De Amicis in Russia-Dorena Caroli PDF

Title De Amicis in Russia-Dorena Caroli
Author Gloria Giannini
Course Storia dell'educazione
Institution Università di Bologna
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Summary

riassunto del libro “De Amicis in Russia” di Dorena Caroli...


Description

CAP 1 .La ricezione dei libri di De Amicis in Russia tra Otto e Novecento I.I cronologia delle traduzioni in russo di De Amicis De Amicis è stato l’autore italiano più tradotto in Russia, i suoi scritti vennero tradotti con molta rapidità a causa di un clima politico e culturale favorevole alla ricezione della cultura scolastica italiana (fine 800 l’editoria Russa si sviluppa grazie a una maggiore diffusione della lettura). Biografia Nasce ad Oneglia(Imperia) 1846, studia a Cuneo, poi a un collegio di Torino e poi in una scuola militare a Modena. Si arruola per la Terza guerra di indipendenza (1866),partecipa alla battaglia di Custoza. Dopo di che pubblica i suoi primi racconti militari “La vita militare”, alcuni dei quali tradotti in Russia:la Madre e Il figlio del reggimento, poi tutta la raccolta. Scrive poi le “Novelle” tradotte in russo nel 1900. Lasciato l’esercito, si dedica alla carriera giornalistica e pubblicherà “Ricordi di Parigi”. Negli anni 70 inizia a collaborare con l’editore Treves , che stava pubblicando numerose collezioni dedicate all’educazione. Da alla stampa: Spagna, Olanda e Ricordi di Londra, Marocco(tradotta in Russo), Costantinopoli, Ricordi di Parigi. Si avvicinerà alla letteratura francese, rimanendo colpito dal romanzo L’amour di Jules Michelet, che pone i sentimenti umani alla base di ogni relazione, vi si ispira per l’opera “Gli amici” considerata un preludio di “Cuore”. 1886 pubblica Cuore, grande successo, tradotto in russo in versione ridotta con il titolo “Diario di uno scolaro”. Vennero stampati separatamente anche i racconti mensili, tradotti da Anna Ul’janova. Dopo si dedicherà ad altre opere tra cui “La maestrina degli operai” tradotta in russo e adattata per lo schermo da Vladimir Majakovski. 1891 aderisce al socialismo, un breve scritto di De Amicis “Massimo Gorki e la rivoluzione russa” testimonia i suoi legami con i socialisti italiani e russi legati alla “Scuola di Capri” fondata da Maskim Gorki. Nonostante la tragedia famigliare della morte del figlio, continuerà a scrivere altre opere tra cui “Le lotte civili” tradotte anche in russo. Muore a Bordighera nel 1908. I.2 la circolazione dei libri per l’infanzia Negli Ultimi decenni dell’800 si intensifica la traduzione dei grandi classici per l’infanzia e costituisce un processo culturale europeo che lo studioso Christophe Charle definisce come “deregulation culturelle”(ampia diffusione di libri fra un pubblico meno colto). In Russia questo processo era il risultato di 2 cambiamenti socioculturali: o Formazione di un pubblico di lettori meno istruiti, dai gusti più leggeri o Riduzione della censura L’approccio semiotico sembra offrire una prima prospettiva di ricerca relativa alla questione del successo stesso dell’opera in Russia, mentre quello del “transfert letterario” si rivela utile per capire bene le operazione di traduzione e riadattamento.

