Docsity la distinzione critica sociale del gusto bourdieu PDF

Title Docsity la distinzione critica sociale del gusto bourdieu
Author Giusy Esposito
Course storia della moda
Institution Accademia di Belle Arti di Napoli
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utile per una cultura personale...


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La distinzione. Critica sociale del gusto- Bourdieu Critica Letteraria Università degli Studi di Milano 37 pag.

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La distinzione Critica sociale del gusto Capitolo primo Titoli e quarti di nobiltà culturale La sociologia assomiglia alla psicoanalisi quando si confronta con il gusto, un oggetto che costituisce la manifestazione suprema del discernimento, il quale definisce l’uomo.! La sociologia deve (1) ricondurre il gusto alle condizioni sociali di cui esso è il prodotto, consapevole dell’evidente rapporto tra gusto ed educazione. Poi (2) deve interrogare questo rapporto e (3) capire il motivo per cui il rapporto con il capitale scolastico rimane solido anche in quegli ambienti che non sono oggetto di insegnamento scolastico.! Infatti dietro i rapporti statistici tra capitale culturale/ origine sociale e un sapere qualsiasi vi sono le relazioni tra i gruppi che hanno con la cultura dei rapporti differenti, a seconda delle condizioni in cui hanno acquisito il loro capitale e a seconda del mercato in cui possono spenderlo.! La sociologia deve capire se: basta una modifica nella forma o nel contenuto della cultura per determinare una trasformazione dei rapporti osservati. ! Il rischio è quello di non riuscire ad oggettivare la verità dei risultati, cadendo nelle immagini antagonistiche, perché la ‘sociologia degli intellettuali’ lascia nascosto la struttura tessa delle posizioni oggettive, che sta all’origine della visione che coloro che occupano una posizione possono vere di quelli che ne occupano un’altra. ! Atteggiamenti e competenze culturali si esprimono nella natura dei beni consumati e nel modo di consumarli e cambiano a seconda delle categorie di attori sociali e a seconda degli ambiti a cui vengono applicati.! Quando si vuole determinare il modo in cui questi atteggiamenti cambiano, si osservano due fatti:! 1. il rapporto che lega pratiche culturali al capitale scolastico e all’origine sociale;! 2. a parità di capitale scolastico il peso della origine sociale aumenta quando ci si allontana dagli ambiti più legittimi.! (analisi condotta su inchiesta con questionario, su un campione di 1217 persone. Anno 1963; 1967-8.)! Più le competenze sono riconosciute nel sistema scolastico, più le tecniche per misurarle sono scolastiche, maggiore è il rapporto tra la prestazione ed il titolo scolastico, garante del capitale culturale in modo più o meno completo. ! Esempio evidente di forte correlazione tra prestazione e capitale scolastico si osserva nella domanda sui compositori musicali. Allo stesso modo la frequentazione di gallerie d’arte e la competenza in materia di pittura è legata al capitale scolastico e colloca classi e frazioni di classe in gerarchia. Nel caso della pratica di arte visiva o strumento musicale, che si acquisisce al di fuori della certificazione scolastica è importante la classe sociale, ma soprattutto la mediazione della traiettoria sociale, che spiega la posizione della nuova piccola borghesia.! Le opere d’arte legittime sono particolarmente classificanti perché permettono di produrre un distinguo infinito grazie alle divisioni in generi, maniere ecc ecc.! Nell’universo dei gusti particolari si possono distinguere tre universi di gusti, che corrispondono a tre livelli scolastici e tre livelli sociali: ! - gusto legittimo, gusto per le opere legittime come “Clavicembalo ben temperato”;! - gusto medio, che riunisce le opere minori delle arti maggiori;! - gusto popolare rappresentato dalla musica colta deprezzata dalla divulgazione, come il “Danubio blu”! 1. Titoli di nobiltà culturale Nel rapporto tra capitale scolastico e conoscenze estranee all’ambito dell’insegnamento, i due termini vanno messi in discussione; sia la variabile indipendente (professione, professione del padre,sesso, età,, residenza…), sia quella dipendente (conoscenza) attraverso cui si possono realizzare delle disposizioni molto diverse a seconda selle classi definiti dalle variabili indipendenti. ! Dunque per interpretare in modo adeguato le differenze tra ke diverse classi bisognerebbe analizzare gli usi sociali a cui si presta ciascuna delle arti o dei generi o delle istituzioni prese in considerazione.!

