Discorso sul Viaggio PDF

Title Discorso sul Viaggio
Author Gaia Salandrini
Course Etica Sociale
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
Pages 1
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Summary

discorso sul Viaggio (filosofia del Viaggio), che tocca le seguenti tematiche: introduzione, seconda regola del viaggio e collegamento con capitolo su Ulisse e Abramo...


Description

Viaggiare è incontrarsi; del viaggio non si comprende nulla senza il rapporto con l’altro da sé. Per Blanchot il viaggio, l’esilio, l’esodo indicano un rapporto positivo con l’esteriorità e l’esigenza di questo rapporto è un invito a non accontentarsi di ciò che è nostro. Viaggiare è metafora della vita, vivere è metafora di viaggiare e a sua volta, lo è pure della democrazia. Trattiamo la seconda regola: di fronte all’altro,nella meraviglia, nell’infinito, nella crisi, sta la vera partenza di un viaggio. Questa regola dice qualcosa in più “di fronte all’altro”: non si parte per un viaggio finché non si è di fronte all’altro; dice che c'è una vera partenza del viaggio, se non c'è la vera partenza si viaggia senza viaggiare, perciò sarebbe un viaggio ridotto a uno spostamento, che è accentuato da fenomeni quali la globalizzazione e il consumismo dei giorni d’oggi. In sostanza si può dire che io sono finito, è l’altro che mi apre dal mio finito, chiamandomi a molto più di ciò che saprei fare per conto mio nella crisi. Perché ricordiamoci che il viaggio inizia nella crisi, senza la quale non ci sarebbe un viaggio. Nella meraviglia, di cui Aristotele parla nel suo terzo libro, l’infinito si presenta come un distrarsi da sé, un viaggio. L’incontro con l’altro non ha termine, a tal punto che crescono dei desideri e pensieri strani (che Ulisse non conosce), ovvero di non tornare più al punto di partenza, che viaggiare sia lo stesso stare in viaggio. Levinas infatti contrappone la figura di Ulisse con quella di Abramo che sono due tipi di viaggiatori estremamente diversi. Abramo infatti parte sapendo di non tornare, mettendo al centro della propria storia l’impegno per una causa giusta o bella che rapisce. (Argomento collegato: Ulisse e Abramo) Da questo punto di vista si potrebbe far presente che è il viaggio a esprimere una doppia concezione del tempo e del viaggio stesso. Duplice icona della cultura occidentale sono Ulisse e Abramo; sono come dei prototipi del viaggiare. Ulisse è il prototipo di un viaggio in qualche modo circolare, che va da casa a casa, che parte e si conclude nello stesso punto. Un viaggio che si ricollega a se stesso nell’identico. Con Abramo invece l’immagine non sarà più quella di un percorso circolare, per tanto si parlerà di una linea retta in avanti senza un ritorno indietro e perciò di un viaggio lineare. Per Abramo la casa viene sostituita dall’immagine di una tenda perché il futuro del cammino è più importante di quello del passato: l’infinito si propone come attrazione in avanti come una sorta di chiamata in avanti. Levinas così vuole distinguere due tipi di viaggio: quello di Ulisse che è il medesimo che ritorna a sé e quello di Abramo che è l’opposto ovvero l’esodo dell’io verso l’altro. In conclusione il Viaggio è l’icona dell’infinito, infinito inteso tra di noi, come il protrarsi dell’umano verso l’altro, da sé. L’infinito perciò è l’uscita da sé, è cammino ed è viaggio verso l’altro. Il viaggio incontra il destino dell’uomo e oggi, in un mondo globalizzato, con il virtuale sembra incontrare l’uscita dal luogo come spazio fisico da condividere, l’uscita dal corpo e quasi dal mondo, in cui il concetto di casa propria viene abolito e si integra il concetto di accoglienza....


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