Discorso sul coloniasmo - Aimes PDF

Title Discorso sul coloniasmo - Aimes
Author Fabio Massa
Course Letteratura inglese 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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Riassunto del teso Discorso sul coloniasmo - Aimes...


Description

AIME CESAIRE - DISCORSO SUL COLONIALISMO Introduzione La furia di Caliban : nell'occhio della grande tempesta (Miguel Mellino) Ricordare oggi che le democrazie alleate contro Hitler sono altrettanto imputabili di ricorso allo sterminio e la massacro indiscriminato non sta a significare semplicemente una delle verità fondamentali del Novecento, é una una delle verità del tutto neutralizzate, rimaste felicemente sepolte sotto le macerie del secolo breve. Questo scritto di Césaire (pubblicato per la prima volta nel 1950 a Parigi) costituisce un passaggio chiave nell'attacco a quella "procedura discorsiva di (auto)assoluzione" denunciata da Badiou. Discorso sul colonialismo può essere considerato uno dei testi politici più significativi del 900: 1. Perché nessun altro scritto prodotto in quegli anni all'interno del mondo francofono e anglofono riesce a rappresentare in modo cosi' globale, trasversale ed emblematico il movimento di soggettivazione di quella grande tempesta nera che avvolse il mondo occidentale nel dopoguerra, ovvero di quella lunga insurrezione anticoloniale transnazionale che, iniziata con l'indipendenza dell'India nel 1947 e passando attraverso le lotte del Black Power negli USA e nei Caraibi, si sarebbe chiusa soltanto a metà degli anni settanta con la conquista dell'autonomia politica da parte dalle ultime colonie portoghesi. 2. Perché il testo di Césaire rinvenendo nella "missione civilizzatrice europea" uno degli affluenti essenziali della concezione gerarchica e razziale dell'uomo promossa dal nazifascismo, ha assestato un notevole colpo a quell'autorappresentazione umanistica ed eurocentrica della storia della civiltà occidentale dominante nel pensiero europeo fino agli anni sessanta. 3. Perché si colloca in modo altrettanto originale sulla traccia aperta quasi simultaneamente da un altro grande autore della tradizione del radicalismo nero, ovvero di W.E.B Du Bois : "Si può dire che non vi sia nessuna atrocità nazista - campi di concentramento, mutilazioni ed eccidi di massa, profanazione di donne e orrendi oltraggi all'infanzia - che la civiltà cristiana dell'Europa non abbia praticato contro i popoli di colore in ogni parte del mondo nel nome di una Razza superiore nata per dominare il mondo". 4. Perché attraverso il suo tentativo di portare alla luce la "concezione ristretta e limitante, parziale ed esclusiva e, tutto sommato, odiosamente razzista" dell'uomo disseminata da alcuni dei testi alla base della cultura umanistica europea del suo tempo, Césaire finiva non solo per riaffermare il ruolo strutturante delle rappresentazioni culturali e dell'ideologia nel sistema di dominio coloniale, e quindi per mettere in risalto il fatto che il colonialismo costituiva un sistema globale di sfruttamento ma soprattutto gettava le basi di quello che qualche anno dopo sarebbe diventato un nuovo tipo di pratica critica e di analisi testuale: la "teoria del discorso coloniale". Il mancato riconoscimento di Césaire all'interno del mainstream postcoloniale é dovuto, paradossalmente, proprio al successo e alla grande diffusione tra gli anni cinquanta e sessanta di Discours sur le colonialisme. Inoltre, Discours sur le colonialisme é lo scritto di Césaire sicuramente più in sintonia con quelle "concezioni marxiste del modello decisamente più universalistico, dialettico e manicheo" promosso da autori come James, Fanon, ovvero quelli che Said definì "i teorici dell'anti-imperialismo radicale ed emancipazionista". In breve, si tratta dello scritto di Césaire sicuramente meno congeniale alle sensibilità dominanti all'interno degli attuali studi coloniali. La costruzione del Discorso : l'impronta pan-africanista. Discorso sul colonialismo può essere considerato uno dei prodotti più alti della diaspora nera, ovvero come un testo che ha avuto nell'esperienza e nella "pratica della diaspora" la