Rousseau riassunto le confessioni 1 PDF

Title Rousseau riassunto le confessioni 1
Author Elisabetta Atza
Course Teoria e storia dei generi narrativi
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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Rousseau riassunto le confessioni Filosofia Universita degli Studi Roma Tre 2 pag.

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JEAN-JACQUES ROUSSEAU (1712-1778) Riconosce alle esperienze infantili una funzione fondamentale nella costrzione della nostra identità. Una rielaborazione approfondita e sincera delle medesime può permettere all'individuo di ritrovare se stesso. Con le Confessioni Rousseau offre un'immagine dell'uomo valida universalmente. La ricostruzione autobiografica delle Confessioni poggia sulla verità del sentimento. Confessandosi rvela le parti di sé meno edificanti,le proprie debolezze. Un aspetto fondamnetale delle Confessioni è l'estrema sincerità. Attraverso la pratica della confessione Rousseau tenta di purificarsi, rievocando il proprio passato. La confessione appare come un rito di espiazione e purificazione per mezzo del quale si riconquista l'innocenza "naturale", la verità, l'autenticità. Rendendo pubblica la colpa, la confessione consente di conquistare la purezza e si ribalta in autodifesa, autoesaltazione. Così, grazie al coraggio di denunciarsi, Rousseau può ergersi a campione del bene, proclamare la propria superiorità di fronte all'incomprensione dei suoi contemporanei. Nelle Confessioni, l'antinomia menzogna-trasparenza trova la sua espressione più ambigua e interessante dal punto di vista letterario. L'opera appare al lettore moderno una rete complessa di mistificazioni più o meno consapevoli, e in questo senso conduce a una "verità" sull'uomo Rousseau: dietro le numerose stratificazioni dell'autoanalisi, emerge una personalità complessa, stretta tra narcisismo e paranoia, amore di sé e mania di persecuzione, desiderio e insoddisfazione. L' autore propone una coraggiosa a spregiudicata indagine della propria psiche e della propria personalità, perseguendo l' itinerario di un' innovativa autoanalisi. l' opera è divisa in 12 libri e narra con sincerità i fatti della vita dell'autore volto a sottolineare l'irripetibilità nel bene e nel male del singolo individuo. Rousseau mette a nudo la sua anima e porta in primo piano la storia dell'evoluzione spirituale e morale del soggetto alla ricerca della propria identità. rosseau non si puo' considerare un illuminista in quanto egli, a differenza dei suoi contemporanei si appella al sentimento e al motivo interiore della spontaneità. Le Confessioni, il suo capolavoro letterario, sono un trattato autobiografico sui primi 53 anni di vita dell'autore, diviso in 12 libri. Dopo le reazioni negative scatenate dalla lettura pubblica di alcuni brani, Rousseau stabilì che l'opera venisse pubblicata dopo la sua morte. Nel preambolo, definisce la sua opera come “il solo ritratto d'uomo, dipinto esattamente al naturale e assolutamente fedele al vero, che esiste e che mai probabilmente esisterà”. Nel primo libro racconta i suoi primi anni di vita. Nato a Ginevra, orfano di madre, morta per metterlo al mondo, per questo definisce la nua nascita la prima delle sue sventure. Dimostrò un intelligenza e una passione per la letteratura precoce per la sua età. A otto anni sotto tutela dello zio, dopo l'espatrio del padre da Ginevra fu mandato col cugino a Bossey, in pensione presso il ministro del culto Lambercier e la sorella, la signorina Lambercier. Studiava e passava il tempo col cugino, con cui aveva costruito un forte legame. Racconta di quanto deludere lo mortificasse più di venir punito. Scoprì che il castigo corporale gli procurava piacere e lo faceva affezionare sempre di più alla signorina Lambercier. In lui si era radicato un forte senso della giustizia dopo un episodio,in cui venne accusato ingiustamente di un male che non aveva fatto. Dopo aver passato due o tre anni felici con i signori Lambercier tornò a Ginevra e dopo pochi anni fu deciso che avrebbe dovuto apprendere un mestiere e venne messo come apprendista da un incisore., il signor Ducommun. Sentì come offuscato tutto il suo splendore giovanile e si sentì degenerare. La tirannia del suo padrone gli rese insopportabile il lavoro. A sedici anni, una sera, dopo una pesseggiata fuori città, Rousseau non fece in tempo a rientrare, così per evitare di essere punito come già era capitato, decise di fuggire. Nel secondo libro, lascia Ginevra per dirigersi a Torino, presso l'ospizio dei catecumeni per essere istruito nella religione cattolica, in cambio di sopravvivenza . Racconta di come la sua mente non fosse facilmente malleabile e non si facesse soggiogare dagli insegnamenti cattolici. Un giorno capitò un terribile episodio, fu vittima di una molestia sessuale e quando lo volle raccontare nessuno

