Clinica terapeutica - psicologia PDF

Title Clinica terapeutica - psicologia
Course C.I. Psicologia Generale - Psicologia Delle Emozioni 
Institution Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
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Spiegazione su clinica terapeutica in psicologia generale e delle emozioni...


Description

Creatività e processi di memoria durante il sonno pag. 47 Molti celebri artisti hanno riconosciuto in epoche diverse di avere avuto in sogno l'intuizione oppure detta insight, decisiva per realizzare le proprie opere. Però lo studio scientifico dell'influenza positiva del sonno sulla creatività è stato avviato solo da tre lustri per due ragioni. In primo luogo, questo studio è sembrato a lungo impossibile perché la creatività è ritenuta un'espressione dell’imprevedibilità. Infatti, veniva detto che molte composizioni sono fatte di getto, però proprio questa immediatezza dell'ispirazione indicano che alcuni processi cognitivi operano in modo abbastanza generalizzato quindi prevedibile. Le forme di Creatività sono accomunate dalla presenza iniziale di numerosi problemi “tecnici”, il superamento dei quali sembra venire attraverso le stesse tappe dei compiti di problem solving eseguiti dagli esperti. A differenza degli esperti i creativi utilizzano quanto acquisito in modo originale ovvero divergente. In secondo luogo, la funzione positiva del sonno, per l'efficienza di vari processi cognitivi, è stata documentata solo dopo la scoperta: a) in primo luogo della complessa architettura del sonno e della sua divisione in NRM e Rem. b) In secondo luogo, dell’elaborazione quasi ininterrotta di attività mentali durante il sonno (AMS). c)In terzo luogo, della maggiore frequenza di contenuti oniro-simili nelle AMS elaborate nel sonno REM, rispetto al sonno NREM. Solo di recente è stato dimostrato che il sonno favorisce, oltre ai processi di consolidazione delle informazioni in memoria, anche l’insight. *il modello della creatività come problem solving Lo studio scientifico della creatività è stato impostato negli anni 80 estendendo il modello del problem solving. Sono stati accertati due tipi di Insight: insight convergente insight divergente. insight convergente è caratterizzato da una struttura unificante per una molteplicità di dati. L’insight divergente risulta dalla combinazione di due processi: dalla diffusione (spreading) di attivazione di informazioni in memoria, ovvero delle relazioni tra caratteristiche e proprietà di oggetti e concetti. E dal transfer analogico, ovvero la trasposizione di relazioni fra concetti da un ambito specifico all’altro. La combinazione di questi due processi spiega la maggior frequenza di insight, (che compare solo dopo una ripetuta analisi dei dati) dopo un periodo di accantonamento provvisorio del problema detto incubation, nell’incubation si facilita l’integrazione di nuovi indizi con altre già consolidate in memoria. *Influenza del sonno sulla creatività Ci si è chiesto perché la ridotta attivazione corticale tipica del sonno facilita la presenza di insight, la risposta viene dalle conoscenze acquisite sulla elaborazione delle AMS. Le ricerche di psicofisiologia hanno documentato un ruolo attivo del sonno sui vari processi di memoria sottostanti alla consolidazione di informazioni recente o all’integrazione di nuove informazioni con altre persistenti, e anche alla formazione gli schemi regole e concetti innovativi. Questi effetti positivi sono sia riconducibili all’organizzazione ciclica del sonno, ma anche all'esistenza di due tipi fondamentali di sonno REM e NREM in corrispondenza dei quali vengono elaborate AMS con diverse caratteristiche formali e di contenuto. Possiamo classificare le AMS come oniro-simili, quando sono costituite da sequenze abbastanza coerenti di eventi con contenuti vividi. Oppure come pensiero-simili quando corrispondono contenuti riflessivo concettuali relativi ad attività o preoccupazioni della vita quotidiana. Le AMS in sonno REM sono più frequentemente oniro-simili, e in sonno NREM più frequentemente pensiero-simili. I contenuti delle AMS derivano dalla rielaborazione non meccanica (rebinding) di vari tipi di informazioni, relative a conoscenze generali e astratte e ad eventi recenti o remoti. Queste fonti mnestiche sono più frequentemente di tipo semantico nelle AMS durante il sonno REM. Più remote nella seconda parte della notte. E riattivate più volte nelle AMS della stessa notte o di notti successive. Poiché lo spreading di attivazione verso informazioni recenti o passate viene ripetuto durante il sonno, anche l’esplorazione di molteplice relazione tra informazioni episodiche e semantiche utili per la soluzione di problemi ne risulta facilitata, così come avviene nell’incubation durante la veglia. L’insight deriva da una concatenazione di passaggi logici, ricostruibili a posteriori attraverso sia i resoconti introspettivi sia attraverso i diari di artisti e scienziati.

