Documentare LE Progettualita’ NEI Servizi E Nelle Scuole PER L’ Infanzia PDF

Title Documentare LE Progettualita’ NEI Servizi E Nelle Scuole PER L’ Infanzia
Course Storia Dell'Educazione e delle istituzioni Educative 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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Documentare LE Progettualita’ NEI Servizi E Nelle Scuole PER L’ Infanzia...


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DOCUMENTARE LE PROGETTUALITA’ NEI SERVIZI E NELLE SCUOLE PER L’INFANZIA. Da un approccio lineare a uno reticolare: Il soggetto del nostro interesse è il bambino. Il bambino visto come individuo competente,interattivo,orientati al protagonismo che necessitano di avere accanto un adulto chiamato alla responsabilità di scegliere,cambiare,riflettere. Un adulto che opera per promuovere il piacere dello stupore e della meraviglia convinto che la conoscenza non proceda in modo deterministico e in modo lineare ma si struttura per avanzamenti,pause e retrocessioni in molteplici relazioni; si sviluppa in modo reticolare in cui i nodi concettuali e le possibili connessioni costituiscono gli specifici percorsi di apprendimento dei singoli individui e contribuiscono alla costruzione di percorsi cognitivi e di apprendimento unici. La conoscenza è un processo che si realizza in gruppo, si alimenta delle ipotesi, delle teorie. Il COSTRUTTIVISMO e il SOCIOCOSTRUTTIVISMO delineano la conoscenza come un processo che avviene nel contesto socio culturale in cui agisce l’individuo. Il bambino sin dalla nascita è dotato di un grande potenziale energetico (è curioso,sa fare,sa aspettare e si aspetta molto,è completamente nelle relazioni e nelle interazioni) è un bambino costruttore e detentore di diritti chiede di essere rispettato e valorizzato nella propria identità e unicità, è portatore di valori,significati e tempi che danno senso orientando il corso dei suoi processi. Questo approccio propone un’azione educativa che ponga al centro della propria attenzione la SOGGETTIVITA’ di chi apprende. Un insegnante non dovrebbe mai insegnare a un bambino ciò che potrebbe apprendere da solo. L’azione educativa deve essere quella di ascolto attivo e partecipe delle domande del bambino che pone l’adulto in una situazione di continuo apprendimento e che allo stesso tempo lo rende un attento osservatore in grado di cogliere le richieste e i bisogni cognitivi del bambino. È compito dell’adulto creare un contesto giusto per ascoltare le curiosità dei bambini. LA CONOSCENZA è socio-costruzione dove tempi e modi sono individuali ma hanno bisogno dell’incontro con altro per realizzarsi. Anche Bruner dice che tutti i processi mentali hanno un fondamento sociale quindi è importante la relazione interpersonale. APPRENDIMENTOprocesso di costruzione dei perché, dei significati del senso delle cose, degli altri, della realtà della vita. L’esperienza educativa è da ricercarsi nella quotidianità e il significato non è a priori; quindi tutto l’arco di permanenza del bambino al nido è da considerarsi come una esperienza educativa e di apprendimento dove l’ascolto e l’attenzione sono le condizioni ottimali per aprirsi all’inatteso, all’evento inaspettato. Si ritiene che la progettazionepossa valorizzare ciascun bambino per i propri tempi e le proprie modalità di scoperta ed indagine ed è considerato un utile strumento per accompagnare i bambini in un percorso di crescita che li vede protagonisti attivi delle esperienze che vivono. Per costruire luoghi educativi in cui sia possibile apprendere ad apprendere si sostiene più un concetto di strategia che di programma,perché la strategia permette l’elaborazione di un possibile contesto dove l’azione può svolgersi tenendo conto di certezze,incertezze,probabilità. Lo scenario deve cambiare davanti a nuove sollecitazioni introdotte dai bambini. Questa prospettiva di lavoro presuppone la presenza di un adulto che davvero si pone in ascolto e che sa sostenere pause e silenzi cosi come un insegnante che non anticipa i bambini perché convinto che quel rallentamento possa significare guadagnare tempo anziché perderlo arrivando così alla condizione che siano i bambini che riescano a rintracciare le ragioni del proprio fare potendo disporre di tempi di riflessione dilatati. Nido\scuola di infanzia servizi educativi che vogliono garantire e promuovere la crescita integrale delle persone che vi prendono parte. Sono luoghi di incontro di pensieri, idee , interrogativi , storie personali in cui la crescita e l’apprendimento sono frutto di un desiderio di ricerca sui perché delle cose ,da condividere e mettere in discussione a piccoli gruppi . Apprendimento+crescita nascono dalla capacità di stupirsi e interrogarsi su ciò che accade e sono alimentati dalla volontà di dare un senso al mondo circostante.

