Comunisti Fascisti E Questione Nazionale PDF

Title Comunisti Fascisti E Questione Nazionale
Author Veronica Gentile
Course EDUCAZIONE ALLA SALUTE
Institution Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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appjnti azzarà sul libro ho focalizzato i punti a cui è interessato...


Description

Comunisti, Fascisti e questione nazionale I Capitolo “I comunisti rivolgono l'attenzione soprattutto alla Germania” (Marx, Engels) perché la Germania è alla vigilia di una rivoluzione borghese e perché essa compie questo rivolgimento in condizioni di civiltà generale europea più progredite e con un proletariato molto più evoluto. Per unirsi all'alleanza contro l'imperialismo internazionale la Germania è indotta ad allearsi con la Russia e a staccarsi dalle nazioni capitalistiche. I dirigenti bolscevichi e poi l'internazionale comunista rivolgevano attenzione particolare e persino troppo scrupolosa alle cose tedesche, sin dai giorni immediatamente successivi alla fine della guerra. Hannah Arendt ne “Le origini del totalitarismo” afferma che il fascismo è diventato una sorta di rifugio per coloro che sono politicamente sradicati. Il fascismo doveva però prodursi in un sottile esercizio di mimetismo: doveva avanzare la pretesa di un programma in apparenza rivoluzionario, che veniva sapientemente adattato agli interessi e alle esigenze delle grandi masse. Corporazioni fasciste → unione di lavoratori e datori di lavoro per disinnescare il conflitto di classe. Altro volto del fenomeno fascista fu l'esercito del terrore più brutale e violento. Il completo fallimento ideologico del fascismo il quale era stato immediatamente costretto a contraddire il proprio stesso programma fu un sacrificio che aveva potuto attrarre le menti più confuse nella piccola borghesia e persino nel proletariato. Ciò era necessario proprio al fine di tenere insieme le diverse forze borghesi che avevano contribuito a farlo arrivare al potere”. Zetkin → “Il fascismo è un movimento di affamati bisognosi di persone”, egli urtava contro i limiti del marxismo secondinternazionalista; si lasciava alle spalle quella filosofia della storia che parlava il linguaggio della necessità meccanica per avvicinarsi alla scoperta del campo sociale come campo della possibilità e della prassi. “Importante è guadagnarsi la fiducia delle masse” Schalageter: è un contro rivoluzionista che mise in luce i rapporti di subordinazione e dominio imposti dall'imperialismo delle grandi potenze capitalistiche. Egli era andato con i

suoi camerati nella Ruhr per combattere l'occupazione e reprimere i comunisti e le loro iniziative di sciopero e boicottaggio nelle aziende minerarie. Egli era convinto di servire il popolo tedesco; era dunque un sincero patriota. La denuncia di un “discorso del radicalismo sociale” avrebbe accomunato i comunisti e fascisti perché si estendeva all'incrocio tra i confini delle diverse organizzazioni e consentiva ai radicali di bande differenti di parlarsi fornendo loro la base per una discussione ad ampio raggio sulla natura della rivoluzione ideale e sulle qualità ideali del rivoluzionario.

La teoria dell'egemonia di Radek era una teoria che riconosceva nella questione nazionale e nelle contraddizioni reali che la innervano il terreno principale per una possibile offensiva ideologica. Per Lenin dopo il 1917 la lotta di classe ha cambiato le sue forme. Nessuna rivoluzione proletaria avrebbe mai potuto esserci in Germania senza passare prima per una liberazione della Germania stessa. La Germania, paese capitalistico tra i più avanzati, aveva di fatto cessato di essere una potenza imperialistica ed era stato colonizzato dagli stranieri vittoriosi in accordo con gli stessi grandi capitalisti tedeschi i quali avevano tradito la propria patria a spese della classe operaia ma, più in generale, di tutte le classi lavoratrici. Esistevano le basi oggettive per una lotta di egemonia integrale che creasse la possibilità di nuovi scenari interni e internazionali. La classe operaia non solo indicava a tutte le classi un mondo nuovo ma nel farlo raccoglieva l'eredità di un movimento democratico popolare che, facendo leva sulle masse contadine, aveva a suo tempo saputo difendere la libertà della patria, sconfiggendo anche la capillare penetrazione dell'egemonia ideologica francese presso i ceti intellettuali. Se la Germania vuole essere in grado di combattere, deve formare un fronte comune di coloro che lavorano. Un fronte nel quale i lavoratori intellettuali devono unirsi ai lavoratori manuali in una falange d'acciaio. Radek faceva della "causa della nazione" la causa del popolo: la germania sarebbe perciò finalmente unita sul terreno proletario. Egli rimanda all'"Ambizione dell'offensiva egemoniaca" che non può essere derubricata (eliminazione del reato) come un semplice tentativo di "manipolare le forze nazionaliste in ascesa". Solo il comunismo e il nazionalismo riuniti avrebbero potuto risolvere la crisi mondiale e introdurre la nuova regolamentazione dell'economia.