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La musica è la più spirituale delle arti , è arte pura e non avendo alcuna funzione espressiva si contrappone al teatro che rimane veicolo di un messaggio sociale. Il teatro divide e si divide, basti pensare alla rive gauche e la rive droite.; mentre nel campo musicale vi è un vero disconoscimento del mondo sociale che l’ethos borghese si attende da tutte le forme di arte. ! Per interpretare in maniera adeguata la relazione tra variabile indipendente e quella dipendente bisognerebbe rompere con l’uso degli indicatori e con le falsi analisi essenzialiste (che universalizzano una esperienza particolare), ovvero prendere in considerazione l’immagine sociale delle opere (barocco- moderno) e le proprietà relative al modo in cui queste opere si distribuiscono in rapporto alle diverse classi e alle relative condizioni di ricezione.! Se si trattano le proprietà relative agli attori sociali (età, sesso, titoli studio..) come forze indipendenti dal rapporto in cui esse operano, allora si evita il problema dello stabilire ciò che nella variabile determinata è determinante e ciò che in essa è determinato. ! Il lavoro sociologico deve interrogare la correlazione stessa tra due variabili,, facendo della stessa correlazione l’oggetto sociologico e non un mero valore statistico: così facendo si può sostituire la correlazione tra valore costante e pratiche dagli effetti diversi, con un rapporto esatto tra concetti definiti (prescindendo così dalla dipendenza dalle abitudini della conoscenza ordinaria del mondo sociale).! 1.1 L’effetto di titolo Il capitale scolastico deriva da un effetto cumulativo di trasmissione culturale scolastica e familiare. L’istruzione scolastica contribuisce a costituire un atteggiamento generale e trasferibile nei confronti della cultura legittima che assume una forma ‘disinteressata’, capace di affermarsi anche oltre i limiti dello scolastico.! La tendenza alla generalizzazione è propria di un atteggiamento colto ed è una delle condizioni necessarie per intraprendere un’appropriazione culturale, inscritta com esperienza oggettiva nella borghesia e nei diritti e doveri che vi fanno accedere.! Per questo è importante soffermarsi sull’effetto scolascico dato dall’imposizione di titoli, ovvero quel caso particolare di assegnazione statutaria positiva o negativa che i singoli gruppi attribuiscono a classi gerarchizzate. ! Chi detiene un titolo di nobiltà culturale deve semplicemente essere quello che è: le nobiltà sono essenzialiste. ! Per capire l’effetto dei marchi scolastici occorre prendere in considerazione altra caratteristica delle nobiltà, ovvero la sottrazione dalla norma o dal regolamento. ! In questo senso si separa la cultura libera e legittima da quella dell’autodidatta, ovvero quella libera illegittima, in quanto valida solo nella misura in cui questa ha un valore di efficacia pratica, senza valore sociale addizionale.! Il titolo scolastico, pertanto, garantisce formalmente una competenza specifica e realmente il possesso di una cultura generale, tanto più ampia ed estesa quanto più è prestigioso il titolo.! L’ allocation è un fenomeno che implica assegnazione statutaria e insieme a questa contribuisce a far sì che l’istruzione scolastica imponga delle pratiche culturali che sono parte degli attributi statuariamente alle posizioni che assegna.! logica che si esprime nel fatto che l’atteggiamento legittimo che si acquisisce con la frequentazione di un genere particolare di opere si estende anche ad altre opere, meno legittime, come la letteratura di avanguardia o il cinema: la tendenza alla generalizzazione è iscritta nell’attitudine stessa a riconoscere le opere legittime. Così si spiega il fatto che propensione e capacità di accumulare conoscenze gratuite sono legate al capitale scolastico in modo più esclusivo rispetto alla frequentazione del cinema, che dipende dal reddito e residenza e età.! L’acquisizione familiare o scolastica comporta l’attitudine ad acquisire delle competenze non intenzionali, che variano dunque in funzione del titolo di studio.! Ma per spiegare il valore del titolo scolastico come di condizione di accesso alla cultura legittima si deve considerare un altro effetto dell’istituzione scolastica: ! mediante le stesse condizioni dell’incurvamento il titolo scolastico determina le condizioni di esistenza che sono condizione per (1) avere il titolo e, poi, sono condizione della (2) disposizione estetica, richiesta con maggior rigore. ! Titoli di studio, la cui origine è borhese, son garanzia dell’attitudine ad adottare una disposizione estetica. !

