Economia Della Crescita I- digital marketing- prof pancotto PDF

Title Economia Della Crescita I- digital marketing- prof pancotto
Author Elisa Bellelli
Course economia della crescita
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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Summary

ECONOMIA DELLA CRESCITA I1. TEORIA DELLA CRESCITAEconomia politica: «L’economia politica è la scienza che studia il modo in cui le società umane si sono organizzate o potrebbero organizzarsi per produrre e distribuire, attraverso l’uso di risorse scarse e soggette ad usi alternativi, i beni necessar...


Description

ECONOMIA DELLA CRESCITA I 1. TEORIA DELLA CRESCITA Economia politica: «L’economia politica è la scienza che studia il modo in cui le società umane si sono organizzate o potrebbero organizzarsi per produrre e distribuire, attraverso l’uso di risorse scarse e soggette ad usi alternativi, i beni necessari al soddisfacimento dei bisogni individuali e collettivi.»

MACROECONOMIA I problemi dell’ economia: 1 Disoccupazione: quale percentuale di lavoratori sul totale delle persone che possono lavorare, cercano lavoro e non lo trovano 2 Inflazione: quanto cresce il prezzo medio dei beni di una economia 3 Produzione: quanto un paese produce in un anno, indica il suo livello di benessere (per lo meno produttivo) GDP = PIL Altri concetti importanti sono : Ciclo economico, Crescita economica, Pil obiettivo, Output gap = Pil obiettivo – Pil realizzato, Tasso di interesse e Tasso di cambio. IL PIL PIL = Prodotto Interno Lordo E’ la misura della produzione aggregata nella contabilità nazionale, E’ tutto quello che un paese produce in un certo periodo di tempo. Per calcolarlo bisogna sommare quello che spendono i consumatori, i soldi investiti in quel paese, i soldi spesi dal governo e il valore delle esportazioni; a questo bisogna sottrarre il valore delle importazioni. E’ un indicatore sintetico per confrontare la situazione di diversi paesi; In un numero includiamo tantissima informazione: tutta l’economia di un paese. Viene aggiornato ogni tre mesi, quindi è utile per fare confronti continui e guardare all’evoluzione temporale della produzione. Man non è necessariamente un indicatore di benessere. Spiega solo se produco più o meno, Non si preoccupa della “distribuzione” del reddito, Non si preoccupa della felicità delle persone, della qualità dei servizi sanitari, dell’educazione..

Sono stati recentemente sviluppati altri indicatori che compensano queste carenze del PIL: 

Indice di sviluppo umano. Human development index : L'indice di sviluppo umano (HDI) è un indice composito statistico di indicatori di aspettativa di vita, istruzione e reddito pro capite, utilizzati per classificare i paesi in quattro livelli di sviluppo umano. Un paese ottiene un HDI più alto quando la durata della vita è più alta, il livello di istruzione è più alto e il reddito nazionale lordo RNL (PPA) pro capite è più alto. È stato sviluppato dall'economista pakistano Mahbub ul Haq e dall'economista indiano Amartya Sen ed è stato ulteriormente utilizzato per misurare lo sviluppo di un paese dall'Ufficio per il rapporto sullo sviluppo umano del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP).



Indice di sostenibilità ambientale (EPI): L’EPI organizza i paesi in relazione a indicatori di performance relativi a categorie che coprono sia la salute pubblica e ambientale sia la vitalità dell’ecosistema. Fornisce uno strumento di misurazione a livello nazionale di quanto i paesi sono vicini agli obiettivi di politica ambientale previsti

PIL: DEFINIZIONI E METODI DI CALCOLO Definizione: Valore di mercato di tutti i beni e servizi finali prodotti in un paese in un dato periodo di tempo Valore di mercato: Perché valutato a prezzi correnti di tutti i beni e servizi: esclusi quelli non registrati, illegali, lavoro domestico o in nero.. finali: perché sono esclusi i beni intermedi per evitare la doppia contabilità prodotti in un paese : perché se sono consumati nel paese ma prodotti da qualche altra parte, non fanno parte del PIL in un dato periodo di tempo: è una grandezza flusso METODI DI CALCOLO DEL PIL Metodo dei beni finali: Valore dei beni e servizi finali prodotti una una economia in un dato periodo di tempo

Beni finali sono: o Consumi o Investimenti o Spesa pubblica o Esportazioni nette (esportazioni meno importazioni)

Metodo del valore aggiunto: PIL = Somma dei valori aggiunti delle imprese che compongono il sistema economico Valore aggiunto = Valore della produzione al netto del valore dei beni intermedi utilizzati nella produzione

Metodo del reddito : Somma dei redditi di una economia in un dato periodo di tempo Redditi sono: •

Redditi da lavoro (salari e stipendi)