Per Heidegger, Radek era senza ombra di dubbio un comunista ebreo infido e ingannatore. La borghesia e il capitale tedesco cercavano non solo di sfruttare sul piano economico il proletariato e la piccola borghesia ma anche di sfruttare sul piano politico i sentimenti nazionali delle masse piccolo-borghesi. La socialdemocrazia tedesca è una delle ragioni principali del processo di scivolamento della democrazia verso il fascismo. L'apertura di uno scontro egemoniaco nasce dalla consapevolezza che l'"interesse per la questione nazionale può essere una via che conduce al comunismo ma che, proprio per questo, era portato ad un tempo contro la destra nazional-rivoluzionaria, la grande borghesia tedesca e la stessa socialdemocrazia. "Fascisti venduti al capitale e la piccola borghesia nazionalistica confusa" Il fascismo è un movimento di massa, un movimento politico che riguarda larghe masse della piccola borghesia proletarizzata. Il movimento socialista "si è sempre sforzato di essere una fiaccola accesa per tutti coloro che soffrono nel bisogno". La "lotta di classe" in Germania era stata una lotta interna alla classe operaia per la costruzione di un partito rivoluzionario. Di questa costruzione faceva perciò a pieno titolo parte l'operazione Radek, che si configurava come un momento cruciale della lotta di classe stessa. Radek "Cercheremo di sollevare questo peso dalle spalle dei più poveri, dei lavoratori", per riversarlo infine su "coloro che possono sopportarlo". Bisognava strappare l'egemonia ai neonazionalisti e convincere gli elementi piccoloborghesi che sono presenti nel fascismo e che lottano contro la riduzione in schiavitù della Germania che il comunismo non è loro nemico ma è la stella che indica loro il cammino della vittoria.

II Capitolo I socialdemocratici, muovendo da una prospettiva deterministica, non avevano colto la dimensione tutta egemonica dello scontro in atto, chi l'aveva afferrata sin troppo bene era stato invece Arthur M. VDBruck.

