Docsity gestione ambientale laura gobbi 1 PDF

Title Docsity gestione ambientale laura gobbi 1
Course Economia
Institution Sapienza - Università di Roma
Pages 44
File Size 800.5 KB
File Type PDF
Total Downloads 94
Total Views 118

Summary

riassunto sul diritto ambientale spiegato in modo dettagliato e preso anche da appunti elaborati a lezione
Utile per passare l'esame...


Description

Gestione Ambientale - Laura Gobbi Gestione della Qualità Università degli Studi di Roma La Sapienza 43 pag.

Document shared on www.docsity.com Downloaded by: francesco-nigrotti ([email protected])

Gestione ambientale

L’inquinamento ambientale rappresenta la variazione della composizione dell’aria, dell’acqua o del suolo causata dall’emissione di agenti inquinanti e può essere sia di origine naturale che di origine antropica. Prima di poter parlare di inquinamento ambientale bisogna capire cosa sia un ecosistema, ovvero un insieme di organismi viventi e di sostanze non viventi tra i quali vi è una relazione di scambio di materiali ed energia in un’area delimitata. All’interno di un ecosistema è sempre presente una componente vivente, anche detta comunità biotica, ed una non vivente, abiotica. Un ecosistema possiede alcune caratteristiche fondamentali, deve essere un sistema: •

Aperto, perché può ricevere e cedere materia ed energia



Complesso, perché la sua descrizione comprende molte variabili



Orinato, perché all’interno vi è una gerarchizzazione



Dinamico, perché in continuo cambiamento

Un ecosistema è inoltre vulnerabile e la sua successione ecologica può essere alterata, innescando processi di degrado. Lovelock e Margulis, nel 1979, hanno elaborato la teoria secondo la quale “il nostro pianeta è una sorta di organismo vivente, Gaia, dal nome della dea Terra degli antichi greci, in grado di autoregolarsi e mantenere il suo naturale equilibrio”. Gaia sarebbe il sistema di vita planetario che comprende tutto ciò che viene influenzato e che influenza la biosfera, e vive grazie all’energia solare. Secondo Maslow, psicologo statunitense, l’individuo si realizza passando per vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo. Ogni stadio rappresenta un livello di bisogno che possono essere classificati in bisogni: •

Fisiologici



Di protezione, di sicurezza



Di appartenenza



Di stima



Di realizzazione di sé

Secondo tale teoria sono organizzati secondo una precisa scala gerarchica e, un bisogno di livello più elevato, non è motivante per un individuo se egli non ha sodisfatto prima i bisogni di livello inferiore. Tornando all’ambiente, esistono due definizioni : •

Scientifica, secondo cui rappresenta l’insieme delle condizioni fisiche, chimiche e biologiche in cui si svolge la vita



Economica, secondo cui rappresenta l’insieme di risorse naturali, non create dall’uomo

In principio era l’uomo ad adeguarsi all’ambiente, mentre ora questo rapporto pare si stia invertendo, a causa dell’incuranza dell’uomo riguardo gli impatti che la produzione dei beni potesse avere sull’ambiente. Da qualche tempo a questa parte ci si è resi conto della sua importanza in quanto dall’ambiente dipendono sia la qualità della vita di ciascun cittadino, sia la possibilità di uno sviluppo reale e duraturo. Un fattore importante in termini di salvaguardia dell’ambiente è il tasso di urbanizzazione, il quale determina le variazioni della domanda di energia. Chi vive nei paesi sviluppati ha, di norma, migliori accessi ai servizi energetici, a differenza di chi risiede in zone meno sviluppate e che, in alcuni casi, non ha ancora accesso a servizi energetici. Nel tempo questa distanza tenderà a ridursi. 1

Document shared on www.docsity.com Downloaded by: francesco-nigrotti ([email protected])

Le risorse sono concentrazione naturale di materiali solidi, liquidi o gassosi nella o sulla crosta terrestre in forma tale che l’estrazione sia realizzabile. Le risorse naturali possono distinguersi in: •

Non rinnovabili, che sono presenti in quantità limitate



Rinnovabili, che possono essere ricostituite e possono considerarsi inesauribili

Possono inoltre essere classificate in: •

Minerarie



Alimentari



Ambientali

Vi è inoltre una distinzione da fare tra: •

Risorsa: ovvero la disponibilità fisica totale di un materiale in natura, cioè la quantità totale di materiale potenzialmente utilizzabile



Riserva: ovvero il materiale presente in natura estraibile con le moderne tecnologia, si parla quindi della frazione utilizzabile delle risorse

La definizione di riserva ha due elementi fondamentali: •

La tecnologia esistente



Il mercato, in quanto deve essere garantita una convenienza economica

Tra le risorse naturali, ed in particolare tra quelle minerarie, tramite le materie prime minerarie energetiche, si ricava l’energia per le attività domestiche ed industriali e possono essere distinte in: •