Anche lo studioso Ioachim Klejn ricorre al termine “importazione culturale” e ritiene che in seguito alle riforme di Pietro il Grande si aprirono le opportunità di trasferimento di massa dei valori culturali in Russia, che prendono nuovi significati. Non si parla tanto di “influenza” dei modelli europei ma di “ricezione” ovvero i cambiamenti che i valori, le idee e i testi subiscono nel processo di trasferimento. Questo processo di transfert si intensifica a fine 800 , nel momento in cui si nota un mutamento del modello culturale che riguardava l’interpretazione del mondo e la sua rappresentazione letteraria. Maria Nikolajeva (studiosa di storia della letteratura per l’infanzia) ritiene che la letteratura per l’infanzia contenga un sistema di codici (semiosfera) diversa rispetto alla letteratura per adulti. La sua caratteristica specifica è la presenza di un “sistemi a doppio codice”, che fanno si che i libri indirizzati agli adulti possono essere considerati libri per l’infanzia e viceversa. In quel periodo gli adulti analfabeti si appropriavano di libri per bambini.Il concetto di semiosfera è importante per capire le scelte delle opere da pubblicare da parte degli editori,ad esempio Posrednik pubblicando libri colti, in traduzioni adattate e a basso costo metteva in atto una grande trasformazione culturale, che identificava come destinatari gli strati popolari fino a quel momento esclusi. I.3 la traduzione dei libri per l’infanzia e transfert culturale Per studiare le modalità di mediazione linguistica e interpretazione delle opere letterarie, gli studiosi hanno utilizzato tanti approcci che riguardano la ricezione della cultura fra due paesi, resa possibile dalla traduzione. La traduzione dei libri per l’infanzia costituisce un campo molto particolare, nell’800 si trattava di traduzioni adattate che hanno implicato operazioni complesse di adattamento del testo originale(metamorfosi linguistiche) al pubblico nazionale. Questo procedimento viene definito come “cross-culturale”, ovvero una procedura di eliminazione e censura di alcune parti dei libri. Michael Espagne parla di “transfert culturale”, questa espressione consente di considerare la traduzione come un processo che veicola la circolazione dei modelli culturali che sono all’origine dello sviluppo delle civiltà che li accoglie. Nel caso di Cuore, si può osservare un transfer letterario anche delle immagini, traduzioni dell’opera accompagnate da iconografia(permettono nuove interpretazioni). I.4 Contesto storico:verso la limitazione dell’ autocrazia russa La fase storica in cui si colloca la ricezione di De Amicis è compresa tra le Grandi riforme del 1864 e la Rivoluzione d’ ottobre. L’ abolizione della servitù della gleba(1861) accompagnata dalle Grandi riforme dello zar Alessandro II segnò l’inizio di importanti cambiamenti. Grandi riforme= in ambito giudiziario, amministrativo e anche nel settore scolastico. 1864 introdotti gli “zemstvo”, organi amministrativi di autogoverno locale Lo zar Alessandro II abbandonò l’ approccio liberalista in concomitanza con l’insurrezione polacca. Tra gli anni 70/80 l’ intelligencija russa (elite di letterari e politici in contrasto con L’ordine esistente), si distinse per posizioni più moderate

rispetto al passato e in contrapposizione a loro si formò una corrente di populisti. I populisti volevano sollevare i contadini contro la monarchia e dopo una serie di attentati riuscirono a uccidere lo zar Alessandro II. Lo zar Alessandro III assunse una politica meno liberale e questo segnò una svolta reazionaria. Mise in atto operazioni repressive e di censura nei confronti della stampa e anche altre operazioni come arresti perquisizioni e incarcerazioni (forte politica di Russificazione). Gli succedette il figlio Nicola II il quale continuò la sua politica nazionalista e si formarono sempre più opposizioni e organizzazioni clandestine. La sconfitta subita nella guerra russo- giapponese e le conseguenze che ne derivarono segnarono l’inizio di un processo che portò alla caduta della monarchia zarista. Lo zar Nicola II fu costretto a firmare il “manifesto per il miglioramento dell’ordine dello Stato” che limitava i suoi poteri. La rivoluzione del 1905 fece un ulteriore passo verso la limitazione dell’autocrazia zarista con la proclamazione della Costituzione russa nel 1906,che introdusse la duma statale per l’approvazione degli atti di legge. La prima guerra mondiale e la rivoluzione d’ottobre segnarono la fine dei Romanov. I.5 Topoi della letteratura popolare russa di fine 800 Nel periodo che seguì le grandi riforme, il ritorno a una forte censura da parte del governo condizionò lo sviluppo editoriale. Della selezione dei testi adatti se ne occupava una sezione speciale del comitato scolastico del ministero per l’istruzione,che compilava un elenco di testi. Nel corso del tempo però, si verificò un allentamento della censura nei confronti della letteratura popolare rivolta al lettore comune e alle scuole, come emerge dal confronto degli elenchi di pubblicazione approvati. Quindi gli editori si concentrarono sulla stampa di narrativa popolare di basso livello per ricavarne dei guadagni e ciò contribuì alla formazione di un nuovo pubblico di lettori meno istruiti.. Due peculiarità segnano la storia della letteratura in Russia negli ultimi decenni dell’ottocento: il mercato editoriale modificò la tipologia di generi letterari che andarono a diffondersi, e si era formato un pubblico di lettori di livelli culturali diversi che aveva gusti nuovi rispetto al passato. Si diffusero tantissimi nuovi generi.Fra le storie che affascinavano di più lettori c’erano quelle ispirate al tema dell’ascesa sociale e del successo, in queste trame l’istruzione costituiva il primo passo per la promozione sociale. Inoltre c’erano anche storie di ribelli, molto famose perché in Russia la ribellione non veniva tollerata e il ribelle secondo la società era destinato a fallire, mentre queste storie dicevano il contrario.Tutti questi temi costituiscono la cornice dentro la quale venivano importati recepiti i libri per l’infanzia. I.6 L’alterità dell’Italia risorgimentale fra immagini e realtà Anche la rappresentazione della realtà politica italiana in Russia nella seconda metà dell’800 contribuì a creare il contesto culturale nel quale furono percepite le opere di De Amicis. Gli interventi sui suoi testi rivelano che la ricezione delle opere non fu lineare, ma adattata dai traduttori in base al modo in cui l’Italia veniva rappresentata in Russia.

