Emilio - Rousseau PDF

Title Emilio - Rousseau
Author Chiara Goisis
Course Pedagogia generale 1
Institution Università degli Studi di Bergamo
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Summary

Sintesi generale del libro...


Description

23-10-15 peda generale Emilio R si colloca all’interno dell’illuminismo, ma non può definirsi né un illuminista, né un anti illuminista. nella prefazione del testo troviamo la dichiarazione di intenti di R, il libro è stato scritto come raccolta di riflessioni e di ordine per fare riferimento ad una madre buona e assennata. C’è sempre il lato scuro della luna, scrive l’Emilio che descrive l’educazione naturale dalla nascita, R è stato padre, ma non ha mai riconosciuto i figli e dice che questo suo Emilio viene da una raccolta di dati che ha riflettuto dalla sua esperienza. Da poca importanza a che cos’è una buona educazione, dice che non esistono delle ricette, perché il pedagogo si deve basare sull’educazione naturale del predecessore e non si sofferma a dimostrare che quella fino ad ora praticata è negativa. Bambini venivano fasciati, R la critica perché è una mobilità di costrizione del bambino, ma il problema è che la natura umana è buona ontologicamente, allora ha un senso fasciare il bambino? No, se il bimbo è buono, lo sarà anche il movimento. Dobbiamo trovare il senso antropologico che caratterizza R. Una natura buona e adatta al cuore (=sentimento), a lui basta pensare che ovunque nasceranno degli uomini gli venisse insegnato un educazione che permette a fare degli uomini ciò che è meglio per se stessi e per gli altri. Nel 1070 R produce i suoi capolavori, questa idea della corrispondenza dell’educazione è centrale del pensiero di R. Nella premessa, riguardo alla parte sistematica non è altro che il cammino della natura lascerà al lettore stesso, ma non intende per natura le dimensione pulsionale, ma intende da una parte l’aspetto biologico, ambientale, ma soprattutto è la natura intesa come essenza, che forma la sostanza dell’uomo e ciò che si da nella natura dell’uomo è la sua bontà originaria, noi nasciamo buoni. LA NATURA DELL’UOMO è ONTOLOGICAMENTE BUONA. Antropologia biologista= è fondata sugli aspetti biologici dell’uomo, basta sulle pulsioni primarie e potrebbe non potrebbe accettare questa formulazione di R, siamo in una dimensione che presuppone che tutti gli uomini ontologicamente sono buoni, ma non tutti, perché alcuni rovinano ciò che la natura aveva già fatto in forma perfetta. L’altra premessa è l’anticipalità dell’allievo come fanciullo, si portava avanti in quegli anni che il bimbo era un adulto in miniatura, ma R dice che il bimbo va trattato e considerato come fanciullo, significa che non si può palare al bambino di bene e male e dissuaderà dal principio delle favole, perché contengono una morale incomprensibile al bambino e non riesce a interpretare nel giusto significato la favola e non comprendendola viene affascinato dai lai oscuri, perché non ha le categorie concettuali per comprendere la favola. ADULTISMO= ritenere il bambino un piccolo uomo. E’ vero che nel neonato c’è il futuro uomo che sarà, ma questo non giustifica nel momento in cui invece di assecondare le sue caratteristiche e immaginiamo che sia un piccolo adulto. R dirà che il metodo fondamentale per studiare meglio i nostri allievi è l’osservazione. Dobbiamo attendere il momento giusto per poter considerare Emilio all’interno della società, bisogna conseguire un educazione migliore per se stessi e per gli altri. LIBRO I si occupa dell’educazione infantile, quindi l’educazione di Emilio dai 0-5 anni, tempa principale, il gran principio dell’educazione: -bontà originaria della natura umana-> l’uomo non ha importanza a dimostrare di essere buono -educazione -educazione comincia dalla nascita - conoscere perché ha una breve critica alla educazione tradizionale nel tempo, accudirlo, assisterlo -conoscere l’infanzia e rispettarla -concetto di educazione progressiva-> Emilio è sempre Emilio, ma in qualche modo proprio perché cresce e avrà delle peculiarità diverse rispetto alla crescita e alle tappe di Emilio - elementi di puericultura -madre-> affiancamento alla nutrice e il ruolo del padre, che come contro altare pedagogo -caratteristiche del pedagogo ideale -caratteristiche di Emilio-> se da una parte il pedagogo deve avere delle caratteristiche, anche Emilio le deve avere l’educazione nella prima infanzia-> si tratteranno l’educazione dell’infanzia Si tratta nel primo libro l’educazione naturale, e R lo sostiene nell’incipit del primo libro, ecco la concezione ontologica positiva buona, quindi l’educazione comincia dalla nascita per contrastare la trasformazione che l’uomo e le cose