Combustibili fossili (petrolio, carbone, metano)



Combustibili nucleari fissili (uranio)

Tra le materie prime minerarie non energetiche, ovvero i metalli che si ricavano dalle miniere, vi sono minerali: •

Ferrosi



Non ferrosi



Chimici



Preziosi

Tra le risorse alimentari si possono distinguere tre tipi di prodotti: •

Materie prime agricole, ottenute dalla terra



Materie prime ittiche, ottenute dal mare, dai fiumi e dai laghi



Materie prime sintetiche, ottenute per sintesi biologica e chimica

Tra le risorse ambientali, invece, troviamo: •

Acqua, limitata ma non rinnovabile



Suolo, per attività agricole



Vegetazione, la rinnovabile per eccellenza

Nel 1968 si è formato il Club di Roma che ha redatto un rapporto che individua i limiti dello sviluppo, sostenendo che le risorse naturali usate dagli umani e dalle attività produttive sarebbero potute esaurirsi. Se 2

Document shared on www.docsity.com Downloaded by: francesco-nigrotti ([email protected])

l’attuale tasso di crescita resterà tale, potrebbero esaurirsi nei prossimi 100 anni, determinando un declino della popolazione e della capacità industriale. È tuttavia possibile raggiugere la stabilità economica ed ecologica, e questa possibilità ha determinato le fondamenta dello sviluppo sostenibile. Malthus sostiene che la popolazione cresce geometricamente, le risorse alimentari aritmeticamente. Secondo tale teoria, la terra è un fattore limitante per la crescita demografica. Da ciò consegue il principio della capacità di carico, limitata in qualsiasi ecosistema ( carrying capacity). Essa rappresenta il numero di individui che possono vivere in un determinato territorio senza compromettere la futura capacità dell’habitat di supportare la vita. Se tale numero è superato, si parla di sovrappopolazione, ma ciò dipende anche dalla qualità dell’habitat e dal comportamento. Sulla Terra può vivere un maggior numero di uomini che vivono di caccia rispetto a quelli che vivono di agricoltura, o in una società industriale. La carrying capacity cambia a seconda del tipo di società. Di fondamentale importanza risulta essere l’indicatore della sostenibilità dei consumi di una certa popolazione detto impronta ecologica. Secondo tale teoria, ogni abitante della Terra necessita in media di 2.35 ettari di superficie per produrre risorse di cui ha bisogno per vivere e assorbire i rifiuti prodotti. L’impronta ecologica rappresenta la quota di capacità di carico di cui si è appropriata la popolazione umana residente nell’area considerata. Il suo calcolo si basa sui consumi medi della popolazione e considera l’utilizzo delle seguenti sei categorie di territorio: 1. Terreno per l’energia 2. Terreno agricolo 3. Pascoli 4. Foreste 5. Superficie edificata 6. Mare L’impronta ecologica, nell’alimentazione, prevede che venga calcolata la quantità di energia necessaria a produrre un alimento. Oggi il rapporto calorie/energia utilizzata è 1/100. È 100 volte più elevato delle società pre-industriali. L’impronta ecologica si calcola partendo dalla stima dei diversi consumi che possiamo raggruppare in cinque categorie: 1. Alimenti 2. Trasporti 3. Abitazioni 4. Beni di consumo 5. Servizi Legato al concetto di impronta ecologica è la carbon footprint, ovvero la quantità di carbonio emessa da una attività, un servizio o un prodotto, identificandone l’impatto lungo l’intero ciclo di vita. L’impronta di carbonio rappresenta il 50% di tutta l’impronta ecologica ed è essenziale la sua riduzione. Essa è la quantità di area forestale necessaria ad assorbire le emissioni di anidride carbonica generate dalle attività umane. La criticità di un’area deve essere relazionata alla struttura degli ecosistemi, alla natura che ne regola il funzionamento, alla loro potenziale suscettibilità nei confronti di occasioni di nocività. La sua definizione è utile per evitare che in un ecosistema si continuino ad immettere limitate quantità di una certa sostanza, convinti di non provocare danni. In passato si credeva che tutte le risorse fossero esauribili, ma non si teneva conto dello sviluppo tecnologico e delle nuove tendenze. Quando ambiente sociale, fisico e tecnologico si incontrano, nasce lo sviluppo sostenibile. Oggi, la quantità di materiali quali biomasse, combustibili fossili, metalli e minerali necessari è aumentata vertiginosamente, dai 22 miliardi del 1970, ai pronosticabili 180 miliardi del 2050, la maggior 3

