Capitolo 23 - riassunto Mc graw Hill esame 30 consiglio PDF

Title Capitolo 23 - riassunto Mc graw Hill esame 30 consiglio
Course Scienze economiche
Institution Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria
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Summary

CAPITOLO 23: LA BILANCIA DEI PAGAMENTI E I TASSIDI CAMBIOOgni economia aperta commercia con il resto del mondo scambiando beni e servizi ma anche capitali finanziari:-gli scambi di beni e servizi hanno luogo poiché gli Stati traggono vantaggio dallo specializzarsi nella produzione di determinati ben...


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CAPITOLO 23: LA BILANCIA DEI PAGAMENTI E I TASSI DI CAMBIO Ogni economia aperta commercia con il resto del mondo scambiando beni e servizi ma anche capitali finanziari: -gli scambi di beni e servizi hanno luogo poiché gli Stati traggono vantaggio dallo specializzarsi nella produzione di determinati beni che poi scambiano reciprocamente; -i movimenti di capitali finanziari, oggi, costituiscono la maggioranza dell’insieme degli scambi internazionali e hanno luogo per diverse ragioni (Ex in alcuni casi hanno finalità strategiche di lungo periodo mentre in altri rispondono a finalità speculative degli operatori). I capitali finanziari oggetto degli scambi internazionali comprendono titoli azionari, obbligazionari ma anche le monete (o valute); il mercato in cui vengono scambiate le valute di paesi diversi prende il nome di MERCATO VALUTARIO (o mercato dei cambi) mentre il rapporto di scambio tra valute di paesi diversi (ossia il prezzo relativo di una valuta rispetto all’altra) prende il nome di TASSO DI CAMBIO. Si parla di un tasso di cambio fisso quando le autorità monetarie di 2 paesi stabiliscono un rapporto di scambio fisso tra le monete o comunque possono tollerare variazioni all’interno di intervalli concordati; il tasso di cambio sarà invece flessibile quando le autorità consentono che il cambio si stabilisca sulla base del libero gioco di domanda e offerta delle valute (nel mondo reale anche se il cambio è flessibile le autorità ritengono spesso di dover intervenire per governare l’andamento dei cambi).

23.1) LA BILANCIA DEI PAGAMENTI 

La BILANCIA DEI PAGAMENTI è un documento contabile che registra gli scambi economici che intercorrono, in un certo lasso di tempo, tra i residenti di un Paese e i residenti nel resto del mondo. Caratteristiche fondamentali:

a) è uno schema contabile tenuto secondo le regole della partita doppia, per cui ogni transazione deve essere registrata 2 volte (una in attivo e una in passivo)… b) registra gli scambi economici (scambiare significa dare per ricevere un qualcosa in cambio, ciò è coerente con la duplice registrazione richiesta dalla partita doppia); c) va sempre riferita ad un arco temporale: ciò implica che al suo interno figurino grandezze di flusso e non di stock; oltre alla BDP annuale vengono resi noti anche i dati mensili e trimestrali; d) riguarda gli scambi tra residenti e non residenti di un Paese (quindi ciò che è importante non è la cittadinanza ma la residenza). 

La BDP si compone di 2 sezioni principali: -la sezione delle PARTITE CORRENTI, che registra lo scambio di beni e servizi nonché i trasferimenti unilaterali (Ex donazioni); -la sezione dei MOVIMENTI DEI CAPITALI FINANZIARI, che registra lo scambio di attività e passività finanziarie tra soggetti privati.

La somma algebrica delle 2 sezioni corrisponde all’esito complessivo della BDP: BP= PC (esito o saldo partite correnti) + SMKF (esito o saldo dei movimenti di capitali finanziari)

Se entrambe le sezioni sono in pareggio, si dice che la BDP è in situazione di “pieno equilibrio” (situazione molto rara). 

