Documentare le progettualita nei servizi e nelle scuole per l infanzia 1 PDF

Title Documentare le progettualita nei servizi e nelle scuole per l infanzia 1
Author Veronica Griguoli
Course Pedagogia
Institution Università degli Studi di Padova
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DOCUMENTARE LE PROGETTUALITÀ NEI SERVIZI E NELLE SCUOLE PER L’INFANZIA Da un approccio lineare a uno reticolare: Azione educativa non è quella di trasmettere, ma di ascoltare (ascolto attivo), osservare (puntuale osservatore in grado di cogliere le richieste e i bisogni cognitivi). Progettazione: strumento per accompagnare i bambini in un percorso di crescita che li vede protagonisti attivi e critici delle esperienze che vivono. Nido e scuola dell’infanzia che intendono promuovere la crescita integrale delle persone che ne prendono parte, adulti e bambini. Il progetto pedagogico poggia su 3 concetti chiave: • Osservazione • Progettazione • Documentazione: pratica per comunicare ai genitori i percorsi e processi che i propri figli hanno svolto. Per gli insegnanti è una pratica formativa, un’opportunità di mettere in atto processi di autovalutazione della prassi educativa. Quali sono le “buone” domande? Non devono essere retoriche, servono per aprire i contesti di approfondimento. Le domande verso i bambini, le famiglie e gli altri servizi: Le domande che vengono rivolte ai bambini molto spesso sono lontane dal loro modo di pensare, per le parole utilizzate, per le modalità. Bisogna porsi domande e interrogativi che mantengano aperto lo spazio di riflessione. Interpretazione e attribuzione di significati: Il materiale documentativo narra/racconta: • Dell’identità del servizio; • Del gruppo di sezione-comunità bambini e adulti; • Intenti progettuali; • Idea di bambino che quel servizio produce come rappresentazione culturale. I materiali documentativi sono cuore pulsante attorno a cui costruire nuovi pensieri, nuove conoscenze, nuove interpretazioni. Documentazione: momento dell’agire progettuale, momento per attivare la riflessione intorno a quanto si sta facendo con i bambini. Progetto di documentazione: processo di lettura, condivisione e interpretazione degli accadimenti che prendono vita e che si sviluppano nei servizi. Processo che richiede sistematicità e metodo. Traccia per un progetto di documentazione: COSA?: i temi e i soggetti: intera giornata educativa, piccole cose della quotidianità. PER CHI? : i destinatari: • Documentare per i bambini: Un bambino che sperimenta adulti interessati del suo fare quotidiano, rafforza la fiducia nelle proprie competenze. Piacere di rivedersi: funzione strutturante per la sua identità. • Documentare per i genitori: Documentazione che descrive le parti della giornata che di solito non vedono documentare per sostenere i genitori nel sentirsi parte dell’esperienza dei figli. Creare momenti di condivisione tra genitori ed insegnanti, momenti che consentono di tessere insieme la trama del percorso di sviluppo dei bambini.

Documentare per il gruppo di lavoro, i colleghi e la comunità: Circolazione di esperienze fra colleghi di diversi servizi attraverso diversi materiali. La documentazione permette scambio e confronto. CON CHE COSA?: strumenti osservativi. Gli strumenti possono essere differenti per forma e contenuto, scopo. Per qualsiasi gruppo di insegnanti è formativo costruire il proprio strumento, il proprio materiale che si migliora in base alle necessità di quel servizio. COME? : le forme documentative, i formati, i codici comunicativi. Oltre la parola scritta e orale ci sono altri linguaggi, la fotografia, l’immagine che ha un valore rappresentativo fortissimo, le grafiche dei bambini, i video proiettori, filmati, riprese. QUANDO?: i tempi da dedicare alla documentazione. Il quando documentare deve essere progettato e organizzato, una sorta di work in progress. All’interno del monte ora una quota deve essere definita a priori per la documentazione. Alcune fasi possono essere gestite in autonomia dall’insegnante di sezione, altri passaggi richiedono la condivisone di colleghe di sezione o del gruppo educativo. Momenti buoni per procedere nella documentazione, mentre i bambini riposano. DOVE?: gli spazi di lavoro e la collocazione del servizio.



