DOPO Costantino - Riassunto I mille anni del Medioevo PDF

Title DOPO Costantino - Riassunto I mille anni del Medioevo
Course Medieval History I
Institution Sapienza - Università di Roma
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Per il primo anno di Storia Medievale...


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DIOCLEZIANO(284-313) E IL TARDO ANTICO (III sec. d.C.) Proclamato Imperatore dall’esercito, attuò una riforma strutturale per controllare il vasto territorio dell’Impero, rilanciando l’autorità dell’Imperatore e attuando un rigido controllo dello Stato in ogni sua articolazione della società Nel 297 divise il territorio in 12 circoscrizioni(diocesi) e 101 provincie(più numerose ma meno vaste). Sempre nel 297 avviò una riforma fiscale. Essa prevedeva prima di tutto un censimento della popolazione dell’impero per poter individuare le attività produttive artigianali e commerciali da tassare; parallelamente venne realizzato un catasto, cioè un inventario delle terre coltivabili, la loro estensione, il numero dei contadini che vi lavoravano, il tipo di coltura. Sulla base di quanto accertato dal catasto vennero introdotte due imposte fondamentali, l’imposta fondiaria e l’imposta personale. Col tempo la pressione fiscale divenne estremamente gravosa per la popolazione, a ciò si aggiunga l’inflazione e la stagnazione del commercio, con il continuo aumento dei prezzi. Così emanò l’editto dei prezzi(301), con il quale impose i valori massimi dei salari e i prezzi massimi a cui potevano essere venduti i prodotti. I trasgressori venivano puniti con la pena di morte ma, nonostante questo, l’editto non ottenne i risultati sperati, anzi paralizzò l’economia, perché i mercanti cominciarono a nascondere i prodotti e a venderli illegalmente a prezzi più alti di quelli previsti dall’editto. Attua nel 293 una riforma costituzionale basata sulla tetrarchia (domino dei quattro= 2 cesari e 2 augusti). All’interno della tetrarchia fu Diocleziano ad assumere un ruolo predominante. La sua autorità era assoluta e venne considerata di origine divina. La politica di Diocleziano di rafforzamento dell’autorità imperiale e sacralizzazione non poteva ammettere che all’interno dell’impero ci fossero comunità che sfuggissero al controllo dello stato. Nel 303 emanò, quindi, un editto di persecuzione contro i cristiani, considerati una minaccia non tanto perché veneravano un proprio dio, ma perché non erano disposti a riconoscere la religione ufficiale romana né la natura divina dell’imperatore. In base a quanto stabilito dall’ordinamento tetrarchico, nel 305 Diocleziano e Massimiano abdicarono. L’impero passò nelle mani dei due cesari Costanzo Cloro (305-306) e Galerio (305-311), che assunsero il titolo di augusto rispettivamente di Occidente e di Oriente dell’Impero romano. A loro volta, i nuovi augusti scelsero e nominarono i nuovi cesari, rispettivamente Flavio Valerio Severo e Massimino Daia. Dopo solo un anno morì Costanzo Cloro(306)mentre era impegnato in una campagna militare in Britannia, pertanto Flavio Valerio Severo (cesare d’Occidente), venne nominato augusto di Occidente; contemporaneamente le legioni proclamarono augusto d’Occidente Costantino(figlio di Costanzo Cloro). Per evitare la guerra civile, intervenne l’augusto d’Oriente Galerio: nell’estate del 306, Costantino rinunciò al titolo di augusto e accettò di essere nominato cesare dell’augusto Flavio Valerio Severo. Nell’autunno del 306, i pretoriani e il senato romano nominarono Massenzio(figlio di Massimiano), augusto di Occidente. Nel 307 Flavio Valerio Severo mosse guerra a Massenzio, ma fu costretto ad arrendersi a causa della diserzione in massa dei propri legionari, molti dei quali fedeli a Massenzio. Fatto prigioniero, Flavio Valerio Severo venne condannato a morte da Massenzio. Morto Flavio Valerio Severo, Galerio nel 308 nominò come nuovo augusto d’Occidente Licinio, mentre Costantino mantenne il titolo di cesare di Occidente al fianco di Licinio. Negli anni che seguirono, Massenzio accusò una rapida fase di decadenza: perse gli appoggi politici interni e molti ufficiali militari, fino allora schierati dalla sua parte, passarono dalla parte di Costantino. La svolta decisiva si verificò con la morte di Galerio(311), l’augusto d’Oriente. Lo scontro tra Costantino e Massenzio divenne inevitabile. La battaglia di Ponte Milvio (312) è vinta da Costantino, che diventerà augusto d’Occidente, mentre Licinio augusto d’Oriente.