La rappresentazione dell’Italia si alimentava di riflessioni politiche che nascevano in ambiti diversi. Una delle figure chiave per la trasmissione della letteratura italiana in Russia è Michelangelo Pinto che con i suoi scritti rappresenta l’Italia come simbolo del compimento di una fase storica precisa (Risorgimento). Ci furono tanti studiosi russo che entrarono a contatto con gli eventi italiani del Risorgimento e contribuirono all’immagine che la Russia aveva dell’Italia. L’immagine dell’ intelligencija sull’ Italia era filtrata da opinioni politiche, condizionate dal momento storico, nonché dalle alleanze a livello europeo (ostilità per il patto di Triplice alleanza 1882).Le diverse traduzioni dell’opera deamicisiana rivelano questa molteplicità di visioni, con interventi modulati sui testi. CAP 2. Dalla Riforma della scuola di Caterina II all’ obbligo scolastico 2.I La Riforma di Caterina II Traduzione di De Amicis = si colloca in una fase di cambiamento per il sistema scolastico russo Attraverso le fasi di sviluppo del sistema scolastico russo emergono alcune caratteristiche: a)mancanza di gestione centralizzata b)sistema classista di accesso all’istruzione c) monopolio della chiesa ortodossa nell’insegnamento d) presenza di due sistemi di scuole di città e di campagna e)plurilinguismo L’ opera di Riforma fu iniziata da Caterina II e continuata da Alessandro I, entrambe le riforme partirono da modelli stranieri per modernizzare la società. La Riforma di Caterina II si basava sul sistema austriaco, il “Metodo Felbiger” che presentava delle innovazioni: adozione di libri di testo uguali per tutti, lezioni collettive, lettura ad alta voce e memorizzazione mediante tabelle. La riforma di articolò in 2 fasi:  Creazione di una Commissione composta dai principali eruditi di corte (fungeva da ministero dell’istruzione). Caterina II chiama de Mirievo, aveva svolto un ruolo importante nella riforma asburgica, che si occupò della direzione di diverse scuole per poi diventare un membro della commissione(traduceva i vari libri del metodo Filbiger in russo e organizzava il settore scolastico).  Pubblicazione dello “Statuto delle istituzioni scolastiche popolari russe” che prevedeva l’istituzione di 3 tipi di scuole popolari: piccole scuole di 2 anni, scuole medie di 3 anni e scuole principali quadriennali. Curricoli di scuole piccole e medie simili (lettura, scrittura, grammatica, matematica, scuole medie studio Vangelo), le scuole principali prevedevano il latino e un’altra lingua straniera. Le scuole private, erano obbligate ad usare il nuovo metodo per continuare la propria attività di insegnamento. Il processo di modernizzazione del sistema scolastico mirava a formare nobili nelle grandi città imperiali. La chiesa perse il monopolio dell’insegnamento della religione nelle scuole, che veniva insegnata dai laici ed era basata sull’opera di Felbiger “I doveri dell’uomo e del cittadino”. Spese iniziali apertura