*l’elaborazione attiva delle informazioni nel sonno La prima dimostrazione diretta dell’ipotesi che durante il sonno soprattutto in fase REM operino alcuni processi cognitivi coinvolti nella creatività, è venuta dal riscontro delle migliori prestazioni nella soluzione di anagrammi dopo periodi di sonno REM rispetto a periodi di sonno NRM. La maggiore flessibilità cognitiva dopo i risvegli in sonno REM rispetto al sonno NREM si manifesta anche nell’accesso ad informazioni lessicali, infatti l'attivazione di relazioni associative deboli (per esempio auto con mela) è sensibilmente più rapido dopo il sonno REM. Questo dato può spiegare sia la maggiore bizzarri a dei contenuti della AMS nella seconda parte della notte sia la maggiore frequenza di accesso a fonti mnestiche recenti nelle AMS della prima parte della notte, sia la comparsa di Insight prolungati verso il mattino. Inoltre, la presenza di numerosi contenuti simili In distinte AMS della stessa notte o di notte successive, evidenzia un accesso ripetuto alle stesse informazioni episodiche e semantiche. *incubazione e creatività durante il sonno Nel sonno è presente qualche forma di controllo attivo, pure se non volontario, delle informazioni da selezionare in memoria per poi trasformarle in contenuti di AMS, facendo emergere l'azione inusuali o inaspettate che favoriscono l’insight. L’Incubazione facilita l’insight in modo diverso a seconda del tipo del sonno e di compito da risolvere. Per compiti di tipo matematico il sonno REM risulta più favorevole, infatti il sonno REM facilità soprattutto la scomposizione dei concetti preesistenti per la ricombinazione di alcuni loro elementi per portare una nuova rappresentazione mentale. Il sonno NRM invece facilita l'estrazione di tratti semantici comuni da diverse informazioni quindi l'integrazione di informazioni recenti con altre remote o astratte. L’Insight si manifesta più spesso nella seconda parte della notte. Le metodologie utilizzate nelle ricerche di laboratorio hanno tre limitazioni: a) in primo luogo si utilizzano compiti standardizzati non compiti contestualizzati rispetto agli interessi del soggetto. b) In secondo luogo, la misurazione avviene la notte successiva alla presentazione del compito sperimentale anziché in più notte successive, senza tener conto che a volte l’insight compare dopo settimane o mesi. c)Infine si è studiato solo il sonno REM e NRM con esclusione di altri stati di vigilanza come il resting e il mind wandering e sia di alcuni stadi di sonno come l’addormentamento. Un'ipotesi non ancora sottoposta a verifica sperimentale e che nelle immagini ipnagogiche compaia un insight di tipo divergente il quale poi potrebbe essere rielaborato nelle fasi di sonno successive. Questa ipotesi appare plausibile in quanto vi è una certa continuità di contenuti nelle AMS elaborate in addormentamento e di quelle precedenti al risveglio del mattino. Infatti, anche.se più frequentemente un insight prolungato di tipo convergente ha riguardato la struttura complessiva dell'opera poi realizzata, ed è comparso nella seconda parte della notte, alcune insight sono apparsi subito dopo l’addormentamento sotto forma di brevi e nitidi rappresentazioni schematiche. Questo dimostra l'utilità di dover prendere in considerazione anche il periodo di addormentamento. *dalla descrizione dell’insight all’individuazione del sonno precedente La metodologia da applicare per questo tipo di analisi è quella della “diacronia inversa”, ovvero la raccolta di dati introspettivi, comportamentali e documentali di singole opere artistiche e la verifica della plausibilità. Questo tipo di metodologia è stata sostenuta fortemente dal professore Antonio Fusco. Alcune indicazioni importanti possono essere ricavate dai resoconti degli insight di due opere Di Giuseppe Tartini e di Kekulè. L'ispirazione di Giuseppe Tartini per la sua composizione nota come il trillo del diavolo derivò da un sogno fatto in una notte, nel quale Tartini porgeva un violino al diavolo che riuscì a comporre questa melodia sensazionale, e Tartini si svegliò subito dopo il sogno prese il violino e cercò di riprodurre quella melodia, che sebbene fosse una melodia sensazionale l'artista dichiarò che non era nemmeno paragonabile a quella udita nel sogno. Diversi elementi di questo resoconto meritano di essere segnalati. In primo luogo, la vividezza percettiva dei contenuti, in secondo luogo la lunghezza della AMS tipica del sonno REM. Poi la coerenza e la continuità dei suoi contenuti. L'accessibilità della AMS subito dopo il risveglio. L’assenza di interferenze dopo il risveglio. E infine l’insoddisfazione per l’incompletezza della trascrizione ovvero il ricordo non esaustivo.