I passaggi di metodo: Osservazione: 1. Progettare l’osservazione 2. Osservare 3. Raccogliere il materiale grezzo Analisi e selezione dei materiali osservativi: 4. Selezionare i materiali condividendo che cosa si vuole documentare e perché Rielaborazione, traduzione, interpretazione: 5. Rielaborare, interpretare e tradurre i materiali scelti, attraverso codici e linguaggi adatti ai destinatari 6. Analizzare il progetto di documentazione: evidenziare punti di forza e criticità in termini di comprensibilità del messaggio rispetto ai destinatari. La documentazione è possibile solo se alla base c’è una progettualità educativa. Esaustività: il materiale elaborato deve essere selezionato, ragionato e interpretato, occorre una riflessione attenta e scrupolosa sui materiali e una loro interpretazione. Documentazioni contestualizzate: raccontare una storia particolare, un pezzo di vita dei protagonisti, indicare tutto ciò che rende speciale quel momento. Documentazioni “senza tempo”: storie dove viene dato risalto al significato, possono diventare storie di tutti. Domande aperte: una buona documentazione deve essere in grado di suscitare curiosità; più che dare delle risposte deve suscitare domande. Riletture delle esperienze: • Carattere cronologico: diverse fasi di un percorso • Tipo tematico: mettere a fuoco alcuni elementi o aspetti particolari Semplificare è difficile: Semplificare: principio fondamentale nell’organizzazione del materiale raccolto. Per la composizione di un testo finalizzato a documentare: Titolo: breve che metta in evidenza in modo sintetico il tema. Testi: il più possibile brevi, personali: parole dei protagonisti, parole d’autore, parole chiave.

Fotografare per documentare nei servizi educativi: Fotografia come strumento di indagine e ricerca: 3 funzioni: 1. Rappresentativa 2. Riflessiva 3. Epistemologica 3 lenti: 1. Lenti dello sviluppo 2. Lenti pedagogiche 3. Lenti teoriche Fornire alla fotografica un duplice scopo. Fornire informazioni e suscitare/esprimere emozioni. Caratteristiche che accomunano delle “buone fotografie”: • Primi piani: espressioni del viso • Foto semplici: meno sono gli elementi che le compongono, più il messaggio che esprimono risulta chiaro e univoco • Assenza di elementi di disturbo • Una buona luce Realizzare le fotografie: punti di attenzione: Buone fotografie in termini di documentazione educativa: imparare ad osservare i bambini. Sfondi: neutri per far risaltare i soggetti Illuminazione: per fotografare persone, luce morbida: in esterno è preferibile scattare in ombra. All’aperto se il cielo è sereno, i risultati migliori si ottengono nelle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio. Negli interni luce naturale. Fotografare i bambini: • Chi fotografa: gli insegnanti come testimoni e complici dei percorsi esplorativi e di crescita dei bambini. • Come: si tenderebbe a voler per equità fotografare tutti, ma per mettere in evidenza le diverse dimensioni di gioco, di relazione e di apprendimento si cerca di cogliere i bambini individualmente o a coppie. Sequenze: permettono di raccontare mini storie. Posizione dell’adulto: stare ad altezza bambino consente di cogliere l’immediatezza dei gesti e delle emozioni. È un modo per entrare in contatto con il punto di vista dei bambini. Effetto zoom: importante scattare anche i dettagli. E gli adulti dove sono?: la documentazione visiva dà visibilità e valore al ruolo e lavoro degli insegnanti. Quale bambino vogliamo comunicare?: immagine che offre uno sguardo autentico, rispettoso che restituisce valore, dignità ai bambini e a chi se ne prende cura, è fondamentale avere chiaro che cosa vogliamo documentare. Le fotografie devono essere semplici e chiare in grado di trasmettere il loro messaggio; è fondamentale individuare il cuore del messaggio. Story board: disegnare vignette con le storie da riprendere; se non si ha tempo almeno visualizzare le immagini nella mente, poi scegliere le immagini migliori e dare un ordine. Formati a disposizione: Grandi formati per trasmettere con più forza il messaggio. Testi chiari e leggibili, videoscrittura preferibile, cura delle linee, disporre testi ed immagini, modalità regolare e ordinata. Gruppi di immagini: per offrire più punti di vista. Sequenze di immagini: per raccontare lo svolgersi del tema in un certo tempo.

