Editoria multimediale appunti PDF

Title Editoria multimediale appunti
Author Federica Luppi
Course Editoria multimediale
Institution Università degli Studi di Milano
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Appunti editoria multimediale utili ai fini dell’esame...


Description

Editoria multimediale 1.03.21

Multimediale come sinonimo di digitale, perché non esiste una editoria digitale che non sia multimediale. È una forma fruibile essenzialmente sul web. L’editoria multimediale ha due volti: un volto commerciale e uno accademico. Questi due volti non sono incompatibili tra loro, non sono o positivi o negativi, ci sono e bisogna tenere conto di entrambi. L’editoria multimediale commerciale è focalizzata sui linguaggi del web, quindi HTML5, CSS e XML, usa WordPress per i siti, ebook, altro elemento il web design, realizzazione di siti ed esperienze digitali, come i digital storytelling che si adattano anche all’ambito culturale, poi video game storytelling che fanno parte a tutti gli effetti dell’editoria multimediale, e sono i prodotti più redditizi (il fatturato supera i 35 miliardi di dollari l’anno) e poi infografiche, prodotti per la comunicazione. L’editoria multimediale accademica: XML avanzato, e linguaggi specifici: TEI, EAD, web semantico avanzato RDF e linked data. Web semantico, archivistica digitale, filologia digitale, edizioni critiche digitali e data visualization per le humanities (tipo atlante Calvino dell’università di Ginevra). Digital humanities come incontro mancato, perché la parte informatica è vecchia di vent’anni mentre la parte umanistica continua ad aggiornarsi. Editoria multimediale 2.0: un caso di studio Esempio: 50 sfumature di grigio Introduzione degli ebook: anche le donne di città possono leggere narrativa erotica in città senza essere giudicate. Senza questa premessa non avremmo le sfumature di grigio. Il libro nasce come riformulazione di Twilight da parte di una sua fan. Quando l’attrazione diventa esplicita, vengono fuori le opposizioni: ostilità. Gravidanza indesiderata, tradimento: sono temi che accomunano i due scritti. Secondo i critici, ci sono rapporti molto stretti tra questi due prodotti, quindi Orgoglio e pregiudizio e Twilight. In particolare quello che viene preso in esame è il rovesciamento dei rapporti di potere. Come dice Oscar Wilde: tutto nella vita è sesso, tranne il sesso, il sesso è potere. C’entra perché ci spostiamo su fanfiction.net: abbiamo 221 mila storie basate su Twilight. Fanfiction nesce nel 1998 e nasce come repository di storie pubblicate dai fan. All’inizio era limitato ai maggiorenni e nel 2002 c’erano già 118 mila persone iscritte, adesso è stato abbassato ai 13 anni, ma l’80% di questi iscritti sono donne. Cosa c’entra 50 sfumature di grigio con questo. Quella che vediamo è E.L. James: londinese, operaia, appassionatissima di Twilight che con il nomignolo di Snow queen ice dragons (molto prima di got) scrive queste pagine e quando lei lasca fanfiction nel 2011 scrive questa serie che era un Twilight in salsa bdsm, in cui il protagonista di Twilight si confonde e da vampiro si trasforma nel protagonista di 50 sfumature di grigio, quindi un uomo di potere che h auqeste inclinazione. Quando lei lasca fanfction.net lo lascia nel 2011, lo lascia con un ebook di 494 pagina che toglie per pubblicarlo e lo lascia con un seguito di 5 milioni di persone. Prima edizione pubblicata da una piccola casa editrice dell’Australia del sud, che pubblica i migliori autori della community di fanfiction, da qui lo vede la community di goodreads. Goodreads è un social book network in cui le persone possono leggere le recensioni. È utile per un bookmark dei libri che uno vuole leggere. Ottiene visibilità grazie a fanfiction, poi una delle sue fan apre una casa editrice e pubblica come primo il romanzo, ma parliamo comunque di fenomeni di nicchia. Grazie a goodreads l’ebook viene candidato come miglior romanzo rosa del novembre del 2011 e si classifica come secondo e Randomhouse publishing ne acquista i diritti. Ecco che abbiamo a che fare con uno dei libri più venduti della storia della stampa. Perché ha funzionato? Thompson sostiene che fin dall’inizio 50 sfumature è stato un dialogo tra i fan e lo scrittore, ma non solo: ha intavolato un dialogo che le donne volevano avere con altre donne, ne hanno discusso persone che non avevano letto un libro in 15 anni. Questo è multimediale: abbiamo qualcosa che nasce da Twilight e Orgoglio e pregiudizio