possono cambiare, il bimbo l’asciato solo sarebbe il più deforme di tutti, lasciato di fronte ad una società che corrompe. Quindi il primo passo per educare Emilio è portarlo in campagna lontano dalla città. Se l’uomo è ontologicamente buoni, infatti riguarda che esso venga inteso come uomo neo-telico, è buono ma facilmente corruttibile e se lasciato solo verrebbe corrotto dalle istituzioni sociali da cui viene sommerso-> ramoscello-> fonda il presupposto dell’educabilità dell’uomo come essere neo-telico. L’educazione umana ritiene sempre l’adesione(=scelta razionale, intenzionale, libera e fatta con intenzionalità e deve essere svolta da entrambi i soggetti), ma allo stesso tempo questo processo deve essere scelta da Emilio stesso e sta da parte del pedagogo fargliela scegliere. R ci dice quale dovrebbe essere il modello di madre ideale che protegge il suo bambino e poi fa una critica alle madri del 700, se l’uomo è ontologicamente buono e neotelico, R dice che l’educazione avviene attraverso 3 maestri: dalla natura-> sviluppo interno delle nostre facoltà e degli organi, aspetto più biologico, ma qui si intende essenza. Ciò che forma il nostro Emilio. Natura intesa come Fusis greca poi armonizza queste 3 educazioni per creare l’uomo perfetto, ma questa educazione non dipende dall’uomo (non possiamo fermare la crescita). uomini-> ciò che insegna a fare uso a delle facoltà che la natura ci da, come la madre che dovrebbe partire dalla natura del proprio bambino e far sviluppare le sue caratteristiche innate, è l’unica in nostro potere perché se sono in grado di assumere responsabilmente la situazione in cui mi trovo in quanto presuppongo una natura buono, ma ontologicamente può emanciparsi da quello che può essere un dispositivo sociale e famigliare negativo, non può fare questo quando la maestra è la natura, se un bambino ha un cromosoma 21 che non funziona non ci può fare nulla, ma sicuramente dipende da me quanto riesce a fare suo delle esperienza che si trova davanti nella vita o a liberarmi di quelle cose negative che vengono dagli uomini della sua natura. cosa-> le cose possiamo controllarle come no, possiamo decidere se trasformare una situazione, educatore può creare un contesto educativo ottimale usando le cose che fanno il bene di Emilio, ma le cose le posso dominare fino ad un certo punto, si fa di tutti per creare un contesto protetto, ma accade una variante che ci scombina i piani, come il caso e la fortuna che sono due dispositivi che non si nominano, soprattutto la grande incognita sta anche nella dimensione dell’esperienza in cui il bimbo è inserito. R lo mette alla base del concetto di esperienza (Dewey->nel suo nono libro riprende il passaggio dei 3 maestri e concorda con alcuni aspetti della teoria di R con un distanziamento però, perché per Rosseau la natura, uomini e cose se ben organizzate ritornano alla natura che è buona, ma per Dewey che vive un secolo e mezzo dopo in America, in un altro contesto politico dirà che su questa questione si dissocio, perché in realtà ciò che condiziona l’educazione dell’uomo è l’uomo, il contesto e la società in cui l’uomo vive), mentre l’educazione per R è assecondare l’uomo per Dewey di diventare cittadino). Il modello ideale di educazione è quell’educazione in cui è quello in cui questi 3 maestri si armonizzano fra di loro, perché il fine dell’educazione è la piena realizzazione della natura e per far si che avvenga il pedagogo deve vegliare affinché nulla sia fatto (p 14) questo è il concetto di educazione negativa di R ovvero saper attendere che l’essenza di Emilio si manifesti e che io modelli puoi gli uomini e le cose per realizzare al meglio la natura positiva di Emilio. (L’educatore nella sua azione educativa deve tenere conto di queste 3 cose e notare in Emilio le caratteristiche personale, nel secondo caso che ha delle relazioni con gli altri e nel terzo aspetto tiene in considerazione le cose, esperienze e situazioni ). Assecondare, far venire fuori la natura è il contesto di educazione negati per R, non significa lasciarlo fare, ma saperlo condurre ma senza un intervento diretto, creando un dispositivo ambientale in cui si crea un educazione, ma non in senso diretto su Emilio. Educare significa insegnare l’arte del vivere, prima che i genitori scelgano per lui il suo futuro, la natura lo chiama alla vita umana, se io guardo la natura di Emilio qualsiasi variabile cosa o uomo che si inserisce all’interno dell’esperienza e della natura di Emilio li farà fronte perché è educato dalla natura, non si forma il cittadino, ma l’essere uomo. devo educare Emilio nella sua complessità e integrità e non il cittadino. L’uomo naturale (integrale) è un entità del tutto a sé stante, uomo civile (frazionario) devo mirare a tutti gli aspetti di Emilio. Una cittadina è come la madre spartana, che trova più importante essere una cittadina che madre. Se noi siamo di fronte ad un sistema che privilegia l’uno piuttosto che l’altro, questa differenza si vede quando parliamo di scuola, sappiamo che la scuola deve educare il cittadino, quando i docenti delle scuole e i burocrati scrivono queste cose si ha del sospetto che non sanno la differenza. Bisogna educare l’uomo naturale tenendo conto anche del cittadino, ci domandiamo quando ragioniamo sull’educazione dobbiamo, quando si esalta l’uomo naturale, vuol dire che lavoriamo alla crescita della persona umana e quindi dovremmo fare un lavoro di personalizzazione, il suo essere buono coincide con bene di tutti gli altri. Parlando di scuola gli si da la possibilità di scegliere un percorso adatto alla sua natura, l’uguaglianza dei risultati rispetto a dei percorsi che io stato ho deciso di essere dei migliori, si deve arrivare alla strada maestra he porta alla formazione del cittadino, posso individuarlo, ma non posso farlo comune. L’uomo