Document shared on www.docsity.com Downloaded by: francesco-nigrotti ([email protected])

parte dei quali nei Paesi Industrializzati. Ciò è stato possibile tramite dinamiche produttive e di consumi ad alto impatto in termini di risorse naturali non sostenibili. Negli ultimi anni si è registrato un costante aumento dei livelli di anidride carbonica nell’atmosfera a causa dell’industrializzazione e ciò, provoca l’effetto serra. Tra le maggiori cause dell’inquinamento possiamo trovare: la crescita della popolazione, l’urbanesimo, l’incremento delle attività industriali e lo sviluppo dei trasporti. Per salvaguardare l’ambiente è necessario un appropriato uso delle tecnologie, delle strategie d’impresa e organizzazione del lavoro. Queste precauzioni permetteranno un risparmio di lavoro, di capitale e di materiali. Col passare del tempo, la sostenibilità ambientale sta divenendo uno dei parametri di scelta dei consumatori, conseguenza di ciò è la crescita degli spazi di mercato legati a scelte ambientali che si sviluppa in due direzioni : •

Verticale, con produzioni che raggiungono un gran numero di consumatori



Orizzontale, creando una competizione in cui i requisiti ambientali rappresentano una barriera all’ingresso di determinati mercati

La conoscenza dell’ambiente permette il monitoraggio degli ecosistemi al fine di conservare le risorse naturali e se ne occupano a livello internazionale: •

OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico)



ONU (Commissione per lo Sviluppo Sostenibile)

A livello comunitario: •

AEA (Agenzia Europea per l’Ambiente)



EUROSTAT (Uffici Statistici della Commissione Europea)

Essi provano a prevedere il comportamento degli ecosistemi utilizzando dei “modelli” che, però, inevitabilmente semplificano la complessità ambientale. Il modello PSR (Pressione, Stato, Risposta) fu elaborato dall’OCSE ed esprime consequenzialità tra pressione ambientale, stato dell’ambiente e risposta che occorre mettere in atto per prevenire impatti negativi. Tale modello è stato adottato anche a livello europeo dall’AEA che ha a sua volta introdotto i fattori generatori delle pressioni (Driving forces) e gli impatti economici e sulla salute (Impact ), dando vita al modello DPSIR. Un indicatore è un parametro o un valore derivato da parametri che indica, fornisce informazioni su, descrive lo stato di un fenomeno, di un ambito o di un’area. Esso deve poter descrivere una situazione ambientale utilizzando un numero limitato di parametri e misure, semplificando la comprensione del fenomeno. L’utilità degli indicatori ambientali risiede nella capacità di fornire dati di sintesi in grado di guidare l’analisi sullo stato di un certo ambiente, di accompagnare processi decisionali in campo politico, economico e sociale verso forme di utilizzo più sostenibile del territorio e di monitorare le risposte a tali decisioni. Devono poter esser letti con facilità anche dai non addetti ai lavori e devono possedere le seguenti caratteristiche: •

Rilevanza



Validità scientifica



Capacità di comunicazione



Misurabilità

In particolare, il modello PSR, venne preso come riferimento comune dei Paesi membri dell’OCSE per definire un insieme di indicatori ambientali. Il modello PSR è basato sul concetto di causalità: le attività umane esercitano pressioni sull’ambiente che cambiano le qualità e le quantità delle risorse e causa di ciò vi sarà una risposta della società a tali cambiamenti, attraverso politiche ambientali, economiche e settoriali. Nel modello DPSIR vengono aggiunti gli indicatori di cause primarie e di impatti sull’ecosistema e sulla salute umana.

4

Document shared on www.docsity.com Downloaded by: francesco-nigrotti ([email protected])

Nel 1987 viene data una definizione del concetto di sviluppo sostenibile, ovvero lo sviluppo in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri. La formazione di una politica ambientali internazionale ha seguito questa strada: •

1964: UNCTAD, Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, che si occupa di questioni del commercio, degli investimenti e di sviluppo



1972: UNEP, United Nations Environment Programme, che opera contro i cambiamenti climatici a favore della tutela dell’ambiente e dell’uso sostenibile delle risorse naturali



1972: Conferenza di Stoccolma, in cui i Governi hanno preso atto della possibilità di esaurimento delle risorse naturali e la necessità di una legislazione



1988: Toronto, l’attenzione si sposta dalla scienza alla politica, nasce l’IPCC (International Panel on Climate Change), che riconosce il cambiamento climatico come una preoccupazione comune dell’umanità. Mette a contatto i migliori scienziati e i governi di tutto il mondo per analizzare lo stato dei cambiamenti climatici. Il primo rapporto IPCC non avvistò nesso causale fra uomo e relazioni climatiche. Nel secondo, nel 1995, si fu per la prima volt consapevoli di questa correlazione



