Discorso sul metodo - riassunto, fatto bene, ci sono tutti i capitoli PDF

Title Discorso sul metodo - riassunto, fatto bene, ci sono tutti i capitoli
Course Storia della Filosofia
Institution Università degli Studi di Messina
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riassunto, fatto bene, ci sono tutti i capitoli...


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Discorso sul metodo Il discorso sul metodo di Cartesio venne pubblicato nel 1637 come introduzione a tre opere dall’autore considerate più importanti: Geometria, Diottrica e Meteore. Inizialmente lo scopo di questo breve scritto era infatti preparatorio, ad esso era affidato il compito di introdurre la chiave di lettura e il metodo con cui affrontare la lettura dei tre trattati. In questo contesto egli esprimere infatti in modo molto chiaro ed efficace i risultati da lui ottenuti nella sua indagine sul metodo che meglio si addicesse alla filosofia. L’autore divide già originariamente l’opera in sei parti: 1- La prima parte: in questa prima parte Cartesio apre la sua riflessione parlando della facoltà razionale, tipica dell’uomo, che lo contraddistingue dagli animali. Secondo il filosofo è proprio la ragione unita alla conoscenza della matematica che consente all’uomo di distinguere il vero dal falso, per quando le strade da percorrere siano molteplici e non tutte giuste, generando le diverse opinioni sulle cose. Egli considera infatti sostanza ciò che si rifà alla razionalità, e accidente ciò che corrisponde alle diverse vie che si possono intraprendere. Il registro ed il tono colloquiale sono dovuti anche ai riferimenti autobiografici che Cartesio inserisce per motivare la sua decisione di affrontare il problema del metodo. Sempre in questo capitolo manifesta la sua totale insoddisfazione e critica agli insegnamenti ricevuti in gioventù attribuendo un valore nozionistico e istruttivo alla sua formazione letteraria ricevuta. L’autore afferma che la matematica presenta caratteri di certezza ed evidenza ma non ci sono in essa risultati che possono essere utile nella vita pratica, o lo studio della storia e dei libri antichi che permette di conoscere il passato ma fa tralasciare il presente; di conseguenza Cartesio decide di abbondare lo “studio delle lettere” per dedicarsi alla ricerca della scienza dentro di sé o nel “gran libro del mondo” attraverso numerosi viaggi. Da questi egli trarrà un importante insegnamento: quello di rifiutare le verità imposte da leggi, usi e costumi ma di orientare la propria ricerca verso lui stesso. 2- Seconda parte: anche qui la riflessione si apre con un riferimento autobiografico, dove il filosofo racconta che per meditare si era ritirato in una stanza presso Ulma dove aveva dato forma al suo metodo vero e proprio; questo non si rifà a 1

nessuno delle discipline già conosciute infatti rifiuta la logica, la geometria e l’algebra cercando di costruire un metodo che comprendesse i vantaggi di queste tre scienze ma non i difetti. Egli riassume il proprio metodo il quattro regole fondamentali: - regola dell’evidenza: dove accetta come vero solo ciò che apparirà chiaro e distinto alla mente. - regola dell’analisi: dividerà un problema complesso in parti più semplici per potervi applicare la prima regola. - regola della sintesi: ricomporrà il problema in modo ordinario procedendo in modo induttivo, dal problema più semplice a quello più complesso. - regola dell’enumerazione: mediante la quale egli ricontrollerà le fasi precedenti per assicurarsi che non siano stati commessi errori. Pur partendo da discipline come la geometria per elaborare il proprio metodo, una volta formulando Cartesio intende estendere la validità a più campi, a tutto il sapere in generale abbracciando ambiti come politico o etico. 3- Terza parte: Cartesio si preoccupa di darsi alcune regole da seguire di morale provvisoria nel compiere i propri studi. La prima regola consiste nel rispetto delle regole, usi, costumi e religione del paese in cui opererà e nell’uso della maggior prudenza possibile per non rischiare di esporsi troppo. La seconda consiste nel perseverare nella propria scelta fatta a seguito di una profonda meditazione, mantenendosi coerente nelle proprie decisioni. La terza consiste nel non cercare di modificare la mentalità ed il pensiero altrui perché l’uomo ha potere di cambiare solo il proprio. Infine si impone di esercitare nella vita l’occupazione migliore, ossia il coltivare la ragione e il progresso nella ricerca della verità. Sempre in questa parte introduce il tema del dubbio metodico, ossia l’applicazione del dubbio su ogni tipo di conoscenza, che non è però un dubbio assoluto come quello degli scettici in quando Cartesio crede nell’esistenza di almeno una prima verità assoluta. 4- Quarta parte: questa parte è quella più filosofica che Cartesio vi esprime la sua metafora. Partendo appunto dal dubbio metodico egli rifiuta le verità dati dai sensi perché questi ci ingannano, quelle date dai ragionamenti perché nel costruirli si compiono paralogismi e infine quelle date dai pensieri perché quelle dati dai pensieri perché quelli che si hanno da svegli potrebbero avvenire anche mentre 2