Redditi da capitale e profitti



Imposte indirette

ESEMPI CALCOLO DEL PIL

ATTENZIONE: IL RISULTATO DEL CALCOLO DEL PIL DEVE ESSERE LO STESSO INDIPENDENTEMENTE DAL METODO USATO. SE COSI’ NON E’ AVETE FATTO UN ERRORE PIL NOMINALE E PIL REALE Pil nominale: somma della quantità dei beni finali valutati al loro prezzo corrente La crescita del Pil nominale dipende da due fattori:  

crescita della produzione nel tempo aumento dei prezzi dei beni nel tempo

Pil reale: somma della quantità di beni finali valutati rispetto al prezzo dell’anno base Obiettivo -> misurare la crescita della produzione al netto dell’effetto dei prezzi

ATTENZIONE Se cambio l’anno base, cambia il valore del Pil perché il prezzo di riferimento cambia, ma non cambierà il tasso di variazione del Pil da un anno all’altro. Il valore del Pil reale e nominale è uguale nell’anno base. I termini Pil nominale e Pil reale hanno molti sinonimi: -

il Pil nominale è anche chiamato Pil a valori o a prezzi corrent;

-

il Pil reale è anche chiamato Pil a prezzi costant, Pil in termini di beni, Pil aggiustato per l’inflazione, Pil ai prezzi del 2000 (se l’anno in cui il Pil nominale e il Pil reale sono posti uno uguale all’altro è il 2000).

LA CRESCITA DEL PIL ( OP OUTPUT OP Y) Chiamiamo: Yt= Pil nominale al tempo t Yt /Pt= Pil reale al tempo t Crescita del Pil al tempo t = tasso di crescita del Pil reale al tempo t, ovvero Crescita del Pil= Espansione: periodo di crescita positva Recessione: periodi di crescita negatva (per convenzione quando si registrano almeno due trimestri consecutivi di crescita negativa)

PREZZI E INFLAZIONE L'inflazione è il tasso di variazione dei prezzi e si misura attraverso: 1. Indice dei prezzi al consumo 2. Deflatore del Pil

INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO L’indice dei prezzi al consumo è una misura statistica ottenuta attraverso il calcolo della media dei prezzi di un insieme di beni e servizi, ponderati per l’incidenza di ciascuno di questi beni sul complesso. Questo insieme viene chiamato paniere ed ha come riferimento le abitudini di acquisto di un consumatore medio.

Per quanto riguarda in particolare l'Italia, l'ISTAT rileva tre diversi indici dei prezzi al consumo: 





l'Indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC): questo indice viene calcolato con riferimento all'intera popolazione presente sul territorio nazionale ed all'insieme di tutti i beni e servizi acquistati dalle famiglie ed aventi un effettivo prezzo di mercato; tale indice, che considera i consumatori italiani come un unico insieme omogeneo, misura quindi l'inflazione a livello dell'intero sistema economico e rappresenta pertanto, per il governo, uno dei parametri di riferimento per la progettazione delle politiche economiche: può, ad esempio, essere utilizzato per indicare nel DFP il tasso d'inflazione programmata; l'Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI): : tale indice, basato sul medesimo paniere di beni e servizi del NIC, si riferisce, però, ai consumi delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (ad esclusione di quelli facenti parte del settore agricolo) ed è l'indice che viene utilizzato come base per l'adeguamento degli affitti o degli assegni di mantenimento (dovuti al coniuge separato); l'indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi membri dell'Unione europea (IPCA): questo indice è stato sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione che fosse comparabile a livello europeo; l'indice, riferito alla stessa popolazione ed allo stesso territorio dell'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, è però calcolato in relazione ad un paniere di beni e servizi costruito tenendo conto sia delle particolarità di ogni paese sia di regole comuni per la ponderazione dei beni che compongono tale paniere (ad esempio il paniere considerato esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto e i concorsi pronostici); l'IPCA è stato assunto come indicatore di verifica della convergenza delle economie dei paesi membri dell'UE al fine dell'accesso all'Unione monetaria e della permanenza nella stessa dei paesi aderenti.

DEFLATORE DEL PIL Il deflatore del Pil (Pt) permette di calcolare il prezzo medio dei beni finali prodotti in una economia P = PIL NOMINALE / PIL REALE Il deflatore del Pil è un numero indice: il suo livello viene scelto arbitrariamente – uguale a 1 per l’anno base Il tasso di variazione del deflatore del Pil rappresenta il tasso di inflazione

TASSO DI DISOCCUPAZIONE Tasso di disoccupazione = rapporto tra num di disoccupati e la forza lavoro: disoccupati/ forza lavoro