sua radice fondamentale. Non si può pensare agli scritti di Césaire senza pensare alla sua condizione diasporica in quanto nero nato nella Martinica, ma soprattutto dalla sua esperienza di "esilio" nella Parigi degli anni Trenta. Dal suo soggiorno in una città che all'epoca era non solo uno dei centri più vivaci del pensiero anticoloniale e uno dei "fochi" più importanti del pan-africanismo, della negritudine e di quello che possiamo chiamare il "marxismo anticoloniale" ma anche delle principali avanguardie moderniste di inizio Novecento, come il surrealismo e l'Harlem Reinassance. Dietro la costruzione del Discorso vi era il profondo coinvolgimento di Césaire nell'atmosfera anticoloniale, pan-africanista e modernista della Parigi degli anni tra le due Guerre. Durante gli otto anni del soggiorno parigino, prima del suo ritorno alla Martinica nel 1939, Césaire ha l'opportunità di confrontarsi direttamente non solo con alcuni dei membri più noti dell'intellighenzia francese del momento, ma soprattutto con molti intellettuali neri provenienti dalle colonie come Leopold Senghor, Leon Gontran Damas. Nel 1934 fonda insieme a Senghor e

Damas la rivista "l'Etudiant noir". E' all'interno di uno dei numeri di L'Etudiant noir che Césaire propone per la prima volta il suo neologismo négritude invocando la riscoperta e il recupero di pratiche, credenze e valori autenticamente neri in quanto momenti essenziali di una politica più generale di contro-assimilazione e di resistenza alla cultura del Padrone Bianco da parte dei neri di discendenza africana di tutto il mondo. Come hanno notato diversi studiosi della sua opera la négritude rappresenta chiaramente l'esito di un vissuto singolare, il sintomo di una doppia coscienza divisa tra Parigi e la Martinica, vale a dire l'espressione di una soggettività lacerata dalla scelta tra l'assimilazione alla lingua e alla cultura del colonizzatore e un loro totale rifiuto proprio in favore di quell'identità (africana) repressa, rimossa e ridicolizzata dallo stesso padrone coloniale. La négritude di Césaire é il farmaco ad una ferita personale, sulla traccia di un tentativo soggettivo e piuttosto originale di sutura del reale. L'Etudiant noir si proponeva come un tentativo di superamento di due periodici precedenti più popolari fra studenti e attivisti neri ("La revue du monde noir" e "Légitime Défese"). Agli occhi di Césaire e compagni le analisi incoraggiate dalle due riviste non riuscivano affatto a mettere a fuoco in modo efficace la singolarità dell'esperienza storica nera e finivano per riprodurre le due diverse varianti del tradizionale assimilazionismo colonialista francese: 1. La revue du monde noir privilegiava unicamente l'idea del métissage non faceva che riposizionare in modo pacificato le culture della diaspora nera sulla traccia della cultura del colonizzatore 2. Légitime Défense nel suo tentativo di dissolvere il concetto di razza entro quello di classe si mostrava eccessivamente subalterna al marxismo e al surrealismo francese L'Etudiant noir invece sollecitava apertamente una rivalutazione più radicale delle radici africane della cultura nera transnazionale. Césaire intende per negritudine due passaggi fondamentali storici precedenti: La rivoluzione haitiana anti-schiavista di Toussaint L'Ouverture nel 1799: si tratta della prima insurrezione storica della negritudine, del primo tentativo significativo da parte dei neri di (ri)appropriarsi della loro dignità e umanità. La lotta per il riconoscimento della cosiddetta "negro culture" incoraggiata dagli artisti e dagli intellettuali dell'Harlem Renaissance : si é trattato della prima volta in cui "Black is beautiful é stato pronunciato orgogliosamente davanti al mondo", ovvero nell'aver promosso un "atteggiamento che avrebbe dato inizio a una profonda rivoluzione culturale, a un rovesciamento importante dei valori razzisti diffusi dalla schiavitù e dal colonialismo". La genealogia del movimento della negritudine la Parigi tra gli anni Venti e Trenta appare importante anche per una serie di eventi e di fenomeni politici e culturali: 1. La fondazione della Ligue Universelle de defense de la Race Noire, movimento ispirato al pan-africanismo, il suo creatore Houénou lavorava a una sintesi tra marxismo e garveyismo nel tentativo di fornire nuove basi politico-culturali ai movimenti anti-coloniali emergenti in Africa e nei Caraibi. 