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1.2 La disposizione estetica La disposizione estetica è l’unico modo socialmente conveniente di affrontare le opere d’arte che non regge l’analisi di essenza. ! Panowsky afferma che se (1) un’opera d’arte esige di venire percepita secondo intenzione estetica, (2) qualsiasi oggetto può essere percepito secondo intenzione estetica.! Come si evita di concludere che è l’intenzione estetica a fare l’opera d’arte? Bisognerebbe dare all’intenzione una valenza scolastica e non pratica.! La clase degli oggetti artistici si dovrebbe definire grazie al fatto di esigere di venir percepita secondo una intenzione estetica, cioè nella sua forma e non nella sua funzione.! Impossibile, infatti, definire quando un oggetto diviene opera d’arte, forse perché la demarcazione tra oggetti estetici e oggetti tecnici sta nell’intenzione dell’autore.! L’INTENZIONE è a sua volta il prodotto delle norme e delle convenzioni sociali che concorrono a definire la frontiera sempre indefinita e mutevole tra i semplici oggetti tecnici e gli oggetti d’arte.! Ma la comprensione e la valutazione dell’opera d’arte dipende anche dallo spettatore, che è a sua volta frutto di norme convenzionali che ne regolano lo stesso rapporto con l’opera.! L’ideale di una percezione estetica -pura- deriva dal primato del modo di produzione artistico che afferma il primato della forma sulla funzione, primato del modo di rappresentare un ogetto, che esige una disposizione puramente estetica. ! Il museo d’arte oggettiva questa esigenza di ricerca artistica fine a sé, ed è la disposizione estetica costituita in istituzione . ! Il museo realizza l’autonomizzazione dell’attività artistica rispetto alle funzioni extraestetiche, grazie alla giustapposizione di opere che esigono attenzione per la forma o per la funzione. L’attività artistica è tanto autonomizzata che permette di passare dal realismo stilistico alla neutralizzazione della funzione rappresentazione. ! 1.3 Il gusto puro e il gusto barbarico Ortega Y Gasset dimostra che l’ideologia del dono trova convalida nell’arte moderna e nell’effetto sociologico che questa produce (divisione tra chi la comprende e chi no). La nuova arte è destinata ad una minoranza particolarmente dotata. Fa sì che i pochi migliori si riconoscano nella moltitudine. ! Suzannae Langer dice che oggi che tutti sanno leggere, la grande arte non è un piacere immediato dei sensi. ! Sempre secondo Gasset l’arte moderna rifiuta tutto ciò che è umano (passioni, emozioni ordinarie delle persone ordinarie), respingere l’umano significa respingere ciò che è generico, facilmente accessibile. Lo sguardo esteticamente puro si definisce in contrapposizione a quello ingenuo, rispetto al quale è indifferente alla natura dell’oggetto rappresentato.! 1.4 L’estetica popolare Si fonda sul rifiuto della ricerca formale in tutti gli ambiti: cinema, teatro, pittura. ! Si interessa agli intrecci indirizzati verso un happy end e si riconosce nei personaggi designati in modo semplice: questo perché le classi ricercano la partecipazione, che viene delusa soprattutto quando si verificano delle ricerche formali come quella del metateatro, con cui si auto denuncia. ! Il desiderio di entrare nel gioco si basa su un investimento che tende ad accettare le ricerche formali e gli effetti artistici solo nella misura in cui si fanno dimenticare e non ostacolano la percezione della sostanza dell’opera. ! La ricerca formale è, agli occhi del pubblico popolare, uno degli indici di volontà di tenere a distanza il non iniziato: il pubblico popolare capisce in modo confuso il contenuto espressivo, come se fosse censurato. A differenza dello spettacolo colto , quello popolare è liberatorio, producendo una partecipazione collettiva. ! Si tratta dell’opposto di ciò che fa l’esteta, che sposta l’attenzione dal contenuto alla forma. ! 1.5 La presa di distanza estetica L’esteta si appropria di un oggetto del gusto popolare, ma applivìcandovi una distanza propria della sua distinzione, spostando l’attenzione sulla forma e non sul contenuto. ! Distacco e indifferenza sono l’unico modo di conoscere l’opera d’arte per il suo essere selbständing.