Un altro esempio ce lo fornisce Kakulè che attribuì a due Insight l'ispirazione per la formulazione dell’ipotesi della struttura del benzene, egli addormentandosi vide gli atomi giocare davanti ai suoi occhi, gli atomi erano sistemati in modo ricurvo come dei serpenti. Ad un certo punto notò un serpente che cercava di mangiare la sua coda, e da lì capì la struttura circolare del benzene. Anche in queste descrizioni ricorrono vari elementi rilevanti :a) la presenza di un immagine vivida e dinamica ma isolata b) la limitata durata dell’AMS c) la ripetuta elaborazione di informazioni relative ad un problema irrisolto da molto tempo d) l'accesso ripetuto ad informazioni semantiche fra di loro collegate e non ancora organizzate in uno schema esaustivo e) l'accessibilità i memoria dell’immagine dinamica percepita durante il sonno anche nella fase di sleep inertia dopo il risveglio f) l'assenza di interferenze con altre attività dopo il risveglio g) l'insoddisfazione dopo la prima esperienza e la soddisfazione dopo la seconda. Va sottolineato come il simbolo del serpente era presente in molte culture come, per esempio, simbolo di continuità e ciclicità del tempo, Kekulè era sicuramente a conoscenza di questi simboli e la trasformazione del significato originario del serpente come simbolo dell'eterno ritorno del tempo, a simbolo della struttura di un composto chimico può essere legittimatamene considerata come risultato dell’attivazione dello spreading di attivazione e del transfer analogico. Il transfer analogico e quasi sempre intenzionale. Gli effetti dell’insight divergente si possono riconoscere anche in varie opere figurative di Salvador Dalì il quale aveva compreso l'alta valenza simbolica delle immagini ipnagogiche. Egli stesso riferì di stimolare volontariamente questo tipo di insight prendendo in mano un martello prima di addormentarsi cercando di fissare in memoria le immagini che precedevano il risveglio causato dal tonfo del martello caduto sul pavimento. Questa tecnica elementare provocare il risveglio in addormentamento. Kakulè insight divergente, Tartini convergente. Conclusioni Bisogna ancora analizzare delle cose anzitutto l'importanza di verificare sperimentalmente se l'insight divergente sia presente soprattutto nella fase di addormentamento, e l'insight convergente compaia invece soprattutto nelle lunghe fasi di sonno REM della seconda parte della notte. In secondo luogo, si deve stabilire.se l'insight divergente compaia subito dopo la presentazione di un compito complesso da risolvere oppure dopo varie notti. Se i dati di tali ricerche confermeranno le ipotesi formulate, verrà confermata non solo la funzione positiva di vari stadi e cicli di sonno per la creatività, ma anche la fertilità euristica della metodica della diacronia inversa per la comprensione di fenomeni cognitivi complessi come Antonio Fusco aveva intuito. (il mondo poetico di Antonio Fusco da vedere sul libro pag. 53)