insieme, quindi l’incontro tra due entità, abbiamo una piattaforma dove le persone scrivono ed essendo online tutti possono leggere e valutare, abbiamo goodreads che lancia un ebook che non avrebbe avuto vita altrimenti e poi abbiamo la casa editrice internazionale. La risposta non è che sia un libro virale. È un libro che ha avuto tre broadcast fondamentali: 1. Ha dato visibilità ad un racconto di fantasia sviluppato su trame e personaggi di libri famosi, e questo è un megafono enorme; 2. Goodreads lancia un ebook di una piccola casa editrice australiana; 3. La casa editrice che lo pubblica, Randomhouse. Termine 2.0: aggettivo che si può attribuire al concetto di editoria multimediale facendo riferimento alle modifiche del web 2.0 e alle sue modifiche imposte alla comunicazione. Sono imposte la produzione, la condivisione, la promozione e la vendita. Produzione: -

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Self publishing: Ibooks author. Software di Apple per fare i libri. I docenti americani hanno cominciato a fare libri di testo utilizzando ibooks e vendendoli direttamente da lì. Risultato: l’editore non c’è più; Pluralità dei formati: uno degli elementi più interessanti è che io oggi posso avere da un unico file pub3 una bellissima stampa, un bellissimo ebook multimediale e anche un sito o una app web, perché per la prima volta il linguaggio e il formato tecnico con cui noi facciamo siti è lo stesso degli ebook. Fanfiction.net e una marea di piattaforme di creazione di contenuti, che possono arrivare fino a Facebook. Alessandra Amoroso: un bravissimo editor trasforma i commenti dei suoi fan in un libro e grazie a A modo mio si fanno bei meridiani che non compra nessuno. È una rivoluzione se uno dei libri più venduti della storia nasce da una fanfiction. Principio MAYA: MOST ADVANCE YET ACCEPTABLE, quindi qualcosa che è in più dell’accettabile.

Condivisione: -

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Recensioni: Amazon primo sito ad accettare il contributo degli utenti come qualcosa di importante, come recensioni che davano valore ai libri. Goodreads ha contribuito al successo enorme di 50 sfumature di grigio. Social book network: sono social network, quindi reti sociali basate sui libri: io posso vedere altre persone che hanno apprezzato o letto gli stessi libri che ho apprezzato io (esempio: anobii). Sociale reading: zazie, social italiano per cui era possibile leggere insieme lo stesso ebook acquistandolo singolarmente, facendone una lettura insieme. Siamo abituati ad un contento in cui io posso guardare un programma televisione commentandolo su Twitter, questo è lo stesso per i libri.

Promozione: -

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Booktrailer: sono dei piccoli filmati dedicati ai libri, i più belli sono quelli di Murakami. Blog e forum: hanno ancora un ruolo essenziale, perché la lettura di certi libri resta un fatto elitario. Il bello del web è che siamo arrivati alla realizzazione perfetta della coda lunga: si vince vendendo tantissime cose in piccole quantità, quindi se io ho una conoscenza specifica su un certo tema, il pubblico, grazie al web, lo trovo. È molto più facile essere ignorati scrivendo un articolo su d’Avenia che su qualcuno di poco letto. Web e social media, i libri virali: esistono dei broadcast che hanno avuto un ruolo fondamentale per il successo del libro. Il libro non è mai virale, il primo che lo comunica attira l’attenzione di un broadcast abbastanza forte da creare un pubblico con dentro un altro broadcast e via dicendo.