Supporti, colori e collocazione: Supporti: per la documentazione a parete vengono utilizzati pannelli di materiale rigido sui quali verranno fissati pannelli di cartoncino. Colori: chiari, neutri, pastello per le basi per mettere in risalto le parti di contenuto. Collocazione: se il materiale vuole richiamare l’attenzione su alcuni oggetti può essere collocato vicino a essi. La collocazione del messaggio esposto ad altezze diverse a seconda che il messaggio sia indirizzato agli adulti oppure ai bambini. Organizzare il lavoro: Il lavoro va prima di tutto organizzato, prima nella mente poi nella pratica, vanno raccolti i materiali per la realizzazione per costruire un elaborato che raggiunga gli obiettivi comunicativi. Progetto educativo annuale: Linee progettuali dell’anno educativo coniugando i principi pedagogici e le finalità educative. Strumento flessibile, aperto a piccole variazioni che il gruppo di lavoro può introdurre per venire incontro alle mutevoli esigenze del servizio e alle richieste delle famiglie. All’inizio dell’anno il personale incontra le famiglie per presentare le linee progettuali dell’anno, le proposte di attività e i percorsi di approfondimento. Relazione di sintesi: strumento di documentazione conclusiva che restituisce l’andamento dell’anno educativo. Diario del bambino – diario personale: elaborato dall’insegnante di riferimento o dal gruppo di insegnanti di sezione, restituisce i passaggi più significativi del percorso di crescita del bambino e della sua vita nel gruppo. Strumento individuale. Documentazione a parete: all’interno della sezione, presentazione sintetica dell’attività svolta, cartaceo vari formati, in luogo significativo in relazione al tema, in tempi e momenti differenti dell’anno in base alle necessità. Pubblicazioni, sintesi di percorsi e progetti: sostenere dal punto di vista pedagogico ed educativo la cultura dei servizi attraverso la documentazione delle esperienze vissute al suo interno, restituire la ricchezza della vita al nido. Quaderno di lavoro: Strumento utilizzato dal gruppo educativo e dal pedagogista per sostenere la progettazione e l’interpretazione di quello che accade con i bambini. Strumento si confronto e discussione collettiva. Una professionalità che cresce nel progettare e documentare: Progettare tempi e spazi della documentazione: La pratica documentativa rappresenta un processo fondamentale, un punto di incontro, sintesi e comunicazione nei confronti delle famiglie. È fondamentale disporre di tempi utili e necessari per lavorare sui materiali documentativi, per produrre documentazioni differenti: bisogna disporre di tempo quantificato, legittimato, riconosciuto. Si tratta di una vera e propria pratica di studio e di approfondimento. Si sottolinea l’importanza di poter disporre all’interno del servizio di un archivio che possa contenere sia i materiali documentativi, sia i numeri di riviste specializzate come testi e pubblicazioni scientifiche. Tempi e risorse come variabili non accessorie, ma determinanti per la qualità e la quantità dei materiali prodotti e a disposizione. Investire in un progetto documentativo: investire nel progetto complessivo di documentazione significa lavorare a un progetto impegnativo e molto articolato che si muove su più livelli contemporaneamente ma anche la presentazione completa dell’intero servizio, le singole sezioni, i laboratori e gli atelier, i progetti singoli e di intersezione. È un progetto che cresce nel tempo, che si

affina con la pratica, che può intercettare le abilità e le competenze di ciascun membro del gruppo educativo. Investire nel progetto educativo significa dunque investire innanzitutto in un’idea di gruppo che desidera andare oltre al racconto o alla restituzione dei fatti così come accadono, ma che sente la necessità e il dovere di andare a fondo delle questioni provando a dare ragione delle tante situazioni che si susseguono all’interno di un servizio educativo. Documentare significa inoltre investire gradualmente, in alcune necessarie strumentazioni tecnologiche. Investire in un progetto di documentazione significa allora spostare la prospettiva da una visione assolutamente adulto-centrica, a una visione in cui i muri che accolgono le documentazioni, le tracce dei lavori dei bambini, parlano e raccontano. Documentare per riflettere: lavorare in questa direzione significa sostenere un lavoro di riflessione che, a partire dalla pratica, fa emergere gli impliciti e li rimette in discussione nel gruppo di lavoro. Consente di mantenere alto il livello di consapevolezza e di non perdere la capacità di interrogarci sul senso di ciò che facciamo quotidianamente. La pratica del documentare porta con sé anche il concetto di valutazione e autovalutazione, perché consente di tenere sempre il polso della situazione e di maturare consapevolezza e orientamento rispetto alle scelte da compiere. La documentazione indirizza il gruppo di lavoro verso un’identità più matura e consapevole....


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