Moeller nell'andare a vedere le carte gettate dai comunisti, metterà al tempo stesso in luce l'impossibilità strutturale di un autentico fronte unico trasversale. Occasione per Moeller di dare corpo all'idea di rivoluzione conservatrice (autosuperamento del conservatorismo tedesco e autonoma scoperta del continente dell'egemonia". Moeller metteva sotto i riflettori la scarsa dimestichezza dei comunisti con la questione nazionale, un deficit che in quei frangenti non poteva non risaltare come decisivo e provocatorio. La radicale mutazione della struttura organizzativa nel rapporto di capitale era ciò che secondo Moeller stava mettendo all'angolo i comunisti: nessun crollo era imminente e la sospirata rivoluzione mondiale non era affatto all'ordine del giorno. Il "capitale" inteso adesso come capitale produttivo purificato dalla guerra e orientato all'economia reale, non significa più denaro ma potenza, libertà di movimento. Lo stato attuale si è adeguato nella sua natura più intima alle leggi e agli sviluppi di meccanizzazione sino a diventare il modello di tutte le organizzazioni meccanicistiche; erano necessarie una socializzazione e una democratizzazione del corpo statale che si dispiegassero nell'ambito di una struttura organica e consentissero un coordinamento sistematico delle funzioni specialistiche. I comuni interessi difensivi di Russia e Germania di fronte alle potenze dell'Intesa non sarebbero stati per nulla sufficienti a costruire un variegato campo anti-imperialista. Paul Eltzabacher subito dopo la fine della guerra aveva indicato la dittatura del proletariato come preferibile al dominio da parte del capitale inglese. I comunisti non riconoscevano la comune sostanza produttiva del lavoro sociale, che associa il lavoratore manuale a quello intellettuale e anche all'imprenditore nel nome della comunità nazionale, e si ostinavano a dividere in classi la nazione. Il deficit dei bolscevichi nasceva nel cuore dello stesso paradigma teorico marxiano: nonostante le novità recenti, il comunismo non comprendeva e non poteva comprendere la questione nazionale. Il proletariato tedesco rischiava di mettere a repentaglio la salvezza della patria e di perdere l'occasione della propria lotta di libertà. Rimaneva per essenza inchiodato al livello economico- corporativo: il proletariato tedesco ha subito l'influenza di una forma di socialismo di cui oggi stiamo fronteggiando le conseguenze politiche sulla psicologia del popolo. "I comunisti tedeschi non erano che propagandisti della politica estera della Russia sovietica secondo le necessità del momento".

Il neonazionalismo tedesco fu un'avanguardia politica che praticava apertamente l'egemonia puntando a rompere il guscio del conservatorismo tradizionale per richiamare il consenso delle classi subalterne e legarle ai ceti medi in un'alleanza sociale. Proprio Lenin era la dimostrazione del fatto che in una situazione di emergenza nessuna nazione sarà tanto stupida da rinunciare alle energie dei propri leader economici. L'obiettivo dell'internazionale era strappare ai fascisti gli elementi incerti e chiarire la posizione di quegli elementi del fascismo tedesco che si sforzano invece di cercare una nuova strada. Il proletariato non sarebbe stato sufficiente... Per liberare il paese occorreva mobilitare il popolo nel suo complesso. Radek "il fascismo non rappresenta una cricca di ufficiali dell'esercito ma un vasto movimento di popolo. Tra nazionalisti e comunisti persisteva un'ostilità filosofica originaria che rendeva questi movimenti incompatibili già sul piano del discorso logico e perché non poteva esistere un nazionalismo comunista. Socialismo come requisizione dei beni significava la priorità di un piano economico. I nazionalisti sono "sostenitori" di una concezione idealistica della storia e per questo riducono tutte le situazioni alla volontà umana e alla contingenza. Dopo la guerra anti-tedesca stava nascendo un sentimento di comunione naturale e nazionale che nel paese andava unendo la diverse classi in difesa della patria comune contro il capitalismo globale. La disponibilità degli imprenditori , dei funzionari, degli impiegati a offrire ogni sacrificio in termini di vita, libertà, proprietà stava contribuendo in maniera decisiva alla lotta nazionale. Radek raccomanda di affidare l'economia tedesca ai comunisti. Quello tedesco rimane un comunismo dove, nel tentare di dividere il popolo, facevano solo “politica di partito” senza cura alcuna per il bene della nazione. I Volkish sono per gran parte lavoratori manuali, perciò per loto niente può essere più desiderabile dell'unione tra i lavoratori intellettuali e manuali in una falange di ferro. Se non volevano essere aggrediti, spiegava Frolich, i Volkisch non avevano che da cambiare fronte e marciare contro il vero nemico del popolo tedesco: IL GRANDE CAPITALE.