Vendita: -

Libreria online. Print on demand: chiunque può avere un libro stampato a prezzo, in cui la tiratura del libro non è più decisa a priori ma a posteriori. Vanity publishing: si elimina l’intermediazione dell’editore e ciascuno può pubblicare il suo libro e può venderlo. Si chiama così perché non è basata sulla scelta di un editore protagonista, chiunque può pubblicare qualsiasi cosa come vuole e la gente decide se il libro funziona o no. Questa cosa ha degli effetti devastanti. Sono usciti diversi libri sulla crisi del debito europeo, alcuni sono stati compilati mettendo insieme delle voci di Wikipedia. Diventando hardcover, sono finiti su Amazon, alcuni studenti li hanno visti e li hanno segnalati alle biblioteche, finendoci. Il contenuto è libero perché è quello di Wikipedia. Abbiamo a che fare con uno scenario shoccante.

Progettazione di esperienze digitali: fasi, teoria, pratiche e strumenti. Le fasi Sono 11 fasi che vediamo analiticamente. 1. Requisiti Riguarda le aspettative di chi realizza o di chi si trova a commissionare un sito. Il primo requisito è che il sito sia responsivo, quindi che si veda perfettamente su desktop e mobile; che abbia una grafica moderna; che sia facile da usare; che ci siano elementi 2.0 quindi che ci siano elementi condivisibili sui social e che ci sia una interazione forte con gli utenti; non deve costare niente, ma magari voglio avere una certa sicurezza, dove pubblicare contenuti riservati ad abbonati o grande sicurezza perché c’è un e-commerce, quindi se metto i dati della carta di credito non ho problemi; moduli per l’e-commerce; bisogna essere conformi agli standard e in particolare a quelli di accessibilità, di validazione W3C e della legge Stanca 2004. La cosa interessante è che questa legge non dovrebbe essere più in vigore ma lo è ancora, e crea dei problemi. La prima cosa che dobbiamo fare è evidenziare quei requisiti che fanno a pugni tra di loro: se voglio spendere poco, ecco che l’area riservata mi fa spendere molto. L’accessibilità di legge Stanca si mette contro la responsività, e questa cosa è importante perché la definizione dei requisiti deve essere fatta prima. Quando abbiamo a che fare con l’ambito business abbiamo a che fare con un referente, mentre con l’ambito culturale spesso abbiamo a che fare con degli equivoci. 2. Analisi dei siti simili e dei competitor Bisogna valutare come il sito è organizzato, come è strutturata l’home page, gli elementi di navigabilità, il layout, leggibilità grafica, elementi web 2.0, conformità agli standard. Fara analisi richiede di mettere insieme diverse discipline, diversi strumenti. 3. Gestione del progetto Dashboard di Monday.com. Trello: permette di definire le varie attività e stabilire il flusso di lavoro. È possibile lavorare con questo software gratuito in maniera collaborativa. 4. Inventario dei testi e dei multimedia Inventario dei contenuti, deve tenere conto sia del contenuto stesso che delle performance. Partendo dai contenuti, se io devo rifare un sito, devo catalogare i contenuti secondo quattro categorie: i contenuti che restano invariati, quelli che devono restare ma modificati, quelli da togliere e quelli da aggiungere. Per quanto riguarda le modifiche, dipende tutto dalla performance e quali sono le keyword da aggiungere. Ad esempio: il titolo è fondamentale. 5. Mappa del sito Fatto con XMind. Strumento per fare le site map. Ha due funzioni fondamentali: la prima quella di chiarire nel modo migliore quelli che sono i contenuti che ci devono essere e i collegamenti tra i vari

contenuti, il secondo è comunicare a Google quali sono le pagine da indicizzare. Quando pubblico un sito online, Google indicizzata tra il 70 e 85% del sito. Se io non ho una site map, Google indicizza pagine che non hanno nessun valore per me. È uno strumento per il pubblicista e per il motore di ricerca. 6. Wireframe e mock up grafico Si procede alla realizzazione grafica della pagine della Kasa dei libri. È un caso di win-win: il docente guadagna contatti, persona x fa un lavoro che magari verrà pubblicato e la Kasa dei libri avrà il suo sito. Realizzato con Balsamiq: si progetta senza codice un’interfaccia. 7. Sviluppo: i CMS Content management system, quindi software specializzati per la gestione di contenuti online. Oggi si tulizza wordpress, drupal, magento e jungla ?. wordpress è lo strumento più utilizzato, gratuito, installeremo wordpress in locale e lavoriamo in locale in modo da avere wordpress con potenzialità. Wordpress è un ottimo compromesso tra qualità e difficoltà. Drupal è quello migliore qualitativamente, ma il più difficile. Wordpress.org HTML e CSS: HTML è uno standard vivente dal 2019. 8. Valutazione e test Valutatori: ci permettono di vedere se va tutto bene. Ad esempio Pingdom ci dice che la velocità del sito va bene (non più di 3 secondi).