Attualmente, in Italia la BDP viene presentata in 3 sezioni, per ognuna delle quali viene riportato il saldo che può essere positivo (afflusso) o negativo (deflusso):

1)Il CONTO CORRENTE, nel quale vengono registrati i movimenti relativi a: -beni (o merci), relativamente ai quali le vendite di beni da residenti a non residenti rappresentano le esportazioni mentre gli acquisti rappresentano le importazioni: la differenza tra esportazioni e importazioni dà l’esito della BILANCIA COMMERCIALE, che quindi è una parte della bilancia dei pagamenti in conto corrente; -servizi (Ex spese turistiche, per trasporti e viaggi, premi per le assicurazioni…); -redditi, da lavoro (salari, stipendi e parcelle) e da capitale (interessi maturati sui capitali); -trasferimenti, tra i quali rientrano ad esempio i contributi da e per organizzazioni internazionali quali UE ed ONU; 2)Il CONTO CAPITALE, nel quale viene registrato l’interscambio di attività intangibili (Ex marchi, brevetti, diritti d’autore…): quindi, la bilancia del conto capitale non è altro che la differenza tra vendita e acquisto di beni capitali intangibili; 3)Il CONTO FINANZIARIO, nel quale vengono registrati: -i movimenti di capitale effettuati dai privati, distinti in investimenti diretti all’estero (volti a ottenere il controllo di imprese), investimenti di portafoglio (che hanno pura natura finanziaria) e altri investimenti: tutti questi movimenti danno origine al saldo dei movimenti di capitali finanziari (che non viene espressamente indicato nella versione ufficiale della BDP); -le operazioni inerenti a variazioni delle riserve ufficiali detenute dalle autorità di politica economica (si tratta delle riserve in valute diverse dall’Euro detenute dalle banche centrali): un afflusso di riserve (registrato con segno positivo) corrisponde ad un esito economico positivo dei conti con l’estero, mentre un deflusso (registrato con segno negativo) corrisponde ad un esito negativo ed esprime il fatto che si stanno acquistando all’estero più beni, servizi e attività finanziarie di quanto fanno gli stranieri con beni, servizi e titoli finanziari domestici. *infine viene riportato la voce “ERRORI O OMISSIONI”… infatti, mentre la variazione delle riserve ufficiali è sempre osservata con precisione, le altre voci sono registrate con errori: in questa voce viene riportato l’ammontare di tutti quei movimenti che sono sfuggiti dalle registrazioni, che si calcola facendo la differenza tra il saldo del conto finanziario e quelli del conto corrente e del conto capitale.

23.2) I TASSI DI CAMBIO Per TASSO DI CAMBIO si intende il prezzo di una valuta in termini di un’altra valuta. Esistono 2 modi differenti di quotare il tasso di cambio: -il sistema di quotazione “incerto per certo”, con cui si esprime quante unità della moneta domestica si scambiano contro una unità di valuta estera (se questo tasso di cambio aumenta, la moneta domestica si deprezza mentre quella estera si apprezza); -il sistema di quotazione “certo per incerto”, con cui si esprime a quante unità di valuta estera corrisponde un’unità di moneta domestica; esso viene attualmente seguito dai paesi dell’area Euro (se aumenta, vuol dire che l’euro si apprezza mentre la moneta estera si deprezza).

