Economia e gestione delle imprese internazionali caroli cap 1 - 9 PDF

Title Economia e gestione delle imprese internazionali caroli cap 1 - 9
Author Rita Miniaci
Course Economia e gestione delle imprese internazionali
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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CAPITOLO 1La globalizzazione influenza il comportamento strategico dell'impresa in cinque ambiti: mercato concorrenza produzione risorse persone e valori MercatoLa globalizzazione ha determinato lo sviluppo di nuovi mercati geografici marginali dal punto di vista commerciale come i Paesi dell'Europa...


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CAPITOLO 1 La globalizzazione influenza il comportamento strategico dell'impresa in cinque ambiti: 1) mercato 2) concorrenza 3) produzione 4) risorse 5) persone e valori

Mercato La globalizzazione ha determinato lo sviluppo di nuovi mercati geografici marginali dal punto di vista commerciale come i Paesi dell'Europa Orientale, la Cina, l'India, la Corea e il Brasile. La liberalizzazione degli scambi commerciali ha determinato lo sviluppo di “nicchie globali” ovvero segmenti di mercato che hanno caratteristiche simili in Paesi diversi. Per l'impresa locale la globalizzazione può rappresentare una minaccia o un'opportunità per estendere il proprio volume di affari. In sostanza penalizza le imprese che rimangono nel proprio mercato di origine. In un mercato geografico possono coesistere gruppi con diverse caratteristiche (culturali, mentali.. ) per cui una delle questioni più importanti nelle politiche di marketing internazionale è l'individuazione dell'equilibrio tra lo sviluppo di un'offerta omogenea nei diversi Paesi ma differenziata in base alle necessità di ognuno.

Concorrenza Il successo dei Paesi emergenti è dovuto proprio alle loro caratteristiche economiche e sociali; le struttura logistiche e distributive inefficienti e i consumatori con capacità di spesa limitata hanno costituito degli ostacoli che le imprese locali hanno affrontato attraverso la maturazione di competenze. Inoltre la presenza nel proprio contesto geografico delle imprese occidentali ha portato all'apprendimento della logica della competizione internazionale e ha costituito la condizione per entrare nei mercati internazionali. Inizialmente questi nuovi sfidanti si sono estesi nei Paesi vicini al proprio, in seguito hanno puntato sulle aree geografiche più lontane.

Gli approcci strategici per competere al di fuori del proprio mercato sono: a) sviluppo a livello globale della linea di prodotti e del marchio che è già consolidato nel mercato locale (questo a volte avviene poiché i bassi costi di produzione permettono di costituire un valido concorrente nei mercati occidentali) b) continua innovazione dell'offerta in relazione alle esigenze dei diversi mercati geografici c) specializzazione in una nicchia di mercato di cui diventare leadership a livello globale d) sfruttare le risorse naturali del proprio Paese e produrre anche per i mercati esteri (talvolta per rafforzare questa strategia le imprese acquisiscono o altre imprese che controllano tali risorse o gli asset reali) e) adattare il modello di business che ha avuto successo nel proprio mercato alle caratteristiche dei diversi contesti geografici.

Produzione L'ambito in cui si manifesta in modo rilevante la globalizzazione è quello della produzione, ovvero nella realizzazione di una quoto sempre maggiore di attività produttive in Paesi diversi da quello di origine. La multi localizzazione dei processi produttivi è data dalla volontà dell'impresa di sfruttare le differenze tra i vari contesti geografici in termini di: costi, risorse, logistica e mercato. Un indicatore per descrivere il livello di globalizzazione delle imprese è il “network spread index” che è determinato dal rapporto tra il numero dei Paesi in cui vi sono società controllate e il numero di Paesi dove l'impresa potrebbe essere presente attraverso il controllo di società estere.

Risorse Lo sviluppo dei mercati finanziari internazionali ha portato alla collaborazione tra istituti finanziari e gruppi industriali di Paesi diversi e ha reso disponibili grandi volumi di capitali per le operazioni di acquisizione e fusioni.

