Le confessioni di una piccola italiana PDF

Title Le confessioni di una piccola italiana
Author Agnese Vergara
Course Storia delle donne
Institution Università degli Studi Roma Tre
Pages 8
File Size 191.2 KB
File Type PDF
Total Downloads 14
Total Views 132

Summary

Riassunto...


Description

Le confessioni di una piccola italiana SCUOLA-MUSSOLINI In tutte le classi delle scuole italiane era presente una “fotografia di un uomo interamente calvo con gli occhi rotondi da matto furioso, il colletto bianco rigido e la giacca nera. Ci fu spiegato che il suo nome era Benito Mussolini e che il fascismo l’aveva fondato lui”1 *** SCUOLA-TEMPO LIBERO La scuola era molto importante nella vita dei bambini, infatti aveva un’importanza fondamentale sia per l’organizzazione sia per le decisioni che venivano prese nel tempo libero. Infatti, se i bambini facevano qualche marachella, anche nel tempo libero, oltre ai genitori, anche il direttore della scuola che frequentavano doveva prendere provvedimenti. Quello più duro era l’espulsione del bambino dalla scuola ed era, oltre che essere molto umiliante, umiliava anche i genitori, tacciati di non saper educare i bambini. *** COLLEGIO Oltre alla scuola, molto importanza è la presenza dei collegi femminili. Questi collegi erano aperti a tutte le classi sociali, anche se dipendeva dalla quota che i genitori pagavano. Le ragazze che andavano in questi collegi erano “allieve paganti che si dividevano in convittrici, semi-convittrici ed esterne”2 Le convittrici erano le ragazze che vivevano tutto il giorno nel collegio, dormendo anche lì; “le semi- convittrici venivano ospitate nel collegio dalla mattina sino alla fine delle lezioni del pomeriggio, incluso il pasto del mezzogiorno”3; per quanto riguarda le esterne invece, erano coloro che rimanevano nel collegio solo per le lezioni. *** COLLEGIO “La divisa del collegio consisteva in un vestito di tela grigia su cui veniva indossato un bel grembiule bianco a pieghe ornato da grandi volants inamidati sulle spalle. Ne esisteva però anche una variante in nero per le bambine cattive […] La pena poteva durare un giorno o due, altre volte dieci o quindici giorni”4 *** PRIMA COMUNIONE

1 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (p. 50), Verona, Essedue edizioni 2 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (p.56), Verona, Essedue edizioni 3 Idem 4 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (pp. 61-62), Verona Essedue edizioni

La prima comunione era il primo giorno importante nella vita dei bambini, perché le funzioni religiose e la religione erano una parte quasi fondamentale del regime fascista, presente anche in queste cerimonie con la scuola. “L’organizzazione del collegio, in questo senso, era molto accurata. Le comunicande venivano divise in gruppi di non più dodici bambine ciascuno. Dopo l’orario normale delle lezioni venivano impartite loro due ore pomeridiane di istruzione per un mese. Erano previsti poi quindici giorni di internamento con preparazione ininterrotta e, infine, una settimana di completo ritiro al termine del quale le bambine sarebbero state abbastanza pure per poter ricevere il Signore [..] Durante la settimana di perfetta clausura noi non dovevamo assolutamente vedere nessuno, neppure dentro il collegio. Alla mattina trovavamo il caffè latte con il pane pronto sul tavolo del refettorio prima dell’orario delle altre alunne e non vedevamo nessuna inserviente. Finita la colazione raggiungevamo di corsa la nostra stanza al piano di sopra senza guardarci intorno e se ci fosse successo di imbatterci in qualcuno, avremmo dovuto girarci con il viso rivolto al muro e lasciarlo passare senza salutarlo”5 *** LA PICCOLA ITALIANA “La divisa della Piccola Italiana comprendeva scarpe nere marca Aeroplano, calze bianche di cotone a coste, sottana nera a pieghe, camicia bianca e una taschina in alto a destra su cui era cucito il distintivo tricolore con il fascio d’oro ricamato nel mezzo e le lettere O.N.B. (Opera Nazionale Balilla) nere intorno al fascio. In testa dovevamo portare una calza di seta nera con il bottone in fondo e alle mani guanti bianchi di cotone. D’inverno un mantellone nero di orbace con una catena dorata che si chiudeva sotto il colletto, copriva tutto questo. Era dunque una divisa più complicata di quella del collegio ed era obbligatorio indossarla ogni sabato.”6 *** LA PICCOLA ITALIANA Ogni sabato le bambine si incontravano in dei cortili dove si allenavano per quanto riguarda le marcie ufficiali. “Il sabato fascista, dovevamo raggrupparci in genere in qualche cortile dove venivamo ordinate in manipoli, una certa quantità dei quali formava una centuria che serviva a sua volta per formare una coorte e così via. Allineate a tre per tre, le più piccole davanti, le più grandi dietro, dovevamo marciare guidate da comandi scanditi con tono di voce militare. […] La conversione era una delle manovre più difficili. Il manipolo doveva girare su sé stesso, quindi, se si doveva girare a destra, la prima bambina a destra doveva limitarsi a ruotare verso destra segnando il passo, la seconda doveva fare un solo passo, la terza due. 5 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (pp. 69-73), Verona Essedue edizioni 6 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (pp. 75-76), Verona Essedue edizioni