Per APPREZZAMENTO della nostra valuta intendiamo l’aumento del tasso di cambio verso un’altra valuta mentre per DEPREZZAMENTO intendiamo la diminuzione del tasso di cambio. Si utilizzano i termini apprezzamento e deprezzamento quando le variazioni del tasso di cambio rappresentano l’esito di forze di mercato, mentre si utilizzano i termini rivalutazione e svalutazione quando i movimenti del tasso di cambio sono imputabili a decisioni di politica economica. -Il TASSO DI CAMBIO NOMINALE EFFETTIVO viene utilizzato quando una moneta viene scambiata con un elevato n° di valute straniere per avere un’idea dell’andamento del tasso di cambio verso tutte le altre valute estere: esso rappresenta la media ponderata dei tassi di cambio verso tutte le valute estere con cui una moneta è scambiata. Formalmente: e eff= ∑ ei wi dove ei indica il tasso di cambio della nostra moneta contro la valuta del generico paese i mentre wi indica il peso attribuito a questo paese. -Il TASSO DI CAMBIO BILATERALE REALE si utilizza per considerare il valore reale di scambio tra 2 monete: per fare ciò, oltre al rapporto di cambio nominale bisogna valutare anche i prezzi vigenti nei 2 paesi. Prendendo in considerazione l’euro e il dollaro: e reale= eP(euro)/ eP(USA) dove e indica il cambio bilaterale, P(euro) l’indice dei prezzi nei Paesi dell’euro mentre P(USA) l’indice generale dei prezzi nell’altro paese (in questo caso gli USA). -Il TASSO DI CAMBIO REALE EFFETTIVO è dato invece dalla media ponderata dei cambi bilaterali reali e può essere semplificato dalla formula: e realeff= e eff x Pd / Pf dove e eff indica il tasso di cambio nominale effettivo, Pd l’indice generale dei prezzi domestici mentre Pf è un indicatore del livello dei prezzi all’estero. Più elevato risulta il tasso di cambio reale effettivo, meno competitivo nel prezzo sarà il prodotto dell’economia domestica nei confronti dei prodotti stranieri. Infatti, acquistare un bene prodotto nell’economia domestica è tanto più costoso rispetto ad acquistarne uno in un paese estero: a)quanto più alto è l’indice dei prezzi interni; b)quanto più basso è il livello dei prezzi esteri; c)quanto più elevato è il tasso di cambio (un tasso di cambio via via più elevato sta a significare che con un’unità di moneta domestica si è in grado di acquistare un n° di unità di valuta straniera sempre maggiore, e questo rende relativamente meno costoso acquistare prodotti esteri e più costoso acquistare prodotti domestici). -Il reciproco del tasso di cambio reale effettivo viene detto INDICATORE DI COMPETITIVITA’: esso è ampiamente utilizzato per misurare la competitività del prezzo di un Paese verso il resto del mondo. In simboli: Ɛ= Pf/ ePd.



I SISTEMI DI CAMBIO

Per SISTEMA DI CAMBIO si intende un accordo tra 2 o più Paesi con il quale vengono fissate regole per lo scambio tra le rispettive monete. Una moneta si dice convertibile se può essere liberamente scambiata sui mercati contro le altre valute, non convertibile se questa libertà è negata o soggetta a particolari autorizzazioni (Ex Cina) -Un sistema di cambio si dice FISSO quando 2 o più Paesi si accordano per stabilire in modo univoco il loro tasso di cambio: per avere un tasso di cambio fisso è sufficiente

che le autorità di un Paese definiscano in modo rigido il rapporto di scambio della loro moneta contro una moneta estera (non è necessario che le autorità del secondo Paese facciano qualcosa). Il tasso di cambio fisso può essere puntuale (se è definito un preciso valore numerico per il cambio) oppure a banda (se è fissata una banda di oscillazione entro la quale il cambio può muoversi). -Un sistema di cambio si dice FLESSIBILE se non esiste alcun accordo vincolante su

quale debba essere il tasso di cambio tra 2 monete e questo viene stabilito dalle forze di mercato. -Esistono poi dei sistemi di cambio che non sono né fissi né flessibili (Ex il sistema di zone obiettivo).



LA TEORIA DELLA PPP

La TEORIA DELLA PPP (Parità del potere di acquisto) è una teoria secondo la quale il valore naturale del tasso di cambio sarebbe quello che garantisce la parità del potere di acquisto, ossia quello in grado di far sì che la medesima somma di denaro, espressa in 2 valute diverse, garantisca l’acquisto del medesimo paniere di beni in 2 Paesi differenti. I detrattori di questa teoria rilevano che, qualunque sia il paniere scelto, i diversi beni hanno un’importanza diversa nei diversi contesti economico-sociali, motivo per cui calcolare i cambi teorici sulla base della PPP non ha un convincente fondamento economico. -Molti economisti sono pronti a sostenere che, se valesse la PPP, l’evoluzione dei tassi di cambio rispecchierebbe la differenza tra i tassi d’inflazione. Essi individuano inoltre un meccanismo che porta a ritenere che vi sia un legame casuale tra inflazione e deprezzamento: a parità di tutto il resto, una maggiore inflazione domestica porta ad un deprezzamento della moneta domestica, ossia ad una diminuzione del tasso di cambio. Ex) se in un paese A i prezzi crescono più velocemente che in un paese B, i cittadini del paese A hanno convenienza a cambiare la propria moneta in quella del paese B e poi a recarsi nel paese B per acquistare i beni: questo comportamento genera un eccesso di offerta della moneta del paese A e un eccesso di domanda della moneta del paese B, spingendo di conseguenza verso l’alto il prezzo della valuta di B rispetto a quello della valuta di B (ciò significa esattamente che la moneta di A tende a deprezzarsi).