Ha avuto quindi un ruolo fondamentale per quanto riguarda l'internazionalizzazione delle medie e grandi imprese. L'organizzazione della produzione a livello internazionale ha portato i gruppi di grandi e medie dimensioni a gestire le risorse su scala sovranazionale. (Global sourcing) La casa-madre dunque individua pochi fornitori “eccellenti” per una determinata macroarea geografica a cui affida la fornitura delle risorse utilizzate dalle sue strutture produttive. Il fornitore quindi dovrà adeguare le proprie forniture alle esigenze dell'impresacliente (la casa-madre). L'impresa cliente e il fornitore concludono un accordo commerciale in cui stabiliscono a livello generale: - i contenuti generali e gli standard qualitativi - il grado di standardizzazione internazionale della fornitura - prezzi - il grado di esclusività del rapporto di fornitura. A livello locale invece: - tempi e modalità di esecuzione - adattamenti locali. La scelta dei partner avviene in base al rapporto qualità/prezzo, modalità di consegna e dalla capacità di garantire la fornitura su scala internazionale. Può accadere che l'impresa-cliente mantenga le relazioni con fornitori locali, a patto che questi abbiano una capacità produttiva e organizzativa tale da poter estendere la loro collaborazione a livello internazionale, o che stimoli lei stessa l'internazionalizzazione, sostenendone il processo, di un determinato fornitore locale che dimostra di avere notevoli potenzialità.

Persone e valori In tutte le unità appartenenti a un gruppo internazionale si tende ad applicare uno stesso schema gestionale e analoghi meccanismi operativi. E' importante quindi raggiungere un equilibrio tra l'autonomia che deve essere lasciata alle singole consociate e il controllo sul loro operato per garantire unitarietà tra le azioni svolte da ciascuna componente.

Le forme di controllo sono basate sull'adesione di tutte le unità del gruppo a obiettivi e orientamenti comuni. Infatti tutti i grandi gruppi internazionali si concentrano sullo sviluppo di iniziative che rafforzino la condivisione dei valori, il senso di appartenenza e la collaborazione tra le varie unità (un esempio possono essere le “convention” che riuniscono i manager di tutti i Paesi). Inoltre la presenza dell'impresa in Paesi diversi implica che le risorse umane siano eterogenee dal punto di vista della nazionalità, dei valori e delle abitudini. L'eterogeneità del capitale umano può essere considerato un fattore di competitività e di successo in quanto la co-esistenza di prospettive diverse può influenzare la capacità di innovare e di comprendere l'evoluzione degli scenari. Nei grandi gruppi globali si è consolidata una precisa funzione chiamata “diversity management” con il compito di gestire i problemi e valorizzare la diversità delle risorse umane nelle varie unità.

Investimento diretto estero L'IDE è un investimento realizzato da un'organizzazione residente in un Paese verso un'impresa residente in un altro Paese con lo scopo di acquisirne il controllo e gestirne le attività in maniera integrata alle proprie. I flussi di IDE sono determinati dal capitale impiegato dall'investitore per acquisire il controllo di una struttura e dalle risorse finanziarie fornite a questa. Gli IDE sono investimenti in entrata quando entrano in un determinato territorio e sono realizzati da imprese che non ne sono parte. Sono invece investimenti in uscita quando escono da un determinato territorio verso un Paese diverso da quello cui ha avuto origine la realizzazione. La teoria del ciclo di vita internazionale degli IDE sostiene che i flussi di IDE in uscita e in entrata di un Paese sono correlati al suo sviluppo economico. - Nelle prime fasi (sviluppo economico basso) il Paese non è capace né di sostenere IDE in uscita (non è investitore internazionale) né in entrata (non attrae investimenti dall'estero)