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Ma il rifiuto di coinvolgimento si vede maggiormente nelle relazioni con la pittura. Qui si vede aumentare, in funzione del livello di istruzione, (1) il numero di coloro che respingono i comuni oggetti dell’ammirazione popolare ; (2) il numero di coloro che ritengono si possa fare una bella fotografia con oggetti socialmente ritenuti insignificanti.! Il livello di istruzione distingue le classi in modo rigoroso, secondo la capacità di avere un punto di vista estetico su oggetti già in forma estetica predisposta e, caso ancor più raro, quelli che come Luce sanno creare arte dal nulla. ! L’inchiesta è indispensabile per stabilire le condizioni sociali di possibilità della disposizione pura, però rischia di perdere il significato che l’atteggiamento nei confronti del mondo in cui questa disposizione si esprime. ! In nome di un’estetica che vuole che la fotografia abbia una giustificazione nell’oggetto della foto, gli operai non fotografano per il semplice gusto del farlo, criticato come atteggiamento borghese. ! 1.6 Un’estetica antikantiana! Kant distingue ciò che piace da ciò che fa piacere in modo da comprendere ciò che costituisce la specificità del giudizio estetico; mentre i membri delle classi popolari da ogni immagine si aspettano che adempia ad una funzione ed esprimono miei loro giudizi un riferimento alla morale o alla piacevolezza.! L’estetica popolare subordina la forma e l’esistenza stessa dell’immagine alla sua funzione, dunque è una estetica pluralista e condizionale, che rifiuta il piacere universale. Siccome l’immagine viene giudicata in riferimento alla funzione che svolge, il giudizio estetico assume il valore di giudizio ipotetico che si basa sul riconoscimento di generi (quasi 3/4 dei giudizi cominciano con un se e si concludono con la classificazione di un genere: “è una fotografia pubblicitaria”).! Kant dice che il gusto è barbarico quando ha bisogno di unire al piacere le attrattive e le emozioni; ed è proprio la logica che emerge dall’ethos popolare che attribuisce al colore la capacita di sospendere il rifiuto delle foto insignificanti (se è a colori, bella). ! Gusto barbarico: l’opera è giustificata se adempie alla funzione di rappresentazione, solo se la cosa rappresentata merita di esserlo.! 1.7 Estetica, etica ed estetismo Di fronte alle opere d’arte legittime, chi è meno competente a livello scientifico applica alle opere d’arte i primi schemi dell’ethos. Ne risulta una riduzione delle cose dell’arte alle cose della vita, barbarismo per l’estetica pura secondo cui è come se la forma potesse arrivare in primo piano solo a prezzo di una neutralizzazione dei ogni interesse affettivo per l’oggetto rappresentato. ! (es foto mani di una vecchia, commenti èiu astratti e distaccati man mano che si sale nella gerarchia sociale).! L’estetismo subordina l’arte ai valori dell’arte di vivere, l’intenzione artistica deve contraddire gli atteggiamenti dell’ethos e gli oggetti e i modi della rappresentazione legittima. ! E’ un partito della trasgressione simbolica che si accompagna a neutralismo politico o ad un estetismo rivoluzionario. ! L’estetica dei dominati è invece vissuta come distruzione dell’estetica dominante; Proudhon dice dell’estetica piccolo borghese che ciò che è arte è funzionale. ! Gli artisti cercano di distinguersene con l’esecuzione, ma questa arte è separata dalla vita sociale, l’arte vera deve porsi come fine il suscitare la sensibilità morale. ! Deve sostituire la cosa con l’ideale della cosa, deve educare e quindi non deve trasmettere le impressioni personali. ! 1.8 La neutralizzazione e l’universo dei possibili ! La percezione propriamente estetica dell’arte è dotata di un principio di pertinenza socialmente costituito ed acquisito: principio selettivo che consente di reperire e trattenere i tratti stilistici che contraddistinguono una maniera particolare di trattare gli elementi selezionati come un modo di rappresentare in cui si esprime il modo di percepire e di pensare di un’epoca. ! La disposizione estetica come capacità di percepire e decifrare le caratteristiche stilistiche è inseparabile dalla competenza artistica, che si apprende con un apprendimento esplicito o con la semplice frequentazione delle raccolte dei musei. !