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gli diede la giusta inmportanza. Rimase turbato e da quel momento capii di voler riservare alle donne profondo rispetto, sentiva di dover con la tenerezza dei sentimenti, riparare ai loro occhi le offese subite dal sesso maschile. Venne finalmente battezzato e lasciò l'ospizio. Trovò alloggio in via Po, a casa della moglie di un soldato, che alloggiava ad un soldo per notte. Si trovò un occupazione presso la bottega di una giovane donna, la signora Basile, con cui si instaurò una rapporto intrigante. Il marito della signora Basile, burbero e geloso, decise di mandarlo via. Pochi giorni dopo la catastrofe, la sua padrona di casa disse che forse aveva trovato un lavoro per lui presso una nobile Dama, la contessa di Vercelli, vedova e senza figli. Quando la donna, che era malata di cancro, morì, Rousseau rimase escluso dal salario che ella aveva lasciato ai domestici e ci fu un episodio che Rousseau ricorda con vergogna: accusato di un furtarello di cui era colpevole, incolpò Marion, la bella giovane cuoca della signora Vercelli. Vennero entrambi licenziati e il ricordo, dice Rousseau, lo turba ancora e a volte e lo sconvolge al punto che rivede nelle sue insonnie l'infelice ragazza a rimproverargli il crimine, come se l'avesse commesso ieri. Questo peso è rimasto per anni senza sollievo sulla sua coscienza, e il desiderio di liberarsene in qualche modo ha contribuito alla decisione di scrivere le sue confessioni. Il suo non fu un atto di malvagità, in realtà fu spinto dall'amicia per lei. La accusò di aver fatto quello che avrebbe voluto fare lui, e di avergli dato il nastro perchè la sua intenzione era offrirlo a lei. Ma temeva la vergogna più della morte, e la presenza di tanta gente fu più forte del suo pentimento. Rousseau chiede di tenere presente della sua giovane età, quindi il ricordo non lo affligge tanto per il male in sé, ma per quello che deve aver causato. La sua avversione per la manzogna deriva anche dal fatto di averne raccontata una così infame, ma con le sciagure dalle quali la sua vita è torturata, la povera Marion trova senza dubbio tanti vendicatori. Nel libro dodici, a Ginevra arrivò lo scandalo dell'Emilio, e Rousseau vevve colpito da un decreto d'arresto, nove giorni dopo esserlo stato a Parigi. Quei due decreti aizzarono contro di lui tutta l'Europa. Si trasferii a Yverdon, dove venne presto espulso. Successivamente trovò rifugio a Môtiers, dove la moglie lo raggiunse. Voleva ritrovare la semplicità di una vita anonima. Costruì un forte legame di amicizia con il governatore Keith, soprannominato "Milord Maresciallo", tanto da chiamarlo “padre” . I suoi libri vennero bruciati a Ginevra. Rousseau rispose abdicando il suo titolo di cittadino della città. La pubblicazione delle “lettere della campagna", causeranno la sua condanna da parte del Consiglio generale a Ginevra. Predicarono su di lui, venne definito come l'Anticristo e una notte la sua casa venne assediata e lapidata dal popolo. Disperato, pensò di fuggire verso la Corsica e poi a Berlino. Ma è in Inghilterra che troverà ospitalità, con il filosofo David Hume. Alla fine delle confessioni, Rousseau conclude dichiarando di nuovo di aver detto la verità, e invita chiunque conosca fatti contrari da quelli da lui esposti ad approfondirli e chiarirli con lui finchè è in vita. Chiunque avesse letto i suoi scritti, esaminerà con i suoi occhi la sua natura, il suo carattere, i suoi costumi, i suoi piaceri, le sue abitudini. E chiunque potesse osare definirlo un uomo disonesto, sarà lui stesso un uomo da soffocare.

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