COSTANTINO In campo amministrativo perfezionò le riforme di Diocleziano. Egli mantenne le dodici diocesi create da Diocleziano e le raggruppò in quattro grandi prefetture: quella d’Oriente, quella d’Italia, quella delle Gallie e quella d’Africa. Si creò così una ben precisa gerarchia civile tra i quattro prefetti, i governatori delle diocesi e i presidi delle province. I poteri militari di ogni singola provincia erano invece detenuti dal magister militum e dal magister equitum, che dipendevano direttamente dall’imperatore. Accanto alla carriera civile e militare figurava quella ecclesiastica, ormai integrata nell’Impero in quanto Costantino aveva provveduto ad assegnare poteri giurisdizionali ai vescovi e compiti assistenziali alle chiese Nel 309-310 introdusse una riforma monetaria: fece coniare il solidus aures, a vantaggio delle classi ricche. Gli scambi, col tempo, andarono orientandosi verso il baratto, in linea del resto con il generale declino economico La nuova moneta d’oro fu usata solamente per il commercio all’ingrosso dei beni di lusso e per la finanza di alto livello. La svalutazione e l’inflazione ebbero crescita esponenziale. Costantino e Licinio condivisero il potere per alcuni anni, ma Costantino perseguiva una politica di favore per i cristiani, mentre Licinio proteggeva i pagani.

Questo acuì lo scontro tra i due, che infine scesero in guerra: Licinio fu sconfitto da Costantino nella battaglia di Crisopoli (324). Costantino era ora l’unico padrone dell’Impero Romano. La tetrarchia cessava di esistere. Costantino fu sempre molto tiepido verso la parte occidentale dell’impero, nonostante fosse stata l’area per la quale aveva rivendicato la successione al padre Costanzo. Lasciò al suo destino sia l’Italia, sia l’Europa romana preferendo concentrare la difesa sui confini orientali e abbandonando qualsiasi progetto di rinforzare le difese del limes renano. Un altro atto di Costantino destinato ad avere conseguenze incalcolabili sul futuro dell’umanità fu la fondazione di una nuova capitale: Costantinopoli, edificata sul Bosforo nel 330.

LA QUESTIONE RELIGIOSA Costantino intuì per primo che il cristianesimo oltre ad essere compatibile con il suo dirigismo teocratico poteva dare una legittimazione nuova al potere imperiale. Con l’Editto di Milano(313) assistiamo ad una legalizzazione del cristianesimo, che verrà considerato alla pari di tutti gli altri culti religiosi. In quel periodo le comunità cristiane erano piene di funzionari di medio-alto livello dell’aristocrazia. Con il concilio di Arles(314), il primo convocato da un Imperatore, i cristiani che si fossero rifiutati di seguire in armi l’Imperatore sarebbero stati scomunicati. Questo evento rappresentò uno dei primi atti della cristianità legalizzata. A poco a poco il cristianesimo acquistò quell’influenza e importanza politica per cui i sacerdoti erano esenti da tasse, e le comunità cristiane ebbero personalità giuridica, con il diritto di ricevere eredità,possedere beni ed affrancare schiavi. Nel 320 si iniziò a diffondere l’arianesimo,come interpretazione del cristianesimo. In quanto pontifex maximus Costantino convocò il concilio di Nicea(325),aperto anche ai laici. Un ruolo privilegiato fu occupato da Silvestro I,vescovo di Roma. L’obiettivo del concilio fu quello di dare delle basi solide alla fede, condannando al tempo stesso le varie eresie che si attanagliavano(arianesimo e monofisismo) la risoluzione ricevette l’approvazione politica delle comunità cristiane, in cambio di una propaganda favorevole all’imperatore. Costantino fu così il primo imperatore che si schierò a difesa dell’ortodossia cattolica. Nonstante la condanna di Nicea, Costantino non fece mai osservare con rigore le disposizioni conciliari, consentendo così la rapida diffusione delle eresie tra le popolazione straniere, in ogni caso continuò a proteggere i cristiani permettendo al clero di raggiungere un ruolo di primo piano nel sistema di governo imperiale. Nell’editto di Tessalonica(380), l’Imperatore Teodosio (379-395) intervenne nuovamente in difesa della chiesa, proibendo tutte le fedi cristiane e l’arianesimo. Nel 381 proclamò il cristianesimo religione ufficiale di stato, proibendo la celebrazione dei riti tradizionali in tutto l’Impero d’Oriente. Il processo di cristianizzazione investì poco a poco anche l’Occidente e il culto dei vecchi Dei fu soppiantato in tutte le città. Le uniche resistenze avennerp soprattutto nei villaggi più isolati della campagna,i pagi (pagani)