Per un’idea di un progetto pedagogico: Per creare un servizio educativo si pensa a un progetto pedagogico che accolga diritti e necessità dei diversi soggetti che partecipano al servizio. Le strategie educative che caratterizzano il fare progettuale sono: osservazione,progettazione,documentazione. Un servizio educativo deve quindimettere al centro della propria azione il protagonismo critico dei soggetti partecipanti, garantendo loro il diritto di essere costruttori della propria esperienza di crescita. Per il gruppo educativo lo strumento dell’osservazione diviene l’elemento fondamentale per la conoscenza dei bambini. Osservare diviene un atteggiamento attivo che è caratterizzato da un ascolto attento e da una disponibilità a lasciare spazio ai bambini. L’osservazione non è mai neutra ma è sempre rivelatrice di sguardi, interrogativi e punti di vista propri di chi osserva. Attraverso l’osservazione il gruppo educativo ha occasione di dialogare e confrontarsi sui possibili percorsi progettuali da intraprendere insieme al gruppo dei bambini. Usando le necessità emerse durante l’attività osservativa è possibile elaborare delle ipotesi di ricerca , partendo dalla formulazione di interrogativi e domande generative che non pretendono risposte immediate ma intendono mantenere in vita più tempo possibile le condizioni di indagine . La progettazione pedagogica si configura pertanto come un processo che attraverso la formulazione di possibili interrogativi di ricerca da indagare con i bambini può dare vita a molteplici esperienze educative e didattiche . In questi anni l’incontro con i diversi servizi per l’infanzia ha evidenziato quanto sia importante offrire la possibilità ai bambini di vivere un ‘esperienza che si snoda attraverso molteplici contesti relazionali . Nell’offrire le varie proposte ai bambini viene privilegiato il lavoro in piccolo gruppo in quanto il contesto più ridotto favorisce gli scambi tra i bambini ,le relazioni e le comunicazioni. Nel piccolo gruppo i bambini hanno maggiori possibilità di potersi esprimere con i propri tempi e le proprie modalità. Nel piccolo gruppo vi è la possibilità di “rallentare” ovvero di sostenere un tempo di scoperta, gioco ed elaborazione più lento e rispettoso dell’individualità di ciascuno . La narrazione,la lettura di libri, la costruttività ,l’esplorazione dello spazio , l’espressività grafico-pittorica, la corporeità e il movimento si caratterizzano come possibili zone di ricerca e di approfondimento molto coinvolgenti per i bambini. Dal punto di vista progettuale ,se il piccolo gruppo è il luogo dell’approfondimento e della ricerca,il grande gruppo può essere definito il luogo della condivisione dei significati,delle esperienze vissute e della riflessione. Strategia della documentazione è fondamentale per: -monitorare l’evolversi dei percorsi progettuali -evidenziare i molteplici significati che emergono in itinere -alimentare gli interrogativi che possono consentire alla conoscenza di spingersi piu a fondo -coinvolgere le famiglie che fanno parte del servizio nelle esperienze di apprendimento e di relazione dei bambini. Nel costruire la documentazione l’adulto narra i processi cognitivi dei bambini attraverso strumenti grafici linguistici e fotografici creando la risignificazione dell’esperienza stessa ,attribuendole nuovi significati ,cogliendo diversi punti di vista e formulando domande capaci di sostenere il bambino in un percorso di ricerca . Documentarediventa quindi anche una pratica per comunicare e informare le famiglie riguardo i percorsi che i loro figli hanno vissuto nel tempo in cui loro non sono stati presenti. La documentazione è un utile mezzo di valutazione e autovalutazione per gli insegnanti della prassi educativa. L’insegnante deve farsi costruttore delle esperienze di crescita e di apprendimento dei bambini. Deve porsi delle domande ed elaborare ipotesi interpretative sulle azioni dei bambini .un insegnante che sappia concedere tempo e spazio all’imprevisto che sappia ascoltare ed ascoltarsi mettendosi continuamente in discussione rispetto a ciò che accade quotidianamente al nido e a scuola . un adulto che non si prefigga degli obbiettivi fissi ma che si ponga degli interrogativi che approfondiscano l’esperienza dei bambini e anche la propria. Che si concentrino non solo sul cosa fare ma anche sul come e perche farlo. È importante che l’insegnante si confronti con una collegialità per agire in modo educativo costruendo un’idea di educazione che sia frutto di un dialogo e di uno scambio continuo su tutto cio che accade . COLLEGIALITA’ , CONFRONTO e CONDIVISIONE diventano