[…] Infine, arrivavano le autorità. Erano uomini, quasi sempre sconosciuti, con i gambali neri lucidi e la sahariana. Parlavano della Patria e del Fascismo due entità inseparabili e poi se ne andavano”7. *** SCUOLA Finite le scuole elementari, iniziava il Ginnasio. Le materie che venivano insegnate erano attinenti alla grandiosità dell’Italia, alle guerra più importanti della storia antica, ad esempio l’Iliade, ma iniziava a prendere piede anche l’insegnamento della lingua e storia tedesca. “La lingua moderna che dovevamo studiare era proprio il tedesco. […] C’erano poi da mandare a memoria le poesie tedesche, scritte in caratteri gotici. Erano delle storiacce funeree a base di morti, bare, scheletri e sudari. Il primo vocabolo tedesco che imparai fu Holzsarg8 e il secondo Gerippe9.”10 *** Il culto della romanità era molto importante per i fascisti, ma i fascisti avevano rivisitato la romanità antica, prendendo solo alcune delle tradizioni e dei simboli romani. “Per i fascisti a Roma si forgiavano armi per combattere, si organizzava l’esercito e poi ci si metteva in marcia per portare l’ordine, la civiltà, la giustizia nel mondo, il tutto sotto i raggi del sole. […] Ci veniva continuamente spiegato che bisognava marciare e non marcire.”11 *** PICCOLE ITALIANE I sabati fascisti erano obbligatori per tutti i bambini, bisognava avere un motivo valido per essere assente, come una malattia, ovviamente certificata dai medici, che per queste cose non si prestavano alla creazione di certificati medici falsi, che già esistevano a quei tempi. “[…] Per superare questa difficoltà non trovammo altra soluzione se non quella di saltare le adunate del sabato pomeriggio. Uscivamo perciò di casa in perfetta divisa da Piccole Italiane, ma non andavamo all’adunata […] Tutto sembrava andare per il meglio fino a che non venimmo convocate dalla Preside. La preside era convinta che bastasse avvisare i genitori, la Gerarca12 non era di questo avviso. Un bel quattro in cultura fascista, in ginnastica, in condotta e la bocciatura, ecco la punizione adeguata"13. Da questo piccolo stralcio vediamo come le prove per le adunate fasciste fossero prese molto seriamente, sia perché rendevano i giovani italiani inquadrati in quelle che erano delle vere e proprie associazioni militari, ma vediamo anche lo stretto contatto tra la scuola e