DALLA MORTE DI COSTANTINO ALLA MORTE DI GIUSTINIANO (337-565) Alla morte di Costantino nel 337 si pone il problema della successione fra i suoi tre figli: Costante I, Costantino II e Costanzo II. Nell’arco di soli 13 anni morirono due dei tre eredi di Costantino, lasciando al potere soltanto Costanzo II che associò al trono il nipote Giuliano l’Apostata. Alla morte di Costanzo II (359), Giuliano diventò unico imperatore. Il suo fu un governo politicamente positivo, nonostante il suo atteggiamento di portare dalla sua parte i pagani. Riprese con scarso successo le operazioni militari contro la Persia nel corso delle quali morì nel 363. Alla morte di Giuliano l’esercito tornò ad essere arbitro della successione imperiale designando Valentiniano. Il nuovo sovrano scelse di governare l’Occidente nominando augusto d’Oriente il fratello Valente. Nel 375 Valentiniano morì e Valente, scegliendo di non indicare nessun collega, tornò a riunificare il potere imperiale nelle proprie mani (morirà nella battaglia di Adrianopoli nel 378). Nel 379 la dopo un periodo di vuoto di potere, l’esercito pose sul trono imperiale Teodosio. Teodosio(379-395) aveva deciso di dividere istituzionalmente e territorialmente l’impero. Per tale ragione aveva condotto in Italia il suo secondogenito Onorio e la figlia di secondo letto Galla Placidia affidandoli alla tutela del generale barbaro Stilicone, magister militum e parente di Teodosio in quanto marito della nipote Serena. Teodosio morì nel 395 confermando la sua volontà. Al diciottenne Arcadio (muore nel 408) lasciò la parte orientale, all’undicenne Onorio la parte occidentale. Con la decisione presa da Teodosio, dell’impero romano rimangono due diverse istituzioni, autonome, indipendenti l’una dall’altra e destinate a seguire due diverse strade evolutive. Fu l’ultimo imperatore ad aver governato da solo entrambe le parti dell’impero. Nel 402 Arcadio nominò Augusto suo figlio Teodosio II(408-450). In accordo con l’ imperatore d’ occidente Valentiniano III promulgò un codice di leggi (Codex Theodosianus,438) che aveva l’ obiettivo di riordinare le sterminate fonti del diritto,