le strategie quotidiane per progettare ,approfondire e rilanciare le proposte e le esperienze di crescita che i bambini mettono in atto. Le buone domande: approccio progettuale pratica del porsi domande come momento più prezioso. Il concetto di buona domanda può essere analizzato da tre punti di vista: come atteggiamento dell’adulto inteso come sollecitazione di curiosità(1), come atteggiamento riflessivo ovvero oggetto di riflessione che permette all’insegnante di costruire nuovi livelli di consapevolezza e si contrappone cosi all’idea di insegnamento lineare e sequenziale, come funzione rigenerante che fa si che da ogni domanda ne escano di nuove infatti si parla di interrogativi generativi capaci di generare nuovi pensieri e di aprire nuovi possibili orizzonti da “interrogare”. QUALI SONO LE BUONE DOMANDE? no retoriche perche non possono già contenere implicitamente la risposta ma servono per aprire contesti di approfondimento. La buona domanda deve allargare l’orizzonte affinchè il soggetto possa diventare propulsore di pensiero. Imparare a porsi delle domande richiede un continuo allenamento e la continua rivisitazione dei saperi del gruppo di appartenenza, richiede un tempo che deve essere riconosciuto e legittimato in cui il gruppo educativo si sperimenta e allena la “mente” all’abilità di interrogare, necessita di un gruppo che cerchi una propria sintonia e un proprio tempo che non corra alle risposte e che sia interessato ad allargare gli ambiti di indagine senza chiudersi in confini rassicuranti. Quando ci si pone delle domande spesso si cercano delle risposte, questo bisogno ansioso di risposte immediate deve essere superato perche si rischia di non ricevere da parte del bambino delle risposte autentiche. MARINELLA SCLAVI riguardo le 7 regole dell’ascolto invita il lettore a non avere fretta di arrivare alla conclusione in quanto le conclusioni rappresentano la parte più effimera della ricerca, occorre imparare a darsi tempo. L’essenza della buona domanda è la sua capacità rigeneratrice , il linguaggio utilizzato deve essere considerato sia nello stile che nel contenuto. Farsi domande è un atteggiamento stimolante . È importante inoltre definire degli step di rilettura delle risposte provvisorie,per produrre sì altre e nuove domande ma anche per tentare di elaborare delle interpretazioni temporanee. Solo attraverso questo processo di risignificazione dell’esperienza è possibile migliorare i servizi e far crescere il profilo professionale dell’insegnante. Le domande LEGITTIME non hanno una rx predefinita e sono impreviste . questo tipo di domande può nascere spontaneo in qualsiasi momento della giornata. Gli step di rilettura in cui andare ad individuare l’imprevisto di realizzano in una dimensione di gruppo in cui il punto di vista di uno si alimenta\arricchisce del pensiero dell’altro. Quindi una documentazione si rende sempre più comprensibile perché costruita in una dimensione fortemente relazionale. Il materiale documentativo deve rendere chiaro ciò che sembra oscuro,deve spiegare e decodificare. Le domande verso i bambini, le famiglie e gli altri servizi: molto spesso le domande che vengono rivolte ai bambini sono lontane dal loro modo di pensare. Quindi la domanda è : come proporre le esperienze? Con quali parole con quale tono di voce? È possibile provare a orientarsi costruendo delle domande in apparenza molto semplici ma utili per capire come muoversi,domande