Teorie Architettura dell’informazione, design responsivo (gomobile), usabilità ovvero insieme di teorie pratiche che permettono ai siti web di essere usati, mentre accessibilità governata dalla giurisprudenza che non riguarda i siti commerciali ma i siti legati alla pubblica amministrazione e all’ambito editoriale (riguarda quindi tutti i siti di editori). 1. Architettura dell’informazione Nasce nel 1998 con questo libro, Rosenfeld e Morville, Information Architecture for the world wide web. Per quello che riguarda l’architettura dell’informazione, il punto fondamentale non deve e non può essere l’utente. Quando noi parliamo di usabilità, l’utente è al centro. Parlando di architettura dell’informazione, al centro c’è un insieme di cose che hanno l’obiettivo di rendere perfettamente strutturata e utilizzabile l’informazione. All’interno di un quadro tecnologico che può cambiare anche sensibilmente abbiamo un diagramma di Venn (cerchi): contesto, contenuto e utenti. La perfetta architettura dipende quindi dal quadro tecnologico che è dinamico, che riguarda il contenuto che veicoliamo, gli utenti e il contento nel quale lo utilizzeremo. L’architettura dell’informazione è: -

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La progettazione strutturale di ambienti e informazione condivisa: consiste nella progettazione strutturale di ambienti come link, siti web, che sono condivisi; La combinazione di organizzazione, intitolazione, sistemi di ricerca e navigazione all’interno di siti web e reti intranet. Mentre internet è una rete di connessioni, una intranet è una rete di una grande azienda, è un internet chiuso accessibile solo ai dipendenti di una struttura; È arte e scienza di plasmare prodotti ed esperienze dell’informazione a supporto di usabilità e trovabilità. È arte e scienza perché scienza in quanto è una disciplina che posa su principio definito, ma anche arte perché fare un prodotto digitale è qualcosa di complicato. Trovabilità: reperibilità di un argomento in modo semplice in una grande quantità di informazioni; Viene definita come una disciplina emergente e una sorta di partiche comuni focalizzate nell’introdurre i principi del design e dell’architettura in un paesaggio e un orizzonte digitale.

I componenti fondamentali sono quattro: -

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Organizzazione. Saul Wurman, uno dei pionieri dell’architettura dell’informazione: mentre l’informazione è infinita, i modi di strutturarla non solo sono. Il linguaggio è ambiguo, quindi ci sono parole o espressioni che possono avere significato diverso a seconda del contesto, possono esserci elementi eterogenei, possono esserci prospettive diverse, quindi se faccio un sito turistico posso dire che i ragazzi, le coppie e egli anziani hanno tre pacchetti di viaggio diversi, quindi posso avere un sito per cui l’informazione è organizzata a seconda dei fruitori. Ci possono essere anche politiche interne. Organizzare l’informazione significa suddividerla, assegnare ad una classe un nome e infine raggrupparla: maniera alfabetica, per la taglia e via dicendo. Secondo Wurman ci sono quattro modi per organizzare l’informazione, lui la chiama LATCH: luogo, alfabeto, tempo, categoria e gerarchia. Titoli Navigazione Ricerca

Sono tutti elementi governati da regole.

