Correnti artistiche storia dell\'arte moderna PDF

Title Correnti artistiche storia dell\'arte moderna
Author Dania Certomà
Course Didattica e comunicazione dell'arte
Institution Accademia di Belle Arti di Bologna
Pages 4
File Size 107.4 KB
File Type PDF
Total Downloads 20
Total Views 133

Summary

Download Correnti artistiche storia dell'arte moderna PDF


Description

Correnti artistiche, Storia dell'arte moderna Umanesimo e Rinascimento, 1400-1600 Durante l'Umanesimo vennero abbandonati gli studi teologici e vennero intrapresi gli studi riguardanti le discipline umanistiche (la letteratura e la filologia).Molti umanisti,oltre a studiare le opere antiche,greche e latine,abbandonarono l'uso del volgare ed iniziarono a scrivere nuovamente in latino. Coluccio Salutati fu uno degli umanisti che tornò a scrivere in lingua latina, scrivendo in latino ci si riferiva alle persone più colte(i nobili). La letteratura divenne sempre più d'Élite destinata ad una determinata categoria di persone). Nel ‘400 vennero fondate le prime accademie,dove si riunivano gli intellettuali umanisti per discutere di letteratura e filologia. I loro studi erano finanziati dai signori delle corti(inizialmente infatti le accademie nacquero proprio all’interno delle corti), questi signori si chiamavano “Mecenati” e finanziavano gli intellettuali affinché potessero dedicarsi ai loro studi. Si chiamavano mecenati,poiché “Mecenate” nell’antica Roma era il nome di un antico patrizio romano che aveva finanziato molti artisti,in modo tale che essi potessero realizzare le loro opere). I principi finanziarono le opere anche perché c’era una vera e propria gara per avere il miglior artista a corte,in modo tale da renderla la più importante e conosciuta. L’arte,quindi,divenne sempre meno indipendente,poiché si collegava sempre di più al potere politico. Nell'Umanesimo l'uomo era ritenuto perfetto e padrone del mondo. La facoltà più importante per gli umanisti era l'intelligenza,l'uomo infatti divenne Homo Faber(era artefice di se stesso e del suo destino). In questo periodo ,venne intrapreso nuovamente lo studio delle opere antiche greche e latine,soprattutto quelle greche per un motivo storico(con la caduta dell'impero romano d'oriente- 1453,i greci ,esuli,si stanziarono nella penisola italica. La vita culturale e l'attività intellettuale, conobbero, tra il XV e il XVII secolo, cambiamenti profondi nella concezione dell'uomo e della sua vita, nella produzione e nella diffusione del sapere, nell'organizzazione della cultura. Si è soliti, a questo proposito, di civiltà umanistico-rinascimentale. Il termine Umanesimo indica un movimento letterario, artistico e filosofico che ebbe al suo centro l'umanità: l'uomo al centro dell'universo, rifiutando l'idea mediovale di una creatura e passivamente sottomessa a Dio. Non sono più ammessi limiti all'agire dell'uomo e viene esaltata la libertà che egli ha di esprimersi attraverso la propria attività creatrice, di plasmare il mondo intorno a sè costruendo la sua civiltà e la sua storia . Tutto ciò è sintetizzato nella formula della cosiddetta scoperta dell'uomo, che caratterizzata la cultura del Quattrocento. Gli intelletuali di questo periodo sono interessati a ricercare con entusiasmo le opere della cultura e della civiltà del passato, testimonianze di ciò che l'uomo aveva concretemente creato nella storia. Gli studiosi si dedicarono a riscoprire l'antichità che, se anche nel corso del Medioevo non aveva mai cessato d essere studiato, era stata però considerata soprattutto in funzione della storia cristiana del mondo, come anticipazione e prefigurazione dell'avvento del cristianesimo. L'interesse per gli antichi non significò rifugio nel passato e rifiuto del presente, ma, al contrario, stimolo alla piena valutazione dell'operato dell'uomo, delle sue capacità di agire nella realtà del suo tempo. Stabilito un colloquio con i grandi scrittori greci e latini, gli intellettuali del Quattrocento cercarono appassionatamente di cogliere l'umanità nella sua intima essenza. I valori espressi dall'Umanesimo, l'immagine dell'uomo artefice della vita, l'ideale dell'equilibrio fra istinto e ragione, l'esaltazione dell'armonia e della bellezza, il culto del mondo classico, sono le componenti fondamentali anche di quel momento della storia culturale e artistica. Gli uomini di cultura italiana del XV e del XVI secolo si sentivano legati con un filo diretto alla grande civiltà classica di cui, consapevolmente, si ritenevano eredi, mentre consideravano il Medioevo un periodo di decadenza. Rinascimento è quindi, il ritorno in vita del mondo classico. E' certamente vero che il Quattrocento e il Cinquecento videro una straordinaria produzione artistica e letteraria come mai prima c'era stata. Nel rinnovamento culturale e intellettuale del Rinascimento giocò un ruolo decisivo l'invenzione e la diffusione della stampa a caratteri mobili, che inaugurò una nuova epoca della comunicazione delle idee. Già nel XII secolo gli europei avevano imparato a produrre la carta, assai meno costosa della pergamena. I primi tentativi tipografici furono fatti utilizzando caratteri di legno inchiostrati, che richiedevano però un longo e accurato lavoro di preparazione artigianale e si consumava rapidamente. Alla metà del Quattrocento, il tedesco Gunteberg e l'olandese Coster, inventarono un procedimento di stampa che utilizzava caratteri mobili, fusi nel piombo, che potevano venire riutilizzati molte volte per comporre righe e pagine diverse. Grazie alla tipografia, il prezzo dei libri si ridusse di molte volte. Il libro faceva la sua comparsa come protagonista della riflessione e del dibattito intellettuale dell'Europa moderna. Naturalmente il libro divenne ben presto un