La rilevazione campionaria sulle forze di lavoro rappresenta la principale fonte di informazione statistica sul mercato del lavoro italiano. Le informazioni rilevate presso la popolazione costituiscono la base sulla quale vengono derivate le stime ufficiali degli occupati e dei disoccupati, nonché le informazioni sui principali aggregati dell'offerta di lavoro – professione, settore di attività economica, ore lavorate, tipologia e durata dei contratti, formazione. La Popolazione attiva, denominata anche Forze di Lavoro è formata dalla somma di Popolazione Occupata e Disoccupata, e corrisponde all'offerta di lavoro disponibile nel Paese. Popolazione occupata: Persone di 15 anni e più che nella settimana di rilevazione hanno svolto un lavoro retribuito (anche non retribuito, se svolto abitualmente nella ditta di un familiare) in una qualsiasi attività, o sono temporaneamente assenti dal lavoro. Si prescinde dalla sottoscrizione di un contratto di lavoro: gli occupati comprendono pertanto anche forme di lavoro irregolare. Popolazione Disoccupata: persone non occupate di 15 anni e più che nel periodo strettamente precedente la settimana di rilevazione hanno effettuato una ricerca attiva di lavoro e sono immediatamente disponibili a lavorare alle condizioni attuali del mercato. Tasso di disoccupazione: è pari al numero di disoccupati diviso la somma di occupati e disoccupati e cioè sul totale della popolazione attiva

ESERCIZI

2. IL MERCATO DEI BENI CONDIZIONE DI EQUILIBRIO EQ che ci permette di definire un equilibrio -> soluzione del modello Modello : obiettivo? Calcolare il pilfuturo Domanda = Offerta -> Equilibrio Y PIL -> Equilibrio 1. Domanda 2. Offerta 3. Condizione -> EQ. VARIABILI ESOGENE E VARIABILI ENDOGENE Nei modelli economici troviamo due tipi di variabili:  

variabili esogene: prese come date variabili endogene: spiegate all’interno del modello

LA COMPOSIZIONE DEL PIL Consumo (C): beni e servizi acquistati dai consumatori Investimento (I): E’la somma dell’investimento non residenziale –acquisto di nuovi impianti o macchinari -e residenziale –l’acquisto di nuove case o appartamenti da parte degli individui; talvolta chiamato investimento fisso per distinguerlo dalle scorte di magazzino. Spesa pubblica (G): beni e servizi acquistati dallo stato e dagli enti pubblici. Non include né i trasferimenti (assistenza sanitaria e sociale), né gli interessi del debito pubblico

Importazioni (IM): acquisti di beni e servizi dall’estero effettuati dai residenti (consumatori, imprese, governo) Esportazioni (X): gli acquisti di beni e servizi nazionali da parte del resto del mondo. Esportazioni nette, (X-IM) o saldo commerciale: è dato dalla differenza tra esportazioni e importazioni X > IM : avanzo commercialeX < IM : disavanzo commerciale LA DOMANDA DI BENI La domanda totale di beni, AD, può essere scritta come: AD = C + I + G + X – IM Questa equazione è un’identità che definisce AD come la somma di consumo, investimento, spesa pubblica ed esportazioni al netto delle importazioni. Per determinare AD, si introducono alcune semplificazioni. IPOTESI SEMPLIFICATRICI ALLA BASE DEL MODELLO 1. Le imprese producono uno stesso beneche può essere usato come bene di consumo, bene di investimento e come spesa pubblica. (elimineremo questa ipotesi nella ultima parte del corso, studiando l’economia aperta) 2. Le imprese forniscono qualsiasi quantità di tale bene a un dato prezzo, P. Questa ipotesi è valida solo nel breve periodo. 3. L’economia è chiusa: non avvengono scambi con il resto del mondo. Esportazioni e importazioni sono uguali a zero. REDDITO E REDDITO DISPONIBILE Reddito = PIL = Y Il reddito disponibile è definito come: YD=Y-T dove Y è il reddito aggregato T rappresenta le tasse al netto dei trasferimenti. Il reddito disponibile, (YD), è il fattore principale da cui dipendono le decisioni di consumo. Ciò che rimane del reddito percepito dopo aver ricevuto i trasferimenti del governo e pagato le tasse.

IL CONSUMO E LA FUNZIONE DEL CONSUMO La relazione tra il consumo e il reddito disponibile può essere espressa come: C = C ( Y –T ) Si chiama funzionedel consumo. E’ un’equazione di comportamento. È possibile assumere che la forma funzionale della relazione tra il consumo e il reddito disponibile sia lineare:

Il parametro c0 rappresenta il livello di consumo quando il reddito disponibile è zero: se non si ha reddito si consuma comunque tramite risparmio o prestito, c0> 0 Il parametro c1è la propensione marginale al consumo. Due restrizioni naturali sulla propensione al consumo: c1> 0. Un aumento del reddito disponibile genera un aumento del consumoc 1< 1. Un aumento del reddito disponibile genera un aumento meno che proporzionale del consumo. I consumatori consumano solo una parte dell’aumento del loro reddito disponibile(risparmio). FUNZIONE CONSUMO – IL GRAFICO