scuole = Commissione, mantenimento= commissioni provinciali di pubblica assistenza (governatori=scuole provinciali, direttore=a livello locale, ispettore=distretti). I pochi maestri non ricevevano un trattamento adeguato al loro ruolo =miseri salari. 2.2 Riforma scolastica di Alessandro I Alessandro I proseguì la riforma di Caterina II con una serie di provvedimenti per consolidare il sistema scolastico russo e inserire dei sistemi di controllo sui territori occidentali che erano stati inglobati dopo le spartizioni della Polonia. La riorganizzazione del sistema scolastico avvenne in 2 fasi:  Fu istituita la figura del ministro dell’Istruzione e fu emanato il Regolamento sull’Istruzione che sanciva l’impegno statale nel favorire una rete di scuole elementari. A livello locale furono istituiti sei distretti scolastici facenti capo alle università, istituzioni di raccordo tra le istituzioni locali e il ministero. Alcuni di questi distretti avevano uno statuto speciale perché erano territori ammessi da poco all’impero (Vilnius rete di scuole polacche).  Gli istituti principali furono trasformati in scuole quadriennali nei governatorati mentre le scuole medie e piccole erano biennali, a livello distrettuale. La Chiesa iniziò ad aprire delle reti parallele di scuole a livello locale (divario tra città e campagna). Fu istituito un Istituto pedagogico centrale per favorire la creazione di scuole organizzate sul mutuo insegnamento. Nicola I diede inizio anche all’apertura di scuole parrocchiali nei villaggi dei territori della corte imperiale e del demanio, che presentavo differenze di classi sociali. La frequenza era gratuita, venivano finanziate dalle imposte locali e i materiali utili erano forniti dal dicastero. Furono poi erette le prime scuole di formazione magistrale e alcuni proprietari terrieri benefattori illuminati, fondarono piccole scuole private per istruire i figli dei contadini. 2.3 Riforma scuola elementare popolare del 1864 2.3.1 Lev Tolstoj scuola a Jasnaja Poljana Tolstoj avviò un’iniziativa di alfabetizzazione per i figli dei contadini nella sua tenuta, la sua scuola era uno spazio educativo libero da costrizioni, che rinunciava a regole rigide. Quello che era un gruppo di bambini che frequentava la sua casa si trasformò con il tempo in una vera e propria scuola, quella di Jasnaja Poljana. La scuola accoglieva 60 scolari suddivisi in classi, con quattro lezioni previste al mattino. Gli orari furono stabiliti in modo conforme ai ritmi della campagna, senza punizioni per eventuali ritardi. Gli scolari non avevano banchi, potevano muoversi liberamente e non c’ erano compiti a casa. Il curricolo prevedeva tante materie insegnate sotto forma di colloquio. Della scuola faceva parte anche un piccolo appezzamento di terra dove i bambini potevano coltivare. Tolstoj abolì completamente le punizioni perché si convinse che umiliavano soltanto il bambino ed espose i suoi principi educativi in una serie di articoli. Tolstoj criticava le metodologie dei maestri poiché la scuola era organizzata non in modo che per i fanciulli fosse piacevole studiare, ma