1992: UNCED, Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo, noto come il Vertice di Rio. Qui nacque il documento intitolato Oltre i limiti che sponsorizzava il controllo demografico, la riduzione dello sfruttamento delle risorse naturali e la necessità di incrementare gli investimenti in tecnologie antinquinanti. Da qui nacque l’Agenda 21 la quale afferma che il diritto allo sviluppo deve essere realizzato in modo tale da soddisfare equamente le esigenze relative all’ambiente e allo sviluppo delle generazioni presenti e future. L’Agenda 21 è costituita da 40 capitoli, divisi in 4 sezioni, riguardanti: •

Dimensioni sociali ed economiche



Conservazione e gestione delle risorse



Rafforzamento del ruolo gruppi più significativi



Metodi di esecuzione



1997: Protocollo di Kyoto, è l’unico accordo che sancisce una limitazione delle emissioni ritenute responsabili dell’effetto serra. Si fonda su di un trattato firmato a Rio (UNFCCC). Stabilisce tempi e procedure per realizzare gli obiettivi del trattato. Firmato nel 1997, è entrato in vigore solo nel 2005, dopo l’adesione della Russia. I Paesi Industrializzati hanno l’obbligo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 5% rispetto al 1990, tra il 2008 e il 2012. Devono inoltre realizzare progetti di protezione dei boschi e terreni che assorbono anidride carbonica. I Paesi possono guadagnare carbon credit esportando tecnologie pulite in PVS. Sono previste sanzioni per i firmatari che non raggiungono gli obiettivi. Per i PVS le regole sono più flessibili. Alcuni Stati possono addirittura aumentare la propria produzione (Australia e Islanda)



2002: Johannesburg, vengono affrontati temi come acqua, salute, energia, produzione agricola, biodiversità e povertà



2006: Nairobi, è una conferenza relativa al Protocollo di Kyoto ed ha l’obiettivo di ridurre ulteriormente le emissioni di CO2



2012: Rio +20, è stato approvato un piano per aiutare un miliardo di persone a uscire dalla povertà per curare la biosfera, il documento, però, è risultato essere troppo vago. I temi su cui si è maggiormente soffermata la conferenza sono l’economia verde nel contesto dello sviluppo sostenibile e la riduzione della povertà 5

Document shared on www.docsity.com Downloaded by: francesco-nigrotti ([email protected])



2015: Parigi, per far sì che l’intesa entri in vigore è necessario che almeno 55 Paesi che rappresentino il 55% delle emissioni globali si uniscano all’accordo. Nell’ottobre 2016 ha avuto inizio il protocollo che ha come obiettivo la lotta ai cambiamenti climatici, rompendo la distinzione tra PI e PVS, richiedendo a tutti i paesi di impegnarsi per contenere la temperatura entro i 2° C.

La gestione di una risorsa si definisce sostenibile se non si eccede lo sfruttamento oltre una determinata soglia. Il sistema planetario è dotato di autoregolamentazione, è quindi in grado assorbire e biodegradare le sostanze inquinanti e di ripristinare le risorse prelevate dalle attività economiche, sempre entro i limiti della capacità di autoregolamentazione. Esistono due tipi di sostenibilità: •

Debole: quando si ritiene che il capitale naturale sia perfettamente sostituibile da altri fattori di produzione. Essa va adottata nei casi di ecosistemi artificiali. In tali casi è impossibile pensare ad un ripristino del capitale naturale preesistente, si può, però, utilizzare una tecnologia ecocompatibile



Forte: quando si ritiene che il capitale naturale non sia sostituibile e svolga un ruolo di fattore limitante dello sviluppo. Essa va adottata nel caso di ecosistemi fragili.

La curva di Kuznets ambientale è una funzione degli effetti distributivi dell’inquinamento e dei danni ambientali, rappresenta il danno ambientale in relazione al livello di reddito pro capite. Nelle società povere il degrado ambientale è minimo poiché l’attività economico-produttive della popolazione sono concentrate nell’agricoltura. In questa fase il reddito pro capite è molto basso. Nelle prime fasi dello sviluppo economico la crescita del reddito pro capite assume una relazione positiva con il degrado ambientale. La diffusione delle industrie ha un forte impatto ambientale ed è causa di inquinamento e degrado. La fase di industrializzazione di un sistema economico è associata a una crescita generale dell’occupazione, della ricchezza economica e del reddito pro capite. La correlazione positiva tra crescita economica e degrado ambientale si interrompe al raggiungimento di un determinato livello di benessere. Nelle società più ricche la qualità ambientale si trasforma in un bene scarso e la società è disposta a scambiare una parte della propria crescita economica per ottenere un miglioramento della qualità ambientale. La società adotta una politica ambientale per ridurre il livello di inquinamento. Le attività sono delocal...


Similar Free PDFs