dormiamo, quindi non per forza costituiscono pensieri veri e propri. Ma per poter pensare che tutto sia falso non si può negare che vi sia un essere pensante, IO, che compie l’atto stesso del pensare. Dal pensiero deriva quindi l’essere “cogito ergo sum” che rappresenta il primo principio della filosofia cartesiana. Il pensiero è quindi la caratteristica che rappresenta l’uomo nella sua totalità, uomo che cosi diventa res cogitans. L’idea di Cartesio è rappresentazione della realtà che inganna il soggetto rappresentante la realtà, perciò le idee rispondono ad esigenze di tipo soggettivo; quindi forse le cose materiali all’esterno di noi non esistono o ammettendone l’esistenza, non è detto che ci sia una coincidenza tra le mie idee e il mondo. Per accettarsene, occorre dimostrare l’esistenza di Dio, un Dio onnipotente che non può ingannare e mi sia garante della veridicità delle mie idee. Per capire se al di là delle idee c’è qualcosa, se esiste qualcosa che faccia da collegamento tra il soggetto e il mondo delle idee, bisogna cercare se vi siano alcune idee che consentono l’uscita dal mondo soggettivo a favore di quello oggettivo; per far ciò Cartesio divide le idee in tre gruppi: - idee innate: sono intrinseche alla natura dell’uomo fin dalla nascita e sono tre io, Dio; Mondo. - idee avventizie: provengono dal contatto con le cose materiali che sussistono all’eterno di noi. - idee fattizie: sono indipendenti dalla realtà, sono produzione della nostra mente. Una volta classificate le idee, si osserva che l ‘uomo ha l’idea di Dio innata e così Cartesio per provare se Dio esista veramente o consista solo in un’idea introduce tre dimostrazioni:  Un’idea è effetto dell’ente corrispondente; di conseguenza avendo noi l’idea innata di Dio occorre che esista un ente perfetto che l’abbia impressa in noi.  Se l’uomo non fosse stato creato da un ente superiore ma fosse causa sua, avendo innata l’idea di perfezione non si sarebbe creato imperfetto; occorre quindi postulare.  Per quest’ultima dimostrazione Cartesio prende come punto di riferimento la geometria: come l’idea che il triangolo contiene la caratteristica necessaria per cui la somma dei suoi angoli interni sia 180°, allo stesso modo l’idea di perfezione di Dio implica necessariamente l’esistenza. 3

Tutte le nostre idee sul mondo esterno (res extensa) quindi sono vere, in quando proveniente da Dio, essere di cui abbiamo provato l’esistenza. 5- Quinta parte: questa parte presenta un riassunto di un’altra opera di Cartesio, il mondo. qui viene descritta la concezione della fisica secondo Cartesio che viste le reazioni all’opera di Galileo, aveva di non pubblicarla pur condividendo le teorie principali. Approfondisce poi l’argomento della luce, proveniente dal sole e dalle stelle, e poi della terra formandone le descrizioni volto accurate. Egli descrive la nascita di tutte le cose a partire dal caos in cui la materia si trova in principio, passando poi a descrivere le leggi che regolano tutte le cose create (terra, pianeti, sole, stelle). Da qui poi passa a trattare prima gli esseri inanimati e in seguito quelli animati, per concludere. Prima descrive le sue caratteristiche fisiche, uguali a quelle degli altri animali, e in seguito ciò che li differenzia da essi. Fisicamente l’uomo e presentato come una macchina, composta da materia che si muove per azione del calore del cuore. Da qui poi parte una lunga digressione sul funzionamento e sulla funzione del corpo umano. Due sono però le qualità che distinguono l’uomo da, ad esempio, una macchina con le stesse funzionalità o dagli animali: il linguaggio e l’uso della ragione. Nonostante infatti gli animali presentino organi di senso simili a quelli umani, non possiedono un modo di comunicare. Infine Cartesio descrive brevemente la sua concezione dell’anima razionale, che non alloggia solo nel corpo, come un pilota sulla sua nave, bensì e totalmente congiunta e unita ad esso. 6- Sesta parte: all’inizio di quest’ultima parte Cartesio spiega i motivi che lo hanno indotto alla decisione di non pubblicare Il Mondo. Infine spiega quali siano le cose necessarie e le condizioni per procedere nella ricerca scientifica e della natura, criticando ciò che era stato fatto fino a quel momento. Afferma infine che solo dalla scienza e dalla filosofia l’uomo può migliorare le proprie condizioni di vita e per questo elogia queste due discipline.

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