7 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (pp. 76-79), Verona Essedue edizioni 8 Bara 9 Scheletro 10 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (pp. 81-82), Verona Essedue edizioni 11 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (p. 86), Verona Essedue edizioni 12 L’insegnante di ginnastica 13 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (pp. 91-92), Verona Essedue edizioni

il fascismo, tanto che il non essere inquadrati poteva essere un serio problema per quanto riguarda la scuola e i giovani potevano rischiare addirittura la bocciatura. *** SPORT Lo sport era molto importante nella vita fascista, perché permetteva ai giovani di essere inquadrati ma anche di sviluppare quelle che potevano essere doti che sarebbero servite in un eventuale futuro militare. Per quanto riguarda le donne, anche loro erano invitate a fare sport sia per lo stesso motivo dei loro coetanei maschi, ma anche perché una donna che pratica sport è una donna sana e robusta, una donna sana e robusta dà alla luce figli sani e robusti che, se maschi, possono essere ottimi soldati. “Le Agonali erano una manifestazione annuale a carattere nazionale. Mettere insieme delle squadre di sportivi da portare a Roma era il sogno di tutti i professori di ginnastica. Tante più squadre esse avevano in mano tanto più bravi erano. Purtroppo, però fra i ragazzi la cosa non era altrettanto gradita. Mancavano infatti le palestre, le attrezzature, gli allenatori. Dietro la parvenza di efficentismo delle adunate tutto era disordinato, disorganizzato, approssimativo. […] Gli Agonali si tenevano in primavera e per l’allenamento erano necessarie quindi delle piscine coperte. […] Al nostro primo gruppo si aggiunse una squadra di maschi. Comunque, le cose erano organizzate in modo che potessimo incontrarci solo di sfuggita. […] La Federazione decise che agli allenamenti venissero sospesi e sostituiti con la ginnastica preparatoria”14. *** SCUOLA “Su tutto incombeva l’educazione fascista. La storia romana era altro che l’antefatto della storia fascista e a Giulio Cesare era stata assegnata la tessera fascista numero uno.”15 *** MUSSOLINI – PICCOLA ITALIANA Quando Mussolini arrivava in una città, ovviamente tutta la popolazione era tenuta a presenziare a quella che era una vera e propria cerimonia in onore del Duce. Tutto il paese doveva essere presente, tutti avevano un ruolo e avevano una postazione. Venivano fatte prove su prove in modo tale che tutto, in presenza del Duce, fosse perfetto e non ci fossero incidenti di nessun tipo. “Un giorno ci informarono che Mussolini, di ritorno da un viaggio in Germania, avrebbe sostato alla stazione della nostra città e che bisognava andare a riceverlo. Cominciarono a ritmi disumani le prove del ricevimento. Andavamo tutti alla stazione maschi e femmine, naturalmente separati con la

14 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (pp. 93-96), Verona Essedue edizioni 15 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (p. 100), Verona Essedue edizioni

massima cura, e a ognuno veniva assegnato il suo posto che, però, non era mai definitivo.” 16. Era da tradizione che una bambina, una Giovane Italiana, dovesse offrire al Duce un regalo e declamare della parole, scelte con cura dal sindaco e dai suoi assistenti, per esprimere la gioia e l’onore del paese scelto da Mussolini. *** MUSSOLINI – DONNE FASCISTE “ […] In platea venivano collocate le Donne Fasciste e le Massaie Rurali. La distinzione fra queste due categorie non era d’età, ma di classe. Le Donne Fasciste appartenevano alla borghesia prevalentemente cittadina, mentre le Massaie Rurali erano contadine che la speranza di qualche vantaggio economico aveva spinto a farsi intruppare. La divisa delle prime era chiamata sahariana. Consisteva in una giacca di taglio coloniale e in una sottana diritta entrambe di panno nero. Una bustina nera da mettere in testa, una camicia da uomo bianca, cravatta, calze, scarpe nere e guanti bianchi completavano in tutto. Quale fosse la divisa delle Massaie Rurali non ricordo bene, di certo nera, camicia e gonna staccate o un vestito intero non saprei dire. Ricordo che avevano tutte un fazzoletto di seta colorata intorno al collo, che erano in prevalenza grasse, con bruttissime permanenti o trecce, spesso mal fissate intorno alla testa, e impacciate in modo incredibile. La separazione fra le Donne Fasciste e le Massaie Rurali era netta e feroce.”17 *** SCUOLA Altre materie molto importanti per quanto riguarda la scuola erano l’insegnamento anche di autori italiani che appoggiavano il regime fascista, come D’annunzio. “Allora D’Annunzio era un nome che sembrava riempire l’Italia quasi quanto quello di Mussolini. […] Di lui si raccontava che, ferito ad un occhio, durante la degenza in ospedale, aveva scritto un intero romanzo. Le donne più importanti dell’epoca si erano innamorate di lui.”18 *** SCUOLA Inizialmente le classi del liceo, che veniva dopo il ginnasio, erano classi miste, dove ragazzi e ragazze studiavano insieme. Successivamente però il contatto tra ragazzi e ragazze divenne proibito, tanto che anche le classi del liceo divennero solo maschili e solo femminili e i contatti tra i due sessi, nella scuola, erano ridotti all’osso, con regole e ingressi contingentati. “Noi ci trovavamo in sette ragazze in una classe di maschi e questo fu il mio primo contatto ravvicinato con l’altro sesso. 16 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (p. 102), Verona Essedue edizioni 17 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (p. 114), Verona Essedue edizioni 18 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (p. 123), Verona Essedue edizioni