2. Fondazione nel 1926 del Comité de Défense de la Race Nègre 3. La rivista La voix des nègres da parte del nazionalista senegalese Lamine Senghor (parente di Léopold Senghor) che promuoveva la riscoperta della blackness attraverso la lingua e di una rivalutazione della parola nègre. E' cosi' che cominciava a prendere corpo un progetto che sarebbe stato alla base dell'intero futuro movimento della négritude. 4. La Ligue de défense de la Race Nègre, nata da una scissione del Comité de Défense de la Race Nègre e aveva come strumento di diffusione la rivista La race nègre. Di orientamento comunista il fondatore Kouyaté fu tra i principali organizzatori di un evento davvero significativo nella storia del pan-africanismo: la Negro World Unity Conference, tenutasi a Parigi nel 1934. Segna a livello simbolico la congiunzione tra tradizioni pan-africaniste anglofone e francofone e quindi la nascita del pan-africanismo in quanto movimento politico autentico, con radici nella totalità della diaspora africana. La costruzione del Discorso: l'impronta modernista1 La négritude di Césaire rappresenta anche una sua traduzione delle concezioni artistiche, politiche e culturali diffuse da altri due movimenti attivi all'epoca: il modernismo e il surrealismo. Entrambi i movimenti possono essere considerati causa e conseguenza di una crisi della rappresentazione nei principali paesi occidentali originata non soltanto dallo sviluppo scientifico e tecnologico come della prima società industriale di massa ma soprattutto dall'irruzione dell'Altro-coloniale all'interno dello stesso spazio sociale e narrativo europeo. Modernismo e surrealismo appaiono impensabili senza il fenomeno del "primitivismo" ovvero al di fuori di un profondo incontro/scontro culturale con l'Africa, con le sue particolari forme di vita e tradizioni artistiche. Basti pensare a uno dei capolavori

dell'arte modernista e surrealista "Les demoiselles d'Avignon" di Picasso o alla fondazione a Parigi nel 1937 del Musée de l'Homme. E' importante ricordare che per buona parte dei modernisti e dei surrealisti europei l'esplorazione di pratiche culturali ed estetiche africane - benché improntata a una visione coloniale e euro-centrica stava a significare la ricerca di una soggettività diversa da quella razionale e moderna, la sperimentazione di forme di vita e di conoscenza che fossero in grado di rivitalizzare una cultura occidentale ritenuta ormai decadente e avviata al tramonto poiché sempre più attanagliata dai labirinti della ragione, della scienza e della tecnica ovvero sempre più stretta nella morsa del capitalismo industriale e delle sue macchine. In breve, per molti dei modernisti e surrealisti europei il confronto con l'Africa stava a significare la necessità di una rinascita culturale, il bisogno di sperimentare nuovi modi di stare nel mondo, di rapportarsi agli altri e alla natura come passaggio obbligato di quel processo rivoluzionario che avrebbe portato alla riumanizzazione delle macchine e delle tecnologie. Poiché soltanto la produzione di un uomo nuovo avrebbe potuto salvare una civiltà che stava inesorabilmente posando su di sé il drappo delle tenebre mortali. 1 Modernismo: movimento esteso tra il 1900-1945 ha interessato varie avanguardie artistiche europee (futurismo, dadaismo, cubismo, surrealismo) e ricerca nuove tecniche narrative e poetiche: - distacco dell'artista dall'opera - rifiuto di un linguaggio vago e suggestivo per un linguaggio più preciso e obbiettivo - uso esteso di simboli - trattazione di temi precedentemente tabù (esempio: sessualità). James Arnold ricostruisce il background modernista nella sua prima versione del Cahier : nel concetto di negritudine si nascondono secondo lui anche le concezioni sui cicli culturali, sulla nascita e la morte delle culture ovvero sull'ineluttabile tramonto dell'Occidente e sull'imminente risorgere di quelle forme di vita represse e