- Nelle fasi del consolidamento tendono a prevalere gli IDE in entrata perché il paese offre opportunità di insediamento alle imprese internazionali - Nella fase di piena crescita industriale il flusso di IDE (sia in entrata che in uscita) tende ad essere equilibrato. Un IDE può essere realizzato attraverso due modalità: - vengono realizzate nuove strutture produttive come stabilimenti o impianti e ciò comporta un incremento della capacità produttiva nel territorio ospitante - vengono acquisite proprietà o quote di aziende già esistenti nel Paese estero. Si distingue tra investimento greenfield, quando la nuova struttura produttiva viene creata in un sito non utilizzato precedentemente per attività economiche, e investimento brownfield quando la nuova struttura produttiva viene creata in un'area già utilizzata per attività produttive e resa utilizzabile attraverso operazioni di bonifica. Una parte degli IDE è destinata alla creazione delle special purpose entities, cioè società estere che garantiscono vantaggi fiscali e finanziari alle altre società.

Relazioni tra governi locali e investitori internazionali In passato i rapporti tra gli investitori internazionali e i governi locali sono stati complessi, oggi i governi locali considerano gli IDE un'opzione favorevole al loro sviluppo e l'impresa estera ha modificato atteggiamento nei confronti delle aree geografiche ospitanti con le quali è necessario stabilire relazioni. L'equilibrio tra gli obiettivi dell'impresa estera e quelli del governo locale riguardano: a) la ricchezza creata dall'impresa nel Paese estero b) la collocazione di laboratori di ricerca e sviluppo che incrementino le competenze del territorio locale c) buona cittadinanza, cioè l'impresa deve tenere conto di alcuni criteri del territorio d) equilibrio tra il valore erogato al territorio attraverso la collaborazione con fornitori locali e quello derivato dal mercato geografico e) occupazione e sviluppo delle risorse umane

f) trasferimento di fondi finanziari E' stata osservata uno spostamento delle attività produttive dai territori in cui hanno avuto origine, verso altri che presentano migliori condizioni di realizzazione. Il fatto che le imprese locali investano al di fuori del proprio Paese è positivo in quanto dimostrano la loro capacità competitiva ed è determinato dallo spostamento geografico delle aree dove è più conveniente realizzare determinate attività. La questione fondamentale riguarda la capacità di sviluppare le condizioni che favoriscano sia l'uscita di investimenti ma soprattutto l'entrata. E' importante quindi determinare una strategia che miri a sviluppare fattore che rendano il territorio fortemente attrattivo. I fattori considerati nella valutazione dell'attrattività di un territorio possono essere: a) mercato - tasso della domanda - prossimità ad altri mercati b) risorse umane - dimensione della forza lavoro - costo del lavoro - qualità delle risorse umane c) infrastrutture - trasporti - telecomunicazioni - infrastrutture logistiche e per la ricerca e l'innovazione d) tessuto economico - accesso e disponibilità delle materie prime - qualità dei fornitori locali - sistema distributivo e finanziario - risorse country specific (?) e) istituzioni e politiche - istituzioni economiche locali - politiche per l'impresa, per gli investimenti esteri f) qualità sociale e ambientale - qualità urbanistica - coesione sociale

g) immagine e reputazione - reputazione generale del luogo e come sede di attività produttive - politiche di immagine La rilevanza dei fattori di attrattività inoltre è influenzata dal Paese di origine dell'invesitore. La scelta di un'impresa che decide di insediarsi in un territorio non dipende solo dai fattori di attrattività ma anche da altre questioni come l'opportunità di ottimizzare la propria posizione attraverso le relazioni con gli interlocutori locali e la valorizzazione delle competenze acquisite in una determinata area geografica e impiegate poi in tutta l'impresa. La strategia di attrazione di investimenti esteri si articola su due piani: - acquisizione di iniziative economiche da parte di investitori esterni e non presenti nel territorio (corrisponde all'allargamento dei clienti) - estensione della presenza di investitori esterni già operanti nel territorio (corrisponde alla fidelizzazione dei clienti già acquisiti). La seconda strategia è quella più adottata in quanto diversi elementi la favoriscono: come l'esistenza di relazioni tra autorità locali e impresa estera, migliore conoscenza del territorio da parte dell'impresa estera e accesso più diretto alle informazioni che permettono di espandere l'insediamento nel territorio. Per sviluppare una relazione positiva con gli investitori esteri bisogna affrontare questioni come il miglioramento delle condizioni ambientali che incidono sulle attività produttive, la risoluzione dei problemi che l'impresa estera incontra nel territorio e la collaborazione nell'attuazione di progetti di sviluppo territoriale. Nella strategia di attrazione di nuovi investimenti nel territorio è necessario organizzare un'attività di scouting, cioè individuare i potenziali clienti e avvicinarli alle offerte disponibili. A tal fine sono importanti gli interventi diretti del governo locale che portano ad una riduzione dei costi di impianto o di gestione. Man mano che si stabilizza la presenza dell'investitore nel territorio l'importanza data agli incentivi dovrebbe diminuire in quanto il radicamento dovrebbe basarsi sulla qualità dei servizi offerti.

