Ceramica etrusca - All\'interno del file troverete le linee guida principali per comprendere alcune PDF

Title Ceramica etrusca - All\'interno del file troverete le linee guida principali per comprendere alcune
Course Archeologia
Institution Università degli Studi della Tuscia
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All'interno del file troverete le linee guida principali per comprendere alcune nozioni di base sulla ceramica all'epoca della civiltà etrusca.
...


Description

Ceramica: La ceramica etrusca nativa, alla metà dell'VIII secolo a.C., era caratterizzata da argille grossolane, da vasi fat a mano e cot in modo approssimativo, con disegni a incisione. Le abbondanti importazioni greche venivano imitate o adattate insieme alle forme metalliche e ai modelli decorativi orientali. Allo stesso tempo, si mantenevano le vecchie tradizioni. I prodot a fondo chiaro si distinguono da quelli a fondo scuro del tipo denominato bucchero, il cui apogeo si pone tra il secondo quarto del VII e la metà del VI secolo a.C. (Dopo il 550 vengono ritrovati tre esemlari di buccheri pesanti con contenitore troncoconico e coperto elaboratissimo). e in cui la pittura è scarsamente presente e la decorazione è data da rilievi e incisioni. La prima ceramica etrusca dipinta a fondo chiaro è la ceramica etrusco-geometrica. I primi dipinti vengono ritrovati su vasi biconici, dove è in atto la fusione tra la forma del vaso e il disegno che sul collo diventa geometrico e sulla pancia vengono inserite metope.

Ceramica etrusca a fondo scuro Nel IX secolo a.C. la ceramica etrusca è costituita da ceramica d'impasto; utilizzata a scopo domestico o funerario decorata a incisione o a impressione con elementi in stile geometrico. Dall'VIII secolo a.C. in corrispondenza delle novità socio-economiche anche la ceramica si modifica, in etruria meridionale vengono adottati nuovi motivi geometrici come cerchi e losanghe,ritrovate a Vulci e Tarquinia. Solo raramente apparivano le figure umane come testimonia il cratere di Bisenzio ispirate al geometrico greco. Dalla ceramica di impasto si sviluppa, nel VII secolo a.C., il bucchero, attraverso un processo di perfezionamento nella tecnica di depurazione e ossidazione. I primi esempi di bucchero sono apparsi a Caere, nel sud dell'Etruria.

Ceramica etrusca a fondo chiaro I primi contat dei greci con l'occidente diventano regolari a partire dall'VIII secolo a.C. e sono attestati da alcune coppe euboiche trovate a Veio e a Ischia(l'antica Pithecusa); seguì la seconda colonizzazione greca e uno dei risultati di questi contat fu la «ceramica italo-geometrica», classe che si riferisce propriamente ad ogget ceramici creati in Italia e in Sicilia in linea con lo stile geometrico greco. Di questo stile, il primo esempio è stato rintracciato in Etruria, a Veio, Vulci e Tarquinia. Per questi prodot è stata coniata la definizione ceramica etrusco-geometrica che si riferisce alla produzione vascolare in Etruria, di stile geometrico, compresa tra il terzo quarto dell'VIII secolo a.C. e la prima metà del VII secolo a.C. Questi prodot presentano una decorazione di tipo euboico, mentre alcune forme sono tipicamente indigene come l'anfora biconica.

Orientalizzante antico e medio L'influsso orientalizzante diede luogo, nel VII secolo a.C., a una ceramica né propriamente subgeometrica né orientalizzante, che accoglieva temi nuovi e semplici come i triangoli a raggio o altri più complessi come la fila di uccelli a silhouette. Appartiene a questa fase un lavoro, di difficile classificazione, conosciuto come Cratere di Aristonothos, trovato a Caere e datato al 650 a.C, con scene dell’Odissea. O il pittore delle Gru, esponente della scuola ceramografa più importante, con disegni di uccelli e vegetazione (stile white on red). Ma il vero superamento del repertorio geometrico si ha con il pittore dell’eptacordo, nel VII secolo, a Cerveteri. Si caratterizza per una spessa linea di contorno con campiture a puntini. Poche figure ma grandi, come nel vaso a Wurzbuck. Animali fantastici e reali, realizzati con effet coloristici si trovano nella kotyle della tomba del Duce di Vetulonia.