[…] Mi ripresentai a scuola per il nuovo anno con una certa allegria nel rivedere i compagni dell’anno prima […] invece, purtroppo, venni informata che le classi miste erano state addirittura soppresse […] Tutte le ragazze dovevano raggiungere l’Istituto un quarto d’ora prima dei maschi, entrare nelle rispettive aule e solo allora, quando si era ben sicuri che delle femmine non si potesse intravedere più nemmeno l’ombra, i maschi potevano entrare a loro volta. Uguale rituale si doveva rispettare all’uscita. Noi fuori un quarto d’ora prima, sparite noi e la polvere sollevata dai nostri calzari, uscirono gli altri. Spiegazioni nessuna. Io ero tendenzialmente una ritardataria, arrivavo di corsa mentre i maschi stavano già entrando. […] Un giorno fui convocata dal preside. Mi disse che non poteva tollerare oltre i miei ritardi, che erano inaccettabili. Mi rendevo conto che i maschi potevano entrare nell’Istituto solo dopo che erano già entrate tutte le femmine? Mi rendevo conto che i miei ritardi spostavano, a volte, persino di un quarto d’ora, l’inizio delle lezioni di tutte le classi maschili? ”19. *** SCUOLA Anche durante il Liceo c’era una divisa scolastica sia per i maschi che per le femmine, che doveva essere rispettata e tenuta di riguardo. “I nostri compagni di classe avevano tutti i pantaloni corti […] mentre i ragazzi di II e III liceo erano gli uomini adulti con i pantaloni lunghi e le giacche da uomo”20 *** SPORT Gli Agonali duravano per tutto l’anno scolastico e la finale si teneva a Roma, davanti a tutte le autorità fasciste. Ogni gruppo che arrivava in finale doveva recarsi nella Capitale e disputare la gara finale, insieme a tutte le altre squadre che erano arrivate in finale. “Alla fine dell’anno scolastico riuscimmo a qualificarci fra le squadre di nuoto che dovevano presentarsi a Roma per gli Agonali. Eravamo tutti molto emozionati. […] Questo stato d’animo, però, non era gradito al Regime, che si diede da fare, come poteva, per attenuarlo. Fu stabilito che la squadra maschile avrebbe viaggiato nettamente separata da quella femminile e che anche nell’Urbe, il soggiorno sarebbe stato rigidamente separato”.21 ADUNATE

19 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (pp. 125-150), Verona Essedue edizioni 20 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (pp. 129-130), Verona Essedue edizioni 21 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (p.140), Verona Essedue edizioni