naturale è l’uomo che di per sé, inteso come bene degli altri, bisogna essere decisi sulla risoluzione da prendere e seguirla per sempre e nell’uomo civile il cittadino fa sue le regole dello stato. R di che non si può educare contemporaneamente un uomo e un cittadino (dimensione sociale), bisogna decidere se formare un uomo o un cittadino, per R bisogna educare l’uomo naturale, perché quando Emilio sarà pronto educherò il cittadino. In particolar modo sono 2 gli elementi che si fonda la puri-cultura in R e sono elementi negativi sono: -fascia - non allattamento-> positiva la figura della nutrice le madri non assolvono il loro dovere di adattarle e vanno affidate a donne che pago per prendersi cura di mio figlio che si trovano ad essere madri di figli estranee e hanno schivato ogni molestia, qualunque cosa accade la nutrice non ha colpa. R solleva parzialmente la responsabilità dalla nutrice perché la vera colpevole è la madre, il fine non è la natura intesa come essenza, ma come biologico. Il riappropriarsi della madre nel suo ruolo naturale de già di per se il principio di un cambiamento educativo che non ha ripercussioni civili. I protagonisti dell’educazione sono: - il padre viene descritto come il migliore precettore per il figlio perché non è un mercenario (come la nutrice). La madre ha un rapporto naturale con il fanciullo, ma anche con il padre è la stessa cosa. -Jean Jacques-> pedagogo= era quella figura prevista per i figli dell’alta aristocrazia e doveva controllare la nutrice, l’educatore etc., ma R la vede come figura educativa per eccellenza e che guida il bimbo per tutta la vita, lo educa alla vita secondo la sua natura. Il pedagogo è un mestiere nobile, deve essere padre per essere il miglior precettore possibile, deve essere educato, giovane quanto può esserlo un uomo saggio, deve compiere una sola esperienza educativa in tutta la vita, deve guidare in quell’unione dell’educ-ere e dell’educ-are più che nell’istruire, la scienza che insegna è quella dei doveri umani L’Emilio l’allievo: -non deve esser povero -è ricco, per formare un uomo in più, il povero lo diventa per conto suo - è orfano, il pedagogo si assume su di lui i doveri e i diritti -non va separato dal suo pedagogo, senza il suo consenso -non deve essere malato -vive in zone temperate del pianeta (Francia) -corpo e anima sono forti e in equilibrio LIBRO II nel nostro percorso di educazione progressiva ci avviciniamo nella fascia in cui Emilio passa dalla fascia dei 6 agli 11 il ruolo dell’educatore nell’educazione sensitiva deve scegliere gli oggetti che vengono mostrati al bambini, si deve costruire e prendere degli oggetti che nella sua azione educativa gli permettono di raggiungere il suo scopo/fine per educare il mio Emilio, devo scegliere degli oggetti che gli inviano degli stimoli e sensazioni precise per gli oggetti, non va inteso in termini deterministici, ma deve far capire al bambino che deve fare le cose con le sue forze. Nell’educazione progressiva va messo il bimbo in situazioni spiacevoli affinché un giorno non né abbia paura e sia pronto ad affrontarli. E’ molto preciso R, diche che non bisogna aver fretta di far parlare il bimbo, e usare parole che facciano riferimento agli oggetti sensibili (ciò che il bimbo riesce a comprendere, legato alle sue sensazioni), non bisogna stordirlo con parole che non comprende. Il bimbo deve articolare bene le parole, perché deve crescere per se stesso e per gli altri e deve imparare a parlare agli uomini, si vede come Emilio non è un bimbo isolato, ma miro all’educazione ideale di Emilio in modo che si inserisca al meglio nella società quando è pronto. 27-10-15 peda generale EMILIO libro II Domande dei miei cumpa pag 368-> cosa si intende per il non io-> non basta il non io per definire la relazione io e tu -> rapporto tra bimbo piccolo e la madre, ora che il bimbo si riconosce e inizia ad avere la consapevolezza del “tu” (madre) si rende anche conto che lui è staccato dalla madre che la riconosce come non io, quindi è staccata da lui. Quindi c’è il riconoscimento, il soggetto di questo riconoscersi è il bambino, quel principio di riconoscersi che non è possibile in nessun momento se

