Conservare non restaurare hugo, ruskin, boito, dehio e dintorni marco dezzi bardeschi ananke PDF

Title Conservare non restaurare hugo, ruskin, boito, dehio e dintorni marco dezzi bardeschi ananke
Author Luca Nichetti
Course Fondamenti di conservazione dell'edilizia storica
Institution Politecnico di Milano
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Riassunto dell'articolo pubblicato sulla rivista ananke....


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CONSERVARE, NON RESTAURARE (HUGO, RUSKIN, BOITO, DEHIO E DINTORNI) Marco Dezzi Bardeschi, in “ANANKE”', Fascicolo 35-36, Anno edizione: 2002

SOMMARIO Il testo riesamina le carte internazion nternazionali ali del restaur estauro o, ponendo particolare attenzione al contributo italiano italiano, che si è allontanato dalla liceità (permesso dalla legge) del cosiddetto “restauro” stilistico, contrapponendogli il ri risp sp spett ett etto o e la cura del monumento/documento. -HUGO HUGO 1825 -> guerra ai demolitori -RUSK RUSK RUSKIN IN 1849 -> il cosiddetto “restauro” è la peggior forma di distruzione, accompagnato dalla falsa descrizione della cosa distrutta -MORRIS MORRIS 1877 -> Antirestauration movment -BOITO BOITO 1883 -> conservare, non restaurare -DEHIO 1901 -> conservare, non restaurare -RIEGEL RIEGEL 1905 -> teoria della cura dei valori

1.L’ISTANZA DELLA CONS ONSERVAZION ERVAZIONE CONTRO L’INGANNO DEL COS OSIDDETO IDDETO “RESTA “RESTAURO” URO” -Re Re Resta sta stauro uro -> pratica disinvolta della riproduzione, perdita di identità e irreversibile falsificazione -Conserv Conserv Conservazione azione -> pratica della tutela, garantire il rispetto e la tutela In Italia la disciplina del restauro ha da tempo (da tempo perché già dal 1839) dichiarato il suo campo di applicazione nella salvaguardia di un bene riconosciuto come patrimonio, inalienabile dal contesto in cui è inserito e che si spera di poter trasmettere alle comunità future. => “Del restauro di alcuni edifici di Milano” 1839 1839, testo di incipit con cui Carlo Cattaneo inaugura la rivista Il Politecnico, esordendo con la speranza che l’opera di restauro non diventi un’opera di guasto e sterminio, ricollegandosi ad Hugo (contro la campagna dei demolitori) e anticipando Rusk Ruskin in (il cosiddetto “restauro” è la peggior forma di distruzione, accompagnato dalla falsa descrizione della cosa distrutta). => da questo momento il termine virgolettato “restauro “restauro”” verrà utilizzato in modo dispregiativo per indicare il restauro stilistico.

2.DAL RESTAURO ALLA CONSERVAZIONE: IL SENSIBILE TERMOMETRO DI QUATREMERE DE QUINCY Però, già nel periodo dei Lumi (1728 1728 1728), troviamo in Italia le prime testimonianze a favore della conservazione. Jonhatan Rich Richardson ardson denunciava gli interventi inopportuni di Carlo Maratta sugli affreschi di Raffaello “lontano dal ripristinare il lavoro di Raffaello rovinato dal tempo, lui ha fatto peggio di quello che il tempo avrebbe potuto ancora fare.”, pensiero assecondato poi anche da Monsignor Battari (1730) che confermava che essendo stata ritoccata l’opera aveva perso molto, soprattutto a livello di colori. => la contestazione in Italia dei danni causati dal restauro stilistico inizia quindi partendo dai grandi cicli pittorici d’autore. Il Conte Francesco Algarotti considera, molto prima di Ruskin uskin, la patina una qualità preziosa, che aggiungeva valore ad un’opera d’arte e ne segnalava la sua autenticità, anziché un segno di decadimento e degrado. => di conseguenza nel 1756 l’abate Luigi Cres Crespi pi, in due lettere all’Algarotti, giunge a suggerire il nonnon-interve interve intervento nto nto, per proteggere le opere dallo scempio del restauro “meglio apprezzare quel poco che rimane, che gustarlo guasto e discordante col tocco del restauro”, accontentandosi, come già suggerito dal Vasari, di semplicemente preservare le opere dalle intemperie del tempo e delle stagioni e custodirlo in maniera corretta, praticando una buona prevenzione (contro l’umidità, etc..).