in modo che per gli insegnanti fosse comodo insegnare. Inoltre la scuola produceva un effetto deleterio a livello psicologico perché faceva reprimere tutte le facoltà più elevate per sviluppare solo quelle che coincidevano con l’ordine scolastico.L’ unico modo per rendere la scuola utile è quello di organizzare un laboratorio pedagogico(es. imparare la lettura con il metodo fonico) dove la sperimentazione è alla base dell’insegnamento. La scuola di Tolstoj durò poco a causa di episodi di disordine e litigi violenti tra i ragazzi forse per la troppa libertà. Dopo, Tolstoj continua ad occuparsi di educazione scrivendo libri di lettura come “l’Abbecedario” e successivamente fondò la casa editrice Posrednick per continuare la sua missione. 2.3.2 Le riforme della scuola elementare di Alessandro II L’ordine (ukaz) del 1864 sulla scuola elementare popolare riguardava il ruolo dello stato nella gestione dell’istruzione e la frequenza della scuola in base al censo. Non espresse una politica scolastica statalista e accentratrice ,ma riconosceva ed equiparava la moltitudine di scuole esistenti e conferì al ministero dell’Istruzione soltanto la direzione pedagogica e non la giurisdizione dell’intero settore delle scuole elementari. Inoltre, l’obbligo scolastico non era una delle parti fondamentali della riforma ma l’accesso all’istruzione era basato sul censo. L’ ukaz mirava a un riordino delle scuole esistenti, estendendo la denominazione di “scuola elementare popolare” a tutte le tipologie di scuola seguenti: le scuole urbane, le scuole popolari,le scuole parrocchiali , le scuole dell’alfabeto, le scuole a orientamento tecnico e le scuole festive. Con questa riforma si voleva favorire il monopolio della Chiesa in campo scolastico, le prerogative della Chiesa comprendevano la direzione e gestione delle scuole elementari parrocchiali e il controllo dell’insegnamento della religione, materia fondamentale del curricolo scolastico (dell’insegnamento della religione si occupavano i sacerdoti). La politica scolastica successiva, prevedeva che fossero i religiosi a insegnare anche le materie di curricolo a causa della mancanza di maestri. L’ abbandono della politica liberale intrapresa da Alessandro II portò a introdurre forme di controllo non solo burocratico, ma anche sui contenuti delle materie del curricolo. Il nuovo ministro dell’istruzione istituì 34 ispettori incaricati del controllo delle scuole e grazie all’ausilio di consigli scolastici che erano in mano ai nobili locali. Inoltre, l’intervento riguardò anche i contenuti dei curricoli (istituì un consiglio scientifico per il vaglio dei libri di testo) e la formazione dei maestri (istituiti cinque corsi pedagogici). Il problema rimaneva lo stesso, l’analfabetismo dilagante anche dopo queste riforme. 2.3.3 Il dibattito politico e pedagogico sull’ istruzione Nel periodo tra l’emanazione dell’ ukaz agli anni 80 emerge un dibattito sul ruolo dell’istruzione e nell’evoluzione della società. I pedagogisti russi, investirono la pedagogia di un discorso scientifico per portare le basi dell’educazione come scienza. Un esponente molto importante di questo dibattito è Bunakov, un maestro che elaborò una concezione educativa nella quale mescolava le idee tolstoiane con nuove istanze di

matrice positivista. Fondò una scuola convitto con un curricolo elementare biennale che funzionò per diversi anni. Si dedicò anche alla redazione di abecedari e libri di lettura. Fu preso mira dalla polizia e arrestato , con. conseguente chiusura della sua scuola e trascorse gli ultimi anni di vita in esilio. Organizzò numerosi congressi per la formazione dei maestri contribuendo a migliorare le competenze del personale laico. Bunakov affermava che la missione della scuola popolare doveva essere quella di impartire l’educazione fisica e morale, con un’attenzione verso l’apprendimento concreto ancorato all’esperienza (lavoro nel curricolo della scuola elementare). Secondo lui il compito dell’istruzione era quello di sviluppare armonicamente e globalmente la persona rispettando la sua natura. 2.4 Abbecedari e libri di lettura per la scuola I cambiamenti introdotti dall’ ukaz portarono a una lenta innovazione didattica. Fu avviata la pubblicazione di abbecedari e libri di scuola per diverse materie. Gli Abecedari educavano a una forte identità nazionale russa e ai valori dell’ortodossia, queste pubblicazioni costituirono dei veri e propri media educativi, strumenti di diffusione sul larga scala dei valori dominanti della monarchia zarista. Al loro interno erano strutturati in modo innovativo, venivano presentati i contenuti in base a gradi di difficoltà. Tra i più importanti autori di abecedari ci furono Uscinskij e Bunakov. Uscinskij si ispirò a Comenio e i suoi abecedari favorivano l’apprendimento grazie al metodo concreto che presentava le illustrazioni accanto alla nomenclatura di animali e oggetti. Inoltre ...


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