Congresso di vienna e restaurazione PDF

Title Congresso di vienna e restaurazione
Course Storia contemporanea
Institution Università degli Studi Roma Tre
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riassunto congresso di Vienna ed epoca della Restaurazione ...


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6 Restaurazione e rivoluzioni (1815-1848) 6.1 Il congresso di Vienna Apertosi ufficialmente il 1° novembre 1814 e conclusosi con la firma dell’atto finale il 9 giugno 1815, con la sconfitta di Napoleone a Waterloo, si chiude la lunga stagione delle guerre che avevano opposto la Francia rivoluzionaria e napoleonica alla vecchia Europa delle dinastie. Uno dei protagonisti del Congresso fu il rappresentante della Francia sconfitta Talleyrand, fautore del principio di legittimità, in base al quale dovevano essere restaurati i diritti “legittimi” violati dalla rivoluzione e dunque anche quelli dei Borbone di Francia. Nel definire il nuovo assetto geografico europeo vengono utilizzate due linee guida:  PRINCIPIO DI EQUILIBRIO: prevede il mantenimento a livello internazionale di un equilibrio che non consenta spinte egemoniche da parte di altre potenze (Inghilterra fautrice di questo principio)  PRINCIPIO DI LEGITTIMITÀ: consiste nel riportare sui rispettivi troni le dinastie che regnavano nel periodo antecedente alle guerre napoleoniche. I mutamenti più importanti si verificarono al centro e nel Nord dell’Europa. La Russia si espanse verso l’occidente (inglobando una parte della Polonia che in cambio acquisisce dei territori in Sassonia), la Prussia si ingrandì ad Ovest (ottenendo dei territori in Renania). L’Impero asburgico che si affermò sotto la guida di Metternich esce rafforzato dal Congresso. La perdita del Belgio e del Lussemburgo che, uniti all’Olanda crearono i Paesi Bassi, fu compensata dall’acquisizione del Lombardo-Veneto. In Italia, oltre alla scomparsa delle Repubbliche di Genova, Venezia e Lucca, vi fu un rafforzamento dell’egemonia austriaca, ottenuta non solo con la sovranità sul Lombardo-Veneto, ma anche attraverso una serie di legami con altri stati di tipo militare. Sul trono granducale di Toscana era tornato Ferdinando III di Asburgo-Lorena, fratello di Francesco I d’Austria. Il Regno di Napoli ricostruito sotto la dinastia dei Borbone, era legato all’Austria da un trattato di alleanza militare. Anche lo Stato pontificio dovette consentire all’Austria di mantenere guarnigioni a Ferrara e Comacchio. L’unico fra gli Stati italiani a mantenere una certa autonomia fu il Regno di Sardegna, ingranditosi con l’acquisto di alcuni territori della Savoia. La Gran Bretagna non accampò pretese territoriali sul continente, acquistò nel Mediterraneo la base di Malta e sulle rotte asiatiche il Capo di Buona Speranza e l’Isola di Ceylon (già colonie irlandesi).

Per evitare insurrezioni, i sovrani di Russia (ortodossa), Austria (cattolica) e Prussia (protestante) stipulano il trattato della Santa Alleanza, il cui testo faceva riferimento alla religione cristiana. La Gran Bretagna si rifiuta di prendere parte all’accordo basato su principi ideali e religiosi; per questo il Ministro degli Esteri inglese Castlereagh si fece promotore di un secondo trattato, quello della Quadruplice Alleanza, che fu firmato nel novembre del 1815 fra le quattro potenze vincitrici. Il doppio sistema di alleanze rappresentava una novità, sia perché legava il mantenimento dell’ordine internazionale all’ordine interno ai singoli paesi, sia perché prevedeva una serie di consultazioni periodiche fra le maggiori potenze, dando vita a una sorta di direttorio europeo che aveva il compito di risolvere eventuali contrasti fra stato e stato. Nasceva così il concerto europeo, ossia un dialogo fra le grandi potenze che contribuì a ridurre le tensioni sul continente e ad assicurare all’Europa un quarantennio di pace. 6.2 La Restaurazione Politica Durante il Congresso di Vienna, viene imposta un’ideologia conservatrice basata sul principio di legittimità (contrario alla rivoluzione francese). Anche l’Inghilterra attraversa il periodo della Restaurazione durante il quale sale al potere il governo dei Tory (conservatore) che rimarrà in carica dal 1815 al 1830. L’opposizione era rappresentata dai Whig che, durante il governo Tory, non ebbero poteri. Durante questi anni, i Whig cercano un confronto politico per recuperare consensi. L’escamotage utilizzato fu la riforma delle norme che disciplinano le elezioni alla camera dei deputati, ovvero le circoscrizioni elettorali che erano state stabilite secondo criteri di un secolo prima, quando il paese non aveva attraversato la Rivoluzione Industriale e il processo di urbanizzazione. Il declino dei Tory iniziò con l’abolizione del Test Act, una serie di leggi attraverso cui si proibiva la partecipazione alla vita politica ai cattolici. Questo avvenimento si riallaccia alla crisi del 1829. I portavoce della riforma furono i cattolici irlandesi che si scontrarono con i protestanti anglicani. Il duca di Wellington (leader del governo dei Tory) si gioca la carta della doppia riforma, concedendo i diritti ai cattolici e abolendo le discriminazioni contro i protestanti. Questa mossa non placa le tensioni in Irlanda ma, anzi, determina il declino del governo Tory dopo 36 anni di potere. Il primo parlamento a maggioranza Whig nel 1832 approva la riforma elettorale che ridisegna le circoscrizioni, raddoppia il corpo elettorale (dal 2 al 4%, il diritto di voto è ancora elitario) e consente l’accesso della borghesia capitalistica alla vita politica. I Whig vararono alcune riforme sociali:

 Legge sul lavoro nelle fabbriche del 1833: proibiva il lavoro ai bambini sotto i 9 anni, il lavoro notturno e riduceva a 9 il massimo di ore lavorative;  Legge sui poveri del 1834: stabiliva i sussidi da parte delle parrocchie ai lavoratori che non erano in grado di avere un reddito stabile. La chiesa istituì le work houses (fabbriche del lavoro) le quali producevano i profitti per finanziare i sussidi, infatti il lavoro era remunerato con il guadagno. Nello stesso periodo, proprio dai leader delle Trade Unions (i lavoratori uniti in libere associazioni), partì l’iniziativa di una grande agitazione popolare che portò nel 1838 alla stesura della “Carta del popolo”, un programma politico per tutto il movimento operaio, che chiedeva: 1. 2. 3. 4. 5. 6.

Il suffragio universale maschile Garanzia della segretezza del voto Riforma dei collegi elettorali Abolizione del censo per i membri del parlamento Riconoscimento dell’indennità di presenza parlamentare Elezione annuale del parlamento

Il movimento cartista rimase attivo negli anni successivi ma non riuscì ad ottenere nessuno dei suoi obiettivi e, dopo dieci anni di lotta, finì per esaurirsi perché Russell represse il movimento arrestando i leader (irlandesi). Dopo il movimento cartista, i Whig rivendicarono l’abolizione del dazio sul grano (riforma doganale). Sostenuta dai liberali, dalla borghesia industriale e dalle classi popolari. Il principale esponente di queste rivendicazioni fu Richard Cobden, deputato liberale, leader dal 1838 della “Anti-corn-law”. Il governo Peel, dopo le pressioni dei Whig, abolì il dazio e adottò la loro soluzione in risposta ad una situazione di carestia in Irlanda. A Peel segue il governo Russell nel 1846; i seguaci di Peel confluiscono nei Whig....


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