problema politico: le autorità religiose per prime si posero il problema di un controllo sulla stampa. Nel 1501 il papa Alessandro VI istituì l'imprimatur, il nulla osta delle autorità religiose sui libri che trattava questioni di fede; più avanti, l'Indice dei libri proibiti (1559) avrebbe costituito uno degli istituti più caratteristici della Controriforma. Ma nello stesso senso si mossero ben presto anche le autorità civili, attraverso l'introduzione della censura: il libro e la libertà di stampa non tardarono a rappresentare uno dei terreni fondamentali della lotta per la libertà di coscienza e di pensiero. Nel 1543 proprio un libro, il De revolutionibus orbium coelestium (La rotazione delle orbitre celest) del matematico e astronomo Niccolò Copernico introdusse una vera e propria rivoluzione concettuale. Copernico rovesciava la concezione dell'universo, cioè la cosmologia, allora dominante, che poneva la Terra immobile al centro dell'universo e i pianeti e il Sole ruotanti intorno a essa. Al centro dell'universo, affermò Copernico, sta il Sole ed è la Terra a ruotare intorno a esso, così come gli altri pianeti. All'universo geocentrico Copernico sostituiva un universo eliocentrico. Essere copernicani significava infatti scuotere i fondamentali capisaldi del pensiero occidentale. Manierismo, fine '500 Il termine manierismo viene applicato all'arte che si sviluppò tra il primo e l'ultimo decennio del XVI secolo, in un periodo caratterizzato da una crisi storica, culminante con il sacco di Roma del 1527 e religiosa sfociante nella Controriforma. L'arte di questo periodo si distacca dai canoni classici della simmetria, dell'equilibrio e della proporzione, in favore dell'inusuale e dell'eccentrico, portando all'esasperazione alcuni elementi presenti nell'opera dei grandi maestri come Raffaello e Michelangelo. Nelle opere di questo periodo le figure si fanno allungate tendenti ad una marcata stilizzazione, le pose si fanno contorte, i colori sono accostati in maniera inusuale, le composizioni si fanno complicate e affollate di figure. Tra i principali esponenti del manierismo ricordiamo Giulio Romano, Rosso Fiorentino, Pontormo, Parmigianino, Beccafumi, mentre esponenti del tardo manierismo sono i fratelli Taddeo e Federico Zuccari. Per la scultura ricordiamo Baccio Bandinelli, Bartolomeo Ammannati, Benvenuto Cellini e Giambologna. Il Manierismo si sviluppa nel periodo intercorrente tra il pieno Rinascimento ed il primo affacciarsi delle concezioni barocche, ossia, all’incirca, dal 1520 al 1600. esso rivela una certa opposizione ai canoni classici della proporzione, della simmetria e della prospettiva implicite nell’arte rinascimentale matura. Essa, sviluppatasi all’interno dello stesso Rinascimento, si allontana dall'equilibrio dell'arte rinascimentale prediligendo piuttosto la complessità, la drammaticità, il movimento. Le opere manieriste sono infatti caratterizzate da forme allungate, figure modellate in modo fortemente plastico, assottigliate o ritorte; nella composizione emerge l'amore per il bizzarro e l'inusuale, per le pose stravaganti, per gli spazi ristretti, per gli aspetti inquietanti della realtà e le scene drammatiche, talvolta a scapito di una resa realistica dello spazio; i colori usati sono inoltre spesso inusuali, e accostati in modo straniante. Barocco, '600 - '700 Lo stile barocco fiorì a Roma all'inizio del Seicento e si diffuse in varia misura in tutta Europa fino al diciottesimo secolo. E' ancora incerta l'origine del termine, che deriva forse da baroco, termine della logica scolastica assunto in seguito a simbolo di ragionamento pedante, bizzarro, o forse deriva dalla parola portoghese barrueco, designate la perla irregolare. Le opere barocche sono generalmente caratterizzate dalla teatralità e dalla ricerca di un coinvolgimento emotivo dell'osservatore. Da sottolineare è l’idea barocca dell’ “effimero: niente è eterno e la città, diventata teatro di eventi, viene arredata con apparati effimeri che vengono smontati subito dopo. Rococò e Neoclassicismo, '700 Il `700 si divide in due periodi: Il rococò e il neoclassicismo Il `700 si divide in due periodi: Il rococò e il neoclassicismo. Il Rococò Il XVIII secolo appare come il secolo della svolta a causa di cambiamenti radicali avvenuti nella società; è il secolo delle espansioni e dei commerci, del declino di alcuni Stati e del rafforzarsi di altri, come la Francia, l'Inghilterra e l'Olanda. È un secolo di fervore culturale, con molti stili in continua variazione. All'inizio del secolo si ha il rococò, uno stile molto sfarzoso, uno stile architettonico ornamentale. Nasce come una reazione al barocco, ritenuto troppo solenne. Nasce in Francia, impostosi per volontà di Luigi XIV, e da lì si diffonde. Deriva etimologicamente da “rocailles”, = rocce artificiali a forma di conchiglia poste sul fondo di laghetti, che creavano degli effetti luminosi nell'acqua. ? per estensione indica i motivi ornamentali tratti dalla natura. Tra il 1730 ed il 1740, questi motivi iniziano ad apparire negli arredi dei palazzi. Vi è un gusto particolare per l'eccesso di naturalistico e per l'imitazione della natura spinta