in grado di alzare le soglie di consapevolezza. Se si dispone di poche domande si rischia di rimanere ancorati ai saperi di riferimento. Nel progettare un’esperienza che propone per esempio uno spazio di scoperta\esplorazione per i bambini si può pensare di lavorare su alcune domande come: -come abiteranno questo luogo o questa esperienza i bambini? -come interpretare allora i gesti,gli sguardi ,i pensieri dei bambini? -quale idea di bambino emerge dalla documentazione? -quale dialogo tra i diversi strumenti di documentazione? Nell’incontro con le famiglie ci si deve chiedere se come insegnanti si è in grado di comprendere le domande che vengono poste in relazione al cosa si fa con i loro figli. I bambini e le famiglie non possono essere lasciati soli nella costruzione delle rispettive competenze, il rischio è l’autoreferenzialità dei servizi troppo concentrati su loro stessi.

• Come accompagnare le famiglie nella scoperta condivisa di significati possibili? Serve ricercare insieme delle buone domande sulla base delle quali creare il confronto, occorre utilizzare degli strumenti di comunicazione e restituzione delle esperienze che possano dare forma alle domande iniziali e riescano a favorire il confronto il dialogo e quindi una connessione tra famiglie e servizio. Le agende giornaliere per esempio possono essere uno strumento utile di confronto soprattutto quando offrono interrogativi che sollecitano i pensieri dei genitori. Le famiglie possono essere accompagnate dell’imparare a porsi delle domande e i genitori portano molti spunti di riflessione che servono per aprire nuove occasioni di confronto. La documentazione è uno strumento progettuale che favorisce l’incontro e il confronto tra diverse culture ,che riesce a collocare al centro i bambini ,affiancandone un ‘immagine di adulto che si interroga su di essi chiedendosi come valorizzare la peculiarità di ogni bambino all’interno di un processo documentativo. Interpretazione e attribuzione di significati: documentazioneluogo in cui teoria e prassi si evidenziano e in cui le diverse dissonanze culturali e di pensiero presenti all’interno di un gruppo educativo vengono accolte e trasformate in occasioni di conoscenza reciproca. Un materiale documentativo narra e racconta molto sia dell’identità di un nido o di una scuola d’infanzia che di un gruppo sezione . narra degli intenti progettuali con cui si affrontano diversi percorsi ,narra dell’idea di bambino che quel determinato servizio produce. La documentazione quindi si presta come possibilità per ragionare sui processi realizzati e attivati con i bambini, per riflettere sulle domande iniziali e in progress che guidano l’agire pedagogico. La documentazione non può rappresentare l’ultimo passaggio di un percorso molto piu articolato e complesso di progettualità ma costituisce uno degli step fondanti il processo progettuale perche è attraverso i materiali documentativi che si possono rileggere le azioni e le pratiche e che si possono continuamente alimentare le idee,le ipotesi. I materiali documentativi devono rappresentare il cuore pulsante e l’elemento di grande vivacità intellettuale attorno a cui costruire nuovi pensieri. Ed è proprio a partire dalle scelte progettuali che si realizzerà un tipo di materiale piuttosto che un altro. Importante è che i diversi materiali documentativi non rimangano lettera morta o un esercizio sterile\fine a se stesso; non ha senso utilizzare tempo ed energia per produrre montagne di note o appunti che non vengono mai più letti. La documentazione e i passaggi che la rendono più o meno formalizzata rappresentano un valore che posiziona le pratiche educative e didattiche di quel determinato servizio a un livello qualitativo alto e che rappresenta una forma preziosissima per produrre e generare cultura dell’infanzia. La riflessione che deriva da un’attenta analisi dei diversi materiali documentativi necessita di una dimensione di gruppo; è il gruppo infatti che ricerca il possibile senso di quell’azione ,di quell’esperienza