Etrusco-corinzio Si definisce ceramica etrusco-corinzia la produzione di imitazione e adattamento della ceramica corinzia dei

periodi intorno al 630 a.C. con un gruppo di vasi attribuiti ad un ceramografo formatosi a Corinto tra il 640 e il 625 a.C. e chiamato convenzionalmente Pittore della sfinge barbuta; il quale si stanzia a Vulci e dipinge forme di vasi sui quali organizza motivi animalistici e riempitivi corinti. I centri maggiormente produtvi sono Veio, Caere, Tarquinia e Vulci. Termina intorno al 540 a.C. con la fine delle esportazioni da parte di Corinto e con lo stabilirsi in Etruria dei primi laboratori di ceramica a figure nere. Si tratta di una produzione scarsamente omogenea, le decorazioni sono prevalentemente lineari e animalistiche, mentre le figure umane sono presenti in misura minore. La pittura è opaca e leggera. Insieme al corinzio, sono presenti influenze laconiche e greco-orientali, queste ultime evidenti nel linguaggio del Pittore delle rondini; atvo a Vulci, rientra nella serie degli artisti viaggianti. Esempio stilistico di questo tipo è la situla di Plikasna, nel territorio di Chiusi che presenta una serie di elementi orientali ravvisabili nelle acconciature, nelle vesti e negli ogget. Nell’ultimo trentennio del VII secolo si preferisce la decorazione policroma. Esempio è l’oinochoè ritrovata a Cerveteri in cui un uomo e una donna si scambiano un dono alla presenza della figlia. Nelle pissidi eburnee, scoperte a Chiusi, accanto alle decorazioni zoomorfe si pongono anche i temi mitici dell’Odissea con scene di partenze militari o danze propiziatorie.

Figure nere etrusche Come accadde nel resto del Mediterraneo, anche in Etruria le importazioni di ogget ceramici si rivolsero, dal secondo quarto del VI secolo a.C., ai prodot atci; il cambiamento nelle importazioni (visibile anche nell’arrivo in etruria di Hydrai e Dinoi)condusse ad un mutamento nelle imitazioni che si riferirono ai modelli della ceramica atca a figure nere a partire dal 550 a.C. circa. All'interno di questa produzione si distinguono gruppi diversi: le anfore tirreniche analoghe ai vasi calcidesi e i vasi pontici con il gruppo del Pittore di Micali e quello di Paride (Vulci): Il Pittore di Micali lavora a Vulci nell'ultimo quarto del VI secolo a.C.: ha uno spirito vivace ed è poco preciso nei dettagli interni dove le incisioni possono essere sostituite da linee bianche; Il Pittore di Paride realizza vasi con scene mitologiche e motivi decorativi greco-orientali. Altro esempio di pittura atca a figure nere è il Cratere Francois del 570, scoperto a Chiusi. In generale i pittori etruschi a figure nere sono meno accurati nel disegno. La qualità tecnica non raggiunge gli standard atci. La produzione cessa quando la nuova tecnica a figure rosse di Atene si impone. Alla fine del VI secolo si datano serie di vasellame di uso simposiaco definite Schnabelkanne in cui l’ansa si biforca, adattandosi alla rotondità della bocca e termina con elementi a ghianda, testa di serpente o a orpo di leone. La formazione di uno stile di transizione, tra le esperienze ioniche e le prime influenze atche viene a concentratsi nell’opera del maestro dell’apollo, che mette insieme le componenti di questi stili diversi.

Figure rosse etrusche La scuola falisca apparve a Falerii all'inizio del IV secolo a.C. fondata dal Pittore del Diespater, ceramografo di origini atche o magnogreche, ma in seguito interessata a sviluppi autonomi e aperta a diverse influenze, dalla scuola campana per gli ornamenti floreali e dalla tradizione etrusca per i sogget. Dopo un avvio che segue la vera tecnica a figure rosse e che impiega la linea a rilievo, la produzione della scuola falisca si semplifica verso la metà del IV secolo a.C. sia per quanto riguarda gli aspet decorativi e tecnici (sovradipintura), sia nella riduzione delle forme. Si distingue stilisticamente per il disegno delle palmette....


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