L'impatto degli investimenti diretti sul territorio ospitante Gli effetti prodotti da un IDE sul territorio ospitante sono correlati alla situazione in cui questo si trova. Ad esempio, in un'aerea economicamente poco sviluppata e un alto tasso di disoccupazione l'opzione migliore è costituita da un investimento greenfield. Per quanto riguarda invece le acquisizioni di aziende locali si nota come non producano grandi cambiamenti se non il controllo proprietario dell'impresa. In sostanza l'effetto di un IDE dipende dagli obiettivi alla base dell'operazione, in alcuni casi l'investitore dopo essersi aggiudicato la quota di mercato di quel territorio può decidere di ridimensionare le attività produttive e trasferirle oppure se l'impresa locale si dimostra valida può decidere di affidarle nuovi compiti. (?) Vi sono tre situazioni in cui un IDE ha effetti negativi sul sistema economico locale: 1 →l'investitore raggiunge una posizione di dominio portando gli operatori locali alla crisi. 2 →l'investimento ha un peso economico molto forte nel territorio in cui va ad insediarsi portando ad avere una forte influenza sugli organi di governo 3 →la forte pressione dell'IDE nel territorio comporta uno spiazzamento delle imprese locali che hanno meno attrattività per quanto riguarda le risorse

CAPITOLO 2 Le cause dell'internazionalizzazione dell'impresa Dunning nel suo paradigma eclettico individua tre condizioni che spingono l'impresa a operare all'estero: 1) ownership advantage: l'impresa va all'estero perché dispone di risorse e competenze che le permettono di avere un vantaggio competitivo anche fuori dal mercato di origine. 2) location advantage: l'impresa trova in un'area estera delle condizioni favorevoli che le permettono di valorizzare le risorse e le

competenze che ha a sua disposizione. 3) internalization advantage: l'impresa è in grado di sfruttare meglio alcune risorse di cui dispone a livello internazionale piuttosto che concederne l'utilizzo a terzi. L'approccio eclettico di Dunning vede come spinta all'espansione estera la volontà dell'impresa di voler sfruttare determinati fattori di vantaggio a livello internazionale. Una prospettiva opposta a questa interpreta questa espansione come un modo per acquisire e sviluppare risorse su cui basare il proprio vantaggio competitivo ed è basata su tre elementi: resource linkage, resource leverage e resource learning (indicato perciò con LLL) a) Linkage indica la spinta ad andare all'estero per sviluppare collegamenti attraverso i quali accedere a risorse e competenze non disponibili nel Paese di origine. b) Leverage indica l'utilizzo delle proprie risorse per intraprendere relazioni con soggetti internazionali e sviluppare rapidamente nuove competenze. c) Learning indica come l'espansione sia dovuta al voler apprendere le caratteristiche dei mercati internazionali e delle tecniche di gestione. Modello UPPSALA →Scuola Scandinava La teoria elaborata dalla Scuola Scandinava si basa sul modo in cui si sviluppa il processo di espansione estera dell'impresa proponendo l'idea di un'evoluzione incrementale. Inizialmente l'impresa avvia le sue attività in aree vicine a quelle di origine e con un modesto impegno di risorse estendendo man mano le attività estere in base ai risultati raggiunti. Quindi secondo questi teorici il processo di internazionalizzazione procede in senso espansivo attraverso un impiego sempre maggiore di risorse per le operazioni estere. Si parla di: - strategia multinazionale quando si concentra di più sull'adattamento locale e l'efficienza è massimizzata in ogni Paese in cui opera - strategia globale quando si pone attenzione sull'efficienza