LA FUNZIONE DEL CONSUMO

LA FUNZIONE DEGLI INVESTIMENTI

In questo caso l’investimento dipende positivamente dal reddito e negativamente dal tasso di interesse: 1. Maggiori aspettative di reddito futuro, aumentano le prospettive di crescita delle imprese 2. Il tasso di interesse è il costo del finanziamento degli investimenti La funzione degli investimenti dipende da:  

Reddito (Y) Tasso di interesse

LA SPESA PUBBLICA

Insieme alle imposte (T), la spesa pubblica(G) , descrive la politica fiscale del governo , le scelte del governo circa le entrate e le uscite del settore pubblico. T = entrate dello stato G = uscite (spese) dello stato T-G= avanzo/disavanzo (deficit) La spesa pubblica è una variabile esogena per ora. Motivazioni:-i macroeconomisti hanno come compito quello di consigliare il governo circa decisioni di spesa e di gettito fiscale (T): la G è la variabile che il Governo controlla LE TASSE – FUNZIONE ESOGENA Le imposte o tasse possono essere sia una variabile esogena che endogena: Funzione delle tasse esogena: T = T La funzione delle tasse endogena potrebbe essere la seguente: aumento le tasse quando l’economia ‘cresce’ e viceversa...

ESPRESSIONE MATEMATICA DELLA DOMANDA AGGREGATA

GRAFICO DELLA DOMANDA AGGREGATA

GRAFICO EQUILIBRIO NEL MERCATO DEI BENI

COSTRUZIONE DELLA IS Partendo da una variazione di i,identificare gli equilibri connessi:

POLITICHE FISCALI SULLA IS una volta definita la is possiamo identificare le stesse variazioni del grafico y=ad nel grafico is ; una variazione della componente autonoma della ad fa spostare la is nella stessa direzione della ad, un aumento di una qualsiasi componente autonoma della ad fa spostare la retta verso l’alto e anche la is verso destra; una riduzione di una qualsiasi componente autonoma della ad fa spostare la retta verso il basso e anche la is verso sinistra. le politiche fiscali, sono una variazione della componente autonoma della ad, rappresentata dalla g e dalle tasse t quindi una politica fiscale espansiva che fa spostare

la ad verso l’alto e corrisponde ad uno spostamento della is verso destra: a livelli di reddito piu’ alti quindi una politica fiscale restrittiva che fa spostare la ad verso il basso e corrisponde ad uno spostamento della is verso sinistra: a livelli di reddito piu’bassi

3. IL MERCATO DELLA MONETA

La domanda di moneta dipende positivamente dal numero di transazioni: •

Le transazioni implicano costi di gestione



Maggiore il numero di transazioni che penso di fare, maggiore sarà la domanda di moneta in forma liquida



Le transazioni sono difficili da misurare con precisione, quindi le approssimiamo con il reddito nominale



Maggiore il reddito nominale, maggiore le transazioni, maggiore la

domanda di moneta La domanda di moneta dipende negativamente dal tasso di interesse •

Il tasso di interesse è il rendimento che si ottiene dall’investimento in titoli



Quantifica la rinuncia all’uso del denaro che faccio per avere del risparmio



Maggiore il tasso di interesse, maggiore la convenienza a detenere titoli invece di moneta



Il tasso di interesse si misura in percentuale rispetto alla somma investita e si indica con i

IL PORTAFOGLIO Caso a) Ho a disposizione una somma di denaro, nella forma di risparmio o ricchezza e devo decidere come allocarla nelle forme disponibili cioè MONETA o TITOLI. Nel primo caso suddivido la mia ricchezza in pari misura tra MD e BD MD: Money demand

BD: Bond demand

Caso b)

LA DOMANDA DI MONETA COME FUNZIONE DEL REDDITO

IL VALORE PRESENTE SCONTATO

Il rendimento scende se il prezzo sale:

L’OFFERTA DI MONETA E’ la quantità di moneta che la Banca Centrale rende disponibile nel mercato per effettuare gli scambi tra i cittadini di un’area economica La Banca Centrale è l’autorità responsabile delle questioni monetarie di un paese, gestisce la politica monetaria e finanziaria di un paese o di paesi che condividono la stessa moneta

APPROFONDIMENTO: Contabilità:

Parte della ragioneria riguardante la registrazione e il controllo di fatti economici e finanziari inerenti all'andamento di un'amministrazione. L'insieme delle scritture contabili di un'azienda e i procedimenti tecnici di registrazione: c. meccanizzata, c. computerizzata, secondo i mezzi impiegati (macchine contabili, computer). L'ufficio a ciò preposto. Contabilità nazionale, il bilancio economico di un paese ricostruito attraverso le operazioni della totalità delle imprese in un dato periodo di tempo....


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