L'oppressione nazionale: era conseguenza del comando capitalistico colpendo classi subalterne e interessi del ceto medio e piccoli capitalisti. La liberazione della Germania avrebbe richiesto l'abbattimento del nemico inerno, ma questo nemico era il capitalismo. Quella marxiana era una versione proletaria del capitalismo e del soggiacente utilitarismo liberale, con tutti i suoi valori universali astratti. Marx ed Engels i neonazionalisti e comunisti erano portatori di concezioni del mondo e della società totalmente incompatibili. Proprio la lotta di classe racchiudeva in sè il profondo significato nazionale. Esisteva un diritto alla lotta di classe e persino alla dittatura. Il compito di salvare la nazione aspetta a chi come noi, comincia dagli interessi di classe dei lavoratori, laddove chi invece comincia dagli interessi nazionali non può che unirsi al proletariato in lotta e dunque deve considerare la rivoluzione. Sin dall'inizio si era trattato di una sfida egemoniaca per la contesa del consenso popolare: una sfida non arbitraria ma fondata nella realtà. I gruppi neonazionalisti più arrabbiati stavano cercando di impedire ad ogni costo il passaggio dei piccoli contadini, artigiani, commercianti cattolici nel capo della rivoluzione. Boicottavano la propaganda e con la violenza contro la lotta comune del popolo lavoratore contro la crisi crescente. Il rapporto con la Russia era inanzitutto il rapporto con il paese che aveva sovvertito per la prima volta gerarchie sociali e politiche millenarie. Materialismo storico: Fronte comunista Fronte neonazionalista Deficit relativo alla questione nazionale Deficit di universalismo Cecità nei confronti della questione sociale conflitto di classe I neonazionalisti fallivano perché negavano con i fatti quella sottomissione tedesca

la cui eliminazione dicevano a parole star loro tanto a cuore. Radek cercava di allargare il consenso dei comunisti tra le masse, andando oltre la classe operaia attraverso la costruzione di un mito di mobilitazione capace di mettere a lavoro le energie di un popolo in maniera unitaria e sanando le lacerazioni sociali. La borghesia, per il suo statuto particolaristico non sarebbe mai stata in grado di ottenere questo consenso e di costruire questo mito e nemmeno i neonazionalisti i quali non mettevano in discussione nè le gerarchie sociali nè quelli tra il popolo perciò non avevano ideali universalistici da proporre. Bisognava reagire attraverso una lotta che facesse saltare l'imperialismo e il colonialismo nella loro interezza. Ecco allora che l'esplosione della rivoluzione in Germania e l'alleanza con la Russia garantirebbe agli operai tedeschi materie prime e mezzi di sostentamento e al proletariato russo una grande parte dei mezzi e delle capacità tecniche necessarie per ricostruire il grande Reich russo. Universalismo: massima autorità, governare tutti gli uomini di un impero Particolarismo: ogni realtà territoriale ha una struttura politica propria e una realtà particolare, cioè caratteristica di quel determinato luogo. Se la società di massa cambiava le regole della politica per i ceti dominanti, costringendoli a confrontarsi con la dimensione di un consenso che non è mai garantito e quindi a mutare, lo stesso vale per la rivoluzione. Il fascismo: afferma di perseguire il rovesciamento e si proclama rivoluzionario, definendosi anticapitalista. Per i comunisti: un significativo sfondamento nel fronte della destra radicale non ci fu. Nel lungo termine i fascisti hanno forse dimostrato maggiore capacità nell'usare i comunisti al servizio dei propri obiettivi di quanta non ne abbiano dimostrato i comunisti nell'usare i fascisti. Dopo l'operazione Schlageter i risultati conseguiti non hanno pareggiato le perdite. L'universalismo concreto promesso dai comunisti si rivelerà essere astratto. Icomunisti non hanno superato la prova, dunque. E per ragioni legate principalmente al loro stesso paradigma teorico, usciranno sconfitti da quel terreno che loro stessi erano riusciti a comprendere essere tanto essenziale.

Oggi il venir meno del conflitto politico sociale delle classi subalterne ha portato con sè l'esaurimento della democrazia moderna e ha innescato grandi mutamenti nelle forme politiche nazionali e sovranazionali. Alla fine della Guerra Fredda gli Stati Uniti mettono a ferro e fuoco il mondo occidentale e i suoi valori democratici, mantengono all'ordine del giorno la questione nazionale e rende sempre più drammatiche le contraddizioni tra tutti gli attori in gioco....


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