Tuttavia, dopo un secolo di dibattimenti, nel 1816 1816, Quatr Quatremè emè emère re D De e Quincy all’interno del suo “Dizionario dell’architettura” per restauro predilige ancora la concezione del restauro storico, arrivando però poi, con le varie aggiunte a questa voce, alla concezione opposta. Prediligendo il totale rispetto del documento. Quatremère opta per una via di mezzo, rispettando e non restaurando gli edifici non eccessivamente rovinati, e in caso ve ne sia necessità restaurare rendere ben distinguibili antico e nuovo. Per lui il restauro ottimale sarà quello realizzato da Valad Valadier ier Sull’Arco di Tito a Roma (1821), in cui le aggiunte sono realizzate con materiale differente da quello di cui è composto l’arco. Quatremère giungerà infine alla pratica dell’intervento intervento minimo minimo, aggiungendo piccoli sostegni strutturali (dove serve, come un puntello) per rafforzare l’opera o l’edifico ed assicurargli ancora 100 anni di solidità invece che restaurarlo.

3.IL RESTA STAURO URO IN IITALIA TALIA PR PRIMA IMA DELL ELL’UNI ’UNI ’UNITA’ TA’ Dal 1823 la “guerra ai demolitori” di Hugo attira anche gli italiani: -architetto Giuseppe Mar Martelli telli a Firenze -> lasciare la scultura del Marzocco molto deteriorata di fronte a Palazzo Vecchio per conservarne il luogo originario, oppure sostituirla con una copia per evitarne la perdita definitiva? => copia in bronzo, più resistente, originale conservata in museo. -Carlo Cattane Cattaneo o a Milano -> l’architettura deve compiere una svolta. Non solo immaginare le opere del futuro, ma saper compiere quelle del presente e accudire quelle del passato. Comprende già l’importanza, ripresa poi da Boito, della conservazione in un paese come l’Italia, che nelle sue costruzione ha le tracce del passato, e intanto si formano in Italia le prime Comm Commissioni issioni conserv onservatrici atrici. Tuttavia cattaneo nella conclusione non è in grado di fornire in modo chiaro le informazioni su cosa e come conservare, finendo per cadere a favore della selezione e dell’adeguamento stilistico. Appoggia infatti l’intervento di Pizzigalli su Chiesa del Carmine a Milano (l’ha spogliata della veste gotica per portarla all’originale romanico). Nonostante alcune inesattezze gli interrogativi disciplinari sono però già tutti chiari: differenza tipo/modello, come comportarsi con le superfetazioni, consapevolezza della stratificazione urbana.

4.PRIMI SOSTENITOR SOSTENITORII EUROPEI DELLA CULTURA DEL RISPETTO E DELLA CURA DOPO HUGO: MERIMEE MERIMEE’, ’, RUSK RUSKIN IN E LA SS.P .P .P.A.B .A.B .A.B.. -Si definiscono in modo sempre più netto le due fazioni opposte: conservazione e tutela (Hugo e Ruskin). Nel 1840 in Francia si forma il primo apparato di tutela del patrimonio architettonico. Merimeé sottolinea, richiamando Hugo, la necessità di non restaurare gli edifici, le loro imperfezioni sono cariche di storia e significato e ci parlano delle comunità precedenti. Inoltre queste imperfezioni spesso possono essere usate per definire periodi storici interi. -Dalla parte opposta si colloca Violle Viollett LLe e-Duc Duc, -> il restauro non è né conservare, né rifare com’era e dov’era, ma riproge riprogettare ttare un potenziale stato unitario e completo dell’edificio, anche se mai realizzato di fatto nella realtà -> restaur restauro o stilistico. => l’indignazione per questa teoria progettuale porterà in Europa nel 1877 alla nascita della Society of protection of anci ancient ent buildi buildign gn (S.P.A.B.), sodalizio attivo in Italia e Inghilterra sotto la spinta di William Morris Morris, che a sua volta citerà ancora Hugo, definendo i restauri effettuati negli ultimi tempi più distruttivi dei precedenti secoli di rivoluzione e violenza. Il pensiero di W. B. Richmond completerà il tutto, dichiarando -> l’imposs l’impossibilità ibilità di restaur estaurare are, non si può far tornare in vita la storia. Si può solamente operare per conservare il patrimonio, ma questo va oltre le capacità del singolo -> deve diventare consapevolezza collettiva.

