1° Discorso Rousseau PDF

Title 1° Discorso Rousseau
Course Storia delle Dottrine Politiche 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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Summary

Primo discorso di Jean Jacques Rousseau riassunto in maniera impeccabile...


Description

Discorso sulle scienze e sulle art Il Discorso sulle scienze e sulle arti è la prima significativa opera del filosofo ginevrino ed è un’opera che nasce dalla partecipazione ad un concorso bandito dall’Accademia di Digione e da un tema dal titolo “Il progresso delle scienze e delle arti ha contribuito a corrompere o a purificare i costumi?”. Nell’elaborare una risposta a tale quesito e nello sviluppare tale tema, Rousseau, mostra da subito la sua originalità, il suo essere un Illuminista anticonformista sui generis (proprio perché gli illuministi animati da una fiducia nei confronti della ragione e del progresso, la storia è progressista, è migliorativa, la storia avanza nella liberazione e dalla oscurità delle tradizioni e dei fanatismi religiosi, politici, quali l’assolutismo ecc), ebbene rispetto a questa tesi emerge da subito lo spirito critico di Rousseau, il quale a riguardo dice che vuole avere il diritto a pensare sempre in modo critico ed autonomo. Nella prefazione, Rousseau, fa questa proclamazione di autonomia, elemento chiave, stella polare un po' per tutti noi; dove viene meno l’autonomia viene meno la libertà, la democrazia, la possibilità di costruire un percorso che abbia a che fare con crescita, emancipazione e con l’autentico progresso, non da idee precostituite, prefabbricate o da correnti di cui uno fa parte ecc. Egli inizia a tracciare una linea originale e critica rispetto alle scienze e le arti, le quali, lungi da purificare i costumi, hanno contribuito a corromperli. L’opera di Rousseau ancora oggi può dirci molto, soprattutto rispetto a quei teorici che ci parlano di scienza e progresso in maniera acritica, ininterrotta, come locomotive che marciano trionfalmente verso il futuro, tutte visioni ingenue che possono oggi trovare in Rousseau uno dei primi critici, analisti, che ha saputo dire al mondo che la scienza non è progressista di per sé, che le arti non sono emancipatorie, liberatorie e purificatrici dei costumi di per sé. In che senso, secondo Rousseau la scienza e le arti non purificano i costumi? Nel senso che spesso le arti, dice Rousseau, abbelliscono delle realtà che in realtà sono corrotte, mediocri, sono ghirlande di fiori poste su catene, ferri e catene. Le arti spesso sono usate dal potere per abbellire ciò che bello non è. Sono spesso utilizzate dal potere per rendere piacevole e accettabile una realtà che in realtà è dura e ingiusta, che è appunto ferro e catene. Le catene gravano sugli uomini e spesso le arti vogliono distrarre gli uomini da queste catene e spesso le arti non abituano l’uomo ad essere ciò che è, ma lo abituano ad apparire. Vi è in Rousseau una critica alle arti, ai costumi, alle mode che trasformano gli uomini da essere quello che sono ad essere ciò che appaiono. La dicotomia essere/apparire, dicotomia longeva nella storia della filosofia è ben delineata in un contesto di arti che stimolano ad essere ciò che non siamo. Noi, attraverso le arti, riproduciamo schemi, apparteniamo ad una moda, seguiamo un’arte e ci abbelliamo, ci adorniamo come quelle arti, mode ci chiedono, come quelle arti vogliono che noi siamo. Dunque, anziché essere uomini reali e veri diventiamo soldatini con delle uniformi. Le mode sono delle uniformi, seguire una moda significa indossare uniformi e quindi agire in base a quell’uniforme che si è deciso di indossare. Le nostre maniere hanno perso autenticità e originalità. Le arti dunque vanno a far declinare, morire l’uomo nella sua dimensione più naturale, autentica. Dice che le arti portano via in noi una dimensione naturale, portano via quell’aspetto del nostro essere, del nostro carattere che non viene stimolato verso le nostre inclinazioni più vere e intime ma viene di fatto plagiato, formato a seconda dei dettami esterni, perdendo la nostra autenticità. Tema poi centrale nell’Emilio. Dunque, le arti, anziché sviluppare una purificazione del nostro animo, trasformano l’uomo che è in un uomo che appare, con un “codazzo” dirà Rousseau di vizi e i vizi dell’Atene e della Roma antiche. Quando hanno deciso di perdere la propria forza più naturale per dedicarsi ad arti illusorie e ad arti che dovevano solo coprire la realtà problematica delle due grandi città antiche, ebbene quando ciò avvenne inizio il loro declino, declinarono quando artisti, scienziati, hanno deciso di, sostiene Rousseau, manipolare i sentimenti più puri degli Ateniesi e dei Romani. Allora c’è un elogio di Sparta, una contrapposizione tra la Sparta della purezza e dei sentimenti, della fedeltà alla terra, alla città, alla naturalità dell’essere Spartani, dunque educazione diretta, meno costruita rispetto a quelle che sono le naturalità, gli aspetti non caratteriali, le capacità di ogni singolo uomo di ogni singola donna. Dunque tutti i predetti sono diventati deboli quando le arti hanno di fatto corrotto l’animo dei cittadini e qui c’è una retorica tra vizio e virtù, già presente con Montesquieu, Montaigne, filosofi che stanno di fatto tratteggiando una educazione e una linea di