complessiva del gruppo realizzata tramite la collaborazione tra le attività produttive nei diversi Paesi accettando così la standardizzazione dell'offerta - strategia transnazionale quando i due obbiettivi sono equilibrati, cioè l'efficienza è massimizzata e al contempo si tiene conto della specificità di ogni Paese. Dunning distingue tre categorie di IDE in base alla motivazione che sta all'origine: a) market seeking: investimenti finalizzati ad entrare in mercati che permettono di sfruttare vantaggi rispetto alle imprese locali b) natural resource seeking: investimenti volti ad assicurare l'accesso alle risorse difficilmente acquisibili in altre aree c) low cost seeking: alcune attività produttive vengono spostate in aree geografiche in cui costo di realizzazione è inferiore. L'internazionalizzazione può essere dovuta sia a cause interne all'impresa che esterne. Tra le cause interne: - la disponibilità di risorse e competenze da poter sfruttare anche in altri mercati geografici - un migliore accesso alle risorse distintive, miglioramento della propria immagine e delle relazioni con i clienti attraverso l'espansione estera Tra le cause esterne abbiamo: 1) l'evoluzione del mercato verso l'internazionalizzazione. Il mercato di origine risulta esposto e minacciato dalla competizione delle imprese internazionali. Tuttavia i vari mercati geografici assumono sempre più una dimensione sovralocale per cui risulta più facile per le imprese locali estendere le proprie attività. 2) l'espansione internazionale dei principali clienti. Si riferisce in particolare a quelle aziende che operano come fornitori e che in seguito all'espansione estera dei principali clienti si internazionalizzano poiché “trainate” dal cliente. 3) la reazione a strategie attuate dai concorrenti per rafforzare la propria posizione competitiva. Si possono avere due tipi di reazioni: - effetto di trascinamento quando un'impresa, per timore di subire un peggioramento della propria posizione, entra nel mercato estero

in cui sono già presenti i suoi concorrenti - scambio di minaccia con cui si reagisce all'attacco di un concorrente nel proprio mercato. In sostanza si ha quando un'impresa si espande nel mercato di un'altra impresa e che a sua volta la minaccia facendo in modo di limitarne l'espansione. 4) l'azione di soggetti pubblici o privati a sostegno o a sfavore dell'internazionalizzazione. Si intendono finanziamenti da parte del governo per aiutare le imprese a sostenere i costi delle operazioni estere, la fornitura di informazioni sui mercati esteri o politiche la limitano, come quelle protezionistiche. 5) il presentarsi di opportunità commerciali, in questo caso l'internazionalizzazione non è cercata. Le cause di natura interna tendono inoltre ad influenzare la scelta della modalità di entrata. Tra i fattori interni abbiamo: - gli obiettivi alla base della scelta di internazionalizzarsi - l'esperienza internazionale maturata - le risorse disponibili per entrare nel nuovo mercato (come risorse umane capaci) - la dimensione dell'impresa - la disponibilità di risorse finanziarie (finanziamenti delle banche) - spinte da parte dell'imprenditore o dei componenti dell'impresa (l'investitore deve avere una certa propensione al rischio)

L'internazionalizzazione come processo evolutivo L'impresa nel corso della sua evoluzione internazionale attraversa quattro passaggi fondamentali, influenzati dalle caratteristiche del mercato, dall'intensità della concorrenza, dalla struttura distributiva e dalle normative pubbliche e private. Questi passaggi sono: 1. l'entra...


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