all'estremo e svelata come un capriccio. In pittura: orientamento tra il sensuale ed il malizioso ricerca di raffinati effetti atmosferici gusto per colori morbidi e accesi In scultura: intento di creare un'illusione a discapito del realismo statue molto tortuose soffitti abbondanti In Italia… Sotto il profilo storico, l'Italia gioca un ruolo marginale, ma in campo artistico è ancora importante (Roma, Bologna, Napoli e, soprattutto, Venezia). Gli artisti italiani lavorano e sono molto richiesti all'estero. Si effettuano i “grand tours” = viaggi fatti in Italia dai rampolli delle famiglie ricche per formarsi culturalmente. I loro souvenirs erano le “vedute” (= piccoli quadri con paesaggi) I giardini: l'arte dei giardini si trasforma durante questo periodo. Si passa dal giardino rinascimentale (detto anche “all'italiana”) a quello rococò. I giardini: ALL'ITALIANA ROCOCÒ Pochi tipi di piante, rigorosamente geometriche Grandissima varietà di piante. Irregolare, esotico, selvaggio. Non c'è distinzione tra giardino (coltivato dall'uomo) ed il parco Stabilisce percorsi rettilinei o ben tracciati Casualità dei percorsi Statue classiche tra la vegetazione Spesso ci sono delle rovine (preesistenti o costruite ex novo) o delle pagode cinesi. Spesso, si trova vicino al palazzo il giardino all'italiana, e più distante, il giardino rococò. È un movimento europeo che coincide con l'Illuminismo, nato in un'epoca di fermenti culturali, dove vi è molta fiducia nelle capacità dell'uomo. Nell'arte, vi è un ritorno alla classicità. Vi sono molti scavi archeologici. Roma è il centro culturale di tutto. Il neoclassicismo è una reazione al barocco ed al rococò. L'arte educava al bello ed alla virtù grazie alle immagini di azioni eroiche e di sentimenti nobili. Il neoclassicismo nasce dalla matrice culturale dell’illuminismo in contrapposizione al Barocco ma soprattutto alla frivolezza del Rococò. Ciò che contraddistingue lo stile artistico di quegli anni fu la volontà di un recupero formale e l’adesione ai principi dell’arte classica. Quei principi di armonia, equilibrio, compostezza, proporzione, serenità, che erano presenti nell’arte degli antichi greci e degli antichi romani che, proprio in questo periodo, fu riscoperta e ristudiata con maggior attenzione ed interesse grazie alle numerose scoperte archeologiche. Fu un movimento teorico, grazie soprattutto al Winckelmann che teorizzò il ritorno al principio classico del «bello ideale», e fu immagine del potere imperiale di Napoleone. Vedutismo, '700 l Vedutismo è un genere pittorico nato nel Settecento che si occupa di paesaggi o di città riprese dal vero. Questa corrente si sviluppa soprattutto a Venezia: emblema del vedutismo italiano e città natale di molti vedutisti, i suoi scorci e i giochi di colore dell'acqua dei canali con le architetture furono oggetto di ritratto frequente. Nel 1700 nasce una nuova corrente artistica, il "Vedutismo". A caratterizzare questo periodo sono le "vedute", paesaggi sia naturali che cittadini ed è da queste che prende nome. Questo movimento si sviluppa in particolar modo a Venezia grazie alla sua particolarità e suggestività. È possibile distinguere due filoni:

1.Capriccio dove vengono rappresentati paesaggi o totalmente di fantasia oppure costituiti da elementi reali ma tratti da luoghi differenti (Marco Ricci, Giuseppe Zais, Francesco Zuccarelli, Bernardo Bellotto) risultando così molto più pittoresco e teatrale; 2.La veduta realistica: quest'ultima preferisce invece riprodurre oggettivamente la realtà ed è più direttamente influenzata dalle teorie illuministe. Al secondo filone appartengono la maggior parte dei pittori, molto spesso però i pittori passano da uno all'altro filone (lo stesso Antonio Canal ne è un esempio). Il precursore del vedutismo più oggettivo è l'olandese Gaspar Van Wittel che opera soprattutto a Roma ma che durante un soggiorno a Venezia, durante il quale aveva fatto dei disegni della città, poi trasformati in dipinti, inaugura e dà l'idea di una rappresentazione dell'atmosfera suggestiva di alcuni scorci veneziani (individua quindi per primo gli scorci che poi il Canaletto renderà famosi). Può sembrare strano sentir parlare di una corrente vedutista nel '700 quando in realtà vedute naturali e cittadine sono assai presenti nella storia dell'Arte (esempio: rinascimento Bellini e Mantegna). La differenza con il Vedutismo è che i paesaggi sono solo lo sfondo dell'azione umana e sono finalizzati ad essa, ossia la natura non è protagonista ed a sé stante, tanto che a volte viene creata appositamente dall'artista di modo da adattarsi all'uomo (vedi Mantegna Orazione nell'orto). Anche gli elementi naturali e architettonici non hanno valore reale ma un significato ideale che risulta essere sempre collegato all'uomo. Con il Vedutismo invece per la prima volta il paesaggio viene rappresentato in maniera oggettiva e “scientifica”. Quest'ultima parola risulta essere significativa e aiuta a comprendere come l'arte vedutista (del secondo tipo) si ricolleghi all'ideologia illuminista che si andava diffondendo proprio in quel periodo, secondo cui l'approccio con la realtà circostante deve essere di tipo scientifico e oggettivo e il reale compreso con i “lumi” della ragione.

Le opere vedutiste sono molto richieste dalla committenza locale (Venezia) e straniera del tempo proprio per la loro oggettività. I motivi di queste richieste sono essenzialmente due: 1.gli intellettuali interessati all'arte richiedono quadri delle vedute che hanno osservato con ammirazione; 2.coloro che non possono permettersi viaggi vogliono almeno una rappresentazione di luoghi famosi (corrispettivo delle cartoline moderne). È evidente che a tali scopi le opere devono essere curate nel dettaglio e devono essere il più possibile coincidenti con la realtà ed è per questo motivo che viene utilizzata la “camera ottica ” che faceva arrivare la luce su uno specchio il quale proiettava su una parete l'immagine rovesciata e sfocata che dopo esser stata raddrizzata veniva messa a fuoco su un foglio per poi essere ricalcata in uno schizzo dall'artista di modo da avere proporzioni, distanze e prospettive perfette. Questi schizzi venivano successivamente rielaborati e dipinti in studio. Con la camera ottica non viene meno la personalità e l'originalità dell'artista, ma anzi è un aiuto a dir poco necessario al raggiungimento dell'ideale scientifico illuminista, che voleva anche opporsi alla perdita di chiarezza del reale creata dal Barocco e dalla sua eccessività....


Similar Free PDFs