5.CAM 5.CAMILLO ILLO B BOI OI OITO TO E LA SVOLTA DE DELLA LLA PRIM PRIMA A CARTA ITALIANA DEL RE RESTAURO STAURO 1883 L’antefatto è per la carta è il 1882 1882, quando il ministero diffonde a prefetti e commissioni per il restauro una circolare contenenti le disposizioni sul restauro -> rivisitare il percorso progettuale e costruttivo originario, creando parti nuove realizzate con tecniche e materiali simili a quelle antiche -> la circolare parla solo di

copiare materiali e tecniche, non parla di stile, ma si rischia di cadere di nuovo nel restauro stilistico (come con Cattaneo) => 18 1883 83 Boito pone in discussione il quesito della circolare sulle aggiunte ->portando all’approvazione della Prima Carta italiana del Restauro. Inizialmente nei suoi primi cantieri di restauro Boito era rimasto affascinato dal restauro stilistico (Santa Maria di Toroello a Venezia e Porta Ticinese a Milano), ma con la questione del carattere delle aggiunte identifica il monumento come una testimonianza aperta al futuro, che va conservata, e non come un passato da resuscitare; mentre le aggiunte dovranno seguire le regole del progetto contemporaneo. Boito aggiunge una novità, per conservare il monumento bisogna utilizzarlo, assicurandogli un uso minimo -> questa carta si affermerà come la specifica via italiana del restauro. “I monumenti del passato servono sia all’architettura, sia come testimonianze che chiariscono e illustrano i vari tempi e i vari popoli […]” Boito riprende la metafora di Hu Hugo go e Cattaneo -> il monumento è un libro di pietra, questo deve rimanere aperto alla scrittura del futuro senza però cancellare i testi scritti precedentemente.

6.RIEGEL: LA TEORIA DEI VALORI E IL PRIMO PROGETTO DI LEGGE DI TUTELA 1903/05 -In Germania a inizio secolo sono però ancora molti quelli che sostengono il restauro stilistico (Paul Tornow Tornow) a cui si contrapporà Georg De Deh hio io, citando Boito -> conservare, non restaurare. => questo porterà nel 19 1903 03 lo storico dell’arte Riegel a mettere a punto per il Governo Austriaco un piano di legge per la tute tela la dei monumenti, mai attuato a causa della sua morte nel 1905. Il piano era basato su due valori contrapposti: valore storico-che reclama l’integrazione delle parti mancanti-, il valore d’antichità-che richiede il non intervento-, il valore di novità-da evitare perché asseconda il v. storico mettendo a rischio il v. d’antichità- e, novità, il valore d’uso (citando Boito)-che è essenziale per il mantenimento in vita del monumento-. -In Italia, dopo le Commissioni, si formano ora anche le prime Soprintendenz Soprintendenze e per il restauro. Tuttavia, la buona intenzione del restauro non riesce ancora ad imporsi in Italia, vedendo ancora attuati molti interventi ipermedioevali di ripristino. Corrado Ricci (Soprintendente di Ravenna nel 1989 1989) sarà il primo a voler tutelare e salvaguardare il diverso, cioè quelle superfetazioni rimosse dagli edifici.

7.GIO 7.GIOVANN VANN VANNONI: ONI: D DALL ALL ALLA A CA CARTA RTA DI A ATE TE TENE NE (1931) ALLE IS ISTRUZ TRUZ TRUZION ION IONII PE PER R IL RESTAUR ESTAURO O (1938 (1938): ): Giovane ingegnere-architetto e ispettore del Ministero, viene indicato da Boito come unico vero continuatore della sua ideologia sul restauro. -La Carta di Atene viene prodotta dai partecipanti alla Conferenza internazionale di esperti per la protezione e la conservazione dei monumenti di arte e di storia, tra cui Giovannoni, dove viene confermata la validità della Carta italiana del 1883 sostituendo tuttavia al generico restauro i termini salv salvaguardia, aguardia, protezione, conservazion conservazione e, rendendo inoltre illegale il restauro stilistico, spostando invece l’attenzione su una period periodica ica manutenzi manutenzione one one, un utilizzo continuativo del monumento, che ne garantisce la vita, far prevalere l’interesse pubblico su quello privato (cooperazione internazionale), motivare il progetto di restauro, favorire l’utilizzo delle tecnologie innovative, soprattutto il cemento armato, che impedisce il disfacimento totale delle opere. => curare e far conoscere i monumenti -> diventa centrale il ruolo dell’e educazione ducazione. -In Italia la Carta viene ulteriormente elaborata da Giovannoni nel Norme p pe er il resta estauro uro dei monumenti (1932 1932 1932) poi trasmesse anche ai Soprintendenti (1938 1938 1938): conservare e consolidare l’organismo fisico e di costruzione, non lo stile, intervenire con il restauro alle prime manifestazioni di segni di cedimento strutturale e degrado dei materiali, in alcuni casi accelerati dalla mancanza d’uso, non più gli storici dell’arte ma gli architetti, gli ingegneri strutturisti e i chimici e fisici dei materiali dovranno occuparsi dei restauri. => nascita del dibattito tra storici dell’arte (che basano i loro interventi sulle fotografie frontali dei F.lli Alinari Alinari) e la cultura tecnico-scientifica. Persistono tuttavia interventi di smembramento e distruzione di