di quell’incontro. Il percorso di risignificazione è la ricerca del senso,di un senso che possa essere tale per tutti i soggetti coinvolti, la risignificazione dell’esperienza vissuta genera cosi nuove domande germinative. Interpretare significa rendere comprensibile e chiaro ciò che sembra oscuro,dare significato a qualcosa ,spiegare ,commentare,comprendere. L’interpretazione vive di interrogativi che l’adulto si pone davanti all’azione del bambino nel tentativo di ricercare il senso del suo agire ,attraverso l’interpretazione l’adulto costruisce nuovi livelli di lettura dell’esperienza,ricerca tra le parole dei bambini possibili collegamenti con le esperienza fatte in precedenza,costruisce ponti fra i saperi propri di ciascuno,connette mappe cognitive ,producendo nuovi ambiti di potenziale ricerca per il bambino stesso e per il suo gruppo di riferimento. L’interpretazione intende far emergere gli aspetti metalinguistici e meta cognitivi presenti nel pensiero del bambino ,mettendone in luce le potenzialità ma al tempo stesso evidenziando lo stile con il quale ogni singolo bambino apprende\interpreta il mondo e le sue trasformazioni. Documentarepassaggio delicato che si apprende solo praticamente praticandolo ,la documentazione si delinea come un percorso non come una attività,come un processo che necessita dell’altro per prendere forma. Si documenta

dunque in gruppo,in una dimensione di condivisione e di prestiti di saperi\prospettive che nel confronto si moltiplicano arricchendosi di sfumature. La documentazione è quindi un’occasione per attivare la riflessione intorno a quanto di sta facendo e realizzando con i bambini ,per rallentare il tempo,per rileggere i materiali,le osservazioni ,le conversazioni,il materiale fotografico. Documentare è un atto profondamente formativo perché è una delle forme più alte di scrittura e di formalizzazione del pensiero che tenta di restituire in forma più condivisibile e comprensibile la cultura dei servizi per l’infanzia. la documentazione diviene un momento dell’agire progettuale che permette di costruire una storia visibile del lavoro dell’insegnante. Documentare quindi per ricostruire,riesaminare,riprogettare e per ridurre l’approssimazione dei saperi e la loro stereotipizzazione. Interpretazione e soggettività:quale relazione tra questi due termini? Partendo dalla nostra soggettività dovremmo affrontare lo sforzo cognitivo ed elaborativo di produrre delle argomentazioni ,idee che abbiano senso per gli altri o che quantomeno possano diventare comprensibili e quindi discutibili da più soggetti. Anche l’educazione deve essere improntata allo spirito della negoziazione e della ricostruzione di significato. La soggettivitàsi alimenta nella relazione ,nell’intersoggettività : il nido e la scuola dell’infanzia rappresentano i luoghi per eccellenza in cui le relazioni e lo scambio di idee,ipotesi dovrebbero interrogare e interrogarci in merito alle nostre azioni. Metodo di lavoro e scelte pedagogichela processualità degli apprendimenti dei bambini è da valorizzare costantemente , ecco che la dimensione dell’ascolto assume una importanza fondamentale cosi come il processo interpretativo che ne deriva. L’aspetto più complesso è prendersi tempo per il confronto e per una prima ipotesi interpretativa . non tanto per far emergere cos’è successo ma più che altro come sono avvenuti gli apprendimenti dei bambini. L’analisi interpretativa è importante perche chiarisce anche agli adulti quali potrebbero essere le possibili evoluzioni progettuali. È importante individuare piste di lavoro progettuale per coinvolgere anche i bambini che diventano cosi protagonisti di una co-progettazione . Ripercorrere con loro i diversi momenti dell’esperienza condivisa e ricostruire il senso di un percorso sostiene gli adulti e i bambini nel mantenere intero e compatto il processo a cui si è lavorato. Molto spesso vengono utilizzati dei menabò o pannelli a parete che vengono utilizzati ...


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