23.3) GLI EFFETTI DELLE MODIFICAZIONI DEL TASSO DI CAMBIO Cosa succede in un’economia se varia il tasso di cambio? In un sistema di cambi fissi esso può variare per esplicita decisione delle autorità mentre in un sistema di cambio flessibile la variazione è dovuta alle forze di mercato. In un Paese la cui moneta viene svalutata o si deprezza…  Per quanto riguarda gli effetti sulle PARTITE CORRENTI: l’effetto immediato è che per i cittadini diventerà più costoso acquistare un’unità di valuta estera, mentre per i cittadini di Paesi stranieri risulterà più a buon mercato acquistare la moneta del nostro Paese: di conseguenza, il prodotto domestico diventa relativamente meno costoso rispetto alla produzione straniera. Possiamo concludere che:

-il prodotto domestico di un Paese la cui moneta si svaluta (o si deprezza) diviene maggiormente competitivo, in termini di prezzo, sui mercati internazionali; -il prodotto domestico di un Paese la cui moneta si rivaluta (o si apprezza) risulterà invece meno competitivo sui mercati internazionali.  Per quanto riguarda gli effetti sui MOVIMENTI DI CAPITALI

FINANZIARI: ciò che rileva nelle decisioni sugli investimenti finanziari non è tanto il livello del cambio quanto piuttosto le ATTESE sulle sue variazioni: per valutare il rendimento di titoli finanziari emessi in valute diverse non basta considerare il tasso d’interesse nominale ma bisogna considerare anche le attese sul movimento dei cambi. Affinché vi sia parità nel rendimento di 2 titoli finanziari (uno interno e uno straniero), deve essere vero che il tasso d’interesse associato al titolo domestico sia pari al tasso d’interesse associato al titolo estero decurtato del tasso di variazione del cambio. In simboli, l’equivalenza del rendimento tra titoli finanziari richiede che: rd= rf - e exp dove e exp indica la variazione attesa del tasso di cambio. Tale equazione ha anche altre importanti implicazioni: a) attese di apprezzamento (o rivalutazione) della moneta domestica determinano un maggiore rendimento atteso dei titoli emessi in moneta domestica (rispetto a quelli emessi in valuta estera) e questo provocherà un afflusso di capitali finanziari nell’economia domestica; b) attese di deprezzamento (o svalutazione) della moneta domestica determinano invece un maggiore rendimento atteso dei titoli emessi in valuta estera e quindi un deflusso di capitali finanziari nell’economia domestica. Inoltre è importante notare che le attese di movimenti del tasso di cambio mettono in moto processi che portano poi all’effettiva realizzazione di queste attese. Ex) gli operatori si attendono un deprezzamento della moneta: in questi casi, anche se l’attesa è frutto solo di voci e chiacchiere, se l’aspettativa di deprezzamento si diffonde un n° crescente di operatori chiederà di cambiare moneta domestica contro valute straniere… in questo modo, sui mercati internazionali dei cambi, si determina un eccesso di domanda di monete straniere e un eccesso di offerta di moneta domestica, portando ad un effettivo deprezzamento della moneta domestica (pur in assenza, ex-ante, di motivi che giustificassero tale reazione).

23.4) I MECCANISMI ECONOMICI DI RIEQUILIBRIO AUTOMATICO DELLA BDP Quando in un’economia i conti con l’estero non sono in pareggio, si mettono in moto specifici meccanismi che dipendono dal regime di cambi adottati. 

Nei Paesi in cui vige un regime di cambi flessibili:

-a seguito di un deficit della BDP, i cittadini del paese vorranno cambiare la moneta domestica in moneta straniera dando vita ad un eccesso di domanda di moneta straniera e ad un eccesso di offerta di moneta domestica: questa dinamica porta ad un deprezzamento del tasso di cambio della moneta domestica; tale deprezzamento comporta però un aumento di competitività di prezzo del prodotto

nazionale, con effetti positivi sulle partite correnti che andranno a ridurre o persino ad annullare il deficit iniziale; -a seguito di un avanzo della BDP, poiché affluiscono valute straniere in ammontare superiore rispetto a quelle che defluiscono, i cittadini del paese vorranno cambiare la moneta straniera in moneta domestica dando vita ad un eccesso di offerta di moneta straniera e ad un eccesso di domanda di moneta domestica: ciò determina un apprezzamento del tasso di cambio della moneta domestica rispetto alle valute straniere; tale apprezzamento comporta però una perdita di competitività del prodotto nazionale sui mercati internazionale, e ciò porterà ad un peggioramento delle partite correnti che andrà a ridurre o persino ad annullare il surplus iniziale.