reperti storici (sventramenti fascisti del quartiere di borgo a Roma per realizzare Via della conciliazione, firmato dallo stesso Giovannoni).

8.IT 8.ITALIA: ALIA: LE LEG LEGG GI DI TUTE UTELA LA DEL 11939 939 ED I PRIM RIMII EESP SP SPERIM ERIM ERIMENT ENT ENTII DI CONSE NSERVA RVA RVAZIO ZIO ZIONE NE DELLA M MAT AT ATERI ERI ERIA A Vengono finalmente create le due fondamentali leggi sulla Tutela dei monum numenti enti (1089/39) e d delle elle Bellezze naturali (1497/39) e la Le Legge gge urbanistica (1942) per dare ordine allo sviluppo urbano. Fase di sperimentazione diretta -> a Firenze l’ingegnere della Soprintendenza Piero Sanpaolesi riprende gli esper esperimenti imenti di indurimento delle pietre “silicatisation”, già avviati da Viollet Le-Duc e Boito, e li applica nei suoi primi cantieri (Lanterna sagrestia vecchia Firenze di Brunelleschi, e pulpito in marmo di Donatello) => nascono i primi lab laboratori oratori di trattamen attamento to dei materiali, intanto a Roma nascerà l’Istituto Istituto ce centrale ntrale per il restauro (ICR), come luogo di ricerca e cura delle opere d’arte.

9.IL SECON SECONDO DO DOPO DOPOGUERRA: GUERRA: I VANDAL VANDALII IN CASA E LA TUTE TUTELA LA DEL PAESAGGIO La nascita dell’ICR avviene anche grazie a Roberto Pane Pane, oltre che a Venturi, Bradi, Argan. -Pane -> tutela paesagg aesaggistica istica. Gli anni della ricostruzione e del boom economico coincidono infatti con i grandi scempi ambientali e la cementificazione delle coste (fenomeno delle seconde case). -Olivetti e Astengo -> confronto fra nuova cultura urbanistica e cultura del restauro. Dal singolo monumento l’interesse si sposta sul contesto e sul costruito urbano, considerato come organismo unitario da salvaguardare. -Il cinema neo eorealista realista porta l’attenzione sulle zone periferiche ed estreme delle città -> vergogna nazionale dei Sassi di Matera con condizioni limite di sopravvivenza umana -> diventano un laboratorio di politica urbanistica, ma il problema è risolto con l’abbandono e lo spostamento in nuovi quartieri rurali ->recupero avviato solo recentemente, da vergogna nazionale a capitale della cultura 2019 e patrimonio UNESCO. -Antonio Cedern edernaa -> “i vandali in casa”, contro la speculazione edilizia che scardina il tessuto urbano delle città (si ricollega a Pane). Non vengono intaccati i monumenti, ma il tessuto più povero e debole della città storica il cui carattere non risiede nei singoli monumenti ma nel complesso stradale-edilizio -> questo realizzato soprattutto dagli storici dell’arte che hanno ancora un’impostazione estetica che differenzia nettamente tra poesia e non poesia, distruggendo tutto quello che non lo è, come le manifestazioni minori. => 1956 “Città antica, edilizia nuova”, la bellezza di una città consiste nella sua complessità, non solo nei suoi singoli monumenti. Entrambi sono in continua evoluzione e inseriti in una dialettica -> consapevolezza dell’impossibilità di poter congelare la scena dell’evoluzione urbana. => la questione dell’aggiunta già trattata da Boito qui viene riproposta a scala urbana. La sostituzione di un edifico storico è consentita solo se si rispettano i rapporti volumetrici, suoi e con gli altri edifici, e la sua altezza. -Ernesto N. Rogers Rogers, parallelamente dichiara l’opposto in Casabella di quanto detto da Cederna, creando per le nuove architetture l’ambientamento nelle preesistenze (sua Torre Velasca a Milano, realizzata con richiami al gotico per mettersi in rapporto col Duomo).