non è qualcosa che parte da se. Come l’educazione non può essere tale se qualcuno cerca di insegnarmi qualcosa che io non riconosco, ma serve una relazione dovuta da entrambi, in cui vi aderiscono per un bene ed un fine riconosciuta a entrambi. EMILIO dai 6-11 anni libro dei sensi. Educazione progressiva-> il bimbo non è un piccolo uomo. R siate umani verso tutte le condizioni, età e verso tutto ciò che non è estraneo all’uomo, amate l’infanzia per quello che è per i giochi, gioie. L’uomo di cui parla R è un uomo vero e il suo allievo ha tutte le caratteristiche dell’uomo. R perché volete strappare gli innocenti di un bene cosi fuggevole e che non torneranno mai, significa che occorre riconoscerli nelle loro caratteristiche e caso mai riconoscere gli aspetti di dolore e di felicità pur che siano proporzionati alla loro età. R instaura un sistema di educazione e prima di apprendere a scuola deve fare la sua esperienza, la scuola è l’ultimo dei maestri che dovrebbe comparire, ovvero quello degli uomini. R dice che Emilio fa bene a correre a cadere, perché tanto imparerà a rialzarsi e l’esperienza gli farà guarire le ferite. Bisogna diminuire i desideri rispetto alla facoltà e aumentare il volere e la volontà e cosi farà sentire l’uomo in armonia. l’umanità ha il suo posto nell’ordine delle cose, la natura ha il suo nell’ordine della vita umana, di conseguenza deve essere riconosciuto e trattato di conseguenza, bisogna mantenere per ognuno il posto che gli è assegnato. Qual è il problema della libertà-> se devo riconoscere la figura del fanciullo non devo opprimerlo e snaturarlo e allora quali regole e vincoli gli impongo, la risposta è la libertà che sta nei limiti della natura. Dura legge della necessità-> forze che non si possono ampliare e quindi si deve conservare l’esistenza nei limiti delle leggi della natura. Dal tema della schiavitù e della servitù in cui divento ostaggio di un pregiudizio che non corrisponde alla natura, da questo tema. L’uomo libero sa quello che vuole e la società l’ha reso debole e gli da desideri che non sono veri bisogni e che non si possono realizzare se non attraverso altri. Quando si entra nella schiavitù civile si iniziano i vizi. Prima dell’età della ragione il fanciullo non sa cosa pensare sulle relazioni sociali e non sa la differenza fra il bene e il male, lui vive nella sua natura buona. E dobbiamo fa uscire in lui le sue caratteristiche di bontà naturale. E’ una disposizione naturale dell’uomo pensare che il tutor è in suo potere, se io ho sufficienti mezzi per realizzare ciò che desidero sono apposto, così il fanciullo a cui basta desiderare per ottenere vede gli uomini come suoi schiavi. Un'altra questione IMPORTANTE è l’inutilità dei ragionamenti con i bambini, MODALITA’ DI ISCRIZIONE ALL’ESAME DALLE 13 ALLE 18.30 E’ AL PC, L’ESAME è DI DUE PARTI, 30 DOMANDE CHIUSE CHE FANNO RIFERIMENTO AL TESTO DI BERTAGNA E L’ALTRA è DALLO STUDIO DI CASO. PER ISCRIVERSI AI TURNI LINK PER PRENOTARCI A UNO DEI 4 CORSI E CI