raccogliendo e classificando tutti gli editti degli imperatori cristiani, gettando le basi della nuova giurisprudenza imperiale. Nello stesso periodo Costantinopoli venne circondata da nuove possenti mura. In politica estera l’imperatore d’ oriente firmò nel 422 una pace con i persiani, che garantì un lungo periodo di stabilità alle sue frontiere. Nel 476 le insegne imperiali dell’ occidente furono accolte a Costantinopoli (Impero Bizantino), che ereditava la struttura politco-amministrativa rigidamente accentrata intorno all’ imperatore e articolata in prefetture,divise in diocesi con compiti fiscali e giudiziari, a loro volta divise in province. Sul basso Danubio le popolazioni germaniche e slave premevano contro i suoi confini, in Siria ed Armenia occorreva fronteggiare le ambizioni della Persia sassanide. Fu grazie a Giustiniano (527-565) che l’ Impero Bizantino raggiunse uno dei punti più alti del suo sviluppo. Nel 532 firmò la pace con la Persia. Riformò l’ amministrazione e la reimpostò sulle aree conquistate, riorganizzando le province secondo il modello romano. Si circondò di collaboratori di alta qualità fra cui la moglie Teodora, giuristi di spicco, esperti di riforma dell’ amministrazione centrale, grandi generali. Tra il 528 e il 535 fece riordinare tutto il diritto romano nel cosiddetto Corpus Iuris Civilis, che venne introdotto in Italia dopo l’ allontanamento dalla penisola dei goti, spodestando il più antico codice teodosiano. L’ economia si basava sull’ agricoltura, il commercio e la manifattura, fortemente controllate dallo stato che disciplinava, comprava e vendeva, esercitava il monopolio e vigilava sulle imprese private. La prosperità economica fu dovuta anche all’ esistenza di una moneta d’ oro forte, impiegata nel commercio Mediterraneo per i successivi 800 anni. Il programma politico di Giustiniano ebbe come punto centrale la ricostituzione dell’impero e il ritorno a governare tutti i territori appartenuti a Roma. Il punto di partenza fu l’Africa vandalica. La mancata integrazione tra Romani e Vandali, una politica eccessivamente punitiva per i proprietari terrieri romani e la spoliazione delle chiese cattoliche in favore di quelle ariane avevano reso il regno dei Vandali molto debole politicamente. Nel 533-534 l’esercito di Giustiniano comandato da Belisario sconfisse i Vandali e si riappropriò della provincia romana d’Africa. Per l’Italia ostrogota, Giustiniano adotta inizialmente una politica di isolamento: a est riconquista l’Illirico annesso al regno ostrogoto da Teodorico all’inizio del secolo, a ovest stipula un patto di non aggressione con i Franchi, a sud l’annessione del regno vandalo aveva significato la disponibilità di basi portuali prossime all’Italia, da nord nessuna popolazione era in grado di opporsi alle truppe imperiali, né era legata da vincoli cogenti verso gli Ostrogoti. Nel 536 inizia la campagna d’Italia con Belisario che risalendo da sud conquista facilmente Napoli (scarsa resistenza ostrogota). Teodato adotta una politica ambigua alternando offerte di tregua ai Bizantini con dichiarazioni loro ostili, ma di fatto non si oppone alla loro avanzata. Deposto nello stesso 536 in favore di Vitige, genero di Amalasunta, Teodato fu poco dopo assassinato da un sicario inviato dal suo successore. Il 10 dicembre dello stesso anno Belisario e il suo esercito sono alle porte di Roma e la conquistano con facilità. Nel 536-538 Vitige assedia a sua volta Roma senza riuscire a riconquistarla. Successivamente Vitige abbandona Roma e si dirige nuovamente verso Ravenna dove si rinchiude all’arrivo dell’esercito bizantino. Indebolito politicamente dall’insuccesso romano e incapace di sedare le discordie interne al gruppo dirigente ostrogoto, Vitige oppone tuttavia un biennio di resistenza all’assedio di Ravenna ma è costretto ad arrendersi nel 540,cedendo il controllo della capitale ostrogota e dandosi in ostaggio ai bizantini. Nel 541 Belisario e l’esercito sono richiamati a Bisanzio da Giustiniano contro i Persiani e gli Ostrogoti eleggono Totila come nuovo re. Totila è un abile politico e un capace stratega e recupera Napoli (strappandola nuovamente ai Bizantini) e nel 544 pone l’assedio a Roma dove è tornato Belisario ad assicurarne la difesa. Il 17 dicembre 546 Totila assume nuovamente il controllo di Roma dopo due anni di assedio ma nel 547 un momentaneo allontanamento del re Ostrogoto riporta la capitale in mano bizantina. Quando Belisario viene richiamato in oriente Totila ne riapprofitta per conquistare Roma ma Giustiniano decide di inviare nuove truppe agli ordini di Narsete, un abilissimo generale che sconfiggerà l’ esercito ostrogoto in Umbria nel 552 dove Totila morirà. Gli Ostrogoti sono respinti verso meridione e in Campania pongono il loro nuovo centro di potere. Eleggono un nuovo sovrano nella persona di Teia. 553. La battaglia conclusiva ha luogo in Campania, vicino Napoli. Gli Ostrogoti sono sconfitti, Teia muore nei combattimenti e l’Italia torna sotto il dominio imperiale. Nel 554 Giustiniano tenta anche la conquista della Spagna visigota ma è l’unica delle sue campagne militari a non riportare risultati rilevanti. Nessun tentativo viene portato contro il regno franco....


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