comportamento, educativa dei nuovi cittadini e del mondo moderno, elogiando quello che sono anche in maniera stereotipata, le virtù pubbliche, politiche degli antichi rispetto alle corruzioni dei moderni, andando ad individuare quando fosse iniziato il declino e l’avanzata della corruzione. Nella prima parte, dunque, Rousseau, parla soprattutto di arte e ci dice che l’arte rischia di mascherare quella che è la velleità della natura, la cultura se è anti naturalista e se è tale va condannata, va appunto osteggiata perché la natura ci ha voluti salvaguardare dalla scienza come una madre strappa un’arma pericolosa dalle mani del proprio bambino, perché la natura ci deve sempre indicare che allontanarsi da essa crea ovviamente forme di declino e corruzione di cui gli uomini dovranno pentirsi, si pentiranno in futuro. Nella seconda parte parla di scienze. Le scienze hanno contribuito al progresso dell’uomo, non nega questo, ma ripete, che in un coro che esalta le scienze, egli ne mette in luce le deficienze, le mancanze, le ingiustizie, perché la scienza costruisce, produce le disuguaglianze sociali, la scienza dividerà gli uomini tra chi possiede risorse, conoscenze scientifiche da chi non le possiede. Chi le possiede, le tramanda e chi non le ha, spesso ne è fuori, non ne attinge. Ecco dunque abbiamo gli inclusi e gli esclusi nel progresso e nella scienza, noi oggi stiamo parlando di un ipotetico viaggio su Marte e non riusciamo a garantire l’accesso all’ acqua a tutta l’umanità, non riusciamo a garantire a molti bambini i vaccini contro influenze, polmoniti che mietono ancora tantissime vittime, concentrate in modo particolare nell’africa sub-sahariana. Dunque, abbiamo affidato alla scienza il trionfo del progresso ma essa non produce di per sé, ci dice Rousseau, uguaglianza, emancipazione, libertà e progresso anzi molte volte può creare disuguaglianza. Dunque, non vi è solo un rinascimento delle scienze, le scienze producono rinascimento per pochi, vantaggi per pochi ma altresì producono guasti, declino, corruzione per molti altri popoli, per molte altre civiltà. La decadenza è data anche, dice Rousseau, da una cattiva distribuzione delle scienze, da una cattiva disponibilità delle scienze. Rousseau è animato da un interesse rispetto al tema dell’uguaglianza-disuguaglianza, è animato da una spinta anche ideale, politica verso la ricomposizione delle disuguaglianze tra gli uomini, ed ha questo grande merito. Come nel “Discorso sull’origine della disuguaglianza”, individua nella proprietà privata l’inizio di grandi conflitti, guerre, contrasti tra gli uomini, ebbene cosi ha il coraggio di individuare nel progresso scientifico un elemento non di sola emancipazione, autonomia ma un elemento anche di corruzione, violenza, e leggere Rousseau oggi, quando la tecnologia domina le nostre vite, ecco che il filosofo ci offre uno strumento di analisi, non sempre il progresso avviene attraverso le scienze. Molti rapporti umani la tecnologia li ha abbruttiti, ci ha dato molte altre opportunità ma non di per sé ha reso migliori gli uomini o le nostre vite solari, piacevoli, belle, intense ecc. Ok la chimica del progresso, ma anche la chimica dei gas, dell’iprite, della 1° guerra mondiale, l’energia atomica, progresso ma anche Hiroshima, Nagasaki, ci sono gli incidenti di Chernobyl, ci sono i drammi che porta con se la scienza, differenze tra paesi ricchi scientificamente che attraverso i brevetti, le royalty impediscono ad altri popoli, paesi, di accedere a questi progressi scientifici, basti pensare al dominio delle case farmaceutiche rispetto a dei farmaci che sarebbero indispensabili per permettere a milioni di uomini di sopravvivere e di vivere, invece le case farmaceutiche impediscono ai poveri di accedere ai vantaggi della scienza. Ecco che anche qui, Rousseau, riesce ad essere una voce fuori dal coro stimolante, lungimirante che ci permette di guardare la realtà delle scienze e oggi delle scienze trionfanti, delle tecnologie trionfanti da un altro punto di vista critico che contribuisce a dare una lettura più completa e complessiva della situazione....


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