10.CONTRORDINE: UN PASSO INDIETRO L’opinione generale si stava spostando maggiormente sulla conservazione, ma avviene una retrocessione causata da: -1956 1956 1956, il Tes Testo to ufficiale sulla sto toria ria e la teoria del restauro del Soprintendente Alfredo Barbacci Barbacci.. Restauro ti pologico Muartori -1959 1959 1959, di Muartori, su Venezia e poi Roma. Individuazione del tipo edilizio come chiave di lettura della formazione storica della città -> bisogna individuare fra la moltitudine il tipo base generativo. Attira l’attenzione dei tipologisti soprattutto la città di Como, per il castrum romano facilmente individuabile -> abbattimento di unità edilizie originarie per riportare alla luce il presunto aspetto originario del tessuto

urbano. A peggiorare la situazione si aggiunge l’Art.31 della legge 457 per la Salvaguardia della consistenza fisica della città storica, consentendo la sostituzione come interventi straordinari di coperture, muri, infissi. -1963 1963 1963, la Teor Teoria ia del restauro di Cesare Brandi e la sua definizione di Restaur Restauro o nell’enciclopedia. => Barbacc arbaccii fa una denuncia attraverso foto del prima/dopo i restauri, ma ha tuttavia un’idea di restauro ancora legata al pensiero di Quatremère de Quincy (restaurare nella forma e nei modi dell’edificio, cioè quella ideata dagli autori, legittimando restauri di ricomposizione e completamento. -> ancora collegamento tra restauro e estetica e prevalenza dell’istanza estetica su quella storica. -Brandi Brandi -> rein reintegrazione tegrazione dell’im ell’immagine magine, “[…] quando l’immagine artistica si appanna o viene distrutta, il processo critico e di restauro è costretto ad avvalersi della fantasia, per ricomporre le parti mancanti o riprodurre quelle nascoste e ritrovare la compiuta unità dell’opera.” => siamo giunti agli antipodi della conservazione, l’obbiettivo del restauro è reintegrare l’immagine completa dell’opera. -Restauro Restauro critico, Bonelli , soggettivo e interpretativo dello stato storico dell’oggetto su cui va ad agire.

11. IILL R RIN IN INNOVA NOVA NOVAMEN MEN MENTO TO D DELL ELL ELLA A DID IDATTIC ATTIC ATTICA A UNIVE UNIVERSI RSI RSITAR TAR TARIA IA Molte distruzioni effettuate in nome del “restauro” -> cresce il dibattito su come educare il futuro di questa disciplina. => nascono i primi Istituti universitari di restauro dei monumenti (Firenze, 1960, Sanpaolesi), con archivi e laboratori di conservazione dei materiali -> necessità di rapporto diretto tra restauro e chimica. Nei cantieri si sensibilizza sull’utilizzo dei materiali come la pietra, a lungo termine considerati irrecuperabili, favorendo l’utilizzo di altri materiali. L’intervento di prevenzion prevenzione e diventa sempre più centrale, mentre il restauro diventa un intervento eccezionale.

12.DALLA C CARTA ARTA DI VENEZIA ((1964) 1964) ALL ALLA A CONSERVA CONSERVAZIONE ZIONE INT INTEGRATA EGRATA Redatta da Pane e Gazzola -> fare una manutenzione sistem istematica atica d de ei monum monumenti enti per evitare il restauro, che rimane una partica eccezionale e va effettuata nel rispetto di tutti i contributi, a qualunque epoca appartengano, che hanno definito l’attuale configurazione, ma in particolare di quelli antichi. Bonelli critica -> inammissibile, bisogna riportare alla luce l’essenza storica e la sua estetica. Tuttavia la carta viene assunta come fondamentale a livello internazionale. 19 1969 69 -> Gazzola Gazzola, ICOM ICOM, IC ICOM OM OMOS OS OS, diffondono la Carta a livello istituzionale e ne precisano i contenuti in base al settore: -salvaguardia e restauro delle antichità -condotta dei restauri architettonici -esecuzione dei restauri pittorici-scultorei Vengono inoltre resi completamente illegali i completamenti in stile o analoghi, le rimozioni o demolizioni dei segni che testimonino il passaggio dell’opera attraverso i secoli, la ricostruzione o il ricollocamento in contesti diversi da quello originale, l’alterazione delle condizioni in cui è giunta fino a noi, l’alterazione delle patine. => il restauratore diventa un tecnico della conservazione in camice bianco. Per re...


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