa. La composizione della Nona Sinfonia durò molto a lungo. Beethoven ebbe la prima idea di musicare il coro An die Freude di Schiller ancora negli anni giovanili di Bonn; nel 1814-15 il progetto venne ripreso sotto forma di una Ouverture con coro finale, che diventò poi l'Ouverture in Do maggiore op.115 per sola orchestra. Infine negli anni 1817-18, nel quaderno degli schizzi, già si trovano spunti tematici che saranno poi utilizzati per i primi due movimenti della Nona. Mentre Beethoven scrisse le prime otto sinfonie in poco più di dodici anni, tra il 1800 e il 1812, ben dieci anni dovettero passare per arrivare alla stesura della Nona che, completata nel 1823, venne eseguita per la prima volta nel 1824. È appena il caso di notare che Beethoven non ascoltò mai la sua composizione dal momento che la scrisse quando era già sordo. L’adozione del testo di Schiller risponde a un esplicito messaggio ideologico: la gioia, illuministicamente sentita quale slancio vitale, impegno ottimistico a superare i propri egoismi in nome della fratellanza di tutti gli uomini, è per Beethoven strettamente connessa con il concetto di libertà, nel senso che non c’è gioia senza libertà né libertà senza gioia. Infatti il compositore era probabilmente a conoscenza delle vicissitudini occorse al testo dell’ Ode alla gioia di Schiller, che, composto in origine come Ode alla libertà (in tedesco Freiheit), fu trasformato in Ode alla gioia (Freude, parola che in tedesco assomiglia molto a Freiheit) per ragioni di censura politica. La sostituzione e il felice connubio che implicitamente si crea fra i concetti di gioia e di libertà giovano quindi a chiarire in modo esplicito il pensiero di Beethoven. Il messaggio ideale contenuto nel testo di Schiller e sostenuto dalla musica di Beethoven, basato sull’esaltazione del gioia come risultato ultimo di un percorso di libertà e fratellanza fra gli uomini, ha fatto sì che nel 1972 il Consiglio d'Europa - lo stesso organismo che nel 1955 concepì la bandiera europea - adottasse l'ultimo movimento della Nona Sinfonia di Beethoven come inno dell’Unione europea. Il finale, dalla struttura molto complessa, si suddivide nelle seguenti parti: 1. Introduzione (solo strumentale): qui l’autore alterna, con voluta casualità, idee musicali provenienti dai movimenti precedenti. Il clima è incerto e contraddittorio; le frasi, di carattere contrastante, sono appena accennate e violentemente interrotte. Tutto concorre a creare un’atmosfera di incertezza e attesa, come se Beethoven fosse nel pieno di una crisi espressiva, insoddisfatto e provato dall’incapacità di elaborare qualcosa di nuovo. 2. Esposizione strumentale del tema: dalla grande confusione dell’introduzione emerge, gradualmente, il tema su cui si basa tutto il finale. L’idea musicale, in sé semplice, facilmente memorizzabile, per gradi prevalentemente congiunti e con un andamento ritmico molto pacato e lineare, sembra formarsi a poco a poco nella mente del compositore. Viene infatti esposta 4 volte,

con un effetto di progressiva chiarificazione e, quasi, di graduale avvicinamento all’ascoltatore. La prima esposizione, in pianissimo quasi impercettibile, è affidata agli strumenti dal suono più grave (violoncelli e contrabbassi); nella seconda, un po’ più forte, si aggiungono strumenti dal suono più acuto (viole e alcuni legni); nella terza il tema, completamente formato, viene eseguito anche dai violini, mentre nella quarta è affidato, in fortissimo, a tutta l’orchestra. Quindi, il passaggio dal pianissimo al fortissimo è consolidato e rinforzato dall’aggiungersi progressivo degli strumenti, dai timbri più gravi ai timbri più acuti. 3. Esposizione vocale del tema: dopo un subitaneo ritorno all’atmosfera interrogativa dell’introduzione, Beethoven introduce le voci che intonano le prime strofe dell’Ode alla gioia. La tecnica è la stessa, graduale e progressiva, utilizzata nella sezione precedente. Comincia infatti la voce maschile più grave (basso) cui fanno seguito le voci maschili del coro (bassi e tenori), poi gli altri solisti (tenore, contralto, soprano) e infine tutto il coro in un crescendo esplosivo. Quando l’entusiasmo e la pienezza espressiva sembrano avere raggiunto il culmine massimo, Beethoven (che avrebbe potuto tranquillamente chiudere qui la composizione), con un sorprendente accordo sospeso chiarisce all’ascoltatore la sua necessità di continuare e precisare meglio il senso dell’ode alla gioia. 4. Episodio di carattere militare: qui l’introduzione di strumenti tipici delle bande militari (triangolo, tamburo, grancassa), l’impiego esclusivo di voci maschili con il tenore solista e l’adozione di una variante ritmica che imprime al tema l’andamento tipico di una marcia militare creano un’atmosfera particolarmente energica e bellicosa, attraverso la quale Beethoven vuole chiarire all’ascoltatore che la libertà e la gioia sono frutto di impegno e conquista che l’uomo ottiene solo se è disposto ad impegnarsi in prima persona. 5. Fuga: l’episodio di carattere militare sfocia naturalmente in una fuga solo strumentale. La fuga, complessa composizione polifonica così chiamata perché le diverse voci o parti si susseguono e si sovrappongono in modo da dare l’impressione di un inseguimento musicale, è quanto di più difficile possa presentarsi per un musicista. Beethoven se ne serve proprio perché rappresenta il massimo dell’impegno in campo musicale. 6. Ripresa del tema (vocale strumentale): dopo la fuga solisti, coro e orchestra ripetono alcune strofe dell’Ode alla gioia che appare in un certo senso rinnovata e arricchita dagli episodi precedenti. 7. Episodio di carattere religioso: le ultime due strofe del testo vengono intonate (prima dalle voci maschili e poi da quelle femminili) su una melodia raccolta e tranquilla che ricorda vagamente l’atmosfera meditativa e riflessiva della musica sacra. Tale impressione è sostenuta dal trattamento dell’orchestra che viene utilizzata in modo da imitare le sonorità dell’organo. Beethoven con questo episodio, in netto contrasto con quello di carattere militare, vuol ricordarci che, se libertà e gioia sono frutto dell’impegno individuale, sono anche un dono divino che può essere pienamente raggiunto e goduto solo da chi è disponibile a condividerlo con gli altri. 8. Episodio conclusivo: il testo delle prime strofe viene nuovamente ripreso dal coro e dai solisti. Diversamente da quanto avviene in tutti gli episodi precedenti, adesso sono le voci femminili, le più acute, a inaugurare la ripresa che, intrecciando variamente i diversi episodi precedenti, porta il brano alla sua trionfale conclusione....


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