DA INFO SU QUELLO CHE è Più LIBERO E QUANTI POSTI MANCAO. SI TENGONO CONTO SOLO DELLE RISPOSTE CORRETTE, SE SI SBAGLIA UNA RISPOSTA IL VOTO NON SCENDE, VERRA’ DATO UN VOTO DEFINITIVO, CHE FA MEDIA, SE NON PASSA IL PRIMO POSSO FARE IL SECONDO ATTRAVERSO UN INTERROGAZIONE ORALE Riprendiamo l’Emilio, dopo questa botta di vita i contenuti fondamentali del libro secondo, c’è la critica al precettismo, l’educatore non deve dire all’educando cosa deve fare e la critica all’adultismo. Aggiungiamo alcune indicazioni pratiche cosa devo fare per educare? Favorire la libertà dell’adulti, perché l’educando è originariamente buono, non ho a che fare con un bimbo storto che devo raddrizzare, questa è una delle massime fondamentali del libro di R il bimbo è originariamente buono e di conseguenza anche quello che esprime. L’uomo è intrinsecamente cattivo per Opse per cui è necessario che l’uomo ceda gran parte delle sue capacità per Opse al leviatano che esercita il suo potere nei confronti dell’uomo, ma R è contrario e dice che l’uomo è originariamente buono e la rovina la società, perché le obbligazioni civili sono mal sopportabili, perché aggiungergli delle coercizioni dal punto di vista privato e cosi lo snatura originariamente. Bisogna mettere l’educando nella concezione di agire liberamente. Perché il precetto non è da considerarsi positivo nell’istruzione? Conseguenze? Deve incuriosire il bambino, (geografia faccio perdere nel bosco, la lingua-> linguaggio semplice ad uno più complesso facciamo che sia il compleanno della mamma di Emilio, deve scrivere una lettera di auguri per sua mamma che non è li presente, in modo da richiedere ad Emilio che autonomamente le sue capacità. Per farlo leggere, creo le condizioni che portino ad attivare il percorso di apprendimento, cosi non si esercita l’autorità, ma crea le condizioni attraverso le quali si attiva una condizione in modo indiretto. In cui il soggetto è l’educando che apprende solo ciò che gli serve, facendo in modo che si creano le

condizioni di bisogno di bambino creando dei compiti e delle condizioni che lo portano a fare esperienza. Lui trova la via che non gli fa fare quello che vogliono e crea le condizioni in cui lui può sperimentare quello che è guidato dal suo interesse-> AUTORITA’ REGOLATA, se si interviene sempre negando quello che fa faccio qualcosa che non coglie in pieno la libertà del bambino e scopre che la libertà della sua attività deve essere regolata, ma non è fargli fare quello che vuole. Bisogna creare un esempio di educazione che funga da ispirazione e far prendere al bambino la propria storia educativa, l’Emilio è unico e irripetibile, unico e riguarda l’intero. Il ragionamento di R è moderno perché riconosce la singolarità irripetibile e la possibilità di educare creando un contesto, educandolo fuori dalla città creando un setting educativo che faccia trasparire quello che è il modello della propria educazione, in un contes...


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