Dario DI Bordo-laboratorio disabilità cognitive PDF

Title Dario DI Bordo-laboratorio disabilità cognitive
Course TFA sostegno
Institution Saint Camillus International University of Health and Medical Sciences
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DARIO DI BORDO – TIROCINIO TFA SOSTEGNOdi LORENZO VALLOREIA SCUOLA: Istituto ……………. TUTOR: si chiama ……………….ed è un insegnante di sostegno di ruolo da oltre cinque anni. CLASSE: terza ALUNNO OSSERVATO: GIOVANNI (nome di fantasia per privacy) BREVE DESCRIZIONE DEL CASO Giovanni è un alunno ben inserito nel gruppo classe che presenta una diagnosi di ritardo degli apprendimenti scolastici prevalenti nell’ambito delle funzioni neuropsicologiche (ICD 9 codice 315.2). È certificato ai sensi della Legge 104 del 1992 art. 3 comma 1. È seguito settimanalmente da due docenti di sostegno per un totale di 18 ore. Segue la programmazione di classe per obiettivi minimi. BREVE DESCRIZIONE DELLA CLASSE La classe: l’alunno è inserito in una classe di diciassette alunni, tutti maschi. Il clima della classe è sereno, ed il comportamento del gruppo dei pari è generalmente corretto anche se si registra la presenza di alcuni alunni particolarmente vivaci (soprattutto dei maggiorenni ripetenti) che a volte turbano l’equilibrio della stessa. Tuttavia il gruppo classe si è mostrato comprensivo e ben disposto all’accoglienza ed all’inclusione di tutti. La classe è supportata dalla presenza di due insegnanti di sostegno i quali coprono l’intero orario settimanale. RACCONTO DI UNA GIORNATA DI TIROCINIO Siamo arrivati al giovedì, la mia giornata libera che dedico totalmente all’attività di tirocinio. Entrato in aula i ragazzi mi accolgono con un caloroso saluto. Vogliono raccontarmi le ultime novità delle loro love story. Io li ascolto volentieri, dando loro anche qualche consiglio. Giovanni mi chiama la lontano, mi avvicino a lui, mi mostra il bel voto della verifica di italiano. Poi mi chiede se sarò con loro pure nell’ultima ora perché l’insegnante di educazione fisica li farà uscire per fare una lunga camminata perché la palestra è occupata. Nell’attesa che inizi la lezione di inglese della prima ora, osservo fuori dalla finestra, mi immergo in questo clima con tutti i sensi: ascolto il vociare che forma un muro di suono, guardo il movimento nel cortile, nell’atrio mi sembra il traffico impazzito di una grande metropoli, annuso l’aria tiepida di una meravigliosa giornata di primavera, tocco con mano quegli istanti di innocente e candida felicità. Mai come adesso, dopo il periodo Covid, la scuola mi sembra un aggregatore sociale fondamentale. Se si potesse sarebbe uno di quei momenti da incorniciare e dipingere su tela bianca. Ne uscirebbe un quadro meraviglioso pieno di colori. Entra la docente di inglese, un silenzio tombale in classe, presagio e terrore per un eventuale interrogazione. Il silenzio dura poco, sguardi indiscreti, una parola detta sotto voce e poi una battuta che viene lanciata senza pensarci troppo da Mario, il ragazzo più vivace della classe. L’attenzione di tutto il gruppo classe viene a mancare in meno di quindici minuti. La docente fatica

a tenere la classe, cerca l’aiuto dell’insegnante di sostegno e da uno sguardo capisco che vorrebbe anche il mio. Mentre qualcuno dorme ancora sul banco, nonostante il gran baccano, entra il docente della seconda ora. Durante la lezione, aiuto Giovanni a svolgere alcuni esercizi di italiano. Leggo ad alta voce il testo e le domande dell’esercizio. Cerco di fargli capire le parole chiavi che lo guidano nella comprensione. Non è l’unico ragazzo a chiedermi aiuto, pure altri ragazzi mi cercano, mi chiamano. A volte il docente di sostegno lavora in gruppo. Sono molti gli alunni con bisogni educativi speciali che vanno aiutati nella classe. Molti allievi sono stranieri con difficoltà nella comprensione della lingua italiana, un altro ragazzo è DSA. Le attività procedono con regolarità fino alla ricreazione. Durante la ricreazione i ragazzi divorano enormi panini, quasi da farmi invidia. Nella mia testa penso: “Se mangiassi così tanto sarei un ippopotamo!” Riprendono le attività con l’ora di laboratorio. Giovanni adora questa disciplina. Lui è molto bravo con la tecnologia. Gli piace tantissimo usare l’Autocad. Onestamente è molto più bravo di me. Devo dire che il clima che si respira in questa classe è altamente inclusivo. Basta pensare che Giovanni aiuta gli altri ragazzi, molti sono in difficoltà con alcuni programmi e lui è disponibile sempre ad aiutare tutti. Nell’ultima ora usciamo, decidiamo di andare a fare attività fisica nella villa della città. Ci portiamo dietro un pallone per fare una partita a calcio. Giocare all’aria aperta, senza le mascherine, davvero è stata un’esperienza unica. Mi è sembrato di tornare all’epoca pre-covid. Rientro a casa dopo questa giornata unica e irripetibile. Non sono per nulla stanco. Mentre guidavo continuavo a meditare sulla mia mattinata a scuola. Il lavoro dell’insegnante è senza dubbio il mestiere più bello del mondo. BILANCIO SULLA MIA ESPERIENZA DI TIROCINIO. Lavoro da diversi anni come insegnante di disciplina, però mai avevo avuto la fortuna di osservare la classe da un punto di vista diverso. L’insegnante di sostegno ha la fortuna di stare più a contatto con i ragazzi, di relazionarsi con loro in maniera diversa. Io come tirocinante ho avuto la stessa possibilità, ho vissuto tra i ragazzi intere giornate. Ho respirato le loro ansie e preoccupazioni, sono stato il loro confidente e il loro supporto. Il mio tirocinio non è stato solo di “osservazione” ma mi ha permesso di agire, di fare, di dare il mio contributo attivamente....


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