La mente creativa in psicoterapia pag. 55 Introduzione Tutti gli approcci psicoterapeutici mirano a stimolare un cambiamento dello Stato psichico del paziente. Una diversa ed elastica modalità di esperire se stessi e il mondo sembra la chiave “magica” che consente agli individui che la possiedono, di aprire le porte delle diverse tappe evolutive dell’esistenza umana attraversando più consapevolmente i processi di crescita. Il pensiero creativo e notoriamente oggetto di studio e si cerca sempre di comprendere appieno il significato e il valore del processo creativo. Il pensiero creativo Gli studi condotti sulla creatività hanno consentito di osservare come il pensiero creativo dell’uomo si muova lungo un percorso che possiede peculiari caratteristiche e segue tappe. Essere creativi non porta necessariamente ad essere artisti, ma spesso si hanno idee creative anche nella gestione della vita

quotidiana, quando creiamo il nostro modo di essere nel mondo. Fintanto che idee desideri non fanno i conti con la realtà restano fantasie che popolano la nostra immaginazione. Le fantasie sono astrazione non soddisfano i sensi. Il prodotto creativo è di per sé l’oggetto di espressione di uno stato interno manifestato attraverso l’uso di strumenti esterni è un mezzo di comunicazione tra l’individuo e l’ambiente fisico e sociale. Il processo creativo Raccoglie in sé e coniuga le espressioni originali della fantasia, dell’invenzione della progettualità, con le attività strutturate di simbolizzazione e formalizzazione come la scrittura, la traccia grafica o musicale. Questa funzione mediatrice dell’attività psichica trova già una sua spiegazione in Dewey, Che definisce la capacità produttiva del pensiero come attività riflessiva e osserva come questa attività di pensiero, partendo da una situazione perturbata e dubbia all’inizio, porta verso una situazione risolta. L’autore individua cinque fasi o aspetti del pensiero creativo. Queste riflessioni hanno indotto la prof.ssa Maria Rita Parisi, ad elaborare una metodologia articolata per tappe, successive e conseguenziali, modellate sulla spontaneità e innata modalità della psiche umana di esperire il processo creativo. La metodologia psicoanimatoria Trova applicazione in più ambiti disciplinari, gli psicoanimatori hanno sperimentato come essa possa paragonarsi ad un filo di Arianna che orienta, guida cliente e terapeuta verso la trasformazione e il cambiamento senza limitare la libertà di ricerca e la spontaneità emotiva *le fasi metodologiche - nella prima fase denominata delle radici, si ha l’obiettivo di raccogliere tutte le idee, le emozioni i ricordi connessi con il problema da risolvere - nella seconda fase tutti gli elementi raccolti vengono presi in considerazione ed analizzati, questa fase viene chiamata della decodifica e fa appello alle funzioni analitiche della logica, tipiche della parte sinistra del cervello. In questa fase lo psicoanimatore rinforza la persona nella sua ricerca. Il terapeuta mette in atto un ascolto attivo - nella terza fase della dell’elaborazione, le informazioni rintracciate e decodificate possono essere intrecciate tra di loro in un tutt’uno organico, in qualcosa di nuovo -nella quarta fase l’ipotesi elaborata viene sperimentata concretamente. È il momento di realizzazione del progetto. Questa fase produttiva consente di percepire e comprendere appieno l'importanza del tuffarsi nell’esperienza creativa senza censure o limiti. - nella quinta fase l’impatto e l’effetto dell’esperienza psicoanimatoria che ha avuta sulla persona viene esplicitata e condivisa attraverso il feedback, durante questa fase lo psicomotore si offre nuovamente come mediatore. La persona opera un confronto tra la situazione di partenza, e lo stato raggiunto a conclusione. Conclusione Obiettivo di ogni psicoterapia e quello di aiutare le persone a ristabilire un armonico rapporto con sé stesse e l'ambiente relazionale in cui vivono. Non sono le strategie elaborate a tavolino quelle che garantiscono la qualità della vita piuttosto è necessario coltivare e radicare nella realtà la forza trasformatrice e rigenerante della creatività. La metodologia psicoanimatoria invita a concludere ogni percorso con azioni concrete che consentano di comunicare il risultato dell’esperienza effettuata, e che portino fuori dallo spazio psicoterapeutico le espressioni creative prodotte. Questa metodologia aiuta la persona a divenire consapevole delle proprie potenzialità e risorse. Per favorire ciò la metodologia si modella sul paziente, e si fa sì che la persona diventi ideatrice e progettista del proprio processo terapeutico. La ricchezza e la diversificazione i protocolli psicoanimatori è un chiaro indice della potenzialità creativa di un metodo di lavoro, che dà ai terapeuti ma anche ai pazienti, la possibilità di elaborare strumenti mirati all' indagine e alla rivisitazione Immaginativa dei diversi aspetti della vita psichica e relazionale.