negate proprio dallo sviluppo e dall'espansione della civiltà tecnologica europea. Funzione apocalittica e liberatrice del concetto di negritudine: la rinascita delle civiltà africane (non contaminate dalla volontà di potenza tipica dell'homo faber occidentale) non potrà che avvenire sulle rovine della civiltà euro-americana (alienata dal dominio della ragione strumentale)2. Da queste potenti strofe si puo' desumere con chiarezza che la negritudine, cosi' come é stata plasmata dalla storia é per Césaire sinonimo di salvezza, redenzione, emancipazione non solo dei neri ma dell'umanità nel suo insieme. Sta qui il contro-modernismo o modernismo postcoloniale di Césaire: l'irruzione dell'Altro (nella veste del negro) sullo scenario europeo-occidentale non viene a configurarsi come mero sintomo della crisi di rappresentazione bensì come istanza rivoluzionaria e trasformatrice, come pura possibilità. Tuttavia, la négritudine di Césaire nonostante la sua vocazione universalista non rappresenta una nudità senza colore: anche se non si propone affatto come una traduzione di tipo carcerario dell'identità (in quanto identità chiusa, stabile, volta unicamente al passato) essa finisce comunque per riaffermare necessariamente un'idea di continuità e di unicità nella storia dell'esperienza culturale dei neri. Proprio per questo, invocare l'auto-distruzione del negro (o la sua eredità o identità) o la subordinazione alla lotta di classe3 non può che costituire un atto di altrettanta violenza. L'apologia sistematica sistematica delle civiltà non-europee come l'esaltazione della negritudine viene a configurarsi come un momento tatticamente decisivo per la soggettivazione di milioni di persone a cui sono stati inculcati con grande accortezza (durante l'espansione del capitalismo coloniale moderno) il complesso di inferiorità, la prostrazione, la disperazione, il servilismo. "Questo significa che la salvezza dell'Europa non consiste in una semplice rivoluzione nei metodi, ma in una vera e propria rivoluzione. In quella rivoluzione che, all'angusta dittatura di una borghesia disumanizzata sostituirà, in attesa di una società senza classi, la preponderanza dell'unica classe che conserva anche una missione autenticamente universale, poiché soffre sulla propria pelle di tutti i mali della storia, di tutti i mali universali: il proletariato". La posta in palio é enorme: la costruzione di società inedita nella storia dell'umanità, improntate al valore d'uso, al controllo collettivo e alla cooperazione universale tra i particolari e quindi organizzate a partire da una logica completamente diversa da quella capitalista o di mercato. "I dannati della terra" : Il proletariato di Césaire irrompe come l'unica classe che conserva ancora una missione universale proprio perché vive da sempre in uno stato permanente di morte sociale: non può emanciparsi se non sopprimendo la stessa società classista (colonialista e razzista) di cui é prodotto. Il proletariato del Discorso, come il negro di Fanon non ha alcuna identità da rivendicare, non lotta sotto nessuna

bandiera, vuole solo auto-sopprimersi e per farlo deve porre fine alla società che lo ha creato. 2 3 Egli tuttavia cita (p.64 del libro) l'Unione Sovietica come esempio di società nuova e sostenuta dal calore di un'antica fratellanza. come pure faranno esplicitamente Fanon in pieno svolgimento del processo di decolonizzazione in Africa e le pantere nere durante la loro lotta contro l'apartheid americano Césaire ha riadattato "La Tempesta" di Shakespeare4 "per un teatro nero", traducendo postcolonialmente la penultima opera di Shakespeare secondo cui il trionfo dell'uomo (di un nuovo umanesimo) può cominciare a manifestarsi soltanto dopo la decisione di Caliban (lo sfruttato) quindi frutto esclusivo del suo arbitrio perché dipende esclusivamente da lui: da un urlo inneggiante alla rivolta, alla giustizia e alla libertà. Da una violenza divina sfociata in modo fulmineo dal dannato: "Prospero tu es un grand illusioniste: le mensonge, ça te connaît. Et tu m'as tellement menti, menti sur le monde, menti sur moi même, que tu as fini par m'imposer une image de moi-même: Un sous-développé, comme tu dis, un sous capable, voilà comment tu m'as obligé à me voir, et cette image, je la hais! Et elle est fausse! Mais maintenant, je te connais, vieux cancer, et je me connais aussi". La costruzione del Discorso: l'impronta surrealista5. Il surrealismo di Césaire, come il suo modernismo, non é stato una mera replica del surrealismo delle avanguardie europee. Per Césaire, come per i surrealisti europei, lo scopo essenziale del surrealismo poetico era quello di contribuire a una distruzione del simbolico (linguaggio) in modo da stimolare il riemergere del reale (dell'apertura soggettiva, della possibilità e cioè di una temporalità vera, non storica ma in qualche modo naturale, non strutturata dai meccanismi logocentrici e repressivi della civiltà bensì unicamente dal puro desiderio. Tuttavia per le culture della diaspora nera questo Realtà é rappresentato puramente ed esclusivamente dall'Africa nel senso che é l'eredità africana a costituire il loro effettivo elemento perturbante. Cosi' per Césaire, diversamente dai surrealisti europei, era soprattutto l'Africa a rappresentare il vero repertorio inconscio di immagini e di simboli surreali. Decostruzione e ricostruzione della soggettività afrocaraibica, la poesia surrealista non fa che alimentare la scelta strategica della de-assimilazione e della resistenza culturale incoraggiata dalla negritudine : é un'arma politica fondamentale nella lotta dei neri per l'emancipazione. Attraverso la rivista Tropiques (fondata in Martinica da Césaire e la moglie) si voleva fondere surrealismo e négritude per portare alla luce i tratti fondamentali di un'esperienza culturale specificamente martinica e caraibica. Inoltre, Césaire partecipo' nel 1947 all'Esibizione internazionale del Surrealismo tenutasi a Parigi e che tre anni dopo verrà pubblicato in Francia Corps Perdu, una raccolta delle sue poesie più note illustrate da Picasso. Il momento del Discorso. 4 5 Ai tempi di Shakespeare, buona parte del mondo era stata già scoperta e si narravano delle storie provenienti da isole lontane, come i miti dei Cannibali dei Caraibi e di remote città ideali. Con il personaggio di Calibano, Shakespeare presenta una profonda riflessione a proposito della moralità del colonialismo. Sono proposti diversi punti di vista, con esempi come l'utopia di Gonzalo, lo schiavismo di Prospero a danno di Calibano ed il rancore di quest'ultimo a causa di ciò. Calibano è mostrato anche come uno dei personaggi più naturali nell'opera: egli vive a stretto contatto con il mondo naturale (ed è molto più nobile dei suoi due amici del Vecchio Mondo, Stefano e Trinculo). Surrealismo: nIl movimento ebbe come principale teorico il poeta André Breton, che canalizzò la vitalità distruttiva del dadaismo. Breton fu influenzato dalla lettura de L'interpretazione dei sogni di Freud del 1899; dopo averlo letto arrivò alla conclusione che era inaccettabile il fatto che il sogno (e l'inconscio) avesse avuto così poco spazio nella civiltà moderna e pensò quindi di fondare un nuovo movimento artistico e letterario in cui il sogno e l'inconscio avessero un ruolo fondamentale. E' proprio la combinazione singolare dell'epoca di négritude, modernismo, marxismo postcoloniale e surrealismo di Césaire a dar nascita alla sua premessa politica : che non vi può essere una reale liberazione economica e politica (di tutta l'umanità) senza una profonda rivoluzione culturale. Discorso sull'Europa: Césaire non si ritiene un "nemico dell'Europa" né un profeta del ritorno al passato pre-Europeo. Egli rimpiange solo che l'Europa si sia "propagata" nel momento in cui é caduta nelle mani di finanzieri e di capitani d'industria del tutto privi di scrupoli, che fosse proprio questa l'Europa ad incontrare l'Africa e dover rendere conto davanti alla comunità umana del più alto numero di cadaveri della storia. Secondo Césaire dietro la macchina criminale dell'Europa agisce una strana forma di oblio (autoassuluzione): 1. Sia nell'oblio

dell'agghiacciante presenza del ricorso allo sterminio e al massacro coloniale pianificato da alleati e...


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