5.03.21

Teorie Architettura dell’informazione Ambito dei dati, della conoscenza e dell’informazione I dati sono fatti e cifre, la conoscenza invece è quel qualcosa, la “roba” che si trova nella testa delle persone, mentre l’informazione si trova a metà, una metà che è abbastanza caotica e disordinata, e quindi con i sistemi che prevedono l’organizzazione dell’informazione spesso non c’è una risposta giusta ad una data domanda, e questo è per noi fondamentale. Ci sono modalità diverse di rappresentare la stessa informazione: questo dipende dal fatto che l’informazione ha tutte le forme e tutte le taglie. È menzionato infine il ruolo dei metadati, dati sui dati, ovvero termini utilizzati per rappresentare oggetti di contenuti, come persone, progetti etc e hanno la capacità di contestualizzare l’informazione. Giorgia Levy è il dato, metadato è che io sia cittadino italiano, che ho un certo profilo LinkedIn etc. Quindi servono a contrassegnare il dato trasformandolo in informazione. Attualmente l’informazione si trova in un ecosistema, che normalmente tende a privilegiare il punto di vista dell’utente, ma non dobbiamo dimenticare che l’informazione è influenzata da altri elementi: - Abbiamo un elemento di contesto, per cui facendosi delle domande potremmo capire quali sono le strategie del committente, a quali contenuti il committente preferisce dare risalto, quale terminologia adottare, quali sono gli utenti tipo di un determinato contenuto; - Il secondo elemento riguarda il contenuto, quindi quali e quanti sono i contenuti che devo gestire, come sono strutturati, quali caratteristiche hanno; - Infine si ha il quadro tecnologico, quindi il motore di ricerca, il database, quindi l’architettura dell’informazione si inserisce e nasce per rispondere a queste domande. Definizione di architettura dell’informazione: combinazione di organizzazione, intitolazione, sistemi di ricerca e navigazione nei siti web. Quindi una disciplina che cerca di individuare e dare le migliori risposte a questi ambiti. Quindi: - Organizzazione dell’informazione: secondo Saul Wurman, mentre l’informazione può essere infinita, i modi di strutturarla non lo sono. Questo è molto importante, perché ci indica un pilastro fondamentale di questa disciplina, cioè la legittimità di strutturare l’info e di trovare le modalità migliori di strutturazione dell’info in relazione in base a regole ben definite. Ci sono 4\5 modi di

organizzare l’info (LATCH): luogo, ordine geografico, ordine alfabetico, tempo, categoria e gerarchia (categoria e gerarchia) si sovrappongono.  Indicazione geografica: abbiamo il sito di Starbucks con una mappa e l’individuazione dei punti vendita presenti in Italia. L’organizzazione della conoscenza in modo geografico avviene con le mappe, con gli atlanti. Atlanti, guide di viaggio, indicazione di punti vendita. Atlante del corpo umano ad esempio. Altri esempi sono le parti di un sistema, ad esempio manuale tecnico che spiega le parti del motore.  Struttura alfabetica: si vede chiaramente nei dizionari, nell’elenco dei corsi di laurea, ma quando può essere utile.  Struttura cronologica: corsi di laurea divisi per anno accademico, oppure elenco cronologico di autori in una biblioteca digitale.  Suddivisione per categorie: non sono universali o oggettive ma sono dinamiche. Da Starbucks: dolci prodotti con il forno non solo sono variabili dal punto di vista della disponibilità, ma sono anche variabili dal punto di vista dell’interesse e della posizione. Non è un ordine alfabetico e la ragione può dipendere dal fatto che c’è una sorta di interesse nella posizione o in un certo modo in relazione a quello che gli utenti possono cercare.  Struttura gerarchia: sottoinsieme perfezionato della struttura categoriale. Abbiamo la categoria studiare e poi 4 sotto sessioni: la prima è divisa in 3 parti. I sistemi organizzativi della conoscenza si suddividono in tre parti: sistemi esatti (alfabetico, cronologico e geo), sistemi ambigui o soggettivi e sistemi ibridi o multipli. Sono ambigui in assoluto: mentre l’alfabeto è quello, i sistemi ambigui come per esempio i sistemi a soggetto sono precisi ma all’interno di un determinato sistema. Sito di Amazon: il suo obiettivo è vendere libri quindi il suo sistema organizzativo ambiguo per soggetto sfida le definizione esatte ed è orientato a quello che è la vendita. Se andiamo in una biblioteca il catalogo a soggetto è fatto in maniera diversa: ci sono delle convenzione decise dagli...


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