Psicodinamica dei processi creativi: il caso di Murakami Haruki pag. 58 (rivedi qualcosa sul libro, ho fatto proprio una sintesi minima) La psicoanalisi ha dato una duplice indicazioni su come interpretare le funzioni psicologiche dell’attività creativa. In primo luogo, vede l’attività creativa come un mezzo per appagare i desideri inconsci, e in secondo luogo l’arte come modalità di riparazione, ovvero come mezzo attraverso cui l’artista elabora il dolore. Lo stesso Murakami in molti dei suoi passaggi dove indaga il suo momento creativo, mette in luce come per lui scrivere il suo romanzo sia stato come qualcosa di auto terapico e di autopurificazione. Quindi considerare la creazione letteraria come una modalità per contenere ed elaborare l’affetto, sia esso dolore di una perdita o un generico disagio esistenziale, un mezzo potenziale per superare e controllare una sofferenza. Questo sarà anche il modo di intendere l’opera letteraria del prof Fusco. L’idea di scrivere un romanzo appare sostenuta da una spinta interna spontanea, non mediata da spetti razionali inerenti, per esempio, il contenuto del romanzo. Infatti, spesso come sostiene Hillman il solo fatto di scrivere, piuttosto che il contenuto del romanzo, può avere effetti positivi sulla psiche dell’autore, Vediamo ora in cosa consiste il potere terapeutico della scrittura. Innanzi tutto, Un sollievo che deriva dall' apparato psichico, una componente importante del piacere della scrittura va individuata nell’appagamento del bisogno profondo di contenere ed incanalare un eccesso di tensioni psichiche. In secondo luogo, bisogna osservare che nella produzione di un testo scritto c'è una lentezza e una concentrazione che favoriscono l'auto riflessione, chi scrive può entrare in contatto con il proprio mondo interno dove, può incontrare il caos delle emozioni, desideri, il dolore che non sono facilmente accessibili alla coscienza, che possono essere gradualmente compresi ed elaborati. La narrazione attraverso la scrittura implica anche un meccanismo di sdoppiamento dell'io si assiste ad una dualità tra l'io che soffre, con l'io che riflette e controlla che scrive ed elabora. Il processo riparativo e anche sostanzialmente legato al rispetto di determinate regole e norme di carattere estetico e stilistico. Un progetto di scrittura riparativa si basa inoltre sui contigui processi del ricordo, isola e da significato ad elementi che nella vita reale sarebbero offuscati e confusi. Infatti, come scrive Murakami ‘l’immaginazione è un cumulo di frammenti di ricordi messi insieme senza nessun nesso logico. Ma questi ricordi messi insieme sono la vera forza motrice del racconto. Nello scrittore preso in esame non viene mai reso esplicito da quali circostanze scaturisce il bisogno di guarigione, possiamo avanzare però delle ipotesi. Murakami appartiene a quella generazione che si era ribellato all’ordine sociale vigente partecipando al movimento dello Zenkyoto, furono definiti ‘la generazione che perse la parola’, la loro ideologia era l’ideologia dell’anti parola. l’esigenza di trovare canali di espressione individuali, si rispecchia nelle scelte stilistiche dell’autore. È possiamo dire che la...


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