L’AGGIUSTAMENTO DEL CAMBIO rappresenta un meccanismo automatico di aggiustamento basato sui prezzi relativi: in presenza di deficit, grazie al deprezzamento il prodotto domestico acquisterà competitività e si ridurrà il deficit; se un Paese vede invece il suo cambio apprezzarsi a seguito di una BDP in attivo, la diminuita competitività del prodotto domestico porterà ad un deterioramento nei conti con l’estero.

Oltre a quelli basati su meccanismi di prezzo, possono entrare in azione anche meccanismi di aggiustamento basati sul reddito. Ex) in un Paese che ha i conti con l’estero inizialmente in pareggio, se per un motivo esogeno aumentano le importazioni o diminuiscono le esportazioni ciò genera un deficit della BDP… sotto tali condizioni, parte della produzione non verrà più venduta, questo spingerà le imprese a ridurre la propria produzione (simultaneamente si contrarrà anche il reddito distribuito): tale riduzione farà calare le importazioni, andando quindi a riassorbire il deficit. 

Nei Paesi in cui vige un regime di cambi fissi:

gli squilibri della BDP si ripercuotono sull’offerta di moneta: -un deficit della BDP si traduce in una riduzione dell’offerta di moneta: se i conti con l’estero sono in deficit, nel paese in questione i cittadini cedono alle banche moneta domestica chiedendo in contropartita valuta straniera; le banche richiedono quindi valuta straniera alla banca centrale la quale dà la valuta straniera e ritira base monetaria: così, la quantità di circolante nell’economia domestica diminuisce; -un avanzo della BDP si traduce in un aumento dell’offerta di moneta : se i conti con l’estero sono in surplus, nel paese in questione vi è un afflusso netto di valute estere , quindi i cittadini cedono valute straniere domandando moneta domestica. La banca centrale potrebbe decidere di attuare una politica volta a ridurre l’offerta di moneta per controbattere il suo naturale aumento dovuto al surplus nei conti con l’estero (Ex riducendo il finanziamento al settore bancario): tale politica prende il nome di “operazione di sterilizzazione”.

Se invece non attua alcuna operazione di sterilizzazione, potrebbero mettersi in moto dei meccanismi di aggiustamento automatico che agiscono sui prezzi e sulle quantità… Ex) un deficit della BDP, causando una diminuzione dell’offerta di moneta, produce gli stessi effetti di una politica monetaria restrittiva, che sono benefici per i conti con l’estero: una diminuzione del reddito, che fa diminuire le importazioni; un aumento del tasso d’interesse, che provoca un afflusso di capitali dall’estero; una diminuzione dei prezzi, che avvantaggia la competitività del prodotto domestico. Ex) un avanzo della BDP, traducendosi in un aumento dell’offerta di moneta, ha gli stessi effetti di una politica monetaria espansiva: un aumento del reddito interno, con aumento successivo delle importazioni; una diminuzione del tasso d’interesse, che provoca un deflusso di capitali; un aumento dei prezzi, con un deleterio effetto sulla competitività del prodotto nazionale.

23.5) LE POLITICHE ATTIVE DI RIEQUILIBRIO DEI CONTI CON L’ESTERO Attendere la realizzazione dei meccanismi automatici di aggiustamento ,tuttavia, può richiedere tempi lunghi: per questo le autorità di politica economica possono ritenere opportuno intervenire attivamente per ripianare gli squilibri nei conti con l’estero (il pareggio dei conti con l’estero è uno degli obiettivi della politica economica). Per fare ciò, la manovra che storicamente è stata attuata con più frequenza è la MANOVRA DEL CAMBIO (ossia la variazione del tasso di cambio); essa consiste: -nel svalutare (o far deprezzare) il tasso di cambio in presenza di defi...


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