“Con l’inizio dell’anno scolastico ricominciava anche l’orgia delle adunate. Via tutte nel dato posto, alla data ora, ad aspettare qualche gerarca, appelli nominali. Spesso bisognava spostarsi, andare in qualche altro luogo e si rifaceva l’appello nominale per verificare se qualche sventurata non si fosse perduta strada facendo. C’era poi il giuramento … dovevamo giurare con ricorrente frequenza di credere, obbedire, combattere. […] Il terzo impegno era, chiaramente, il più assurdo di tutti. Nessuna di noi, incluse le ragazze arroganti dalle divise perfette, aveva la minima idea di quando, dove e n che modo noi avremmo dovuto combattere, né eravamo mai state sottoposte ad alcun addestramento militare. Nessuna di noi, però, si poneva in merito nessun tipo di domande. C’era stata la guerra in Etiopia e la nostra partecipazione all’evento era consistita nell’ascoltare i bollettini di guerra, nel cantare alle adunate le canzoni che vi si riferivano e nell’osannare i discorsi del Duce. C’era stata poi la guerra di Spagna e anche in quella vicenda, più in là dell’ascoltare i bollettini di guerra e dell’imparare nuove canzoni, non eravamo andate.” 22 **** GIOVANI ITALIANE “La divisa delle Giovani Italiane era un po' meno goffa di quella delle Piccole Italiane. Indossavamo ancora la camicia bianca e la gonna nera a pieghe e il mantello; però sul capo portavamo un berretto basco nero al posto della calza di seta, e le calze, anziché bianche a coste, erano grigie abbastanza fini.”23 *** PROCREAZIONE “Penso che, in cuor nostro, sapessimo bene che la formula di quel giuramento era stata elaborata per il popolo italiano in armi di sesso maschile e che il problema di fornirne una versione per il popolo italiano in armi di sesso femminile nessuno avesse ritenuto opportuno sollevarlo. Infatti, sarebbe stato imbarazzante poiché alla voce combattere si sarebbe dovuta sostituire quella di procreare. […] Niente era più glorioso che dare figli alla Patria. La Madre Prolifica, una creatura tranquillamente imbecille con le mani posate in grembo e circondata da una ventina di figli, ci veniva presentata in mille versioni. […] Il governo si prodigava in premi di natalità e puniva i celibi con una tassa speciale. Sulle donne nubili non era prevista nessuna tassa. Era inconcepibile che una donna non desiderasse sposarsi”24

GUERRA 22 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (pp. 150-152hhhhhhhh), Verona Essedue edizioni 23 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (p. 151), Verona Essedue edizioni 24 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (p. 152), Verona Essedue edizioni

Con la guerra si iniziarono a vedere i primi cambiamenti per quanto riguarda l’inserimento degli ebrei nella società italiana. Il primo provvedimento fu quello di far sentire loro non bene accetti nelle scuole italiane “La Fioretta mi fermò un giorno all’uscita di scuola e mi chiese se volessi comprare il suo vocabolario di greco. Mi spiegò che lei era ebrea e che perciò non avrebbe più potuto frequentare la scuola”25. *** CONSIGLIO DI DISCIPLINA Con lo scoppiare della guerra divenne molto più impellente il dimostrare che il popolo italiano fosse inquadrato nel regime, sia perché così non si sarebbero creati disordini interni, sia perché in questo modo c’era più probabilità che gli italiani appoggiassero e perorassero la causa dello scoppio della guerra al fianco dei nazisti tedeschi. “Da Roma era venuto l’ordine di vigilare affinché nelle scuole non si affievolisse lo spirito littorio e si cominciava a sentir parlare con crescente frequenza del Consiglio di Disciplina.”26. Oltre a ciò, il GUF organizzava anche delle feste, in modo tale da rendere le giovani reclute felici e appagate, ma anche queste feste divenivano sempre modalità per indottrinare i giovani e parlare del fascismo. *** L’UNIVERSITÀ Dopo il liceo, le giovani ragazze che non avevano ancora preso marito, dovevano iscriversi all’università “Le facoltà frequentate dal sesso femminile erano allora quasi esclusivamente lettere e farmacia. La facoltà di lettere tornava a impormi lo studio del latino e perso che fu l’odio per quella lingua a dirottarmi verso il diritto.”27

25 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (p. 169), Verona Essedue edizioni 26 Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (p. 178), Verona Essedue edizioni 27Memorie anonime (1986), Le confessioni di una piccola italiana, (p. 193), Verona Essedue edizioni...


Similar Free PDFs