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- La capacità di cogliere i tratti stilistici di originalità delle opere di un’epoca o di un’autore è

indissociabile dalla capacità di cogliere le ridondanze stilistiche, ovvero i modi di trattare la materia pittorica (ad esempio). ! La semplice collocazione effettua dallo specialista non ha nulla in comune con l’intenzione scientifica di cogliere la ragione immanente e la ragion d’essere dell’opera. ! L’uincantesimo della contemplazione artistica è prodotto dal gioco di allusioni e analogie che fa entrare l’opera nell’interlegittimazione (Proust: “si considera bello il vestito della donna di mondo solo perché descritto da Balzac e non perché bello in quanto tale”).! 1.9 La distanza dal bisogno Nel rapporto tra competenza artistica slegata dal contenuto e competenza scolastica emerge la dipendenza della disposizione estetica dalle condizioni materiali di esistenza, passate e presenti, che sono le condizioni sia della costituzione che della realizzazione , oltre che dell’accumulazione di un capitale culturale, che si acquisisce solo sottraendosi al bisogno economico. ! La disposizione estetica tende a prendere in considerazione solo la forma della rappresentazione (lo stile), percepita e valutata solo attraverso il confronto con altri stili.! La disposizione estetica è uno stile di vita in cui si esprimono in forma irriconoscibile gli effetti di particolari condizioni di esistenza: condizioni di apprendimento della cultura legittima, che si contraddistinguono grazie alla distanza oggettiva e soggettiva delle necessità pratiche e sono il fondamento della distanza nei confronti dei gruppi a questa sottoposti. ! Ogni opera legittima tende ad imporre le proprie norme e tutti gli agenti vi si devono misurare oggettivamente. Così facendo si riesce a riconoscere il motivo per cui le diverse classi hanno un rapporto diverso von queste opere d’arte. ! L’azione pedagogica della famiglia e della scuola agisce attraverso le condizioni economiche e sociali: si comprende così come mai le donne o gli adolescenti della borghesia, che sono economicamente privilegiati e esclusi dalla realtà del potere economico, oppongano a volte al mondo borghese un rifiuto di complicità, espresso con una propensione all’estetismo. ! Il potere economico è possibilità di tenere a distanza il bisogno economico, per cui si può permettere l’ostentazione del lusso. ! a borghesia ha diviso ciò che si paga e ciò che è gratuito, contrapposizione che secondo Weber è peculiare della borghesia. > il consumo materiale dell’opera d’arte è una delle manifestazioni supreme dell’agio.!

1.10 Il senso estetico come senso della distinzione.! L’atteggiamento estetico è la manifestazione degli atteggiamenti prodotti dai condizionamenti sociali connessi ad una classe, dunque è una dimensione di un rapporto di distanza. ! Ma è anche una ...


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